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Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

Sono molti i prodotti italiani ed europei che vantano un'origine particolare, non solo curiosa, ma addirittura bizzarra.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il figatello nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Provenienza

Alcuni storceranno il naso nel conoscerne la reale provenienza, ma non si può certo dire che il figatello non sia una vera e propria leccornia per chi non si sofferma troppo sulla sua natura.

Viene definito anche lattume e consiste nella sacca seminale del tonno o di altri pesci, come la ricciola che in alcuni casi viene essiccata ed in altri lasciata fresca.

Utilizzo

Sia in Sicilia che in Sardegna, se ne possono fare moltissimi usi, e si può consumare:

  • sia essiccato che fresco, dopo una breve bollitura.

Si può usare come condimento per piatti come:

  • paste;
  • risotti;
  • insalate;
  • mangiato essiccato come una sorta di salume morbido;
  • insaporito da condimenti a piacere;
  • cotto al forno;
  • in padella;
  • fritto;
  • impanato o alla griglia.

Ingredienti

L'ingredienti fondamentale del figatello sono:

  • gonadi di tonno.

Presentazione

Proprio per la sua versatilità è un prodotto molto gradito e pregiato un po' come la "bottarga".

Poiché il lattume deriva dal maschio del tonno, si può dire che rappresenti la "controparte femminile della bottarga".

Il figatello si presenta con:

  • un colore bianco rosato ed una consistenza piuttosto tenera.

La pesca

Per ricavarne il "lattume" o "figatello", il tonno dev'essere pescato durante il periodo della riproduzione, quando le sue gonadi sono abbastanza gonfie da essere estratte e trattate per uso gastronomico.

Non è un caso che le due regioni di cui questo prodotto ittico è tipico, siano proprio la Sardegna e la Sicilia, dove il tonno è particolarmente diffuso e principale prodotto pescato.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

"Is Angules" è un dolce tipico sardo dalla forma tonda e dal color ambra. 

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito is Angules nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Decorazioni

Is angules è sempre accompagnato da vivaci decorazioni di:

  • fiori;
  • foglie;
  • disegni artistici.

Ingredienti

Gli ingredienti che formano l'is Angules dal diametro di circa 20 centimetri sono:

  • il miele;
  • la semola;
  • lo zafferano.

Origini

Il processo di preparazione è molto lungo e complesso e segue tutt'ora l'antica tradizione.

La storia di questo alimento risale addirittura all'epoca bizantina e nasce come simbolo della Religione Pagana.

Il significato recondito rimanda alla terra, ai fiori ed ai frutti che essa offre all' uomo, quasi fosse un gesto di "gratitudine" verso di essa celebrata ad Ortueri con una festa la terza domenica di maggio.

Preparazione

Le fasi per la preparazione dellìis Angules sono "tre" e vengono scandite in tre diversi giorni.

  • La mattina del primo giorno le massaie sarde preparano il lievito anche detto "frammentu" in dialetto sardo;
  • nel frattempo viene impastata la semola con l'acqua e riposta in cesti detti "corbule", coperta con panni bianchi e lasciata riposare per tutta la notte;
  • il giorno successivo si impasta di nuovo con acqua tiepida salata e si prepara la base ("fundu"), in cui adagiare il miele ("pistiddau"), che sarà tenuto all' interno grazie alla composizione di un bordo spesso e robusto.

Il miele viene riposto all'interno di questo cesto dopo essere stato lavorato con:

  • farina;
  • zafferano, e proprio questo viene poi decorato con disegni colorati e artistici.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il "pane 'e covatza" sardo è una tipica focaccia ovale, soffice e gustosa, realizzata con un ripieno di berdas, meglio conosciuti come "ciccioli di maiale".

Caratteristiche

Il pane 'e covatza sardo è un prodotto tipico dell'antica tradizione sarda, una volta cotto sulla pietra ed oggi una specialità da forno a legna.

Si tratta di focaccine a metà tra il dolce ed il salato, fatte con:

Degustazione

Si servono calde e si possono consumare come merenda, oppure come antipasto.

Sono deliziose sia guarnite di confetture dolci che salate, tipo:

  • mostarda;
  • marmellate;
  • confetture per formaggi, sia servite in accompagnamento a taglieri di salumi e caprini tradizionali della Sardegna.

Il pane 'covatza si accompagna, rigorosamente, con un buon vino nero, corposo e speziato.

La ricetta antica del pane 'e covatza

Il pane 'e covatza è una ricetta molto antica, tramandata di madre in figlia attraverso i secoli.

Tutt'oggi, la vera focaccia dolce con i ciccioli sarda si prepara in un solo modo:

  • impastandola a mano, col lievito madre, e cuocendola nel forno a legna.

È possibile, comunque, cuocerla anche in un forno elettrico o a gas, per prepararne una versione casalinga.

Ingredienti

Per preparare il pane 'e covatza serve:

  • 1 kg di farina di semola;
  • 200 gr circa di berdas;
  • ciccioli di suino;
  • 300 gr di zucchero semolato;
  • 150 gr di noci tritate al mixer;
  • un'abbondante manciata di uvetta sultanina nera;
  • la scorza grattugiata di un'arancia;
  • un pizzico di polvere di anice o una goccia di aroma;
  • 100/120 gr di madrighe che, in dialetto sardo, vuol dire lievito madre.

Preparazione

  • Per preparare il pane 'e covatza bisogna iniziare rivitalizzando "sa' madrighe", cioè il lievito madre, in acqua tiepida;
  • dopodiché si versa sul piano di lavoro la farina a fontana;
  • si aggiunge il lievito madre e si impasta a mano, delicatamente, fino ad ottenere un impasto morbido e lievemente appiccicoso;
  • si lascia riposare, coperto da un canovaccio pulito, per un'ora e mezza;
  • al termine del tempo di prima lievitazione, si reimpasta il tutto aggiungendo gli altri ingredienti e si lascia lievitare ancora una mezz'oretta.

Lavorazione

A questo punto si preparano le focaccine:

  • di forma rigorosamente ovale;
  • alte circa 0,5 cm;
  • con un diametro di circa 15 cm.

Cottura

Si infornano nel forno a legna o nel forno normale a 200°, zuccherate abbondantemente in superficie, fino a doratura uniforme.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Prodotti di origine animale

Descrizione

Il "miele di castagno" ha un sapore unico, si presenta infatti come un mix di note sapide, amare e dolci.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di castagno nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Proprietà organolettiche

In particolare, è alla fine della sua degustazione che si avverte un "retrogusto amarognolo", ma è ciò che lo contraddistingue dalle altre varietà di miele sardo più tendenti a un sapore dolciastro.

Questa caratteristica, insieme e al suo aroma profumato di fiori di castagno, lo rende speciale e molto apprezzato dagli estimatori del miele.

Presentazione

  • Il suo colore è generalmente scuro;
  • può variare da marrone scuro a tonalità leggermente più chiare;
  • dai toni rossastri o verdastri.

Ingredienti

L'ingrediente necessario per creare il miele di castagno è:

  • polline nei fiori di castagno.

Raccolta

Viene raccolto verso metà Giugno, cioè quando l’apicoltore posiziona le arnie in un castagneto, in modo tale che le api si nutrano del polline presente nei fiori di castagno.

Verso la fine di Settembre si procede poi con la "smielatura", e quindi alla vendita.

Proprietà salutari

Oltre alle sue preziose caratteristiche visive e organolettiche derivanti dalle specifiche condizioni ambientali e climatiche del territorio sardo, vogliamo evidenziare la sua elevata qualità nutrizionale.

Il miele di castagno è infatti molto ricco di ferro e tannini, per questo è particolarmente utile per trattare:

  • anemie;
  • scarsa circolazione venosa;
  • fragilità capillare.

Ti consigliamo di utilizzarlo:

  • puro per trattare il mal di gola;
  • di scioglierlo in una tisana insieme a zenzero e limone per curare l'influenza.

Inoltre, se assunto tutti i giorni è un ottimo alleato per contrastare o prevenire problemi di:

  • varici;
  • vene varicose;
  • gambe pesanti.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Formaggi

Descrizione

Latticino derivante dalle tradizionali attività agricolo-pastorali dell'isola, la "ricotta di pecora" altrimenti detta anche "arrescottu spongiau" è uno dei prodotti tipici sardi più genuini e più apprezzati dagli amanti del formaggio fresco e delle produzioni casearie.

Certificazioni

L'arrescottu spongiau è stata anche inserita nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT), dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Presentazione

Lavorata secondo antiche tecniche tramandate di generazione in generazione giunge nelle nostre tavole con tutta la freschezza che la caratterizza.

Si tratta di una pregiata ricotta:

  • morbidissima;
  • dalla consistenza cremosa;
  • dall'intenso profumo di latte;
  • dal colore bianchissimo.

Esiste però anche la versione stagionata che tende ad assumere un colore giallo paglierino.

Origini

L'arrescòttu spongiàu viene prodotta da oltre un secolo, come testimoniato con orgoglio dalla gente del luogo.

La sua lavorazione si concentra in particolare nell'area del Basso Sulcis comprendente i comuni di:

  • Teulada;
  • Santadi;
  • Giba.

Tuttavia, i caseifici abbondano in tutto il territorio regionale, dove arrescottu spongiau occupa da sempre un posto di rilievo.

Non potrebbe essere diversamente, dal momento che la ricotta è l'ingrediente per eccellenza di molte rinomate preparazioni della cucina sarda, sia dolce che salata.

Ingredienti

Gli ingredienti primari per la preparazione dell'arrescottu spongiau sono:

  • siero di latte di pecora o capra;
  • sale.

Preparazioni

Prova a realizzare dei "ravioloni" con un morbido ripieno di questa ricotta aromatizzata con delle foglioline di mentuccia fresca;

  • cimentati nella preparazione delle "pardulas" altrimenti note come "formaggelle".

Si tratta di "paste tipiche della tradizione dolciaria sarda", preparate con:

  • una sfoglia croccante chiamata pasta violata;
  • a base di farina e strutto;
  • farcite con un cuore cremoso di ricotta aromatizzata con scorza di limone e zafferano.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il "torrone di mandorle", conosciuto anche con il nome "turrone de mendula", è un prodotto dolciario tipico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il torrone di mandorle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Un tempo la sua preparazione era riservata alle donne, che si "facevano i muscoli" per cuocerlo poiché il torrone veniva lavorato per almeno 4 ore, fino a che il composto di miele e albumi, messo a cuocere a fuoco lento dentro il paiolo, non raggiungesse un colore biancastro.

Dopo questa lunga lavorazione, con la punta di un cucchiaio si prelevava una piccola quantità di composto per versarlo in acqua fredda:

  • se la massa non si scioglieva, venivano aggiunte le mandorle e si procedeva alla preparazione vera e propria del torrone.

Il prodotto veniva venduto durante le sagre paesane o nei mercati dagli uomini di famiglia.

Al giorno d'oggi, il lavoro per la preparazione del torrone di mandorle viene svolto da macchinari moderni, tuttavia, le materie prime rimangono le stesse: mandorle tostate, miele e albumi.

Il prodotto viene confezionato in panetti che possono variare dai 100 gr fino a 10kg.

Proprietà organolettiche

Il torrone di mandorle si caratterizza per:

  • il suo intenso profumo di miele e per il colore bianco.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del torrone di mandorle sono:

  • 500 g di mandorle;
  • 500 g di miele;
  • 2 albumi.

Preparazione

Per preparare in casa il torrone di mandorle , per prima cosa bisogna:

  • lessare 500g di mandorle, pelarle e asciugarle in forno per due ore;
  • in un tegame dal fondo pesante versate 500g di miele, incorporate due albumi e lavorate il composto a fuoco dolce per circa 4 ore;
  • verificate la consistenza del prodotto versandone una piccola quantità in acqua fredda, se non si scioglie, aggiungete le mandorle e continuate ad amalgamare;
  • versate il composto in stampi precedentemente foderati con ostia da pasticceria e lasciate raffreddare prima di servire.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Prelibatezza

Le "lumache", in dialetto "cioga minuta", "coccoiddus", "monzittas", sono un prodotto tipico della gastronomia sarda, una vera e propria "prelibatezza".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le lumache nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

In Sardegna il consumo di lumache risale alla preistoria, ne testimoniano il fatto i numerosi gusci ritrovati nelle grotte.

Nell'isola Sarda sono presenti tante varietà di lumache, tra le quali:

  • la "cioga minuta" ossia lumache piccole striate;
  • le "monzittas", lumache un pò più grosse caratterizzate dalla carne prelibata.

Questo piatto tradizionale sardo viene consumato soprattutto nei "periodi di festa".

Ricetta

Di seguito vi riportiamo la ricetta e gli ingredieti per cucinare le:

  • "lumache al sugo".

Le origini di questa ricetta non sono ben chiare.

Oltre alla denominazione locale Sitzigorrus cun bagna, questa pietanza è nota anche come:

  • lumache alla Cagliaritana;
  • lumache alla Campidanese;
  • lumache al pomodoro;
  • lumache del Gerrei;
  • lumache al sugo.

Forse il nome geografico più corretto è “alla campidanese”, in quanto possiamo dire con certezza che non è un piatto esclusivamente cagliaritano, essendo molto diffuso anche nella cucina della Trexenta.

Di certo, tutte le ricette hanno come base le lumache striate locali (più propriamente “chiocciole”) e la salsa di pomodoro.

Qualche differenza la si può trovare negli aromi e nelle spezie.

Ingredienti

Prima di cucinare le lumache bisogna farle spurgare, lasciandole per almeno 3/4 giorni in un contenitore con della farina sul fondo.

Trascorso il tempo, puoi iniziare la preparazione della ricetta.

Preparazione

Prendi le lumache e mettile in una pentola con acqua e sale, poi:

  • porta ad ebollizione per circa mezz'ora;
  • una volta uscite, dal guscio alza la fiamma e attendi ancora qualche minuto;
  • scolale e lavale con cura.

Cottura

In una padella capiente metti l'olio e l'aglio schiacciato, fallo rosolare e toglilo, in seguito:

  • taglia la cipolla e versala nella padella;
  • fai soffriggere e aggiungi le lumache ed il vino bianco;
  • fai sfumare, e mescolando versa il pomodoro;
  • aggiusta di sale ed aggiungi il peperoncino ed il prezzemolo.

Continua la cottura per circa 20 minuti.

Le lumache al sugo sono pronte!

Varianti

In questo articolo vogliamo proporvi una ricetta alternativa per cucinare le vostre lumache, ovvero:

  • le lumache gratinate alla sarda.

Ingredienti

Gli ingredienti che dovrete procurarvi per la preparazione di questo piatto che potete gustare come antipasto oppure come secondo piatto, sono:

  • 1 kg di lumache;
  • 1 spicchio di aglio;
  • 5-6 cucchiai di pan grattato;
  • mezzo bicchiere di olio extravegine di oliva;
  • prezzemolo;
  • sale fino q.b.

Preparazione

Le vostre lumache, potranno essere cucinate solo ed esclusivamente se avete concluso queste 3 fasi, ovvero:

  • una adeguata spurgatura;
  • un attento lavaggio;
  • una bollitura finale.

Iniziamo con la creazione delle lumache gratinate alla sarda, quindi:

  • in una ciotola unite il sale al pan grattato;
  • prendete una padella capiente e versatevi l’olio evo;
  • accendete il fuoco a fiamma medio alta e aggiungete le lumache precedentemente bollite;
  • incorporate 2/3 del prezzemolo e dell’aglio tritato;
  • continuate con la cottura facendo rosolare per qualche minuto.

Abbiate cura di rimestare continuamente, ma con delicatezza per non rovinare il guscio.

Gradualmente, a pioggia, amalgamate il pan grattato già salato continuando a rimestare.

Una volta creata la crosticina dorata spegnete il fuoco.

Prima di servire aggiungete la parte restante del trito di prezzemolo.

Vini

Le lumache gratinate alla sarda sono una pietanza prelibata da servire con un accostamento di vino adeguato, tra questi ultimi vi suggeriamo:

  • un buon vino Sauvignon black;
  • un Teroldego Rotaliano;
  • un Nuragus;
  • un Bardolino;
  • un Lacrima di morto D’Alba;
  • un Morro;
  • un Bovale DOC in purezza.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca

Descrizione

Le "tallutzas", dette anche "orecchiette sarde", sono una tipica pasta fatta a mano, secondo un'antica ricetta.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le tallutzas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Le tallutzas sono la versione sarda delle più conosciute "orecchiette".

Si distinguono da quelle classiche perché sono più grosse e più spesse.

Le tallutzas si preparano tradizionalmente a mano, con l'impiego di sola farina ed acqua.

L'impasto rustico e poroso le rende ideali per condimenti tipo ragù e sughi, ma sono molto apprezzate anche in brodo con verdure e legumi, specialmente con i ceci.

Ingredienti

Per preparare l'impasto delle tallutzas occorrono:

Si impastano le farine aggiungendo a poco a poco l'acqua già salata, fino ad ottenere un composto morbido, sodo e liscio.

Da questo impasto si stacca un pezzetto per volta ed utilizzando il pollice, lo si schiaccia per creare delle rondelle di 4-5 cm di diametro e 3-4 mm di spessore.

Cottura

Le tallutzas si cucinano come la pasta normale, in abbondante acqua salata.

Sono da ritenersi cotte, al dente, quando vengono a galla.

Richiedono circa 3-5 minuti di cottura, a seconda dello spessore.

Varianti

Le tallutzas si possono condire a piacere, anche se le preparazioni più indicate sono:

  • con sughi di carne;
  • con il ragù di magro;
  • con i ceci;
  • se le si vuole cucinare in brodo, di verdure o di carne, vanno cotte nel brodo stesso.

Sono un formato di pasta perfetto da utilizzare anche per arricchire le "zuppe di legumi":

  • lenticchie;
  • fagioli;
  • piselli.

In questo caso basta preparare una zuppa facendo cuocere, in padella, i legumi con abbondante cipolla e pancetta a cubetti ed aggiungervi la pasta semplicemente lessata.

Ricette

Alla nostre tallutzas fatte in casa, ci possiamo abbinare innumerevoli ingredienti.

In questo caso vogliamo proporvi due ricette semplicissime con prodotti genuini e di ottima qualità, ovvero:

  • tallutzas ai funghi porcini;
  • tallutzas al curry e pinoli.

Come preparare le Tallutzas ai funghi porcini

Ingredienti

Cominciamo con la prima ricetta, ovvero quella delle "tallutzas ai funghi porcini".

Gli ingredienti, per 4 persone, che dovrete procurarvi sono i seguenti:

  • 300 g di tallutzas;
  • 1 spicchio d’aglio;
  • olio extravergine di oliva;
  • 100 g di funghi porcini;
  • 1 mazzetto di prezzemolo;
  • 1 tazzina di sherry;
  • sale q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione delle tallutzas ai funghi porcini, quindi:

  • tagliate lo spicchio d'aglio in pezzetti e mettetelo in una padella con tre cucchiai di olio extravergine d'oliva;
  • allo stesso tempo, tagliate in piccoli pezzi il fungo porcino;
  • una volta che l'olio avrà raggiunto la temperatura giusta, versatelo nella padella con del prezzemolo tritato.

Prima che i funghi inizino a perdere l'acqua, aggiungete una tazzina di Sherry e lasciate evaporare l'alcol.

In una pentola, mettete a bollire l'acqua salata e aggiungere un filo d'olio.

Raggiunta l'ebollizione aggiungete le tallutzas e scolatele un minuto prima della fine della cottura per poi saltarle in padella con i funghi.

Servite in tavola con una grattugiata di pepe per valorizzare l’ intenso sapore del fungo porcino e il caratteristico gusto delle tallutzas.

La seconda ricetta che vi suggeriamo è quella delle tallutzas al curry e pinoli.

Come preparare le tallutzas al curry e pinoli

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone, necessari per la preparazione delle "tallutzas al curry e pinoli" sono questi:

  • 300 g di tallutzas;
  • 20 g di pinoli sgusciati;
  • 1 bicchiere di brodo di carne;
  • 2 cucchiaini di curry;
  • 2 cucchiai di latte;
  • 1 cipolla;
  • 200 ml di panna da cucina;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

La preparazione di questo primo piatto è altrettantro facile come quello che vi abbiamo proposto sopra, quindi dovrete:

  • pulire la cipolla e tagliarla a fettine sottili;
  • in un bicchiere stemperate il curry con il latte tiepido.

In una casseruola versate l’olio extravergine d’oliva e fate rosolare la cipolla per circa 5 minuti mescolando continuamente.

A questo punto unite il latte al curry e cuocere il tutto per 10 minuti.

Durante la cottura dovrete aggiungere:

  • il brodo caldo a cucchiaiate;
  • il sale;
  • i pinoli tritati grossolanamente;
  • la panna.

Mettete a bollire l'acqua salata e aggiungete un filo d'olio.

Raggiunta l'ebollizione aggiungete le tallutzas e scolatele un minuto prima della fine della cottura per saltarle in padella con il sugo e far insaporire la pasta per 3 minuti continuando a mescolare.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Le "uciatìni" chiamate anche "focaccine agrodolci", sono tipiche della tradizione gastronomica sarda, con l'aggiunta dei "ciccioli di maiale".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le uciatìni nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizione

In passato le uciatìni venivano preparate per festeggiare l'uccisione del maiale, un evento festoso che coincideva con l'inizio della stagione invernale e l'attesa delle Feste Natalizie.

Si preparavano anche per consumare i ciccioli avanzati dall'uccisione del maiale dell'anno precedente.

Ingredienti

Per preparare le focaccine sarde con i ciccioli occorrono:

  • 1 kg di farina 00;
  • 200 gr di zucchero semolato;
  • una porzione abbondante di uvetta candita;
  • la scorza di un paio d' arance;
  • un panetto di lievito di birra;
  • 250 gr di pezzetti di grasso di maiale, o ciccioli.

Preparazione

La tradizione prevede l'impasto fatto a mano, senza l'uso di planetarie o robot da cucina.

Per cominciare si deve:

  • stendere la farina a fontana, sul piano di lavoro, aggiungendo il lievito stemperato in acqua tiepida al centro;
  • si impasta a mano, aggiungendo, a poco a poco, tutti gli ingredienti;
  • si ottiene una palla di pasta morbida, soda e liscia;
  • a questo punto si divide l'impasto in tante palline grandi quanto un pugno;
  • le sistemiamo in una teglia lasciandole lievitare coperte da un canovaccio umido, fino a quando raddoppiano di volume.

A questo punto, al termine della lievitazione, si schiacciano con le dita le palline di impasto, per dar loro la forma di focaccine.

Non è importante renderle perfette:

  • le uciatìni sono famose per la loro "forma rustica", grossolana!

Cottura

Si infornano a 180° per 25-30 minuti.

A piacere, si possono decorare con zucchero a velo o semolato in superficie.

Varianti

Vogliamo presentarvi una "ricetta alternativa" a quella "tradizionale" delle uciatìni.

Gli ingredienti sono diversi per dare un sapore più deciso alle vostre focaccine!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della sfoglia delle uciatìni con cipolla e forgaggi sono:

  • 2 kg di farina;
  • 50 g di strutto;
  • acqua tiepida;
  • sale q.b.

Per quanto riguarda il ripieno delle uciatìni con cipolla e forgaggi abbiamo:

  • 1 kg di cipolle bianche già pulite;
  • 1 kg di ciccioli di maiale;
  • 100 g di pecorino fresco;
  • 50 g di Parmigiano Reggiano;
  • 3 patate grandi;
  • noce moscata q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione, quindi:

  • preparate il ripieno tagliando le cipolle finemente e lasciandole in ammollo in acqua fredda per circa 30 minuti (abbiate cura di sostituirla 3 o 4 volte);
  • una volta scolate le cipolle, date inizio alla loro cottura in un tegame, fatele cuocere con un filo di olio extravergine, a fiamma bassa;
  • coprite il tegame con un coperchio e continuate la cottura per molto tempo (anche 2 ore) fino a che non si saranno ammorbidite.

A questo punto, passate alle patate, ovvero:

  • lavatele sotto acqua corrente per togliere possibili residui di terra;
  • mettetele in un tegame con dell'acqua al fine di lessarle;
  • infine, una volta lessate, togliete la buccia e con l'aiuto di una forchetta procedete a schiacciarle ancora calde.

Ora dovrete unire i vari ingredienti e quindi prendete:

  • i ciccioli di maiale;
  • il pecorino grattugiato finemente e il Parmigiano Reggiano;
  • unite le cipolle con la noce moscata;
  • infine regolate di sale.

Passiamo alla preparazione della sfoglia.

Riponete la farina su di un piano di lavoro e disponetela a fontana, poi:

  • impastate con lo strutto a temperatura ambiente unendo poco alla volta l’acqua tiepida leggermente salata;
  • si dovrà creare un impasto molto sodo ed elastico.

Una volta raggiunto l'impasto ideale, prendetelo e con l'aiuto di un mattarello cominciate a stendere una sfoglia che dovrà essere molto sottile (fate attenzione a non affinarla troppo, altrimenti si potrebbe rompere).

Ora, che avete la vostra sfoglia bella pronta, potete pensare di farcirla con il ripieno che avete creato in precedenza!

Formate delle focaccine della grandezza desiderata e tagliatele con l'aiuto di una rotella.

Chiudete i bordi ripiegandoli su se’ stessi fino a formare una treccina.

Cottura

Con forno preriscaldato a 180 gradi, fate cuocere le vostre focaccine per circa 30-40 minuti, attenzione perchè non devono colorarsi troppo.

Una volta trascorso il tempo di cottura, potrete toglierle dal forno e lasciarle raffreddare un attimino prima di assaporarle!

Buon appetito!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Le " tiliccas" o "caschettas", sono degli antichi dolci sardi, che presentano un cuore di mandorla molto morbido, che conferisce al prodotto un profumo ed un sapore indimenticabile.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le tiliccas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La preparazione delle tiliccas é abbastanza lunga e complessa, ed il ripieno varia in base alla zona:

  • c'è chi mette solo mandorle;
  • chi anche spezie;
  • chi uvetta;
  • chi mosto cotto o caffè.

La pasta esterna delle  tiliccas è molto simile, molto sottile, quasi trasparente, avvolge il morbido e gustoso ripieno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione delle tiliccas sono:

  • 500 g di farina;
  • 120 g di strutto;
  • acqua q.b.;
  • sale q.b.;
  • Per il ripieno:
  • 400 ml di sapa;
  • 120 g di zucchero o miele;
  • semola;
  • scorza di arancia o limone;
  • caffè o spezie a piacere.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione delle tiliccas, pertanto dovrete cominciare a:

  • pelare le mandorle e tostarle;
  • poi passatele in forno e schiacciatele, se necessario unire la farina di semola per assorbire l'olio che uscirà durante il processo.
  • passatele al mixer, per ottenere una consistenza molto fine;
  • prima però si dovrà aver cura di sbollentarle, al fine di eliminare la buccia più agevolmente.

Nel frattempo preparate "l'impasto" della sfoglia esterna delle tiliccas, quindi:

  • mettete sulla spianatoia farina, sale e acqua tiepida, unendo lo strutto intiepidito;
  • lavora gli ingredienti fino a ottenere un impasto morbido e si fa poi riposare per circa 30 minuti, avvolto in una pellicola;
  • il ripieno sarà preparato con la sapa, tipico succo d'uva ottenuto dal mosto appena cotto, messa in un pentolino con le mandorle, il caffè e lo zucchero e lasciata insaporire.

Con il ripieno così ottenuto riempi delle strisce di pasta di circa 15 cm per 4 cm, ottenute con il coltello o con una rotella dentata.

Inforna poi in forno ventilato a 170°C, finchè la pasta non si asciuga e assume un colorito chiaro.

Guarnisci poi con granella colorata e servi.

Degustazione

Assaggerai le tiliccas belle fragranti e deliziose, che verranno gradite da grandi e piccini.

Le tiliccas si mantengono per diversi giorni, soprattutto se coperte con un canovaccio e conservate in un recipiente.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali

Descrizione

"Appio" è il nome con cui i sardi si riferiscono alla "pianta del sedano" nel loro dialetto.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'appio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Le raccolte di appio iniziano dalla metà di Agosto e si protraggono fino ai primi geli.

La conservazione del sedano rapa, avviene:

  • in celle frigorifere, senza subire alcun trattamento;
  • si protrae per un periodo di 4-5 mesi.

La commercializzazione del sedano rapa ha inizio con la metà del mese di Agosto e prosegue fino a Marzo.

Tradizioni

Per i sardi tutti gli alimenti sono simbolici o addirittura sacri:

  • per questo motivo ogni piatto rimanda ad un particolare momento dell'anno o della vita e spesso viene consumato per ottenere qualcosa.

Ad esempio, i sardi, considerano l'appio un alimento estremamente "afrodisiaco".

Nell'antichità veniva servito a tavola in grande quantità in favore degli uomini che dovevano provvedere a creare una prole.

E' possibile che se ti trovi in Sardegna, non vedrai mai un uomo sardo accettare questo tipo di cibo per incrementare il proprio desiderio sessuale.

Per il "noto orgoglio tipico" della gente del luogo, al contrario, è probabile che ti venga offerto insieme a formaggio, salumi e pane.

Contrariamente a quanto si pensa, i sardi sono molto ospitali!

Prprietà

Includere l'appio nella tua alimentazione, può farti solo che bene!

Scopriamo insieme solo alcune delle innumerevoli proprietà salutari e benefiche dell'appio per il nostro organismo!

"Favorisce la perdita del peso" in quanto è composto per il 95% di acqua ed è povero di calorie per ogni 100 grammi il sedano di calorie ne ha solo 16), è quindi raccomandato per le persone che soffrono di "obesità".

"Agevola l'andare di corpo" in quanto agisce come un "potente lassativo":

  • contiene importanti quantità di "fibre", che si attivano come fossero delle spugne, raccogliendo le tossine dalle pareti intestinali per far scorrere le feci molto più facilmente.

La presenza di alcune molecole, quali fenolo e inositolo, migliorano l'attività gastrointestinale, riducendo notevolmente la presenza di gas.

"Aumenta la diuresi", infatti da diversi studi condotti, si è scoperto che l'appio contiene "selenio", "limonene" e "asparagina", ovvero "olii" che funzionano come "stimolanti per un’attività ottimale dei reni":

allo stesso modo anche il "potassio" e il "sodio", insieme agli altri elementi, contribuiscono al processo di "rimozione di eccesso di liquido" nel corpo.

È bene però, prestare attenzione al consumo di questo ortaggio nel caso in cui si soffra di" malattie renali", poiché alcune sostanze contenute nel sedano possono risultare "irritanti per i reni".

"Proposto l'utilizzo in malattie infiammatorie" come ad esempio:

  • asma;
  • artrite;
  • ischialgia;
  • bronchite;
  • gotta.

Alcuni fitonutrienti in esso contenuti sono inoltre validi alleati contro "l'ipertensione" perché interagiscono con alcuni ormoni che regolano la pressione del sangue.

"Calma il sistema nervoso", il suo "estratto" contiene un "alcalino minerale", che è un componente che ha un effetto "sedativo e rilassante" che si riflette direttamente sul sistema nervoso.

Si tratta di un aiuto eccellente per tutte quelle persone che hanno sofferto e soffrono di problemi di insonnia.

Proprio per questi motivi, sarebbe opportuno bere almeno un bicchiere di estratto o succo di sedano ogni sera, preferibilmente un'ora prima di andare a letto.

Per poterne sfruttare tutte le proprietà benefiche dell'appio, l'ideale è consumarlo "crudo", ma anche "cotto al vapore".

L'importante è evitare le cotture troppo prolungate.

Degustazione

In Sardegna si utilizza questo prodotto vegetale in diversi buonissimi piatti tipici appartenenti alla tradizione:

  • il sedano è particolarmente adatto come "base per il brodo";
  • utilizzato all'interno di una "farcia per l'agnello";
  • le zuppe di erbe selvatiche e di ortaggi vedono l'appio come uno degli "ingredienti fondamentali".
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati 

Descrizione

Il "grano cotto" o "trigu cottu" (come viene chiamato nel dialetto sardo), è un tipico dolce preparato in alcune località della Sardegna, a base di grano e saba, cioè il "vin cotto".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il grano cotto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Simbologia

Fin dall' antichità il grano rappresenta un alimento basilare, la sua coltivazione affonda le origini nei millenni, ed è da sempre considerato "simbolo di fertilità".

Per questo motivo, secondo la tradizione, il grano cotto viene preparato in occasione del nuovo anno ed offerto come augurio di "prosperità e salute".

La sua preparazione infatti comincia il 31 Dicembre, per salutare simbolicamente l'anno vecchio e per festeggiare il Capodanno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per creare il grano cotto sono:

Ricetta

Per preparare la ricetta del grano cotto, scegli:

  • del grano a chicchi, meglio se tenero e di qualità;
  • lascialo in ammollo con acqua fredda per un giorno intero, cambiando l'acqua ogni tanto.

Cottura

  • Il giorno seguente, dopo averlo risciacquato, mettilo sul fuoco (la quantità giusta d' acqua per mezzo kg di grano è di 5 litri);
  • una volta che l'acqua bolle, abbassa la fiamma e continua la cottura per circa un’ora e mezza, senza mescolarlo (per abbreviare i tempi puoi utilizzare una pentola a pressione);
  • a cottura ultimata, spegni il fuoco e copri la pentola con una coperta;
  • lascia riposare il tutto per almeno una notte;
  • il giorno dopo, scola il grano cotto in un recipiente e unisci la saba, mescolando a lungo affinché il grano lo assorba completamente.

Conservazione

Puoi conservarlo in frigorifero fino ad una settimana.

Ricetta

Vi proponiamo la ricetta di una zuppa, nella quale il gra

  • la "zuppa di grano cotto".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della zuppa di grano cotto sono semplicissimi da recuperare, ovvero:

  • 800 g di grano;
  • 250 g di pancetta affumicata;
  • 300 g di finocchietto selvatico;
  • 3 00 ml di latte;
  • 1 mazzetto di prezzemolo;
  • 1 spicchio di aglio;
  • 1 cipolla;
  • 2 cucchiai di conserva di pomodoro;
  • 100 ml di olio extravergine di oliva;
  • pepe q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione della zuppa di grano cotto, quindi:

  • lasciate a bagno il grano per una notte;
  • il giorno seguente, fatelo bollire in una pentola con abbondante acqua salata per circa 10 minuti;
  • in un mixer, tritate la pancetta con l'aglio, la cipolla e il prezzemolo;
  • prendete una padella e create un soffritto con il trito appena creato ed un goccio di olio extravergine di oliva.

A questo punto, dovrete:

  • unire al soffritto la conserva di pomodoro e proseguite nella cottura per 20 minuti;
  • aggiungete il grano con circa 1,5 l della sua acqua di cottura;
  • aggiustate a piacere di sale e pepe.

Nel frattempo:

  • lavate e tritate il finocchietto selvatico e versatelo nella pentola dove sta cuocendo il grano;
  • coprite e continuate la cottura per altri 20 minuti circa.
  • Al termine il grano dovrà risultare ben rigonfio e cotto.

Un’ultima accortezza, 10 minuti prima di togliere la pentola dal fuoco, versate il latte e date una bella mescolata.

Spegnete il fuoco e passati i 10 minuti, la vostra zuppa di grano cotto  sarà pronta per la degustazione!

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