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REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Le "piparelle" sono dei biscotti tipici della tradizione siciliana, diffusi soprattutto a Messina, ma presenti in tutta la Sicilia e anche in altre zone del Sud Italia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le piparelle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Le origini di questo dolce sono molto antiche e presumibilmente vanno fatte risalire alla dominazione Araba.

La forma tipica delle piparelle è allungata, mentre la colorazione è dorata.

Gli ingredienti principali alla base del dolce sono:

  • il miele e le mandorle.

Ingredienti

La ricetta originale delle piparelle prevedeva una preparazione molto lunga che poteva arrivare a durare anche due giorni, ragione per cui la realizzazione delle piparelle avveniva solo in occasione delle festività o per ricorrenze speciali.

Per realizzare questi dolci tipici è necessario come prima cosa creare un impasto composto da:

  • farina;
  • strutto;
  • zucchero;
  • scorza di arancia;
  • cannella;
  • chiodi di garofano;
  • noce moscata;
  • pepe nero;
  • miele;
  • mandorle intere.

Preparazione

Una volta amalgamato l'impasto, si modella creando dei filoni che vanno poi cotti al forno una prima volta.

Raggiunta una doratura omogenea, si tagliano i filoni a fette e si ottengono così le piparelle, che vanno poi cotte una seconda volta per circa 15 minuti.

Originariamente le piparelle venivano realizzate soprattutto durante la commemorazione dei Morti a Novembre.

Oggi invece possono essere trovati tutto l' anno.

Degustazione

Le piparelle vengono servite come:

  • dessert a fine pasto;

sono perfette se accompagnate da un bicchiere di vino liquoroso come la Malvasia o il Marsala.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta infornata" è un prodotto tipico siciliano, presente su tutto il territorio regionale, maggiormente diffuso nella provincia di Messina.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta infornata nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Anche se denominato "formaggio", in realtà si tratta di un "latticino" che subisce una successiva cottura al forno.

Si presenta:

  • esteriormente come un formaggio dalla crosta rugosa di colore marrone scuro;
  • dal sapore dolce;
  • dal forte odore di siero.

Ingredienti

Gli ingredienti principali per la preparazione della ricotta infornata sono:

  • siero di latte di pecora;
  • siero di latte di vacca;
  • siero di latte di capra;
  • latte crudo;
  • acqua;
  • rametti di fico.

Preparazione

Per la produzione della ricotta infornata si possono utilizzare tutti e tre i "sieri" descritti negli ingredienti sopra citati.

Al siero viene aggiunto il 10% di latte crudo con un po' d'acqua in cui sono stati fatti macerare dei rametti di fico, che ha il potere di far separare meglio la ricotta.

  • Il siero viene fatto riscaldare fino alla temperatura di 90°C fino a quando la ricotta non affiora;
  • a questo punto viene prelevata e messa all'interno di appositi recipienti e messa a raffreddare per 1 o 2 giorni.

Cottura

La ricotta viene infine cotta,in forni di pietra, alla temperatura di di circa 200-250° per 30-40 minuti.

In alternativa può essere cotta in forni a legna e l'operazione va ripetuta per 4-5 volte. 

A procedimento ultimato, la ricotta infornata avrà assunto un colore "rosso-bruno".

Ricetta

La ricetta che proponiamo, ha come ingrediente speciale la ricotta infornata, si tratta della:

  • "pasta alla norma con ricotta infornata", ovvero una prelibatezza ed un "must" della cucina tipica siciliana.

La ricetta originale della pasta alla norma tradizionale catanese, prevede rigorosamente la "ricotta salata", invece, nel messinese, è prevista la "ricotta infornata", entrambe con sapori decisi e unici, ed entrambe buonissime.

La pasta alla norma con ricotta infornata è un primo piatto gustosissimo da preparare per svariate occasioni!

Ingredienti

Gli ingredienti che vi dovrete procurare per la preparazione di questo primo piatto a base di ricotta infornata, sono semplici e di facile reperibilità, ossia:

  • 200 g di ricotta infornata;
  • 250 g di pasta;
  • 2 melanzane;
  • 500 g di polpa di pomodoro;
  • 2 spicchi di aglio;
  • peperoncino q.b.;
  • sale q.b.;
  • olio di semi di arachidi q.b.;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • basilico q.b.

Preparazione

Cominciate con la preparazione della pasta alla norma con ricotta infornata, quindi:

  • lavate e spuntate le melanzane;
  • tagliatele a fette sottili e regolari
  • mettetele in una ciotola e cospargetele di sale per eliminare il liquido amarognolo;
  • copritele a lasciatele riposare per circa 15 minuti.

Prima di utilizzarle, abbiate cura di sciacquarle velocemente, poi, asciugatele delicatamente con un foglio di carta da cucina.

Versate l'olio di semi di arachidi nella padella, e non appena si scalderà, procedete friggendo le melanzane su entrambi i lati.

In seguito, toglietele dall'olio e riponetele sopra un vassoio ricoperto di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.

Ora dovrete:

  • sbucciare l'aglio e imbiondirlo nell'olio extravergine d'oliva;
  • unite la polpa di pomodoro;
  • aggiungete a piacere di sale e peperoncino;
  • fate cuocere circa 15 minuti.

A fine cottura andrete ad unire metà delle melanzane e il basilico.

Nel frattempo, potrete procedere in questo modo:

  • riempite di 3/4 d'acqua una pentola capiente e mettetela sul fuoco;
  • raggiunto il bollore,tuffatevi la pasta scelta;
  • sistemate di sale e concludete la cottura.

Una volta raggiunta la cottura al dente o meno della pasta, scolatela e aggiungete il vostro condimento già pronto e mescolate.

A questo punto, potrete mettere nei piatti la pasta alla norma con ricotta infornata.

Ultimerete questo delizioso primo piatto con qualche fettina di melanzana, la ricotta infornata appena grattugiata e servirete ai vostri ospiti!

La pasta alla norma con ricotta infornata, rappresenta vari sapori tipici e tradizionali della Sicilia!

Buon appetito....

Degustazione

La ricotta infornata può essere consumata:

  • fresca come un comune formaggio;
  • insieme a fette di pane;
  • salumi;
  • composte di frutta.

Descrizione

La "cuddura" è un tipo di pane diffuso in molte zone del Sud Italia ed in particolare in Sicilia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la Cuddura di San Paulu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Il termine cuddura deriva dalla parola greca che significa "corona", chiaro riferimento alla tipica forma a "ciambella" di questo pane.

Questo prodotto ha molte varianti, che differiscono per preparazione e tradizione.

La cuddura si presenta con la tradizionale decorazione con un serpente in rilievo.

Una delle cuddure più conosciute è la "cuddura di San Paulu", un "pane votivo" tipico della città di Palazzo Acreide, in provincia di Siracusa.

Questo pane votivo viene preparato in onore del Santo nella ricorrenza del suo Martirio, il 29 Giugno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della cuddura sono semplici e facili da reperire, ovvero:

  • 400 g di semola di grano duro;
  • 150 g di zucchero;
  • 2 uova;
  • 100 g di burro;
  • 40 g di latte;
  • 10 g di lievito per dolci;
  • buccia di limone grattugiata;
  • 6 uova sode;
  • 1 uovo per spennellare;
  • zuccherini a piacere.

Preparazione

Iniziamo con la lavorazione della coddura, quindi:

  • anzitutto dovete cuocere le uova che serviranno per la decorazione;
  • mettetele in acqua fredda e fatele cuocere per 7 minuti da quando l’acqua inizia a bollire e lasciate raffreddare.

A questo punto dovrete:

  • mettere in una ciotola la farina e il lievito setacciati;
  • disponete a fontana il tutto e mettete al centro tutti gli altri ingredienti.

Lavorate bene il tutto, fino ad ottenere un composto omogeneo.

Avvolgete nella pellicola e mettete in frigo per almeno un'ora.

Dividete l'impasto in due parti, metà stendetelo fino ad ottenere uno spessore di circa 1 centimetro e ricavate a vostro piacimento una delle seguenti forme:

  • a campana;
  • a rondine;
  • a bambola;
  • a cuore, ecc.

Con i ritagli che vi avanzano, potete fare i "dettagli".

Conservate un pochino di impasto per le striscioline che chiuderanno le uova.

Con l'altra metà formate dei "cordoncini" spessi 1 cm e cercate di creare una "treccia".

Su una teglia rivestita di carta da forno, formate le vostre cuddure.

Con il pezzetto di impasto tenuto da parte, formate dei piccoli "cordoncini" per ingabbiare le uova.

Spennellate con l'uovo sbattuto e prima di infornare decorate a piacere con gli zuccherini.

Cottura

Una volta che le coddure saranno pronte, procedete con la cottura, quindi:

  • preriscaldate il forno a 170°, meglio se a "forno statico";
  • infornate le coddure per circa 40/45 minuti, sempre tenendole d'occhio.

Una volta raggiunta la cottura ideale, togliete le vostre coddure dal forno e lasciatele raffreddare completamente prima di servirle ai vostri ospiti.

Leggenda

Questo simbolo è collegato alla "leggenda del Santo", secondo la quale San Paolo era immune al "veleno dei serpenti".

La cerimonia di distribuzione del pane votivo è molto caratteristica.

Durante la celebrazione religiosa, viene portato in processione un carretto colmo di cuddure da offrire simbolicamente in dono al Santo.

Il pane viene poi "benedetto" e successivamente venduto "all'asta tra i Fedeli", i quali lo distribuiscono tra parenti ed amici come auspicio di salute e prosperità.

Questa tradizione è legata al mondo contadino e infatti la celebrazione di San Paolo con la relativa distribuzione del pane era un ringraziamento per il raccolto del grano.

La tradizione viene portata avanti ancora oggi, mentre nel resto della Sicilia le tradizioni legate a questo prodotto tipico sono molto diverse da quelle di Palazzo Acreide.

 

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "mandorlato", il biscotto riccio siciliano prodotto nel comune di Palma di Montechiaro, nella provincia di Agrigento, è una vera delizia che racchiude in sé tutta la dolcezza delle "mandorle siciliane" e del profumo inebriante degli "alberi di limone".

Cenni storici

Le origini del mandorlato, affondano le radici nel lontano Settecento quando la produzione di questi biscotti avveniva esclusivamente per l'opera laboriosa delle Monache del Monastero di clausura del Santissimo Rosario presente in paese.

I biscotti ricci siciliani, sono stati poi resi celebri dal romanzo "Il Gattopardo".

Il romanzo pubblicato postumo nel 1958, racconta come il Principe di Salina amasse degustare i biscotti ricci di mandorle preparati, secondo una ricetta antica, dalle suore di clausura del Monastero delle Benedettine di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento.

Per questo motivo, i biscotti ricci siciliani sono anche conosciuti come "Ricci del Gattopardo" e sono diventati celebri in tutto il mondo per essere stati citati in questo capolavoro della letteratura italiana da cui Luchino Visconti trasse l’omonimo film nel 1963.

Si è soliti associarli al periodo delle festività natalizie ma, sulle tavole di un siciliano, è possibile trovare i "mandorlati" praticamente in tutto l'anno.

Inseriti nella lista dei 239 prodotti tradizionali della Sicilia, i più comuni sono quelli alle "mandorle", ma sono frequenti anche i "biscotti ricci di noci".

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il mandorlato nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Presentazione

La tipica forma del mandorlato è quella di una S allungata, ma esiste anche la variante rotonda con una ciliegia candita al centro.

Il tipo di biscotto più diffuso è quello con le mandorle.

Il mandorlato o biscotto riccio siciliano si presenta:

  • con delle scanalature;
  • hanno una lunghezza di circa 10 cm;
  • il loro impasto viene tradizionalmente eseguito a mano.

Ingredienti

Di seguito vi proponiamo una ricetta per la creazione dei biscotti ricci di mandorle.

Gli ingredienti sono semplicissimi e facili da reperire, inoltre la ricetta è alla portata di tutti!

Per la preparazione di circa 50 biscotti ricci di mandorle sono

  • 1 Kg di mandorle;
  • 700 gr di zucchero;
  • 200 gr di farina di grano tenero;
  • 3 o 4 uova;
  • 1 buccia di arancia grattugiata;
  • 1 buccia di limone grattugiata.

Lavorazione

Cominciamo con la preparazione dei biscotti ricci di mandorle, seguite attentamente le nostre indicazioni e vedrete che il successo sarà assicurato!

Per prima cosa dovrete:

  • immergere le mandorle in una pentola piena di acqua che bolle per circa 2 minuti, in questo modo le potrete successivamente pelare e asciugare bene;
  • tritate finemente le mandorle e versatele sul piano di lavoro;
  • aggiungete gradualmente tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.

A questo punto, dovrete inserire l’impasto nell'apposito imbuto e di conseguenza:

  • pressate e tagliate i biscotti ad una lunghezza di circa 10 cm;
  • dategli la caratteristica forma a S;
  • spolverizzate con lo zucchero e sistemateli in una teglia.

Cottura

Per quanto riguarda la cottura, dovrete preriscaldare il forno ad una temperatura di 180°, successivamente infornate i vostri biscotti ricci di mandorle e lasciateli cuocere per almeno 15/20 minuti.

Capirete che i mandorlati saranno pronti, quando cominceranno a dorarsi leggermente.

Una volta cotti, tirateli fuori dal forno e lasciateli riposare affinché si raffreddino.

Degustazione

Ogni momento della giornata è adatto per consumare i mandorlati!

 Questi biscotti gustosissimi e fragranti sono delle vere e proprie "specialità tipiche siciliane", sono adatti per una colazione con caffè e latte oppure con una semplice tazza di tè caldo.

Li potrete gustare sia a merenda che come dolcetto sfizioso per un dopo pasto.

Per quanto riguarda la conservazione, sappiate che si possono conservare tranquillamente nel congelatore!

Descrizione

Piccole leccornie di fattura casalinga, le "Giammelle di Agira", sono invitanti biscotti dalla morbidezza irresistibile.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le giammelle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Presentazione

Conosciute anche come "savoiardo siciliano", le giammelle sono "ciambelle senza buco".

Ecco perché diversamente dai biscotti piemontesi non hanno una forma oblunga, bensì arrotondata.

Anche la prova assaggio, rispetto ai biscotti del Piemonte, delinea delle differenze che non sono di poco conto. Contrariamente a questi ultimi, le giammelle non sono croccanti, ma incredibilmente morbide e leggere come una nuvola.

Caratteristiche

Le guammelle sono dei biscotti siciliani grandi e dalla forma ovale, perfetti da gustare a colazione inzuppati nel latte o nel caffellatte, oppure a fine pasto accompagnati da un bel bicchiere di vino dolce.

Dal sapore simile ai savoiardi, le giammelle sono conosciute in Sicilia anche con altri nomi, ovvero:

  • taralli;
  • nuvolette;
  • ciambelle all’uovo.

La particolarità delle giammelle siciliane è che sembrano quasi ricoperte di glassa. In realtà la ricetta non prevede aggiunta di glassa di nessun tipo e questo effetto lo si ottiene semplicemente durante la cottura in forno.

Pur essendo dei biscotti tradizionali e molto casalinghi, la tecnica di preparazione delle giammelle, prevede un passaggio abbastanza delicato, poiché uova e zucchero vanno montati a lungo a bagnomaria. In questo modo lo zucchero si scioglie alla perfezione e, dopo la cottura in forno, forma quella sorta di glassa in superficie.

Nonostante le giammelle siano senza lievito, devono risultare morbide all’interno e leggere, proprio per questo motivo è importante incorporare la farina con movimenti lenti dal basso verso l’alto per non smontare le uova.

Scioglievoli e molto saporiti, questi dolci tipici da "inzuppo" si contraddistinguono anche per la loro fragranza appetitosa che, da tempi immemori accompagna le deliziose colazioni dei siciliani.

I biscotti come: le giammelle, le paste, i bignè, nell'isola di Sicilia, fanno parte di una socialità raffinata, totalmente dedita ai rituali della gola e particolarmente sensibile alle sfumature del gusto.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione di circa una ventina di giammelle sono i seguenti, pochi e di facile reperibilità, ovvero:

Lontane dal barocchismo della più nota cassata siciliana, queste prelibatezze sono la sintesi di una "rinomata semplicità".

Preparazione

Cominciamo con la lavorazione delle giammelle e quindi:

  • iniziate sgusciando le uova, preferibilmente a temperatura ambiente perché montano meglio, in un tegame dal fondo spesso;
  • unite lo zucchero e il pizzico di sale.

A questo punto prendete una pentola in cui potrete adagiare il tegame che avete usato per le uova in modo che resti sospeso.

Riempite la pentola più grande con tanta acqua quanta ne basta per arrivare quasi al fondo del tegame più piccolo, ma senza toccarlo.

A questo punto quando l’acqua bollirà, abbassate la fiamma in modo che continui a sobbollire senza bollire esageratamente e riponete il tegame con le uova al suo interno.

Con una frusta elettrica,montate le uova per circa 10 minuti, finché lo zucchero non sarà completamente sciolto e il composto non sarà diventato chiaro e spumoso.

E' arrivato il momento di incorporare la farina, quindi:

  • togliete il tegame dal bagnomaria e lasciatelo intiepidire;
  • aggiungete la farina setacciata poca per volta, incorporandola alle uova con una spatola con movimenti lenti dal basso verso l’alto.

L’obbiettivo è non smontare le uova, per cui fate l’operazione con delicatezza e senza fretta!

Alla fine otterrete un composto fluido e omogeneo.

Cottura

Rivestite due teglie con la carta da forno, poi con l'ausilio di una sac à poche o con un cucchiaio formate le giammelle, che tradizionalmente hanno forma "ovale" e sono piuttosto grandi.

Abbiate cura di distanziare bene le giammelle sulla teglia poiché in cottura tendono a crescere.

Cuocete una teglia per volta a forno statico a 180° per 8 minuti, quindi abbassate a 150° e continuate la cottura per 4-5 minuti.

Le giammelle non devono scurirsi, ma rimanere belle bianche in superficie.

Sfornatele e lasciatele raffreddare completamente prima di staccarle dalla teglia.

Servite le giammelle a colazione o a fine pasto.

Tradizioni

Di semplice realizzazione, le giammelle sono uno dei tanti e immutati tesori tipici dell'arte dolciaria siciliana.

Questo biscotto dalle tinte bianco avorio, infatti, racchiude in sé tutti i sapori genuini e semplici dei dolci fatti in casa dalle massaie isolane.

Le stesse che dopo aver realizzato le giammelle, per non farle seccare velocemente, le conservavano dentro scatole di latta ben sigillate!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La "cuddrireddra" è un prodotto dolciario tipico della regione Sicilia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Sono dolci prodotti a Delia, piccolo comune della provincia di Caltanissetta dove hanno avuto origine oltre otto secoli fa, vengono preparate nel periodo di Carnevale, dal 17 Gennaio fino al Martedì Grasso.

La prima cuddrireddra vide la luce all’epoca dei Vespri Siciliani (1282-1302), in omaggio alle castellane che vivevano nella fortezza medievale della cittadina siciliana e, in virtù delle sue nobili origini, al dolce fu data la sagoma di una "coroncina".

Conosciuta fino a qualche anno fa soltanto a Caltanissetta e dintorni, da qualche anno la cuddrireddra è entrata sotto l’ala protettiva di "Slow Food", che ne sta favorendo la diffusione oltre i confini dell’isola.

Alcune pasticcerie della zona, però, le vendono tutto l’anno, insieme alle più famose specialità della regione, come:

  • cannoli;
  • cassate;
  • pasta di mandorle.

L’ideale è gustarle con i vini dolci del luogo, come ad esempio:

  • moscati e passiti, che esaltano il penetrante aroma della cannella.

Ad ogni modo, questi dolci originali nella fattura e negli ingredienti vengono elaborati, inventati e gelosamente, tramandati di generazione in generazione, dai nostri avi che ne tennero segreta la ricetta tanto che la cuddrireddra rimane di esclusiva fattura deliana e a tutt’oggi non trova eguali in nessun’altro paese del mondo!

Caratteristiche

Queste sfiziosità tipiche siciliane si distinguono per:

  • una pasta dura;
  • una forte aromatizzazione all'arancia ed alla cannella;
  • il tipico "colore bruno".

Sono un prodotto dalla forma particolare, simile a una "corona", da cui ne deriva il nome.

Cuddrireddra, infatti, deriva dal termine greco antico "kollura", che indica appunto un "impasto a forma anulare".

Proprio questa particolarità consentiva un tempo a chi restava lungo tempo lontano da casa , di infilarla nel bastone o nel braccio e portarla con sè negli spostamenti.

La forma particolare di questo prodotto tradizionale richiede una certa abilità manuale oltre che un determinato strumento chiamato "pettine".

Ingredienti

Cucinare le cuddrireddre richiede una certa abilità manuale soprattutto nel dare la forma.

Gli ingredienti necessari per la preparazione di questo dolce tipico siciliano sono:

  • 1 kg di farina di grano duro;
  • 100 ml di vino rosso;
  • 500 g di zucchero;
  • 100 g di strutto;
  • 5 uova;
  • 3 cucchiai di scorza d'arancia essiccata e grattugiata;
  • 10 g di cannella in polvere;
  • olio per friggere q.b.

Lavorazione

Per dare vita alle cuddrireddre, su di una spianatoia andrete a disporre il chilo di farina setacciata a fontana, poi:

  • versate al centro lo zucchero;
  • la cannella in polvere;
  • la scorza d’arancia grattugiata ed essiccata;
  • lo strutto tagliato a pezzetti;
  • infine, i tuorli d’uovo.

Cominciate a impastare gli ingredienti, aggiungendo gradualmente il vino rosso, fino a ottenere una pasta liscia e omogenea.

Staccate dei tocchetti dall’impasto e formate con questi ultimi dei cordoncini lunghi almeno 80 cm e spessi circa 5 mm.

Avvolgete delicatamente i 2/3 circa dei cordoncini a spirale attorno a un'asticella e riportate le parti non avvolte dei cordoncini al punto iniziale della spirale, passandole sotto gli anelli in linea retta, e poi di nuovo al punto finale della spirale, passandole sopra gli anelli sempre in linea retta e unendo infine ogni capo al punto estremo della spirale.

Premete leggermente le due linee di cordoncino contro la spirale, in modo che vi aderiscano, estraete la forma ottenuta con cura dall’asticella e arrotolatela a forma di coroncina.

Frittura

Friggete le vostre cuddrireddre poco per volta in abbondante olio caldo, rigirandole di tanto in tanto fino a farle dorare, e riponetele su carta assorbente in modo che perdano l’olio in eccesso.

Servite i vostri dolcetti a temperatura ambiente e deliziate i palati degli invitati!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "miele di acacia,di timo e carrubo" è uno dei mieli più pregiati di Sicilia.

Certificazioni

È nella terra di Modica che si concentra la sua produzione a partire dal nettare ottenuto dai fiori di queste piante.

Per le sue numerose proprietà organolettiche è stato a giusto titolo riconosciuto come "Prodotto Agroalimentare Tradizionale Siciliano" (PAT),da parte del Ministero delle Politiche Agricole.

Ingredienti

Gli ingredienti di questo miele sono:

  • il timo;
  • l'acacia;
  • il carrubo.

Presentazione

Il miele di acacia, di timo e carrubo si presenta:

  • dal colore variabile;
  • più o meno scuro a seconda della stagione di produzione e della concentrazione dei fiori nel territorio di coltivazione;
  • la consistenza oscilla tra il fluido e il cristallizzato.

Anche quest'ultimo aspetto dipende dalle condizioni ambientali in cui avviene la fioritura delle piante e quindi la raccolta del loro nettare.

Si tratta di un prodotto appartenente alla famiglia dei "mieli millefiori", le cui note genuine e profumate sono subito riconoscibili al palato:

  • viene prodotto in "quantità limitate" per non saturare il territorio e con tecniche non invasive che potrebbero alterarne la qualità.

Proprietà salutari

Fai una buona scorta del miele di acacia,di timo e carrubo e utilizzalo all'occorrenza al naturale per:

  • alleviare mal di gola e tosse;
  • diluito in una calda tisana a base di limone e zenzero.

Impiega il miele di acacia,di timo e carrubo anche in cucina nella preparazione di:

  • biscotti e dolcetti dal cuore farcito:
  • per secondi piatti;
  • come prodotto di bellezza;

Cura della persona

Ecco, ad esempio, potresti realizzare un ottimo "scrub purificante" a base di "miele e zucchero grezzo di canna", basterà:

  • applicarlo nella zona interessata:
  • massaggiare delicatamente per un minuto scarso;

una volta "rimosso" sentirai la pelle "liscia" e "levigata" come non mai.

Ricetta

Vogliamo proporvi una ricetta che ha come ingrediente speciale proprio il miele di acacia, di timo e carrubo, stiamo parlando del:

  • salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo.

Il salmone glassato al miele di acacia, timo è un ottimo piatto unico a base di pesce nel quale il salmone viene passato in una particolare e gustosa marinatura a base di miele di timo e carrubo, succo di lime e arancia, dopodichè viene fatto scottare sulla griglia ben calda.

Questo piatto è caratterizzato da una piacevolissima nota agrumata e speziata perfetta per essere accompagnata con del buon riso!

Assaggio dopo assaggio sentirete che gli aromi della marinatura sprigioneranno tutto il loro gusto e la loro bontà, andando a completare alla perfezione il salmone, che risulterà molto morbido al suo interno e croccante all'esterno!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo sono semplicissimi, ovvero:

  • 100 g di miele di acacia, di timo e carrubo;
  • 600 g di salmone norvegese fresco;
  • 5 arance bionde;
  • 2 limoni non trattati;
  • il succo e la scorza di 1 lime;
  • il succo e la scorza di 1 arancia;
  • zenzero q.b.;
  • 10 g di salsa di soja;
  • 30 g di olio extravergine di oliva;
  • sale q.b.;
  • pepe nero q.b.

Per quanto riguarda la preparazione del "brodo vegetale", gli ingredienti che andremo ad utilizzare sono i seguenti:

  • 1,5 l di acqua;
  • 1 cipolla bianca;
  • 1 carota;
  • 1 costa di sedano;
  • 15 g di sale grosso.

Infine, potrete accostare al vostro salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo del "riso", e quindi dovrete procurarvi:

  • 800 ml di brodo vegetale;
  • 300 g di riso Basmati;
  • mezza cipolla bianca;
  • 70 g di burro;
  • 1 stecca di cannella;
  • 3 chiodi di garofano.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione del salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo, quindi iniziate mettendo a marinare il salmone, poi:

  • munitevi di uno spremiagrumi e spremete il succo di 5 arance e 2 limoni non trattati;
  • filtrate i succhi con un colino in una pirofila larga con bordi alti, in modo da eliminare semini e pezzi di polpa;
  • immergete nel succo i tranci di salmone già diliscati;
  • grattugiate un pizzico di zenzero fresco;
  • aggiungete la scorza di due arance.

A questo punto dovrete:

  • grattugiare la scorza di un lime;
  • coprite la pirofila con la pellicola e lasciate marinare in frigorifero per circa 2 ore.

Nel frattempo preparate il riso senza spezie aggiuntive, in quanto il salmone e il relativo fondo di cottura saranno già molto saporiti.

Mettete a bollire mezzo litro d’acqua in una pentola e aggiungete un pizzico di sale grosso.

A parte, in una padella antiaderente mettete:

  • un cucchiaio di olio;
  • unite il riso e fatelo tostare per un paio di minuti mescolando.

Quando l'acqua che avete messo a bollire nella pentola avrà raggiunto il bollore, spegnete il fuoco e versate l’acqua bollente nella casseruola dove avete tostato il riso, l'acqua dovrà coprire il riso di almeno due dita.

Ora, coprite la padella con un coperchio, e fate cuocere a fuoco dolce per circa 10-12 minuti, quindi spegnete il fuoco e lasciate riposare.

Ora pulite e mondate i cipollotti freschi, poi;

  • affettateli sottilmente;
  • fate scaldare il burro in una padella antiaderente a fuoco basso;
  • quando il burro sarà sciolto, trasferite i cipollotti affettati in padella;
  • lasciate cuocere a fuoco moderato per circa 5 minuti.

Siamo arrivati al punto in cui dovrete unire il "miele di acacia, di timo e carrubo", quindi:

  • aggiungete il miele di acacia, di timo e carrubo e trascorso il tempo di marinatura dei tranci di salmone, traferiteli in padella.

Abbiate cura di tenere da parte il succo della marinatura, e cercate di sistemarli con la parte della pelle rivolta verso il fondo della padella.

Lasciate che il tutto si cuocia per bene per circa 5 minuti a fuoco moderato, girateli dalla parte della polpa e cuocete per ulteriori 2 minuti.

Rigirate nuovamente i tranci di salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo dalla parte della pelle aumentando l’intensità del fuoco, e sfumate il tutto con un bicchiere del succo utilizzato per la marinatura.

Salate a piacere e lasciate cuocere per 1 minuto, in modo che il succo di agrumi crei una salsa delicata.

Quando il salmone glassato al miele di acacia, di timo e carrubo, sarà pronto, disponetelo su un piatto da portata e accompagnatelo al riso.

Buon appetito!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Certificazioni

I "gadduzzi" sono un prodotto dolciario della regione Sicilia e sono stati inseriti nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali.

Origini

Il nome "gadduzzo" deriva dalla particolare forma di questi biscotti che ricorda un "gallo".

Si tratta di biscotti artigianali prodotti ad Aidone in provincia di Enna.

Ingredienti

Questo prodotto di pasticceria è cucinato con i classici ingredienti dei biscotti artigianali come:

  • farina;
  • uova;
  • zucchero, ma con l'aggiunta del "vino" che rende il gusto dei gadduzzi particolare e con una certa nota speziata.

Preparazione

La preparazione di questi biscotti è molto semplice.

In una ciotola si aggiungono:

  • uova;
  • zucchero;
  • lievito;
  • sale;
  • vino.

Lavorazione

Quando gli ingredienti si sono mescolati per bene tra di loro, si aggiunge poco alla volta la farina, setacciandola nel frattempo.

Si impasta fino ad ottenere un prodotto liscio e malleabile che deve essere fatto riposare in frigo per alcune ore.

Quando l'impasto sarà pronto, si stende su uno spianatoio in legno e tramite l'ultizzo delle apposite formine si creano questi biscotti dall'aspetto particolare, che poi devono essere cotti in forno.

Proprietà organolettiche

I gadduzzi sono biscotti della tradizione siciliana capaci di mescolare il sapore classico della prima colazione con la tradizione della cucina sicula!

E' proprio nella tradizione culinaria sicula, che spesso si ricerca quel "guizzo" in più, capace di esaltare le papille gustative.

Si cerca sempre di creare un connubio tra sapori ed odori che potrebbero essere considerati in contrasto tra di loro , ma che al contrario derivano dalle molte culture che nei secoli hanno influenzato l'arte culinaria siciliana.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Il "pane di San Giuseppe" è una specialità tipica siciliana, preparata tradizionalmente il 19 Marzo.

Tradizioni

In occasione della "Festa del papà", i panificatori realizzano questo semplice e fragrante pane, caratterizzato da:

  • elaborate decorazioni ed intagli artistici.

In alcune cittadine, durante questa speciale giornata, vengono allestite delle tavolate colme di pane e cibo destinato ai bisognosi.

Ecco allora che adulti e bambini, simbolo della Sacra Famiglia, possono godere di questa bontà e generosità, in un'atmosfera di gioiosa festa per la tutta comunità.

Ingredienti

Il pane di San Giuseppe si prepara con un impasto molto semplice, frutto di una tradizione centenaria.

Gli ingredienti base per preparare questo pane sono:

  • 1 kg di farina rimacinata;
  • 100 g di strutto;
  • un cucchiaio di sale;
  • un cucchiaio di zucchero;
  • 1 cubetto di lievito di birra.

Ciò che lo rende memorabile, non è tanto il suo sapore, delizioso e leggermente rustico, ma la forma che gli si conferisce.

Molto comune è il "bastone di San Giuseppe", così come:

  • la "croce";
  • la "corona";
  • la "palma".

Questo saporito e genuino pane non vuole solo essere un "Simbolo Religioso", in onore e devozione al Santo, ma è anche un augurio di prosperità ed abbondanza per tutta la popolazione.

Variante

Vogliamo proporvi una variante rispetto alla ricetta originale e più comune del pane di San Giuseppe, stiamo parlando:

  • del pane di San Giuseppe con i semi di finocchio.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione del pane di San Giuseppe con i semi di finocchio sono:

  • 500 g di farina di semola di grano duro;
  • 500 g di farina manitoba (farina di grano tenero);
  • 10 g di lievito di birra;
  • 500 ml acqua;
  • 10 g di malto;
  • 20 g di sale;
  • 10 g di semi di finocchio;
  • 1 cucchiaio di miele;
  • olio extravergine di oliva q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione del pane di San Giuseppe con i semi di finocchio, quindi:

  • in un bicchiere di acqua sciogliete il lievito di birra e lasciatelo da parte;
  • setacciate le due tipologie di farine;
  • successivamente unite le farine, il malto, l'acqua con il lievito sciolto, la restante acqua e il miele;
  • a questo punto iniziate a impastare fino a creare un composto omogeneo.

All'impasto che si viene a formare unite:

  • l'olio extravergine di oliva;
  • il sale;
  • i semi di finocchio.

Terminate di impastare sul piano di lavoro, formate una palla e mettetela a lievitare in una ciotola coperta con la pellicola.

Abbiate cura di far riposare l'impasto in un luogo asciutto e lontano da fonti di calore per circa 30 minuti.

Trascorso il tempo di riposo, trasferite l’impasto lievitato sul piano e staccate delle pezzature di circa 70 g, poi:

  • formate delle palline e mettete sulla placca rivestita di carta forno.

Fate lievitare l'impasto fino al raddoppio del suo volume.

Prima di infornare praticate dei taglietti a croce e spennellate con l’acqua.

Con il forno preriscaldato a 200 gradi in modalità statica, infornate la teglia e lasciate cuocere per circa 12 minuti.

Una volta trascorso il tempo di cottura, potrete sfornare e lasciare raffreddare su una gratella.

Il vostro pane di San Giuseppe con i semi di finocchio è pronto per essere assaporato e degustato dai vostri ospiti!

L'aroma inconfondibile dei semi di finocchio, lo renderà ancora più indimenticabile per un giorno così speciale come la Festa del papà!

Curiosità

Il 19 Marzo, infatti, coincide con l'Equinozio di Primavera, stagione durante la quale la flora e la fauna si risvegliano dal torpore invernale.

Per questo, molti panificatori ed alcune famiglie, preparano dei deliziosi pani dalle forme richiamanti la "natura".

Molto comuni sono le "spighe di grano" che assumono anche una valenza religiosa, così come la luna ed il sole, simbolo della luce e della vita.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Certificazioni

La "ricotta iblea" è stata inserita a pieno titolo tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della regione Sicilia, da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Presentazione

Fa parte della categoria dei "latticini" e viene prodotta nella provincia di Ragusa.

La ricotta iblea si presenta con:

  • una consistenza cremosa;
  • di colore bianco;
  • dalla forma tronco conica dovuta ai particolari contenitori in cui viene riposta, la fiscella;
  • il sapore è dolce e sprigiona un leggero odore di siero.

Ingredienti

Gli ingredienti base per la creazione della ricotta iblea sono:

  • siero di latte vaccino;
  • sale.

Preparazione

La lavorazione della ricotta iblea prevede l'impiego di "siero di latte vaccino", ovvero ciò che rimane una volta formata la cagliata.

Per questo motivo la ricotta non può essere considerata un formaggio, ma un semplice latticino, ricco di proteine e povero di grassi.

Per ottenere la ricotta, al siero di latte vaccino viene aggiunto:

  • del sale e del latte vaccino fresco nella percentuale del 10%;
  • il tutto vien fatto riscaldare all'interno di un recipiente in rame stagnato detto "caurara" ;
  • viene rigirato delicatamente con un bastone di canna, il "minaturi";
  • quando il siero raggiunge la temperatura di 90°C, inizia ad affiorare la ricotta;
  • una volta ffiorata verrà prelevata con la "cazza", un cucchiaio in rame dalla forma allungata;
  • verrà sistemata all'interno delle "fiscelle", piccoli recipienti fatti di listarelle di canna, che contengono circa 250g di prodotto;
  • oppure all'interno di recipienti di plastica, dette "vascedde", da 500 o 1000g di peso.

Proprietà organolettiche

La ricotta Iblea è un alimento "estremamente proteico", impiegato per la preparazione di primi piatti, o consumata in purezza in sostituzione del secondo.

Ricetta

Vogliamo proporvi la ricetta di un dolce tipico della cucina tradizionale Iblea, ovvero:

la cassata di ricotta Iblea infornata.

Ingredienti

Gli ingredienti che verranno utilizzati per la preparazione di questo gustoso e prelibato dolce sono:

  • 1 kg di ricotta Iblea;
  • 300 g di farina di semola;
  • 1 uovo intero
  • 1 cucchiaio di sugna
  • zucchero semolato q.b.;
  • cannella in polvere q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione della cassata di ricotta Iblea infornata e quindi:

  • su una spianatoia o su un tavolo iniziate a setacciare la farina;
  • al centro della fontana di farine unite l’uovo, la sugna e 1 cucchiaino di zucchero;
  • mescolate bene gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo che farete riposare per circa 30 minuti in un luogo asciutto.

Nel frattempo procedete aggiungendo alla ricotta Iblea i seguenti ingredienti:

  • 4 cucchiai di zucchero;
  • 1 cucchiaio di cannella in polvere.

La fase successiva sarà quella di amalgamare con attenzione gli ingredienti fino a raggiungere un composto simile ad una "crema".

Riprendete il composto che avete fatto riposare, infarinate il tavolo e iniziate a lavorare a pasta:

  • con l'aiuto di un matterello tirate una sfoglia sottile e con l’ausilio di un "piatto da frutta" e dell’apposita rotellina tagliapasta, ricavate dei dischi del diametro di circa 18 cm.

Ora dovrete dare vita alle vostre cassatelle di ricotta Iblea in questo modo:

  • con i ritagli di pasta tagliate delle striscioline larghe circa 1 cm;
  • con una mano tenete la strisciolina e con l’altra sollevate il bordo del disco di pasta;
  • fate aderire la strisciolina alla pasta stringendo il bordo del disco con pollice e indice;
  • a questo punto si formeranno dei “pizzi” tutt’intorno ed il bordo della cassata risulta ben sostenuto.

Una volta create le cassate, riempitele con la crema di ricotta Iblea, poi;

  • livellate il tutto aiutandovi con la lama di un coltello;
  • spolverizzate con la cannella.

A forno preriscaldato a 180 gradi, infornate il tutto per circa 30 minuti.Quando noterete una leggera doratura in cima alle vostre cassate di ricotta Iblea, potrete sfornarle!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Una deliziosa e fragrante "purea di fave secche", il "màccu di favi" è un vero e proprio tesoro della cucina siciliana, arricchito dalla sapidità intensa dell'olio extravergine d'oliva crudo.

Origini

Una specialità tipica presente in tutto il territorio isolano, ma che affonda le sue radici nella provincia di Agrigento, più specificatamente nella piccola cittadina di Raffadali.

Una crema davvero speciale, il màccu di favi, piatto della tradizione povera contadina, è una appetitosa preparazione corroborante, la cui origine è da ricercarsi nel periodo Romano.

Pare infatti che questa preparazione fosse piuttosto conosciuta in epoca Romana.

Maccù di favi, sebbene venga etichettato come "piatto della cucina povera", è una pietanza destinata anche a occasioni speciali.

C’era un tempo in cui il padrone lo porgeva ai braccianti, senza olio d’oliva o altri lussi, ma se si finiva di trebbiare lo offriva con la pasta.

Il màccu di favi è anche la pietanza tipica della festa di San Giuseppe che si svolge ogni anno il 19 Marzo a Ramacca, in provincia di Catania, e molto caratteristica è la degustazione del pasto nella piazza principale del paese.

Certificazioni

Il màccu di favi è uno degli "emblemi" della buona cucina tradizionale della Sicilia, non a caso è tra i piatti tipici presenti nella prestigiosa lista PAT, ovvero nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani voluta dal Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali).

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4/5 persone, utilizzati nella la ricetta del màccu di favi sono i seguenti:

  • 300 g di fave secche decorticate;
  • 600 g di tenerumi puliti;
  • 1 zucchina pelosa siciliana;
  • 2 pomodori pelati;
  • 1 mazzetto di finocchietto selvatico;
  • riso bianco 1 pugno (facoltativo);
  • 200 g di spaghettini spezzati;
  • olio EVO;
  • sale q.b.;
  • pepe.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione del màccu di favi, quindi:

  • sciacquate le fave e mettetele a bagno in una ciotola piena d’acqua per una notte;
  • il giorno successivo, scolatele e mettetele a cuocere in una pentola alta d’acciaio, dal doppio fondo, appena coperte di acqua.

Fate attenzione a cuocere senza sale fino a quando le fave sono tenere, schiumando all’occorrenza ed aggiungendo altra acqua se necessario.

A questo punto, con l'impiego di un minipinner, frullate per bene!

Aggiungete 1 litro di acqua e riportate a bollore, ora incorporate:

  • i tenerumi tagliati a listarelle;
  • le zucchine a cubetti;
  • 2 pelati;
  • un mazzetto di finocchietto tritato;
  • 1 pugno di riso bianco.

Abbiate cura di verificare sempre il livello dell’acqua, perchè se dovesse essere necessario dovrete provvedere a rabboccare.

Quando il riso è al dente, aggiungete gli spaghetti spezzati.

Quando gli spaghetti sono cotti, procedete condendo il màccu di favi:

  • aggiungete sale;
  • un bel filo d’olio EVO;
  • pepe a piacere.

Presentazione

Questa crema è caratterizzata da:

  • un sapore importante ;
  • da un gusto deciso.

La sua ricetta, prevede anche l'aggiunta di:

  • bietole;
  • altre verdure.

Per essere realizzata necessita di una cottura piuttosto lunga e, una volta pronta, servita come piatto unico oppure come zuppa, porterà in tavola un mondo di sapidità antiche che è anche gioia per gli occhi.

Tipologie differenti

Di màccu di favi ne esistono due versioni.

La prima versione è quella "povera", ovvero realizzata solamente con fave secche bollite in acqua ed una verdura, condite poi con olio extravergine d'oliva a crudo;

La seconda è quella "ricca" preparata con:

  • fave secche profumate;
  • finocchietto selvatico.

Il màccu di favi verrà arricchito di pasta corta lessata a metà cottura, quindi i due ingredienti dovranno cuocere insieme.

Degustazione

Il màccu di favi va servito ben caldo, con o senza pasta, con un filo d'olio a crudo e una spolverata di pepe.

Curiosità

Nel palermitano è tradizione lasciar raffreddare il màccu di favi nel piatto, tagliarlo a fette e friggerlo, ottenendo così una specie di panella di fave facile da portare al lavoro come pranzo!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La "testa di turco", "testi di Tùrcu" nel dialetto locale, è un goloso dolce al cucchiaio tipico della pasticceria siciliana, in particolare della provincia di Palermo, nel comune di Castelbuono.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la testa di turco nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Tradizioni

Come scritto sopra, la testa di turco è un dolce al cucchiaio esclusivo del Borgo Madonita di Castelbuono.

A differenza dell’omonimo "dolce di Scicli", che è un grosso bignè, la testa di turco di Castelbuono è un dolce costituito da strati di sfoglie fritte simili alle frappe che vengono intervallati da crema di latte e abbondanti spolverate di cannella.

Risalente alla "tradizione gastronomica Araba", la testa di turco viene oggi preparata soprattutto in occasione del Carnevale, anche se è possibile trovarla nelle pasticcerie della zona in tutti i periodi dell'anno.

Ingredienti

In generale, per la creazione di questo dolce sfiziosissimo, gli igngredienti sono semplicissimi e di facile reperibilità!

Per la preparazione della "sfoglia" della testa di turco ci servono i seguenti ingredienti:

  • 100 g di farina 00;
  • 1 uovo;
  • un cucchiaio di zucchero semolato;
  • un pizzico di sale;
  • olio di semi q.b.

Continuiamo con la preparazione degli ingredienti necessari per la creazione della "crema" della testa di turco, quindi munitevi di:

  • 500 ml di latte;
  • 100 g di zucchero;
  • 50 g di amido per dolci;
  • 1 scorza di limone.

Infine per la "guarnizione" della vostra testa di turco sono necessari:

  • cannella in polvere q.b.;
  • gocce di cioccolato;
  • confettini di zucchero;
  • codine di zucchero.

Preparazione

Cominciamo quindi con la preparzione della testa di turco ed iniziamo dalla sfoglia.

Prendete una terrina e iniziate unendo:

  • l'uovo;
  • il cucchiaio di zucchero;
  • il sale;
  • la farina.

Una volta aggiunti tutti gli ingredienti, amalgamate, e se necessario incorporate dell'acqua a filo, fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.

A questo punto, stendete l'impasto con il supporto di un mattarello, cercate di dare alla pasta uno spessore "sottilissimo" al fine di ricavarne delle lasagnette.

Ora dovrete passare alla fase della "frittura", quindi:

  • in una padella a bordi alti versate una quantità di olio sufficiente per friggere;
  • raggiunta la temperatura ideale per la frittura, immergete le vostre lasagnette nell'olio di semi;
  • quando le lasagnettecominceranno a dorarsi e inizieranno a spuntare le bolle, toglietele dall'olio e riponetele su carta assorbente;
  • lasciatele scolare bene in modo che perdano l’olio in eccesso.

Passiamo alla fase successiva, ovvero quella della preparazione della "crema" della nostra testa di turco

Prendete un pentolino e versateci quasi tutto il latte, abbiate cura di tenerne un pochino da parte in un bicchiere, poi aggiungete:

  • la scorza del limone;
  • lo zucchero.

Amalgamate gli ingredienti e cuocete a fiamma moderata.

Intanto che il latte si riscalda, versate l'amido setacciato in una scodella e procedete facendolo sciogliere con il latte freddo rimanente, da versare a filo.

A questo punto unite l'amido al latte nel pentolino e mescolare di continuo con l'aiuto di una frusta.

Una volta che il composto comincia ad addensare, toglietelo dal fuoco.

Passiamo alla fase di definizione della testa di turco!

Prendete una pirofila e sul fondo di quest'ultima stendete uno strato di sfoglia, poi:

  • versate a parte della crema in maniera omogenea;
  • cospargete di cannella in polvere.

Ripetete l'operazione alternando gli strati di sfoglie, di crema e cannella fino a concludere con la cannella in polvere.

Conservate la testa di turco in frigorifero per almeno un paio d'ore.

Trscorso questo tempo, rimuovetela dal frigorifero e procedete con la fase di guarnizione.

A piacere, potrete guarnire la vostra testa di turco con:

  • gocce di cioccolato e/o codine o confettini di zucchero colorati.

Finalmente il vostro dolce è pronto per essere servito ai vostri ospiti.

Buon essert!

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