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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca

Descrizione

I "marraconis fibaus di Siddi" sono un tipo di pasta fresca lunga realizzata, come da tradizione, manualmente.

Ingredienti

Gli ingredienti alla base di questo tipo di pasta sono solamente:

  • la farina;
  • l'acqua;
  • un pizzico di sale.

Preparazione

La lavorazione deve essere portata avanti fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo.

Essendo un prodotto alimentare molto antico, la sua storia intreccia le tradizioni di Siddi:

  • i "marraconis" venivano preparati in occasione di feste Religiose, in particolare durante la celebrazione dei Morti di Novembre, perché questa pasta era considerata portatrice di buon auspicio.

I marraconis fibaus di Siddi, sono subito riconoscibili perché sono lasciati essicare con una forma particolare che ricorda un serpente che striscia o un fermacapelli antico.

Questo tipo di pasta lunga viene ancora oggi prodotta a mano grazie ad un intervento economico da parte "dell'Associazione Is Marraconis Fibaus" che ha salvato la città di Siddi dopo la crisi degli anni ottanta e la chiusura del pastificio della città e che permette alle donne del paese di produrla in onore dello slow food e della tradizione del luogo.

Degustazione

Un piatto tipico preparato con questo tipo di pasta dalla lavorazione complessa e da sempre considerata un "alimento lussuoso", è la:

  • pasta con anguille, pecorino sardo e menta, una vera prelibatezza da provare.

La mantecatura con il pecorino è il "passaggio cruciale" di questa ricetta che permette al marraconis fibaus di Siddi di assorbire il sapore di questo formaggio dal gusto deciso.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pesce

Descrizione

I "molluschi bivalvi vivi del Golfo di Oristano" si producono sia naturalmente che artificialmente all'interno appunto del "Golfo di Oristano".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i molluschi bivalvi vivi del Golfo di Oristano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regioneSardegna (PAT).

Caratteristiche

I molluschi bivalvi vivi vengono denominati nella fattispecie come:

  • Cozze;
  • Arselle Nere;
  • Arselle Bianche.

La specie di molluschi a cui appartengono queste tre famiglie ha:

  • un'elevata salinità;
  • un gusto dolce;
  • un retrogusto tendente all'amaro.

I molluschi bivalvi vivi del Golfo di Oristano sono particolarmente sedentari e secondo il metodo di filtrazione delle acque di mare tendono a immagazzinare all'interno delle proprie valvole una grossa quantità di inquinamento.

Per tale motivo richiedono, dopo la coltura, un processo di "depurazione" più accorto.

Nonostante un complicato processo che impone agli abitanti del luogo, i quali da sempre vivono di questo mestiere, una maggiore accortezza prima della messa in vendita, questi molluschi sono il prodotto che identifica la zona di Oristano facendo essi parte della storia e della cultura del paese.

In cucina

I molluschi bivalvi vivi del Golfo di Oristano per la particolare salinità già ricordata sopra, accompagnano particolarmente bene piatti come:

  • risotti e zuppe di pesce perché danno al piatto un gusto deciso.

Un piatto tipico della tradizione della zona in cui compaiono questi molluschi è decisamente la "Fregola con le Arselle".

La fregola è una pasta tipica sarda di grano duro presentata sotto forma di piccole palline che, in questa ricetta, viene accompagnata con salsa di pomodoro e questi deliziosi molluschi che riescono a portare il sapore del mare in un semplice piatto di pasta!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti di origine animale

Descrizione

I derivati del latte sono moltissimi, tutti rappresentativi di certe regioni della nostra penisola italiana o degli altri stati.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta toscanella nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

L'ingrediente primario per la creazione della ricotta toscanella è:

  • il siero di latte di pecora.

Origini

Tutti i gusti e le esigenze sono soddisfatte grazie solamente alla lavorazione del "latte", ingrediente semplice, ma fondamentale per la dieta umana.

La "ricotta", pur non potendo essere definita un vero e proprio formaggio, ne ha la forma e viene consumato in modo molto simile.

Ne esistono di molte varietà:

  • classica;
  • affumicata;
  • di mucca;
  • pecora;
  • capra.

Ogni tipo di ricotta può essere legato a uno specifico territorio italiano a seconda delle tradizioni gastronomiche o di lavorazione.

La "ricotta toscanella", prodotto dal nome particolare (considerando che non si tratta di una specialità toscana bensì sarda), e dal gusto inimitabile.

La ricotta toscanella, detta anche "ricottona", è un prodotto di derivazione ovina e come molte altre ricotte di vario tipo si ottiene dalla lavorazione del siero filtrato, che viene scaldato e agitato fino alla formazione della pasta.

Alla ricotta toscanella viene poi data la forma tipica, viene salata ed essiccata per circa un mese.

Presentazione

Il prodotto finale è:

  • un latticino a pasta semidura;
  • dal colore bianco;
  • privo di crosta;
  • delicato, ma saporito.

Vi si riconosce in sottofondo il sapore del latte ovino e per questo rappresenta il "perfetto emblema" della terra sarda, che si basa principalmente su agricoltura e pastorizia

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

La "zucchina colcorijedda" è un prodotto tipico sardo e fa parte precisamente dei prodotti vegetali naturali o trasformati.

Caratteristiche

La forma della zucchina può variare ed essere:

  • rotonda;
  • allungata;
  • cilindrica.

Il colore tipico della zucchina prodotta in Sardegna è "bianco".

Effetti benefici

E', quindi, una zucchina dal colorito molto chiaro e dal basso contenuto calorico e per questo molto indicata nelle "diete ipocaloriche".

Contiene, come la maggior parte dei prodotti vegetali, circa il 95% di acqua ed è quindi consigliata per la sua azione diuretica.

E' una zucchina molto salutare giacché contiene molte vitamine, ed in particolare:

  • la vitamina A, C;
  • carotenoidi.

Contiene inoltre minerali come:

  • ferro;
  • fosforo;
  • calcio;
  • potassio.

Tipologie

Come per ogni ortaggio, anche le zucchine sarde si possono trovare sul mercato in due varianti:

  • al naturale, quindi la zucchina senza OGM;
  • a Km zero che non contiene alcun pesticida o medicinale.

Per questo motivo si trova sul mercato secondo stagione:

  • trasformata, quindi OGM (geneticamente modificata) la cui produzione può avvenire nelle serre con l'ausilio di pesticidi.

Questo tipo di zucchina colcorijedda si trova sul mercato in qualsiasi mese dell'anno.

La zucchina colcorijedda è conosciuta in tutta Italia per il suo prelibato gusto e per questo viene esportata in tutto il Paese dopo aver superato rigidi controlli di qualità e di provenienza.

In cucina

Intanto in Sardegna la zucchina colcorijedda viene utilizzata come prima scelta per cucinare un piatto tipico:

  • le "zucchine ripiene al forno".

Altro non sono che delle zucchine sarde ripiene di ortaggi ed insaporite con:

  • formaggio;
  • cannella.

Insomma, pochi ingredienti, poiché già basta il sapore e l'aroma inconfondibile della zucchina colcorijedda sarda per rendere i piatti unici!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "bottarga di tonno sarda" è un prodotto pregiato della produzione sarda legata alla pesca.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la bottarga di tonno nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La bottarga di tonno sarda, viene chiamata in dialetto in molti modi diversi:

  • bottariga di tonno;
  • buttariga de tonnu;
  • buttarga de tonnu;
  • buttarla de scampirru.

Si tratta della "sacca ovarica" degli esemplari femminili di tonno, il cui sapore è forte e deciso, tanto che ne basta una piccola quantità per dar sapore ad un piatto.

La produzione di bottarga di tonno avviene soprattutto nelle zone lagunari dell'isola.

La zona del "Sinìs" è quella maggiormente interessata perché grazie alla sua posizione centro-occidentale è molto battuta dal vento di maestrale ed ha numerose aree stagnanti con acque salmastre.

La bottarga di tonno sarda più famosa viene da Cabras, una cittadina della provincia di Oristano, che per secoli ha mantenuto la propria economia sulla pesca.

Estrapolazione

In un ambiente salmastro ideale, vengono poste delle "peschiere" dove nel periodo a cavallo tra estate ed autunno le femmine di tonno si radunano per portare avanti la loro fase riproduttiva.

Dopo aver estratto dai pesci la sacca ovarica, essa viene salata per poi essere lasciata seccare a lungo.

Presentazione

Il risultato è la "bottarga":

  • di forma ovale;
  • di un colore che va dal dorato all'ambrato;
  • il suo profumo è davvero intenso;
  • il gusto deciso ha delle note aromatiche che ricordano le mandorle ed il muschio.

Ingredienti

L'ingrediente principale per la preparazione della bottarga di tonno sarda sono:

  • le uova di tonno.

Utilizzo

Normalmente la bottarga di tonno sarda viene apprezzata:

  • grattugiata per condire piatti di pasta, spaghetti soprattutto;
  • servita a fettine sottili come antipasto condita con poco olio di oliva.

Curiosità

In Sardegna la bottarga di tonno sarda, non è raro trovarla come ingrediente speciale sulla "pizza", elemento pregiato che rende ricco anche un piatto povero!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "spinella" è la parte di carne del tonno staccata dalla spina e rappresenta un piatto prelibato della gastronomia sarda.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la spinella nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

La Sardegna, grazie al mare pescoso ed alle varie tonnare presenti nell'isola, è la regione che consuma il tonno in tutte le sue parti, dal lattume alle gonadi.

La lavorazione e la pulitura del tonno è una tradizione che viene tramandata di generazione in generazione e consiste nel:

  • separare la carne del tonno dalle spine;
  • per poi essere tagliata a strisce;
  • ricoperta di sale e fatta essiccare.

Conservazionde

La spinella, viene conservata principalmente in salamoia!

Ingredienti

Gli ingredienti per preparare questo prelibato piatto, sono:

  • spinella;
  • patate;
  • olive;
  • vino bianco;
  • olio extra vergine di oliva;
  • cipolla;
  • sale ;
  • pepe.

Preparazione

Per la preparazione inizia con:

  • mettere la spinella in acqua non salata e lasciala in ammollo per circa 12 ore;
  • trascorso il tempo di ammollo, sgocciola per bene la carne del tonno e mettila a bollire in acqua salata per 5/10 minuti;
  • toglila e quando si sarà raffreddata tagliala a pezzi;
  • prosegui con il pelare le patate e tagliale a spicchi.

Cottura

In una padella con l'olio, fai soffriggere:

  • la cipolla;
  • aggiungi la spinella;
  • le olive;
  • 1 bicchiere di vino bianco.

Fai sfumare e continua la cottura per qualche minuto.

Aggiungi poi:

  • le patate a spicchi;
  • aggiusta di sale e pepe;
  • continua fino a quando le patate saranno cotte.

Degustazione

La spinella è pronta per essere gustata, magari accompagnata da crostini di pane ed un buon bicchiere di Vermentino!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "burrida alla casteddaia" è uno dei piatti che più interpreta il principio secondo cui per conoscere davvero un luogo e la sua cultura, bisogna vivere e mangiare come degli abitanti autoctoni della zona.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la burrida alla casteddaia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Anche chiamata "burrida alla cagliaritana" in italiano, la "burrida alla casteddaia", è infatti uno dei piatti più antichi e tradizionali della Sardegna, in particolare del cagliaritano.

Si tratta di un antipasto già cucinato ed apprezzato durante il basso Medioevo, preparato con:

  • il gattuccio di mare, ovvero il famoso pesce tipico per la sua forma da squaletto.

Il gattuccio di mare è un pesce molto versatile, preparato per tradizione sia in Sardegna che Liguria in moltissimi modi diversi e con vari ingredienti tipici.

La burrida alla casteddaia è quindi un piatto che rispecchia a pieno la cultura sarda ed in particolare della zona di Pula, ovvero un paesino balneare situato lungo la costa del Sulcis Iglesiente.

Ingredienti

L'ingrediente principale per la preparazione della burrida alla casteddaia è:

  • il gattuccio di mare;
  • noci;
  • spezie.

Preparazione

Il gattuccio viene tagliato a tronchetti per poi essere cotto in modo molto veloce, così da mantenere inalterate le proprietà nutrizionali e tutto il sapore del mare.

Si aggiungono poi:

  • le noci ;
  • spezie ed odori del luogo, per un risultato eccezionale.

Se volete poi assaporare a pieno la Burrida alla cagliaritana secondo la tradizione, scegliete di accompagnarla con striscioline di bottarga.

La burrida alla casteddaia è quindi un piatto da non perdere, perché molto buono e molto apprezzato sia dagli abitanti della zona che dai fortunati turisti.

Degustazione

Potrete infatti assaporarlo in quasi tutti gli agriturismi del Sulcis Iglesiente e nelle trattorie del cagliaritano.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti di origine animale

Descrizione

Il "colostro ovino" è un liquido bianco giallastro, secreto dalla ghiandola mammaria dal secondo trimestre di gravidanza, fino al quarto/quinto giorno dopo il parto.

Origine

Il  colostro detto anche primo latte costituisce il primo alimento del neonato.

Grazie al colostro, la pecora trasmette le proprie difese immunitarie al cucciolo, le quali lo proteggeranno nei primi mesi di vita.

Infatti, non è un caso se le numerose proprietà benefiche per bambini e cuccioli, sono contenute all'interno del colostro.

L'assunzione del colostro nei primi mesi di vita è fondamentale, sia per gli animali come per gli umani!

Utilizzo

Il colostro ovino, può essere anche impiegato in campo "medico" o "veterinario", per integrare una mancanza di colostro naturale, fondamentale per crescita.

Oltre a questi usi, il colostro ovino, può essere impiegato anche nella "gastronomia".

Nello specifico nella regione Sardegna si utilizza il colostro di pecora o capra per la preparazione di numerosi prodotti, come ad esempio:

  • il formaggio di colostro;
  • la ricotta di colostro.

Nonostante questi prodotti non abbiano una produzione particolarmente estesa e quasi esclusivamente su suolo regionale, rappresentano qualcosa di importante per l'alimentazione ed essendo derivati del latte ovino sono divenuti prodotti tradizionali sardi.

Il colostro ovino viene lavorato in particolar modo dai "pastori", oppure in caseifici di piccola entità, per la vendita ai turisti.

Proprietà nutritive

Il colostro ovino viene prelevato assieme al latte durante i primi giorni successivi al parto delle ovine (circa 4 o 5 giorni dopo), ed il risultato finale viene considerato una vera e propria prelibatezza, ricca di proprietà nutritive importanti per bambini e anziani.

Il colostro ovino contiene:

  • amminoacidi;
  • vitamine;
  • grassi;
  • sali minerali;
  • scarsa caseina e lattosio.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

"Li frisjoli longhi", espressione dialettale per indicare le "frittelle lunghe sarde", chiamate anche "frisjolas", sono dei dolci fritti tipici del carnevale in particolar modo in Gallura.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito li frisjoli longhi nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Nel tempo i pasticceri galluresi hanno scelto di preparare queste delizie anche in estate e di organizzare sagre ad esse dedicate con l'obiettivo di farle conoscere ed apprezzare dai tanti turisti che affollano le coste sarde da Giugno a Settembre.

Ciò che contraddistingue queste frittelle è la dimensione:

  • una sorta di salsicce di piccolo diametro (3 o 4 centimetri), ma molto lunghe, fino a 2 metri.

La lunghezza è collegata fondamentalmente alla capacità contenitiva degli strumenti utilizzati per preparare e cuocere l'impasto.

Caratteristiche

Consistenza molto morbida e croccantezza esterna sono le due caratteristiche che non possono mancare in una frittella lunga.

Ingredienti

Gli ingredienti usati per la loro preparazione sono:

  • zucchero;
  • farina;
  • uova;
  • lievito sciolto in acqua calda;
  • sale;
  • scorza di agrumi.

E' importante che la preparazione dell'impasto avvenga in un ambiente caldo e che il pasticciere abbia una buona mano per impastare dolcemente ed a lungo tutti gli ingredienti.

Il passaggio della lavorazione a mano è fondamentale per dare morbidezza ai frisjoli longhi.

Cottura

La cottura in olio caldo dà un colore dorato invitante e nel servirle, i sardi hanno l'abitudine di metterle in un piatto formando una spirale e di aggiungere del miele sciolto per arricchirne il gusto.

Degustazione

Importante è consumare le frittelle ancora calde, per non perdere la consistenza croccante esterna e coglierne tutte le note aromatiche.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "pirikitos", detti anche "piricchittos" o "piricchitus", sono dei dolcetti tipici sardi, in particolare dell’area medio campidanese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i pirikitos nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I pirikitos sono:

  • delle palline di pasta glassate con una ghiaccia allo zucchero.

I pirikitos, infatti, sono come dei piccoli biscotti dall’interno morbido e ripieno di pasta, anche se ne esiste anche una versione senza nulla dentro:

  • sono i cosiddetti "pirikitos ‘e entu".

Essi sono di dimensioni più grandi, ma ugualmente glassati all’esterno.

La glassa bianca di zucchero ed essenza di fiori d’arancio deve avere una consistenza quasi gommosa e filante.

Se presa tra le mani deve produrre, appunto, un filo flessibile e semi trasparente:

  • per questo viene chiamata "glassa a mesu filu", che letteralmente significa "che fa il filo", "che è filante".

Tradizioni

Questi dolci sono consumati specialmente nel periodo invernale, anche se, essendo una specialità sarda, sono molto amati anche dai turisti in tutte le stagioni dell'anno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei pirikitos sono:

  • 400 g di farina;
  • 10 tuorli;
  • 10 cucchiai di olio di semi;
  • 2 cucchiai di zucchero;
  • 1 bustina di lievito per dolci;
  • 1 buccia grattuggiata di limone.

Gli ingredienti necessari per la preparazione della "glassa" dei pirikitos sono:

  • 600 g di zucchero;
  • 1 bicchiere di acqua;
  • essenza ai fiori di arancio.

Preparazione

Prendete una ciotola ed unite:

  • due cucchiai di zucchero con i tuorli;
  • lavorateli fino ad ottenere una crema omogenea;
  • continuando a lavorarli aggiungete lentamente l'uovo e poi la buccia gratuggiata di limone;
  • prendete la farina, il lievito e setacciate bene, poi uniteli al composto, al fine di ottenere un impasto da lavorare manualmente. 

Da questo composto, dovete:

  • staccare dei piccoli pezzetti e creare delle palline grandi quanto una noce;
  • su della carta da forno, depositate le palline e infornate con forno già caldo a 180 gradi, e lasciate cuocere per circa 15-20 minuti.

 Con i dolci in forno, procedete alla preparazione della "glassa", dovete quindi:

  • mettere lo zucchero in una padella, versate l'acqua e l'essenza ai fiori di arancio e portate a ebollizione fino a evaporazione;
  • passati circa 15 minuti di cottura, sul bordo della padella si formerà leggera linea bianca, che sarebbe zucchero rappreso;
  • a questo punto è necessario che, stando attenti a non scottarvi, versate una goccina di questa glassa su un indice e dovrete premerla con il pollice;
  • se staccando le due dita, si verrà a formare un filo lungo circa mezzo centimetro, a quel punto la vostra glassa sarà pronta.

Versare i pirikitos freddi all'interno della padella con la glassa e farli rotolare su ogni lato, quando deciderete che saranno ben "glassati", toglieteli dalla padella e lasciateli raffreddare.

I vostri pirikitos sono pronti per essere serviti!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

Le "pastine di mandorle", "pastissus" in dialetto, sono l'espressione perfetta della raffinatezza della pasticceria regionale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le pastine di mandorle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Il loro aspetto è così elegante che in passato erano i dolci da servire in occasione di eventi importanti, quali matrimoni ed altre cerimonie, così da avere cibo all'altezza dell'eleganza dell'evento.

Ingredienti

Gli ingredienti sono semplicissimi:

Le pastine di mandorle, sono preparate con:

  • una sfoglia esterna a base di farina e strutto;
  • un ripieno preparato con trito di mandorle, zucchero, liquore all'anice, uova e limone.

Il risultato è un dolcetto morbido e ricco di sapori.

L'aspetto è curato con una delicata glassa bianca, utilizzata per dar vita a meravigliose decorazioni.

Volendo è possibile preparare in casa le pastine di mandorle, avendo cura di scegliere bene gli ingredienti che devono essere di prima qualità per ottenere il giusto risultato.

Lavorazione

Per la sfoglia dovrai impastare insieme:

  • la semola;
  • lo strutto;
  • lo zucchero sciolto.

Una volta ottenuto l'impasto, dovrai ritagliarla con delle formine circolari e poi potrai cuocerla.

Lavorazione

Per il ripieno dovrai montare i tuorli d'uovo insieme allo zucchero.

Una volta montati i tuorli con lo zucchero, potrai aggiungere:

  • le mandorle;
  • il liquore;
  • la scorza tritata di limone;
  • lo zucchero;
  • gli albumi montati bene a neve a ferma.

Cottura

Riempi le formine di impasto con il ripieno così ottenuto ed inforna, ritieni cotte le pastine di mandorle quando avranno un aspetto dorato.

Infine, prepara la "glassa" con zucchero a velo ed il liquore e completa con la fantasia!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

La "pompìa intréa" è il dolce tipico della zona di Siniscola, nel Nuorese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pompìa intréa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Territorio

Il legame di questo dolce con il territorio di Nuoro dipende dalle coltivazioni che si effettuano in zona.

La pompìa  intréa, infatti, è una varietà di "limone" che proprio a Siniscola trova le sue maggiori coltivazioni.

Ingredienti

Gli ingredienti principali per la preparazione della pompìa intréa sono:

  • limoni;
  • miele di fiori;
  • zucchero.

Presentazione

La pompìa intréa è caratterizzata da:

  • una forma piena di protuberanze nella buccia, tanto da sembrare una pietra lunare;
  • da un sapore  che è molto acidulo e forte, con un retrogusto amaro simile a quello del pompelmo.

La pompìa intréa è praticamente un "gigantesco candito" che viene preparato per occasioni importanti come:

  • compleanni;
  • ricorrenze speciali.

Preparazione

La parte più esterna della scorza, di un giallo acceso, viene eliminata lasciando solo la parte biancastra a contatto con la polpa.

Nella parte alta e nella parte bassa del frutto vengono poi praticati due buchi deputati all’estrazione della polpa.

La preparazione del candito gigante viene completata dalla glassatura esterna, in questo modo il frutto diventa, così, lucido e duro, quasi fosse fatto di vetro!

La scorza che era stata tolta viene utilizzata proprio per creare la "glassa".

Quest'ultima la otteniamo come segue:

  • fate bollire il miele e lo zucchero con la stessa scorza per un tempo che supera le 6 ore;
  • unite anche la polpa in questo preparato, in modo tale da non buttare nulla e da rendere molto più saporita e acidula la glassa.

Curiosità

Recenti studi dell'università di Sassari hanno confermato le proprietà antinfiammatorie e antibatteriche di questo prodotto.

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