Seleziona la tua lingua

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto:   Formaggi

Descrizione

La "vastedda della Valle del Belice" è un prodotto creato con il latte delle pecore della valle del Belìce, che gli conferiscono un sapore unico grazie ai pascoli dove si alimentano.

Origine

La vastedda della Valle del Belice è l'unico formaggio di pecora a pasta filata e presenta un:

  • gusto fresco, piuttosto dolce, ed ottimo da abbinare a salumi locali e a vini siciliani bianchi e rossi (come Nero d'Avola, Syrah e Merlot).

Come spesso accade in cucina, anche la vastedda della Valle del Belice nasce da un imprevisto.

Pare che in passato un "casaro siciliano" mise il latte delle sue pecore nei tipici contenitori di giunco per la produzione del formaggio pecorino, ma a causa del caldo ben presto il latte iniziò ad inacidire.

Il casaro tentò allora di rimediare immergendo la produzione in acqua calda, come si usa fare per la ricotta, e così facendo la pasta iniziò a filare e una volta messa su un piatto prese la caratteristica forma schiacciata.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della vastedda della Valle del Belice sono:

  • latte ovino intero di "pecora belicina".

Caratteristiche

La vastedda della Valle del Belice è un formaggio con:

  • una pasta compatta color bianco avorio, leggermente striata a causa della filatura artigianale;
  • le forme della vastedda hanno tipicamente un diametro tra i 15 e i 17 cm;
  • un' altezza di 3-4 cm.

Grazie alla lavorazione particolare con cui si ottiene è un formaggio leggero e digeribile, con una ridotta massa grassa.

Inoltre, la vastedda della Valle del Belice è ricca di proteine e sali minerali.

La tecnica della "filatura" del latte ovino intero e crudo richiede tutta la maestria dei casari siciliani, e una tecnica tradizionale affinata negli anni.

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto: Formaggi

 Descrizione

Il "belicino" è un formaggio e prodotto tipico della Sicilia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il belicino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Il Belicino si presenta come: 

  • un formaggio senza crosta;

  • dalla pasta semidura e compatta;

  • senza occhiatura;

  • con l'evidente presenza delle olive al suo interno trattate in "salamoia".

Il colore è bianco, dovuto anche all'assenza di stagionatura infatti, il belicino, subito dopo la salatura, può essere già consumato.

È un formaggio dal sapore e dall'aroma delicati proprio per l'assenza di stagionatura.

Origini

Il formaggio belicino ha una storia "abbastanza recente", infatti viene prodotto a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nella provincia di Trapani, precisamente nei comuni di:

  • Calatafimi;
  • Campobello di Mazara;
  • Castelvetrano;
  • S. Ninfa;
  • Gibellina;
  • Poggioreale;
  • Salaparuta;
  • Salemi.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per pa preparazione del belicino sono:

  • latte di pecora della valle del Belice;
  • olive Nocellara del Belice.

Preparazione

Dalla forma cilindrica, con facce piane e scalzo leggermente convesso, il belicino si produce a partire dal:

  • si unisce del latte di pecora a 36 gradi al caglio in pasta di agnello;
  • successivamente rompete la cagliata in pezzi piccolissimi;
  • poi aggiungete alla pasta dell'acqua a 60 gradi;
  • aggiungete poi  le olive;
  • poi riponete il tutto in fuscelle di giunco (secondo tradizione);
  • in fine, immergete le forme nel prodotto residuo della ricotta per 4 ore e successivamente salate in salamoia.

Ed ecco che passate queste 4 ore avrete un ottimo formaggio belicino pronto da gustare col suo particolarissimo sapore.

Degustazione

Il formaggio belicino può essere consumato fresco, dopo la fase di asciugatura della durata di 24 ore.

Il sapore dato dall'assenza di stagionatura lo rende particolarmente adatto all'abbinamento con i vini bianchi.

 

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto:   Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Il "carciofo violetto catanese" è un ortaggio tipico della provincia di Catania, ma ormai diffuso in tutta la Sicilia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il carciofo violetto catanese nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

A seconda delle zone cambia nome, ma per comodità si tende ad accostargli l'area di provenienza per distinguerlo più facilmente.

Il  carciofo violetto catanese, a prescindere dalla zona in cui viene coltivato, è comunque una varietà di ortaggio autoctona, nata e coltivata interamente in Sicilia.

La pianta ha in genere:

  • l'altezza tipica del carciofo comune, con foglie inermi;
  • la struttura del fusto è robusta e vigorosa;
  • la pianta è molto produttiva, tanto da arrivare a sviluppare anche 20 ortaggi per ogni pianta.

Presentazione

Il frutto della pianta, il "carciofo" vero e proprio, ha:

  • la forma simile a quella di un cilindro di medie dimensioni;
  • al tatto risulta molto compatto;
  • le brattee all' esterno hanno un colore più tendente al violetto (da qui l' attributo nel nome) e sono ben chiuse attorno al "cuore".

Coltivazioni

Il carciofo violetto catanese può venire facilmente coltivato in terreni argillosi, calcarei e acidi anche se preferisce quelli misti.

Per quanto riguarda il "clima", la pianta teme gelate notturne e sbalzi di temperatura anche se tutto sommato si adatta facilmente anche a climi più rigidi.

La coltura del carciofo violetto catanese va dall' inverno alla primavera anche se con alcune tecniche è possibile ottenere i frutti anche nelle altre stagioni.

In cucina

Per quanto riguarda l'uso in cucina, il carciofo violetto catanese è un alimento "decisamente versatile" che può essere usato come condimento per i primi o come accompagnamento ai secondi, in particolar modo con le carni rosse.

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto: Bevande analcoliche, distillati e liquori  

Descrizione

"L'amarena" è un frutto simile alla ciliegia, ma proveniente da un altro albero, ancora oggi presente in Sicilia anche se è molto più raro trovarne rispetto al passato.

Produzione

Spesso le amarene sono anche chiamate "visciole" e vengono usate principalmente per la produzione di:

  • marmellate;
  • conserve;
  • distillati;
  • sciroppi;
  • liquori.

Proprietà benefiche

I prodotti a base di amarene, un tempo, erano preparati in maniera casalinga, durante l'estate.

Come frutto, la visciola contiene numerose proprietà e virtù.

  • vitamina A;
  • depura il sangue, i reni ed il fegato;
  • possono essere usate come sedativo e contro i reumatismi

Preparazione

Per la preparazione dei "liquori all'amarena", caratterizzati da un colore rosso scuro, talvolta vengono usate anche:

  • le foglie della pianta e non solo i frutti.

Usando le foglie infuse nell'alcol, si ottiene un ottimo digestivo.

I piccioli venivano anticamente usati contro la ritenzione idrica, mentre i frutti erano esaltati grazie alle innumerevoli proprietà elencate prima.

Le amarene possono essere conservate "sotto spirito" dopo essere state accuratamente snocciolate.

Amarena sciroppata

Per ottenere le "amarene sciroppate" occorre:

  • sistemare i frutti dentro un vasetto di vetro e ricoprirli di zucchero;
  • durante l'estate, vanno lasciate una decina di giorni al sole;
  • poi possono essere conservate sotto "spirito" o utilizzate nella preparazione di liquori, distillati e digestivi.

Basta assaggiarne un sorso per sentire il sapore antico della Sicilia!

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati 

Descrizione

Il "trunzu di aci" è un cavolo rapa originario di Acireale e coltivato un po' ovunque nella provincia catanese, viene anche chiamato "cavolo rapa di Acireale".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il trunzu di aci nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Presentazione

Le dimensioni sono piccole, ma l'ortaggio è facile da riconoscere perché la parte edibile è caratterizzata da venature e striature di colore viola.

Come tutti gli ortaggi di questa famiglia (ravanelli, cavoli, broccoli, ecc.), anche il trunzu di aci contiene sostanze utilissime all'organismo, come ad esempio:

  • molte vitamine e sali minerali.

Le proprietà di questo cavolo rapa sono esaltate maggiormente anche grazie al territorio e all'ambiente in cui viene coltivato.

Origini

Il trunzu di aci compare nei mercati già nella prima metà del Novecento, andando incontro ad un calo delle coltivazioni negli anni Quaranta quando venne sostituito da ortaggi più "redditizi".

Oggi le coltivazioni del trunzu di aci sono sparse un po' in tutta la Sicilia, ma le colture sono leggermente diverse rispetto a quelle del passato.

Spesso i cavoli sono "aiutati" con concimi chimici al fine di ottenere un maggior numero di raccolti durante l'anno.

La stagione ufficiale del trunzu di aci è comunque quella comune agli ortaggi della sua famiglia, ovvero da Ottobre a Novembre.

Preparazione

Questo alimento può essere preparato esattamente come gli altri suoi "parenti" ortaggi, è buono:

  • bollito e condito con un filo di olio extravergine d'oliva, sale e limone;
  • oppure ripassato in padella con peperoncino e spezie a piacere.

Degustazione

Nonostante gli anni di esistenza, il trunzu di aci resta un ottimo cibo e alleato in cucina per contorni genuini o saporite zuppe e vellutate.

Regione:Sicilia
Tipologia di prodotto: Formaggi

Descrizione

Il "cofanetto" presenta una forma decisamente particolare, ogni forma di questo formaggio è una sorta di parallelepipedo che può raggiungere i 10 kg di peso.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il cofanetto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Presentazione

Il suo nome però deriva dal Monte Cofano, nella provincia di Trapani.

Il cofanetto è:

  • un formaggio grasso;
  • che può avere stagionatura breve, media o lunga;
  • la crosta è dura e liscia, di un colore tra il giallo e il marrone;
  • all'interno, la pasta è dura, compatta e untuosa:
  • di colore bianco;
  • con fessurazioni irregolari dovute alla filatura.

Ingredienti

Per produrre questo particolare formaggio, i casari siciliani usano:

  • un mix di latte ovino delle pecore della Valle del Belice (20-30%);
  • latte di vacca cinisara (70-80%).

Preparazione

Il latte viene fatto coagulare con la cagliata di agnello ad una temperatura di 36°, e successivamente viene "rotto" con un apposito strumento in legno.

Infine viene messo nella scotta calda per circa 4 ore e poi è posto ad asciugare su travi di legno.

La pasta viene filata il giorno successivo e poi modellata fino a creare una sfera che verrà poi rifinita su una tavola di legno fino ad ottenere il caratteristico parallelepipedo.

Dopo essere stato lasciato a riposo per diverse ore, il cofanetto è messo "sotto sale" per un tempo variabile.

Stagionatura

La "stagionatura" di questo formaggio avviene in ambienti freschi e arieggiati e può durare da 20 giorni ad un anno intero, ma il cofanetto è ottimo anche consumato fresco.

Ideale l'abbinamento con vini rossi.

Regione:Sicilia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati  

Descrizione

La "cipolla di Giarratana" prende il nome proprio dalla zona di produzione.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cipolla di Giarratana nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

La particolarità di questo ortaggio è di essere molto grande e avere un sapore decisamente "dolce" rispetto agli altri dello stesso tipo.

Il colore della cipolla di Giarratana è:

  • bianco "sporco";
  • la polpa è saporita, ma mai pungente;
  • il peso minimo di una cipolla di Giarratana si aggira attorno i 500 gr, ma talvolta può anche raggiungere e superare 3 kg.

Semina e il raccolto

La semina della cipolla di Giarratana solitamente avviene verso la fine di Ottobre, con luna calante o piena, mentre i bulbi sono trapiantati intorno a Febbraio e Marzo.

Per ogni metro quadrato vengono sistemate una ventina di piantine.

In piena estate, a fine Luglio, si procede alla raccolta che arriva anche sino a Settembre.

In cucina

La cipolla di Giarratana può essere utilizzata in tantissimi modi, oppure può essere conservata in vasetti così da essere disponibile durante tutto l'anno.

Molte ricette contengono questo pregiato ortaggio, come:

  • le focacce, ripiene di pomodoro e cipolla;
  • oppure molti amano gustarla da sola alla griglia.

Il suo sapore particolare la rende davvero unica, tanto da poter essere consumata cruda nell'insalata o da sola con un filo d'olio.

Grazie alle notevoli dimensioni, la cipolla di Giarratana spesso viene anche fatta ripiena di carne o verdure.

Si tratta di un ortaggio davvero unico, perfetto per diversi tipi di preparazione, sicuramente da provare almeno una volta nella vita.

Regione:Sicilia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati  

Descrizione

Il cavolfiore violetto "natalino" è una particolare varietà di cavolfiore caratterizzata da un'infiorescenza di colore lilla intenso e di dimensioni piuttosto elevate.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il cavolfiore violetto "natalino" nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Il cavolfiore violetto "natalino" generalmente si presenta così:

  • pesa più di 1 kg;
  • cresce prevalentemente in Sicilia;
  • predilige terreni freschi e ben drenati;
  • la raccolta avviene generalmente 80 - 90 giorni dopo la semina.

Proprietà benefiche

Il caratteristico colore "violetto" è dovuto alla presenza di particolari sostanze (antociani), che hanno importanti funzioni per la nostra salute.

Gli "antociani" riducono i danni provocati dai:

  • radicali liberi;
  • proteggono i capillari;
  • sono efficaci antinfiammatori.

Il cavolfiore violetto "natalino" contiene inoltre significative quantità di:

  • sali minerali;
  • calcio;
  • potassio;
  • fibre;
  • antiossidanti e vitamina B2.

Tieni presente anche che il cavolfiore violetto "natalino" è ottimo per una dieta:

  • ipocalorica ed è assolutamente privo di glutine.

Grazie alla sua particolare "colorazione", questa varietà di cavolfiore aggiunge un tocco unico ed eccezionale alla presentazione delle tue pietanze, siano contorni, zuppe o puree.

In cucina

Il cavolfiore violetto "natalino" è ottimo:

  • gratinato;
  • in pastella;
  • al forno;
  • semplicemente lessato;
  • condito con olio e sale.

Come altri tipi di broccoli e cavolfiori può essere gustato anche crudo.

Infine, caratteristica da non sottovalutare, il cavolfiore violetto "natalino" non emana quel forte odore sgradevole che impregna la cucina ogni volta che cucini ortaggi gustosi e salutari come cavolfiori e broccoli.

Descrizione

"L'aglio rosso di Nubia" nasce nel territorio di Trapani, specialmente a Nubia, frazione del comune di Paceco e trae dal terreno in cui nasce caratteristiche uniche, un sapore intenso e numerose proprietà benefiche.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'aglio rosso di Nubia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Tradizioni

L'aglio rosso di Nubia predilige i terreni asciutti e argillosi circostanti le saline.

Si semina negli ultimi mesi dell'anno e si raccoglie fresco tra Maggio e Giugno.

Ancora oggi l'aglio rosso di Nubia viene coltivato con "metodi tradizionali", tramandati nei secoli dagli abitanti di questa regione.

Sempre nel rispetto della tradizione, l'aglio rosso di Nubia viene:

  • intrecciato per formare trecce piuttosto grandi (anche cento teste), che vengono poi appese a seccare all'aperto o in cantina.

Presentazione

L'aglio rosso di Nubia ha:

  • teste composte generalmente da dodici spicchi;
  • ricoperti da tuniche di colore rosso acceso.

Oltre a questa peculiarità, l'aglio rosso di Nubia contiene una quantità di allicina decisamente superiore all'aglio proveniente da altri territori.

L'allicina è la sostanza che conferisce all'aglio le tante proprietà benefiche per la nostra salute nonché l'intensità del gusto e del profumo.

In cucina

L'aglio rosso di Nubia è un sapore tipico della "cucina mediterranea" e di quella "siciliana" in particolare, ampiamente usato per insaporire:

  • primi;
  • contorni;
  • carne e pesce.

Proprietà salutari

Oltre all'aroma intenso e pungente, l'aglio (quello rosso in particolare), ha l'importante funzione di:

  • stimolare il nostro sistema immunitario;
  • di aiutare la prevenzione di patologie cardiovascolari;
  • di regolare la pressione arteriosa.
Regione:Sicilia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati  

Descrizione

Il "limone in seccagno di Pettineo" è un prodotto coltivato in Sicilia, al confine tra Messina e Palermo, nei comuni di Pettineo e Tusa.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il limone in seccagno di Pettineo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Il suo nome deriva dunque dalla "zona di coltivazione", mentre il termine "seccagno" sta ad indicare che:

  • viene cresciuto senza notevole apporto di acqua.

Ciò conferisce al prodotto della peculiari qualità organolettiche che lo hanno contraddistinto fin dall'inizio del Novecento.

Conservazione

La sua caratteristica più rilevante e più apprezzata dai commercianti è la "lunga conservazione", che ne permette il trasporto senza particolari problemi.

Questo limone in seccagno di Pettineo, che ancora oggi viene coltivata in modo spontaneo in quanto non ne esiste una specifica industria, viene usato in cucina più che per il consumo fresco.

L'unica eccezione è per i cosiddetti "bastardoni", che sono i limoni che non vengono raccolti, ma vengono lasciati per la primavera successiva, di solito perché troppo piccoli per la commercializzazione, diventando buoni per il consumo diretto.

Utilizzo

Il limone in seccagno di Pettineo viene usato soprattutto per realizzare gustose granite, ma si prestano ad ogni altro tipo di preparazione:

  • primi o secondi piatti;
  • per realizzare liquori;
  • per condire insalate e macedonie.

Proprietà benefiche

Questa particolare varietà, che prolifera al caldo sole siciliano, esalta al massimo le virtù tipiche di questo agrume, infatti è ricco di:

  • vitamina C, che è nota per avere il potere di fortificare le difese immunitarie dell'organismo.

Inoltre è di aiuto anche all'apparato digerente e il consumo ne è consigliato agli sportivi, poiché migliora le loro prestazioni, e ai fumatori, poiché purifica l'organismo dalle tossine.

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto: Formaggi

Descrizione 

I pascoli di cui il gregge si alimenta sono fondamentali per la qualità del prodotto.

 Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il picurinu: tuma, primosale, secondo sale, stagionato nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Il pascolo spontaneo assicura al latte la quantità di grasso necessaria a conferire sapore al formaggio.

Sono poi i diversi stadi di "salatura" e "stagionatura" ad attribuire al picurinu siciliano le differenti denominazioni.

Plinio il Vecchio ne parlava già nella sua "Naturalis Historia".

Il pecorino siciliano, in dialetto chiamato "picurinu", ha origini antiche.

Secondo gli storici furono i Greci, intorno al 735 a.C., a portare in Sicilia questo prelibato prodotto caseario.

Ingredienti

Gli ingredienti impiegati per la preparazione del picurinu sono:

  • latte crudo di pecora;
  • sale.

Varietà

"Tuma fresca"

La tuma fresca non subisce alcun procedimento di salatura, questo è il motivo per cui va consumata entro pochi giorni, al massimo due settimane.

Il sale infatti aiuta la conservazione della qualità della pasta del formaggio.

"Picurinu Primosale"

Il picurinu primosale è un formaggio fresco.

Nonostante sia stato sottoposto a "salatura a secco" oppure "in salamoia", tuttavia sono assenti tutte le fasi avanzate della stagionatura.

"Picurinu Secondosale"

Il picurinu secondo sale subisce una stagionatura per un periodo che varia dai due ai quattro mesi.

Il sapore è lievemente dolce e salato a causa del trattamento in salamoia satura o di sale a secco a cui è sottoposto.

"Picurinu Stagionato"

Il picurinu stagionato è a pasta semidura, viene prodotto utilizzando solo latte crudo di pecora.

La salatura a secco viene effettuata a mano per due volte a distanza di dieci giorni.

Quando si osservano segni di asciugatura si procede al lavaggio con salamoia.

La stagionatura avviene per almeno 4 mesi.

Regione: Sicilia
Tipologia di prodotto: Formaggi


Descrizione

La "caciotta degli Elimi" è un formaggio di pecora, tipico della regione Sicilia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la caciotta degli Elimi nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

La caciotta degli Elimi è un prodotto a base di latte di pecora della Valle Belice, dalla pasta semicotta, dura.

Viene fatto stagionare in cella per 30 giorni e poi 3 mesi in ambienti naturali, rivoltando le forme ogni 3 giorni.

Alla vista si distingue per:

  • una crosta liscia, dura e di colore paglierino chiaro.

All'interno invece ha:

  • una consistenza compatta data dalla pasta dura ed è di colore tendente all'avorio. 

Presenta un'occhiatura rada e irregolare con dimensioni medio piccole.

La forma è cilindrica a facce piane e scalzo convesso.

Origini

Il nome caciotta degli Elimi deriva dal popolo degli Elimi, superstiti della guerra di Troia.

Questo gruppo si insiedò nell'attuale territorio della Provincia di Trapani, dove ancora oggi la caciotta degli Elimi viene prodotta, precisamente nel comune di Calatafimi.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della caciotta degli Elimi sono:

  • latte di pecora della Valle Belice;

Preparazione

La lavorazione della caciotta degli Elimi è composta da:

  • una procedura per cui il latte a 36 gradi centigradi viene unito al caglio in pasta di agnello;
  • la cagliata viene rotta e ridotta in piccolissime dimensioni, per poi essere cotta a 42 gradi;
  • dopo la sosta sotto il siero e l'estrazione, la pasta viene messa in contenitori di giunco, dove riposerà per 24 ore;
  • successivamente avviene la "salatura" tramite la "salamoia".
  • finito il periodo in salamoia, la caciotta, viene fatta stagionare per almeno 3 mesi. Dopo questo periodo può essere venduta e consumata.

Confezionamento

La caciotta degli Elimi viene confezionata tramite strumenti della tradizione siciliana tra i quali:

  • la "tina di legno";
  • il "bastone di legno" chiamato "rotula";
  • le "fiscelle di giunco;
  • la "caldaia di rame stagnato";
  • il "graticcio di canne chiamato "cannara".

Abbinamenti

Grazie al suo gusto così intenso e riconoscibile, la caciotta siciliana la si può abbinare con diversi alimenti.

In primis vi sono vari tipi di marmellate come per esempio la confettura di fragole, ciliege o more. 

A seguire, molto apprezzato è il legame che si forma mangiando insieme la caciotta degli Elmini con il miele di castagno.

Un buon salume e un vino rosso della nostra regione, completeranno questo gustoso aperitivo.

I&T Srl Innovativa

P.IVA 09780790961
CF 09780790961
Via Vertoiba 2, - 20137 Milano

Sistemi di Pagamento

 MasterCard  PayPal  Sepa Visa 

 

Seo by @enitto