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REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

I "fegatini di Laterza" prendono il nome dall' omonima città da cui provengono.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i fegatini di Laterza nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Presentazione

Nascono come "piatto povero" degli allevatori tarantini ed ora sono diventati una prelibatezza, infatti vengono serviti anche nei migliori ristoranti.

Alla vista si presentano:

  • croccanti;
  • bruciacchiati;
  • racchiudono all'interno una carne tenera e succosa.

La carne utilizzata è prettamente di "agnello o capretto", più specificatamente si utilizzano:

  • le interiora avvolti nelle budella.

Tra le interiora, per la loro consistenza, si prediligono:

  • cuore;
  • fegato;
  • polmoni;
  • reni;
  • milza.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei fegatini di Laterza sono:

  • carne di agnello;
  • carne di capretto;
  • prezzemolo;
  • sale;
  • budella.

Preparazione

Il procedimento di preparazione non è complicato, ma abbastanza lungo.

Si parte trattando i pezzi di carne, ovvero:

  • questi devono essere stati precedentemente tagliati in bocconcini di 2 o 3 cm;
  • messi in acqua salata;
  • poi vengono nuovamente lavati e risciacquati al fine di eliminare qualsiasi impurità.

Si passa alla seconda fase:

  • bisogna aromatizzare i bocconcini di carne con prezzemolo e sale per fornire ulteriore gusto al piatto;
  • dopo aver fatto questo si mettono insieme 2 o 3 pezzetti di carne e si avvolgono nelle budella;
  • successivamente si infilzano con degli spiedini in acciaio oppure sistemati nelle teglie da forno.

Cottura

Particolare attenzione nella cottura che deve avvenire nel forno a legna per circa 20 minuti.

Alternativa

Vogliamo proporvi una ricetta sfiziosissima per cucinare i vostri fegatini di laterza, ovvero:

  • i "fegatini di Laterza con le patate al forno".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione di questo ottimo secondo piatto sono:

  • 500 g di interiora di agnello o capretto (cuore, fegato, milza, polmoni, peritoneo);
  • 800 g di patate;
  • 2 spicchi di aglio;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • acqua q.b.;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • prezzemolo q.b.

Preparazione

In primo luogo dovrete preparare le patate, quindi:

  • pelatele, sciacquatele e tagliatele a pezzi piuttosto grandi.

Successivamente, prendete una teglia da forno e ungetela anche nei bordi, a questo punto dovrete:

  • riporre i vostri fegatini di Laterza nella teglia, circondati dalle patate;
  • condite il tutto con aglio tritato, sale, pepe, prezzemolo e abbondante olio extravergine.

Infine aggiungete un pochino di acqua.

Cottura

Fate scaldare il forno ad una temperatura di 180 gradi e infornate i vostri fegatini di Laterza con le patate per circa una oretta.

Fate attenzione a far cuocere per bene le patate, e una volta trascorso il tempo necessario, tirate fuori la teglia e servite questo fantastico secondo ai vostri ospiti!

Tradizioni

I fegatini di Laterza, sono un piatto nato nelle aree rurali, tipico di varie zone del Sud Italia, dal Molise alla Puglia, dall’Irpinia alla Lucania.

Al tempo dei latifondi, mezzadri e signori feudali mangiavano le carni pregiate e ai contadini delle masserie rimanevano soltanto le frattaglie.

Per questo era necessario fare di necessità virtù e rendere più appetitose possibile le interiora degli ovini, che spesso erano l’unico tipo di carne che si riusciva a mettere in tavola.

Non è dato sapere se gli involtini di Laterza, siano nati in un luogo e poi si siano diffusi a macchia d’olio in tutto il territorio circostante o siano comparsi contemporaneamente in versioni autonome, ma simili sulle tavole di paesi anche molto distanti fra loro.

Qualunque sia la loro origine, diventarono presto una pietanza molto amata nelle masserie meridionali e abbinata ad altri prodotti della cultura contadina, come le cipolle, i peperoni e i formaggi di pecora e capra.

Nel dialetto tipico locale questi vengono anche chiamati "Gnumm’redd lattarol" oppure "Gnumm’redd da Terz".

Vengono inoltre organizzate ogni anno, varie sagre nel periodo estivo, dove poter degustare i fegatini, ma anche altri prodotti tipici della tradizione come le "bombette" o i "salsicciotti".

Degustazione

Qualora si volesse abbinare un buon vino si può optare per:

  • un Matino Rosso DOP;
  • un Ostuni Ottavianello DOP;
  • un Cerignola Rosso DOP.
REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Le specialità casearie italiane ed in modo particolare regionali, sembrano davvero essere infinite!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la scamorza di pecora nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Un prodotto unico e dal sapore davvero molto particolare è la "scamorza di pecora", nata nel territorio della Murgia in Puglia e oggi facilmente reperibile in tutta la nostra penisola.

Solitamente puoi trovare una gran varietà di formaggi ovini freschi e la scamorza, appartenente alla categoria dei formaggi stagionati, è sicuramente una particolarità.

Ingredienti

Il latte utilizzato per la sua produzione proviene prevalentemente da:

  • pecore allevate al "libero pascolo" e questo aggiunge indubbiamente valore e sapore al prodotto.

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione della scamorza di pecora sono:

  • latte ovino crudo;
  • caglio di vitello.

Lavorazione

Per la realizzazione di questa scamorza il latte ovino viene:

  • riscaldato ed unito al caglio di vitello per innescare il processo di formazione del formaggio;
  • successivamente si passa alla fase di "acidificazione", che può arrivare fino a 24 ore;
  • al termine di questa fase, il formaggio viene filato in acqua calda e formato.

La pezzatura

Solitamente la "pezzatura" non supera i 600 grammi di peso e la forma che viene conferita al formaggio è la "classica forma della scamorza".

Stagionatura

Prima di essere consumata, la scamorza di pecora deve subire un periodo di "stagionatura", che le conferisce:

  • un tipico colore paglierino;
  • una consistenza elastica e compatta.

La stagionatura è un processo estremamente importante e molto delicato per questo formaggio!

Ogni giorno di stagionatura che passa, conferisce un sapore ed una consistenza del tutto diverso al prodotto.

Questa fase muta anche il colore della scamorza, scurendolo da bianco fino a giallo nelle stagionature più lunghe.

Curiosità

Può essere stagionata per un periodo anche superiore ai 3 mesi ed in alcuni piatti tipici della cucina dell’Alta Murgia, viene impiegata come "formaggio da grattugia".

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "mostarda di uva e mele cotogne" è un prodotto tipico pugliese a base di uva e mele cotogne.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la mostarda di uva e mele cotogne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origine

La mostarda di uva e mele cotogne è sicuramente uno dei tanti prodotti tradizionali che venivano preparati in passato.

L'uva che viene utilizzata per la preparazione può essere sia bianca che nera e solitamente distinguiamo:

  • la Malvasia;
  • l'uva Negroamaro.

Le mele cotogne e l'uva sono divenute, ormai, due degli alimenti meglio assortiti nella cucina italiana.

Le mele cotogne e l'uva possono essere utilizzate anche per preparare una deliziosa marmellata, da spalmare sopra una fetta di pane imburrata, oppure utilizzata per farcire delle squisite torte o degli strudel.

Inoltre, la mostarda potrà essere servita assieme a dei formaggi stagionati o mangiata "al cucchiaio" come dessert.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione della mostarda di uva e mele cotogne sono semplicissimi e facili da reperire, ovvero:

  • 2,5 kg di mele cotogne (dolci e mature);
  • 1 kg di zucchero;
  • 150 g di uva.

Preparazione

Per prima cosa, dovrete:

  • lavare bene tutte le mele cotogne, asciugatele e sbucciatele privandole del torso e della buccia;
  • tagliatele a spicchi e mettetele in una pentola con tutto lo zucchero;
  • accendete il fuoco e quando vedrete che si saranno ben ammorbidite, frullatele con un frullatore a immersione.

Continuate con la cottura a fiamma bassa per circa 30 minuti e continuate a girare il tutto di tanto in tanto.

Trascorso il tempo necessario, aggiungerete:

  • l'uva e farete cuocere la mostarda per ulteriori 20 minuti;
  • continuate a mescolare con il cucchiaio per evitare che la mostarda si attacchi al fondo della pentola e si bruci.

Per verificare se la mostarda è pronta, prendetene un pochino e mettetela su un piatto, poi:

  • inclinatelo e se la mostarda sarà pronta risulterà densa e significherà che sarà cotta.

Al contrario, se la mostarda dovesse risultare troppo liquida, lasciatela cuocere per altri 5 minuti.

Non appena la mostarda sarà pronta, occorrerà conservarla in dei recipienti.

Conservazione

Per quanto riguarda la conservazione della mostarda di uva e mele cotogne, la cosa migliore è riporla in barattoli sterilizzati.

Il metodo classico per sterilizzare i barattoli per la mostarda prevede l’utilizzo di una pentola.

Prendetene una dai bordi alti e foderatela con uno strofinaccio di cotone pulito.

Sistemate i vasetti di vetro all’interno con l’apertura rivolta verso l’alto e con altri strofinacci sistemati tra l’uno e l’altro affinché non si tocchino e non si rompano urtandosi.

Riempite la pentola d’acqua finché non ricoprirete tutti i vasetti, accendete il fuoco e portate ad ebollizione.

Quando l’acqua bollirà, abbassate il fuoco e lasciate “in cottura” per almeno 30 minuti.

Trascorsi 20 minuti, aggiungete anche i coperchi e dopo 30 minuti spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.

Raggiunta la temperatura ambiente, prendete vasetti e coperchi e fateli scolare capovolti, oppure nel forno acceso al minimo.

Una volta che avrete sterilizzato i barattoli e si saranno asciugati perfettamente, potrete riempirli con la vostra mostarda di uva e mele cotogne.

Con l'aiuto di un mestolo, distribuite la mostarda, ancora calda, all'interno di tutti i barattoli, dopodiché avvitate i coperchi in modo da chiuderli, ora:

  • capovolgeteli e metteteli in un luogo buio per farli raffreddare.

Una volta raffreddati, per eliminare qualsiasi tipo di batterio, fate bollire nuovamente i barattoli per altri 20 minuti; dovranno essere completamente coperti con l'acqua.

Terminata la bollitura, tirateli fuori dalla pentola e poggiateli su uno strofinaccio asciutto!

A questo punto, le vostre conserve di mostarda di uva e mele cotogne saranno finalmente pronte per essere riposte in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di calore.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori

Descrizione

Nell'entroterra pugliese, e più precisamente nella città di Altamura, si produce da più di due secoli il "Padre Peppe Elixir di noce".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il liquore Padre Peppe Elixir di noce nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Si tratta di un liquore nato dall'ingegno del "Frate Cappuccino Giuseppe Ronchi", che guardando il noceto del chiostro pensò di creare un liquore dal gusto semplice, ma inconfondibile.

Così, cominciò a sperimentare una serie di ricette fino a giungere a quella che viene utilizzata ancora oggi per produrre il Padre Peppe Elixir di noce, famoso in tutta la penisola italiana.

Il liquore Padre Peppe Elixir di noce è una ricetta tipica e tradizionale di Altamura in provincia di Bari.

E' una ricetta antichissima ed una volta preparato va degustato con il passare di qualche mese.

L'attesa è tanta, ma ne vale assolutamente la pena!

Per ottenere un buon Padre Peppe Elixir di noce è necessario utilizzare le noci intere e soprattutto verdi.

E' per questo motivo che si raccolgono i frutti proprio il giorno di San Giovanni, prima che iniziano a maturare e non possono essere più utilizzati per preparare questo delizioso liquore.

Il Padre Peppe Elixir di noce è un ottimo digestivo ,la particolarità di questo liquore è la presenza di molte spezie che lo rendono particolare e ideale durante il periodo invernale.

Ingredienti

Gli ingredienti che andremo ad utilizzare per la creazione del liquore Padre Peppe Elixir di noce sono i seguenti:

  • 1 litro di alcool a 95 gradi;
  • 600 ml di acqua;
  • 400 g di zucchero;
  • 13 noci verdi;
  • noce moscata q.b.;
  • cannella q.b.;
  • chiodi di garofano q.b.

Preparazione

Iniziamo a preparare il liquore Padre Peppe Elixir di noce, quindi:

  • prendete le 13 noci verdi, sgusciatele, tagliatele oppure tritatele con l'aiuto di un mixer.

Riempite di alcol un contenitore a chiusura ermetica e immergetevi le noci tritate lasciandole in infusione per almeno 40 giorni.

Abbiate cura di riporre il contenitore al buio o comunque lontano dalla luce.

Trascorso questo tempo di infusione, dovrete aggiungere:

  • la noce moscata schiacciata;
  • la cannella;
  • i chiodi di garofano.

Rimestate bene il tutto e lasciate riposare nuovamente per ulteriori 4 mesi.

Decorsi anche questi 4 mesi, sarà possibile passare il tutto con l’apposito "torchietto", ovvero un macchinario utilizzato per la "spremitura" dopo la "fermentazione alcolica".

Preparate quindi uno sciroppo con:

  • acqua, zucchero e incorporatelo al prodotto torchiato;
  • lasciate maturare per qualche settimana prima di filtrare.

Una volta filtrato il prodotto ottenuto, potrete dare il via all'imbottigliamento.

Ricordate che più lo fate riposare, più sarà delizioso all'assaggio.

Caratteristiche sensoriali

Le tre caratteristiche sensoriali che più contraddistinguono il liquore Padre Peppe Elixir di noce dagli altri prodotti di questa categoria, sono:

  • la freschezza;
  • il suo essere accattivante;
  • il suo essere avvolgente.

Degustazione

Potrai gustare il Padre Peppe Elixir di noce come:

  • liquore al termine dei pasti;
  • come ingrediente principale di cocktail innovativi.

Il liquore Padre Peppe Elixir di noce può essere consumato:

  • liscio;
  • a temperatura ambiente o ghiacciato;
  • come aggiunta al caffè;
  • annaffiato sul gelato e per comporre affogati.

Il liquore Padre peppe elixir di noce, caldo si trasforma in un ottimo "punch" grazie anche alle spezie di cui è composto.

Le virtù del noce e dei suoi frutti nonché delle spezie d’oriente, sono noti fin dall’antichità, sia nella farmacopea ufficiale, che nei rimedi popolari.

Cocktail innovativo

Ne è un esempio "l'American Peppe", ideato dal barman Luigi Costantiello, ovvero si mixano:

  • il Bourbon;
  • il Campari;
  • l'elixir altamurano.

Dopo aver aggiunto lo sciroppo di tamarindo e la polvere di Padre Peppe, avrete un drink che riprenderà a pieno tutti i sapori tipici della terra pugliese.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

Il "concentrato secco di pomodoro" è una particolare conserva tipica della regione Puglia, preparata generalmente per arricchire di gusto i piatti della tradizione, quali lo stufato o il ragù.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il concentrato secco di pomodoro nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

In commercio solitamente si trova all'interno di tubetti o in piccole scatole di latta ma il sapore di questi prodotti non riesce ad uguagliare quello del concentrato "home-made".

Contrariamente a quanto si pensa, prepararlo in casa non è poi così difficile, le uniche accortezze richieste sono, infatti:

  • la scelta accurata delle materie prime
  • l'attenzione durante la fase di asciugatura.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per preparare il concentrato secco di pomodoro sono:

  • pomodori;
  • olio evo.

Lavorazione

Bisognerà, infatti, selezionare pomodori molto maturi che siano, però, piuttosto sodi.

E' meglio evitare quelli "troppo molli", perché spesso questo è indice di una maturazione avvenuta in negozio.

Lavali con cura, tagliali a metà e poi:

  • strizzali leggermente;
  • lasciali sbollentare all'interno di una pentola con poca acqua;
  • poi trasferiscili all'interno di uno scolapasta rivestito con un canovaccio sottile in modo che perdano l'acqua in eccesso.

Asciugatura

Usa un passa-pomodoro per creare la salsa che, una volta aggiustata di sale, dovrà esser messa in grandi piatti da esporre al sole per l'asciugatura.

Bisogna avere l'accortezza di girare frequentemente la salsa, così da permettere che si secchi in maniera uniforme.

Conservazione

Nel giro di tre o quattro giorni si otterrà una pasta di pomodoro densa che potrà essere conservata, con l'aggiunta di un filo di olio evo, all'interno di appositi vasetti di terracotta.

Ricetta

Vogliamo presentarvi la ricetta di un ottimo primo piatto facile da creare, dal gusto delicato, ma allo stesso tempo gustosissimo per i vostri palati, stiamo parlando degli:

  • spaghetti con concentrato secco di pomodoro.

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone, necessari per la preparazione degli spaghetti con concentrato secco di pomodoro sono:

  • 220 g di concentrato secco di pomodoro;
  • 320 g di spaghetti;
  • mezza cipolla;
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva;
  • mezzo cucchiaino di zucchero;
  • qualche foglia di basilico fresco;
  • sale q.b.;
  • formaggio grattugiato o ricotta salata, q.b.

Preparazione

Seguite attentamente la nostra ricetta degli spaghetti con concentrato secco di pomodoro e vedrete che il successo sarà assicurato!

Iniziate così:

  • prendete mezza cipolla, lavatela e tritatela;
  • n una casseruola soffriggete la cipolla con l’ olio d’ oliva per alcuni minuti, rigirando spesso;
  • aggiungete il concentratosecco di pomodoro;
  • allungate con circa 300 ml d’ acqua e continuate mescolando bene.

A questo punto dovrete:

  • unire lo zucchero e il basilico;
  • salate e coprite con un coperchio.

Non resta che cuocere a fiamma bassa per circa 15 minuti, rigirando di tanto in tanto.

Munitevi di una pentola, riempitela di acqua e salate a dovere, poi:

  • una volta che l'acqua bolle, potrete immergere i vostri spaghetti;
  • attendete il tempo di cottura indicato sulla confezione;
  • non appena saranno pronti potrete scolarli.

Una volta scolati, procedete a condire la pasta con il sugo del concentrato secco di pomodoro appena cucinato.

Potete servire i vostri spaghetti con il sugo del concentrato secco di pomodoro ben caldi, spolverizzando in cima un pò di formaggio grattugiato, oppure se dovesse piacervi, anche della ricotta salata grattugiata.

Curiosità

Gli usi in cucina del concentrato secco di pomodoro sono svariati, dal colore rosso marcato, il concentrato è un estratto dal sapore dolciastro e vivace, denso e cremoso che può aiutare in molte preparazioni.

Il concentrato secco di pomodoro è ideale nella preparazione di primi piatti veloci in cui si vuole esaltare il gusto del pomodoro come ad esempio:

  • la pasta all’amatriciana;
  • la pasta all’arrabbiata;
  • la pasta alla puttanesca;
  • la pasta ai piselli o al tonno.

Il concentrato secco di pomodoro è l’ingrediente perfetto per aggiungere colore e sapore aggiuntivo per le preparazioni che richiedono tempi di cottura lunghi, ovvero:

  • ragù;
  • zuppe;
  • minestroni;
  • stufati;
  • spezzatini.
REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

La "salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia" è un insaccato di carne suina prodotto in diversi comuni della Murgia, tra cui Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini e Spinazzola.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salsiccia a punta di coltello dell' Murgia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

La particolarità di questo prodotto si deve a macellai locali che hanno saputo mantenere in vita antiche tecniche di produzione garantendo una salsiccia di elevata qualità.

La salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia è facilmente reperibile presso tanti produttori locali, si presenta:

  • di colore rosso cupo nella parte magra con screziature bianche dovute al lardo.

La salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia si caratterizza per il suo odore intenso ed il suo sapore deciso.

La consistenza della salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia si presenta:

  • asciutta;
  • compatta;
  • pastosa.

La forma della salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia è variabile e lo spessore non supera i 3,5 cm.

Il sapore che contraddistingue la salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia è:

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione della salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia derivano esclusivamente dai suini locali.

Vengono utilizzate prevalentemente le parti magre del maiale.

  • carne suina;
  • budella di maiale;
  • buccia di arancia;
  • sale;
  • peperoncino;
  • finocchietto selvatico;
  • vino.

Preparazione

La salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia può essere facilmente reperita nella macellerie locali.

Molte di queste offrono anche il servizio di cottura della carne alla brace.

La salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia viene realizzata:

  • con il prosciutto;
  • la spalla del maiale;
  • con una parte di lardo.

Le diverse fasi della lavorazione del prodotto iniziano con "il taglio a punta di coltello della carne", che poi viene condita con:

  • sale;
  • peperoncino dolce o piccante;
  • semi di finocchietto selvatico;
  • vino Malvasia Bianca di Gravina.

Lavorazione

Il composto di carne viene fatto riposare per circa 24 ore, prima di essere insaccato in budella di maiale e fatto macerare in scorza d'arancia, semi di finocchio e sale.

Trascorso il periodo di riposo, la carne viene:

  • inserita nel budello conferendogli una forma a corona;
  • dopo aver punzecchiato il budello ed averlo lasciato sgocciolare, si fa riposare il tutto per 12 ore.

L'ultima fase è quella "dell'asciugatura dell'insaccato".

Questa fase avviene all'interno di ambienti freschi e arieggiati in cui vengono appese le salsicce e lasciate per 20-30 giorni.

Degustazione

La salsiccia a punta di coltello dell'Alta Murgia è ottima:

  • affettata e mangiata come antipasto;
  • in abbinamento con formaggi locali;
  • per la preparazione di tanti piatti della tradizione gastronomica pugliese.

Curiosità

A Spinazzola un comune italiano di 6440 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, conservano in maniera gelosa la ricetta per preparare la salsiccia a punta di coltello.

La ricetta viene tramandata di generazione in generazione, perché quello che si assapora in questo comune nel cuore dell'Alta Murgia, non è solo un prodotto tipico, ma una prelibatezza che non si trova da nessun’altra parte.

Risale al 2017 la prima edizione della "Festa della salsiccia a punta di coltello di Spinazzola", che viene riproposta cada anno a Settembre ed ospita migliaia di visitatori e degustatori da tutta la Puglia.

L'obbiettivo di questo appuntamento è quello di promuovere e valorizzare un'eccellenza gastronomica locale, mettendo in vetrina la vera industria territoriale, qual è l’agro alimentare.

La Festa della salsiccia a punta di coltello di Spinazzola, realizzata con il contributo del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, è un evento inserito nel calendario delle Fiere artistiche spinazzolesi.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Funghi

Descrizione

I "funghi spontanei secchi al sole" sono un prodotto alimentare pugliese dal sapore succulento, realizzati tramite l’essiccazione al sole di funghi spontanei raccolti nel territorio regionale, dopo che questi sono stati puliti, tagliati per il verso lungo e salati.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i funghi spontanei secchi al sole nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Lavorazione

I funghi spontanei secchi al sole vengono:

  • disidratati;
  • inumiditi in aceto;
  • asciugati;
  • conservati in vasetti di vetro.

Origini

Questa preparazione ha origini molto antiche!

Molto tempo fa gli uomini si inoltravano nella natura incontaminata ed avevano la necessità di conservare il più a lungo possibile le proprie provviste di cibo.

L'essiccazione al sole era un ottimo metodo di conservazione.

Caratteristiche

I funghi spontanei secchi al sole si distinguono grazie:

  • al loro sapore intenso;
  • all’aroma avvolgente;
  • all’aspetto invitante.

Identificano appieno la naturalità del territorio che è avvalorata proprio dalla lavorazione manuale a cui sono sottoposti.

Genuinità

Tale prodotto artigianale è talmente "genuino" e dalle connotazioni autentiche, da essere diventato famoso non solo in Puglia, ma in tutta la Nazione.

Degustazione

La loro particolarità li rende perfetti per conferire al tuo menù un tocco di reale superiorità e puoi decidere di servirli come antipasto gustandoli trifolati con aglio e prezzemolo oppure su delle sfiziose pizzette.

Se preferisci i primi piatti "ad effetto", puoi optare per un risotto ai funghi, con la consapevolezza che il gusto unico e spettacolare dei funghi riuscirà ad elevare quello dell’intera portata.

In ogni caso, questo ingrediente sarà in grado di conquistare i tuoi invitati con il suo sapore squisito ed il suo profumo inimitabile.

Ricetta

Vogliamo proporvi una ricetta che ha come ingrediente protagonista ha proprio i funghi spontanei secchi al sole.

Il piatto in questione è:

  • il risotto ai funghi spontanei secchi al sole.

Ingredienti

Gli ingredienti che dovrete procurarvi per la preparazione di questo magnifico risotto sono semplicissimi e reperibili facilmente, ovvero:

  • 400 g di riso;
  • 1 l di brodo vegetale;
  • 150 g di funghi spontanei secchi al sole;
  • 2-3 carote;
  • 2 cipolle;
  • 1 spicchio d'aglio;
  • 160 ml di vino bianco;
  • 6 cucchiai di olio extravergine d'oliva;
  • sale q.b.;
  • rosmarino q.b.;
  • 3-4 rametti di prezzemolo;
  • 30 g di Parmigiano Reggiano grattugiato;
  • burro q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione di questo sfizioso primo piatto che vi farà brillare a tavola:

  • per prima cosa dovrete far ammorbidire i funghi spontanei secchi al sole mettendoli in una ciotola colma d'acqua tiepida per circa 30 minuti.

Nel frattempo preparate il brodo vegetale:

  • in una casseruola con abbondante acqua aggiungete una cipolla e le carote tagliate a pezzetti ;
  • unite alcuni rametti di prezzemolo lavati e sminuzzati;
  • aggiungete alcune spezie come il rosmarino;
  • portate ad ebollizione e lasciate cuocere per circa 5 minuti.

Spegnete e coprite, lasciando in infusione.

Se il brodo comincia a raffreddarsi, riaccendete la fiamma tenendola molto bassa perché vi servirà per tutta la durata della preparazione.

Quando i funghi spontanei secchi al sole saranno morbidi, scolateli e strizzateli per eliminare l'acqua in eccesso, poi:

sciacquateli con attenzione sotto l'acqua corrente per togliere eventuali residui di terra;

  • tagliateli a pezzettini e teneteli da parte.

Ora riponete i funghi spontanei secchi al sole in una padella e fateli rosolare insieme a uno spicchio d'aglio e tre cucchiai di olio per circa 20 minuti.

Intanto, pulite una cipolla e tritatela finemente, poi:

  • fatela soffriggere in una casseruola con dell'olio, fino a quando diventa dorata;
  • a questo punto versate il riso in padella e fatelo tostare per circa 2 minuti a fiamma media;

quindi bagnate con il vino e fate evaporare l'alcol.

Abbassate la fiamma al minimo e unite due mestoli di brodo vegetale e i funghi spontanei secchi al sole.

Salate a piacere e proseguite la cottura per circa 12-13 minuti, sino a quando il riso sarà al dente, aggiungendo il brodo poco alla volta, a mano a mano che si asciuga.

Quando il risotto ai funghi spontanei secchi al sole sarà pronto, togliete la pentola dal fuoco e mantecate con del burro e del Parmigiano Reggiano grattugiato.

Aggiungete il prezzemolo sminuzzato e servite il riso ai funghi spontanei secchi al sole ancora caldo!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "carota di Zapponeta" è un alimento tipico della Puglia dal sapore fresco e delicato.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carota di Zapponeta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Proprietà salutari

Questo ortaggio oltre ad essere estremamente buono è anche ricco di:

  • numerose vitamine;
  • sali minerali necessari per l’organismo;
  • in particolare aiuta la pelle a rimanere giovane ed il fegato a mantenere una corretta funzionalità.

Origini

Le origini della carota di Zapponeta risiedono proprio nella zona di Zapponeta, in provincia di Foggia, e per merito delle sue peculiarità salutari e di sapore, è un ingrediente molto utilizzato nella gastronomia pugliese, ma anche di tutta Italia.

Presentazione

La carota di Zapponeta si presenta con:

  • il tipico colore arancio;
  • la forma è leggermente più arrotondata rispetto alla carota comune.

Si può mangiare sia cruda che cotta, mantenendo invariati i valori nutrizionali.

Proprietà organolettiche

Dopo la cottura, la carota di Zapponeta, resta in possesso del caratteristico "sapore amabile" e del "profumo gradevole", i quali sono in grado di dare alla pietanza un tocco incomparabile.

Se sei una cuoca amatoriale che ama sperimentare gusti nuovi, questa carota può aiutarti a creare qualcosa di attuale e stuzzicante, riuscendo così a impreziosire la tua tavola.

Il connubio perfetto dato dalla consistenza croccante, dall’aroma delicato e dal gusto tendenzialmente dolce, rende la carota di Zapponeta fritta in pastella ideale per valorizzare un antipasto.

Invece le carote piccoline, puoi bollirle e mantecarle con una noce di burro, servendole come un contorno delizioso, perfetto come accompagnamento per i secondi di carne.

Degustazione

La carota di Zapponeta ha un sapore gentile è in grado di soddisfare grandi e piccini!

Ricetta

Vogliamo proporvi una ricetta sfiziosa che ha come protagonista le carote di Zapponeta, ovvero:

  • la torta salata con carote di Zapponeta.

Si tratta di un piatto adatto per qualsiasi occasione, sia dentro che fuori casa ad esempio per un pic nic tra amici!

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone, che dovrete procurarvi sono i seguenti:

  • 350 g di carote di Zapponeta;
  • 1 rotolo di pasta sfoglia;
  • 150 g di feta;
  • 1 cipolla piccola;
  • mezzo bicchiere di latte;
  • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • origano a piacere.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione della torta salata di Zapponeta, che può essere considerato sia come un antipasto che come un piatto unico.

Seguite attentamente la ricetta e vedrete che il risultato sarà assicurato!

  • iniziate a lavare e pelare le carote di Zapponeta, eliminatel e parti finali;
  • tagliate le carote di Zapponeta a rondelle;
  • in una padella fate soffriggere della cipolla tritata finemente con dell'olio extravergine di oliva;
  • passati 5 minuti, versate nella padella il latte, aggiungete il sale e il pepe e lasciate cuocere per 20 minuti con coperchio e a fiamma molto bassa.

Dopo 20 minuti, controllate se le carote di Zapponeta sono morbide, in caso contrario lasciate cuocere ancora un po’ e fino a quando saranno pronte.

Tagliate a pezzi la feta e unitela alle carote di Zapponeta morbide e cotte, poi:

  • lasciate amalgamare, sempre a fiamma bassa, per altri 5 minuti.

Stendete il rotolo di pasta sfoglia nello stampo, ricopritelo con il contenuto della padella e arrotolate il bordo della sfoglia verso l’interno.

In forno ventilato e preriscaldato a 180° fate cuocere per 15/20 minuti.

Terminata la cottura, tirate fuori dal forno la vostra torta salata con carote di Zapponeta e lasciatela raffreddare per 5 minuti.

Una volta che il calore si sarà smorzato, allora potrete servirla ai vostri ospiti!

La torta salata con carote di Zapponeta è un piatto che assaporato anche freddo, non è niente male, provare per credere!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccato

Descrizione

La "soppressata dell'Appenino Dauno" è un salume tipico della Puglia, prodotto in diversi comuni della provincia di Foggia, tra cui Faeta, Biccari, Lucera, Monteleone e Sant'Agata di Puglia.

Certificazioni

Il Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la soppressata dell'Appennino Dauno nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione della soppressata dell'Appennino Dauno sono:

  • carne di suino;
  • grasso di suino;
  • sale;
  • pepe intero;
  • peperoncino piccante;
  • spezie.

Lavorazione

La soppressata dell'Appenino Dauno ha dalle origini antichissime, viene realizzato esclusivamente con carne di suino, ovvero con:

  • il filetto;
  • il prosciutto;
  • la spalla.

Il metodo di lavorazione della soppressata dell'Appenino Dauno è fatto prevalentemente "a mano", prevede:

  • una prima fase di "mondatura della carne";
  • una seconda fase del "taglio a coltello";
  • infine dal condimento con sale, pepe in grani, peperoncino piccante e aromi vari.

L'impasto di carne viene fatto riposare per alcune ore e poi si insacca in budella naturali di maiale.

Fatto questo, si lega con dello spago in modo da conferirgli una forma e lo si possa appendere.

Essiccazione

Infine, si buca il budello e si adagiano tra assi di legno per un periodo di 48 ore, in modo che assumano la classica "forma schiacciata".

Dopo due giorni, vengono appese in un luogo asciutto ed arieggiato lasciandole essiccare per 30-40 giorni.

Conservazione

Dopo questo periodo di tempo, la soppressata dell'Appenino Dauno è pronta per essere consumata, oppure conservata all' interno di baratoli immersa nello strutto o nell'olio d'oliva.

Presentazione

La soppressata dell'Appenino Dauno si presenta:

  • esteriormente di colore rosso scuro;
  • al taglio è di colore rosso vivo con macchie bianche di lardo;
  • la si può trovare in pezzature di 200-400g.

Degustazione

La soppressata dell'Appenino Dauno  è ottima tagliata a fette, da servire come antipasto in abbinamento a verdure sott'olio, magari accompagnata con un vino rosso locale, come il Rosso Canosa DOP.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "pzzntell" è una particolare salsiccia originaria del territorio pugliese delle Murge.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pzzntell nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

La produzione del pzzntell è maggiormente legata ai comuni dell'Alta Murgia barese in particolare a quelli di AltamuraGravina, Poggiorsini e Spinazzola, tutti in provincia di Bari.

L'insaccato ha origini antiche ed è legato alla necessità di "non sprecare" gli avanzi delle carni impiegate per ottenere prodotti più pregiati.

Il recupero degli scarti del maiale rappresenta una grande opportunità!

Si tratta del modo migliore per apprezzare parti dell'animale che altrimenti andrebbero gettate via.

Il pzzntell si ottiene dagli scarti della lavorazione del maiale, quali lingua, guanciale, orecchie, cotica, polmoni e cuore.

La carne viene tagliata a punta di coltello e insaporita con sale, peperoncino e semi di finocchio selvatico.

Composizione

La carne di scarto comprende:

  • parte della testa del suino;
  • orecchie;
  • guance;
  • cotica;
  • cuore;
  • polmone.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pzzntell sono:

  • budella di suino;
  • sale;
  • peperoncino piccante;
  • finocchio selvatico.

Lavorazione

Le parti si tagliano grossolanamente, si aromatizzano con sale, peperoncino piccante e si profumano con il finocchio selvatico;

  • si ottiene un impasto che andrà a riempire il budello di maiale, precedentemente lavato in acqua salata;
  • con l'insaccato ottenuto si ricavano tante salsicce, legate tra loro con uno spago per alimenti;
  • le collane di pzzntel si fanno riposare un giorno e poi si pungono le budella per agevolare la fuoriuscita dell'acqua in eccesso;
  • non resta che appenderle in un luogo ben areato per circa un mese.

Il pzzntell si prepara durante i mesi invernali, il periodo indicato per la macellazione degli animali.

L'essiccazione

Affinché il prodotto conservi le sue tipiche proprietà organolettiche, necessita di essere "essiccato" secondo il "metodo naturale" e cioè all’aria in luoghi o spazi dedicati, dove si realizzino semplicemente condizioni idonee di umidità relativa e temperatura.

Attualmente il pzzntell viene prodotto nelle macellerie, esclusivamente nei mesi freddi invernali (da Novembre a Febbraio), al fine di garantire le condizioni idonee di umidità relativa e temperatura (temperature mai superiori ai 15° C e valori di umidità relativa compresi tra il 65 – 85%).

Di questi tempi, le norme sanitarie vietano l'essiccazione secondo il metodo naturale, pratica indispensabile per ottenere il pzzntell in maniera tradizionale, per questo motivo il prodotto, purtroppo, è destinato a scomparire.

Degustazione

Questo insaccato si può consumare o cotto al forno o arrostito sulla brace, ma è un ottimo ingrediente per aggiungere gusto e sapore ai sughi.

Per esaltare maggiormente il sapore del pzzntell non dovrebbe mai mancare sulla tavola una bottiglia di vino buono, meglio se del territorio.

Ricetta

Vogliamo proporvi una gustosissima e semplicissima ricetta che ha come ingrediente principale il pzzntell cucinato con un contorno di ottime patate, stiamo parlando del:

  • pzzntell con patate al forno.

Si tratta di un secondo piatto ideale per ogni occasione, semplicissimo da realizzare!

Seguendo questa ricetta, otterrete delle patate al forno croccanti fuori e morbide dentro e un pzzntell tenero e succoso che non secca.

Ingredienti

Gli ingredienti, per 6 persone, che andrete ad utilizzare per questa sfiziosa ricetta del pzzntell con patate al forno sono:

  • 1 kg di pzzntell;
  • 1 kg di patate;
  • 1 rametto rosmarino;
  • 1 spicchio di aglio;
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva;
  • mezzo bicchiere di vino bianco da tavola;
  • sale fino q.b.

Preparazione

Per preparare il pzzntell con patate al forno dovrete:

  • lavare le patate e in seguito pelarle;
  • tagliatele a dadini, tutti circa dello stesso spessore;
  • mettetele in ammollo in una ciotola di acqua per circa 15 minuti.

A questo punto potrete scolare le patate e riporle in una ciotola, ora:

  • impastate con le mani in modo che il condimento sia uniforme.

Mettete i pzzntell in una tortiera o una pirofila assieme allo spicchio di aglio.

Eliminate lo spago dai pzzntel (se ce l'hanno) , ma non bucherellateli.

In questo modo, durante la cottura in forno, non fuoriuscirà il grasso rendendoli più teneri e succosi.

Cuocete i pzzntell con patate al forno a 200° per 15 minuti, girando il tutto di tanto in tanto.

A questo punto, irrorate con il vino bianco e rimettete in forno per altri 15-20 minuti.

E’ proprio il vino bianco messo a metà cottura che le rende tenere e succose e lascia inalterato il sapore!

Infine, per altri 5 minuti, azionate la funzione grill che renderà i pzzntell con patate al forno croccanti fuori e morbidi dentro.

Quando noterete che i pzzntell con patate saranno ben rosolati, allora saranno pronti per essere degustati!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "cicerchia" è un tipo di legume che fa il suo ingresso nel palcoscenico mondiale diversi secoli fa.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cicerchia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Gli antichi Romani infatti, già lo conoscevano con il nome di "cicerula", mentre i Greci preferivano appellarlo con la locuzione "Lathyrus sathivus".

Molto simile morfologicamente al cece, la cicerchia si presenta con un colore biancastro ed un sapore che ricorda a tratti quello del "pisello" o della "fava".

Proprietà salutari

Questo legume si semina ad Aprile, si raccoglie ad Agosto ed ha la particolare peculiarità di riuscire a crescere in terreni particolarmente difficili sotto l'aspetto della siccità e delle temperature rigide.

Certo è, che un clima fresco ed asciutto, garantiscono produzioni qualitativamente elevate.

Ne deriva, per tale ragione, un prodotto dall'elevato contenuto di:

  • proteine;
  • ferro;
  • amido;
  • pochissimi grassi.

La cicerchia è stata molto spesso declassata, ma per le sue virtù di elevata conservazione e "autoctona" (non importata), si è fatta apprezzare come un tempo.

In cucina

Prima di poter gustare una bella zuppa di cicerchie, esse vanno tenute in ammollo tutta la notte per eliminare la "latrina", un particolare componente chimico che conferisce amarezza al frutto.

Vanno successivamente lessate, per circa 40/45 minuti.

Di solito dopo la cottura, si lascia ancora in ammollo il composto e lo si può insaporire con dell'alga "Combu".

Quest'ultima, dona il beneficio di rendere meno aggressivo il legume nel nostro sistema digerente e di evitare il problema del gonfiore della pancia, tipico in queste applicazioni.

Come contorno a questa zuppa, vengono di solito proposte le patate o i cavoli.

Ricetta

Vediamo nello specifico gli ingredienti che andremo ad utilizzare per la creazione della "zuppa di cicerchia" sono:

  • 500 g di cicerchie secche;
  • 120 g di cipolla bianca;
  • 100 g di sedano;
  • 90 g di pomodoro maturo;
  • 400 g di patate;
  • 2 spicchi di aglio;
  • 500 ml di brodo vegetale;
  • un rametto di rosmarino;
  • 5 cucchiai di olio extravergine di oliva;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • salvia q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione della nostra zuppa di cicerchia, quindi:

  • cominciate mettendo in ammollo le cicerchie per almeno 24 ore;
  • abbiate l'accortezza di cambiare spesso l'acqua;
  • trascorso il tempo necessario scolate i legumi, sciacquateli e teneteli da parte.

Dedicatevi ora alla preparazione:

  • del trito con sedano e cipolla;
  • mondate, lavate e tagliate a cubetti il pomodoro e le patate.

Munitevi di una una pentola capiente e poi:

  • fate rosolare due spicchi di aglio a fuoco dolce in un paio di cucchiai di olio extravergine;
  • quando saranno appassiti, eliminateli e aggiungete il trito di sedano e la cipolla;
  • fate cuocere anche questi nella padella per circa 10 minuti a fuoco dolce.

Se necessario aggiungete un po' d'acqua a temperatura ambiente per farli appassire senza bruciare.

Trascorso il tempo indicato aggiungete:

  • le patate;
  • i pomodori;
  • la cicerchia;
  • aggiustate di sale e pepe.

Fate cuocere il tutto per circa un'ora a fuoco basso, aggiungendo il brodo di tanto in tanto e mescolando spesso per evitare che il composto si attacchi al fondo della pentola.

A questo punto preparate un mazzetto aromatico legando insieme, con uno spago da cucina, il rosmarino e la salvia, quindi aggiungetelo alla zuppa.

Coprite con un coperchio e continuate la cottura per un’altra ora, a fuoco moderato.

Quando la zuppa di cicerchie sarà pronta, spegnete il fuoco ed eliminate il mazzetto aromatico.

Servite la zuppa quando è ancora calda, guarnendola con qualche ciuffetto di rosmarino e un filo di olio extravergine a crudo.

Varietà

Altri sinonimi che identificano la cicerchia sono:

  • cicercola;
  • cece nero;
  • ingrassamanzo;
  • dente di vecchia;
  • pisello quadrato.

Nella zona a nord di Bari, la cicerchia assume addirittura il nome di "fasul a gheng", per via della predisposizione che ha a rimanere sempre al dente nonostante la cottura.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

Il "corvesco", conosciuto comunemente con il nome di "primaticcio" o "carne di capretto", è un alimento tipico della regione Puglia dal sapore agreste e morbido, che è in grado di catturare l'attenzione di chiunque lo assaggi.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il corvesco nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

Il corvesco è primariamente morbida e possiede un elevato nutrimento, tra cui le proteine, le quali sono essenziali per la struttura muscolare.

Il suo aspetto è invitante, tanto è vero che si presenta:

  • senza particolari nervature;
  • con un colore tendenzialmente rosato.

Grazie alla singolarità del suo sapore, è un alimento largamente adoperato nella gastronomia regionale.

Il corvesco altro non è che:

  • la carne dei capretti giovani, di 40 giorni di vita al massimo.

Vengono nutriti solo con il latte materno e le genitrici, sono a loro volta, alimentate solo dalla natura incontaminata presente nei pascoli della regione.

Per merito di questa accortezza, il sapore del corvesco conserva i suoi tratti distintivi, ossia il sapiente equilibrio tra "selvaggio e delicato".

Ingredienti

Se sei un’amante dei prodotti tipici e vuoi sbalordire i tuoi invitati con una ricetta semplice e particolare allo stesso tempo, la carne di corvesco può essere l'ingrediente che stai cercando.

Puoi decidere di realizzare il caratteristico "corvesco alla pugliese", cuocendo la carne al forno con i seguenti ingredienti:

  • 1 kg di coscia di corvesco;
  • 2 spicchi di aglio;
  • 3 cucchiai olio di oliva extravergine;
  • 1 cucchiaio pane grattugiato;
  • 60 g di strutto osugna;
  • 4 patate;
  • 40 g di pecorino stagionato;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • prezzemolo q.b.

Infine lo servirai in tavola come a "pietanza d’eccellenza"!

Preparazione

Cominciamo con la preparazione del corvesco alla pugliese, quindi:

  • tritate finemente 2 manciate di foglie di prezzemolo insieme alll'aglio;
  • unite il pecorino grattuggiato e mescolate bene gli ingredienti.

Ora, con l'aiuto di un coltellino dalla lama appuntita e sottile, praticate dei tagli abbastanza profondi nel cosciotto del corvesco, poi:

  • inseritevi un pizzico di composto con il pecorino;
  • richiudete le piccole farciture con un po' di strutto o burro.

Successivamente dovrete occuparvi delle patate, pertanto:

  • pelate le patate, lavatele e tagliatele a cubetti spessi circa mezzo cm;
  • quindi sistematele sul contorno di una pirofila unta d'olio;
  • cospargetele con 1-2 cucchiai di battuto di aglio, prezzemolo e pecorino;
  • infine salate, pepate e adagiatevi il cosciotto.

Cospargete il tutto con riccioli di strutto o di burro e per concludere date una spruzzata con il pangrattato.

Per quanto riguarda la cottura, preriscaldate il forno a 170°C e cuocete per circa 1 ora e 20 minuti.

Abbiate cura di girare il cosciotto a metà cottura.

Capirete che il corvesco alla pugliese sarà pronto quando la carne sarà ben dorata.

Affettate il cosciotto e servite subito in tavola!

Ricette

Vi proponiamo anche un'altra ricetta per cucinare il corvesco, si tratta del

  • "corvesco al vino bianco".

Ingredienti

Anche per questa preparazione gli ingredienti sono pochi e facili da reperire, ovvero:

  • 800 g di spalla di corvesco;
  • 1 cucchiaio di vino bianco;
  • 5 cipolle;
  • 3 spicchi di aglio;
  • 1 gambo di sedano;
  • 1 carota;
  • 2 foglie alloro;
  • 2 rametti rosmarino;
  • sale q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione del corvesco al vino bianco, perciò:

  • tritate 2 spicchi di aglio, gli aghi di 1 rametto di rosmarino e 2 foglie di alloro;
  • mescolate bene il tutto unendo anche un cucchiaio di sale;
  • tagliate 800 g di spalla di capretto a pezzetti e passateli in un trita carne.

Mettete la carne in un tegame, a fuoco molto basso, senza altro condimento, così da farla sgrassare, e fate cuocere per 7-8 minuti, mescolando spesso.

A questo punto sminuzzate:

  • 1 spicchio di aglio;
  • 1 rametto di rosmarino;
  • 1 carota;
  • 1/2 cipolla;
  • 1 gambo di sedano.

Rosolate il composto con 3 cucchiai di olio extravergine, per 10 minuti.

Ora, unite la carne di corvesco, bagnate il tutto con 1 bicchiere di vino bianco e fate cuocere, a fiamma moderata, per 40 minuti.

Trascorso il tempo di cottura, potete servire ai vostri ospiti ben caldo!

Portata memorabile

La peculiarità di questo prodotto è che, anche dopo la cottura, la carne conserva il gusto pungente e l’ aroma deciso, i quali sono capaci di valorizzare la portata al punto da renderla "memorabile".

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