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Piatto estivo per eccellenza, con le sue molteplici varianti, la pasta alla norma è una preparazione strettamente legata al nome di Bellini.

La pasta alla norma è uno dei simboli del Sud. I sapori che contiene, infatti, derivano da alcuni dei prodotti tipici più genuini e buoni della Sicilia. La pasta alla norma, infatti, è una delle ricette siciliane più conosciute, riadattate e cucinate di tutta la gastronomia dell’isola. 

Si tratta di un piatto a base di maccheroni, generalmente, conditi con salsa di pomodoro, melanzane fritte, basilico fresco e una grattugiata di ricotta salata

Attorno a questa ricetta ruotano varie storie, legate al suo nome e alla sua nascita. Sembra, infatti, che “Norma” derivi da una felice esclamazione del commediografo catanese Nino Martoglio, che davanti al piatto esclamò: “Chista è ‘na vera Norma”, per indicarne la sua bontà, paragonandola al capolavoro di Bellini. 

Vediamo cosa prevede la ricetta originale della pasta alla norma e qual è la sua storia. 

Pasta alla norma: come nasce il simbolo culinario della Sicilia

Sembra che le origini della pasta alla norma siciliana siano da collocarsi a Catania. Il nome deriverebbe da un’espressione enunciata da Nino Martoglio, in riferimento alla celebre opera del compositore conterraneo Vincenzo Bellini. Un’opera inizialmente accolta con freddezza e poi diventata la più nota delle composizioni dell’artista. 

Sembra, però, che il piatto sia legato alla Norma di Bellini anche per un’altra ragione. Sarebbe stato presentato pubblicamente per la prima volta, proprio la sera stessa della premiere mondiale dell’opera di Bellini, il 26 dicembre 1831. 

Le notizie, come spesso accade, sono incerte. Secondo altre fonti, la pasta alla Norma sarebbe semplicemente stata inventata in onore del compositore a cui oggi è dedicato il teatro di Catania. Resta, comunque, il legame profondo con la città Etnea e con uno dei suoi artisti più conosciuti al mondo. 

Pasta alla norma3 Intavoliamo

Le varianti della pasta alla Norma nelle ricette siciliane

La pasta alla norma è una delle ricette con ricotta salata più apprezzate e conosciute. Si tratta di un piatto che ha molto successo, facile da preparare e capace di incontrare tutti i gusti.

Gli ingredienti per realizzare la pasta alla norma siciliana sono veramente pochi: pasta, pomodori, ricotta salata, melanzane e basilico. Tutto rigorosamente freschi e genuini. 

Così poco basta per realizzare un piatto che è un tripudio di colori e sapori capaci di rappresentare la bella e assolata Sicilia. Tradizione vuole che le melanzane siano rigorosamente tagliate a fettine sottili, o al limite a cubetti, e fritte in olio extravergine d’oliva. Tuttavia, c’è chi preferisce cucinare una versione più light di questo piatto siciliano, grigliando le melanzane. Un affronto, secondo i puristi.

La pasta alla Norma viene cucinata un po’ in tutta la Sicilia, con delle varianti. La ricetta originale prevede l’utilizzo della ricotta salata. Nella provincia di Messina, tuttavia, si predilige l’uso della ricotta infornata, dal sapore diverso, più dolce e con un gradevole fondo di nocciola. 

Nel trapanese, invece, cambia il formato di pasta, conosciuto con il nome di “busiata”. Si tratta di un tipo di pasta fresca, a base di semola e grano duro, lavorata con un particolare ferretto, il “buso” dal quale prende il nome. 

Pasta alla norma4 Intavoliamo

Pasta alla norma ricetta originale - Ingredienti

Ecco gli ingredienti per preparare la vera e originale pasta alla norma. 

  • 340 grammi di rigatoni
  • 2 melanzane
  • 300 grammi di pomodori pelati
  • 150 grammi di ricotta salata
  • 2 spicchi d’aglio
  • basilico q.b.
  • sale q.b.
  • sale grosso q.b.
  • olio extravergine d’oliva q.b.

Ricetta pasta alla norma - Procedimento

  • Come prima cosa, tagliate le melanzane. Potete scegliere se farle a fettine, listarelle o a pezzettini.

Importante, a questo punto, è eliminare il sapore amarognolo di alcune melanzane. Di melanzane, infatti, ne esistono diversi tipi: lunghe, un po’ più amarognole, e tonde. 

  • Cospargete quindi le vostre fettine di sale grosso e lasciatele sgocciolare, meglio se dentro un colapasta. Lasciatele in questo modo per circa mezz’ora.
  • Poi, potete decidere di asciugarle solamente con della carta assorbente umida per eliminare il sale in eccesso, o sciacquarle e poi asciugarle. A voi la scelta, ma attenzione ad “aggiustare” la sapidità del piatto, in base a quella delle vostre melanzane. 
  • In una padella antiaderente, scaldate abbondante olio extravergine d’oliva. Una volta ben caldo, friggete le melanzane, un po’ alla volta. Scolatele e mettetele in un piatto con della carta assorbente. 
  • Cambiate l’olio e soffriggete l’aglio. Eliminate gli spicchi, versate il pomodoro, aggiustate di sale e fate cuocere.
  • In abbondante acqua salata, fate cuocere la pasta. Scolatela al dente, versatela nella padella col pomodoro e mescolate. Aggiungete le melanzane e girate ancora.
  • Spegnete e completate il tutto con qualche foglia di basilico spezzata rigorosamente con le mani e con un’abbondante grattugiata di ricotta salata.
  • Mantecate per un minuto e servite la pasta, grattugiando ancora un po’ di ricotta direttamente nel piatto.

Pasta alla norma2 Intavoliamo

Le menole all'agro, o menole con cipollata, sono un piatto tipico della zona del trapanese, il cui comprensorio marino è ricco di questo pesce azzurro.

Caratteristiche

La menola è un pesce azzurro dalle dimensioni contenute, ricco di omega 3. Noto in Sicilia con il nome di "ritunnu" è per tradizione sottoposto a salagione (ritunnu salatu o menola salata), ma è anche venduto fresco. E' proprio con le menole fresche che realizzeremo questa ricetta gustosa, facile e che può essere gustata anche tiepida o addirittura fredda; meglio ancora il giorno dopo che è stata cucinata, quando il pesce avrà assorbito tutto l'aroma del condimento. 

Ingredienti

Ecco gli ingredienti per preparare le menole all'agro

Preparazione

  • Sbucciate e tagliate le cipolle al velo;
  • Cospargete una padella di olio evo e fatelo scaldare;
  • buttate in padella le cipolle e fatele rosolare qualche minuto;
  • sfumate con l'aceto rosso, salate, aggiungete qualche foglia di menta fresca e coprite con un coperchio in modo da far stufare il tutto a fuoco lento;
  • mentre le cipolle cuociono praticate dei taglietti sui fianchi delle menole precedentemente spinate;
  • versate abbondante olio in un'altra padella e portate a temperatura;
  • immergete le menole e friggetele avendo cura di girarle più volte;
  • una volta fritte, scolatele dall'olio in eccesso e disponetele su un piatto piano;
  • aggiungete alle menole la cipolla ormai stufata e caramellata e il gioco è fatto.

Degustazione

Come abbiamo anticipato questo piatto è ancora più buono se gustato freddo o addirittura il giorno seguente. Ottimo l'abbinamento con un buon Bianco D'Alcamo, vino morbido e robusto che si accompagna perfettamente alla cucina di mare.

Il consiglio di Intavoliamo

Se vi piace il gusto agrodolce durante la cottura delle cipolle aggiungete mezzo cucchiaino di zucchero per farle caramellare ancora meglio.

 

 

Conosciuto come Arancino o arancina, è uno dei piatti tipici siciliani più apprezzati e versatili. Tondo o a punta, ecco come realizzarlo nella sua preparazione tradizionale

L’arancino, o arancina, in base alle zone di provenienza, è uno dei piatti tipici siciliani che meglio rappresentano la regione. Al ragù, a forma conica o arrotondata, è un piatto che da sempre incanta e conquista il palato di tutti. 

Se ne trova traccia anche nella letteratura: il commissario Montalbano di Camilleri ne è ghiotto e ha contribuito a far conoscere l’arancino anche oltre i confini italiani. 

Ecco la sua storia e come prepararlo secondo la ricetta tipica siciliana.

Arancino: storia e tradizione dello street food più diffuso della Sicilia

Di origini molto antiche, sembra che l’arancino sia stato importato in Sicilia dagli arabi, che erano soliti mangiare riso condito con erbe e carne, durante i loro pasti. La panatura esterna, invece, sembra sia stata un’intuizione nata durante la corte di Federico II, nel tentativo di conservare la pietanza e renderla adatta al trasporto nei viaggi, durante le battute di caccia e, probabilmente, per il lavoro in campagna. 

in Sicilia, e in particolare a Palermo, si è soliti consumare gli arancini il 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia.

Di arancini siciliani ne esistono veramente tantissime varianti. Le più diffuse sembra che siano quelli al ragù, al burro, con mozzarella e prosciutto, alla Catanese, con melanzane, e al pistacchio di Bronte. In generale, se ne possono realizzare un’infinità di tipologie, dolci, salati, di carne, di pesce, in base ai propri gusti personali. 

Arancino1 Intavoliamo

Ricetta arancino siciliano originale - Ingredienti

Ecco di seguito gli ingredienti necessari per realizzare il famoso arancino di riso siciliano. 

Per la preparazione del riso:

  • 1 kg di riso
  • 2,5 litri di acqua
  • 100 grammi di burro
  • 30 grammi di sale
  • 2 bustine di zafferano

Per la preparazione del ragù:

  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 2 foglie di alloro
  • un pizzico di chiodi di garofano
  • 250 grammi di carne di suino tritata
  • 250 grammi di carne di bovino tritata
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • salsa di pomodoro
  • 200 grammi di piselli surgelati
  • sale e pepe q.b.
  • 250 grammi di caciocavallo grattugiato

Per la panatura:

  • farina q.b.
  • pangrattato q.b.
  • acqua q.b.

E infine abbondante olio di semi per la frittura.

Arancino2 Intavoliamo

Arancini siciliani ricetta e preparazione

  • Mettete tutti gli ingredienti per la preparazione del riso in una grande pentola antiaderente. Accendete il fuoco e lasciate cuocere, a fiamma media, senza mai mescolare.
  • Fate andare avanti la cottura, fino a quando il riso non avrà assorbito tutta l’acqua.
  • Spegnete e versate il contenuto in una teglia, lasciandolo raffreddare. 

Procedete adesso alla preparazione del ragù.

  • In un tegame, soffriggete a fuoco lento la cipolla, la carota e il gambo di sedano tritati finemente. 
  • Dopo pochi minuti, versate la carne tritata e fatela rosolare.
  • Poi, alzate la fiamma e sfumate col vino bianco.
  • Una volta evaporato, aggiungete l’alloro e i chiodi di garofano, i piselli e la salsa di pomodoro.
  • Aggiungete un po’ di acqua, quanto basta, aggiustate di sale e pepe e fate cuocere a fuoco lento per circa un’ora e mezza.
  • Spegnete, togliete le foglie d’alloro e lasciate intiepidire. Aggiungete il caciocavallo e mescolate.
  • Sul palmo della mano, formate una pallina con una manciata di riso. Aprite la palla e riempitela con una polpetta di ragù.
  • Chiudete e compattate bene con mani ben umide.
  • Formate una pastella con acqua e farina, piuttosto liquida. Passateci dentro gli arancini e finite la panatura con il pangrattato.
  • Friggete in abbondante olio caldo. Gli arancini devono essere completamente sommersi dall’olio. Tirate fuori gli arancini quando saranno ben dorati.

Disponeteli su della carta assorbente, fate intiepidire e servite.

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Arancina o arancino?

Da tempo si discute sul nome di questo piatto. Arancina o arancino? Non esiste una città della Sicilia che non ne rivendichi l’origine. E in base al luogo il nome cambia. 

Nella Sicilia Occidentale, a Palermo, si usa il termine arancina e il piatto assume una forma tonda. Nella parte Orientale, a Catania, dove assume invece una forma appuntita, il nome è arancino. 

Su questa diatriba linguistica, che va avanti da decenni, si è espressa l’Accademia della Crusca. Secondo gli esperti di linguistica, “Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”. 

L’origine del piatto è da collocare durante la dominazione araba. Gli arabi, infatti, avevano l’abitudine di appallottolare il cibo nel palmo della mano e di condirlo con carne di agnello. Per loro, i nomi delle pietanze rimandavano a un frutto simile. Ecco allora giustificato il femminile arancina, da arancia. 

Nei ricettari, tuttavia, l’arancina siciliana comparve molto tardi: nel XIX secolo. 

Nel Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi (1857) compare il termine “arancinu”, definito come “vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia”. Se ci si rifà al termine dialettale arancinu, secondo l’Accademia della Crusca, “Nel dialetto siciliano, come registrano tutti i dizionari dialettali, il frutto dell’arancio è aranciu e nell’italiano regionale diventa arancio”. Quindi “arancinu” si tradurrebbe con arancino. In sintesi, vanno bene entrambi i termini, l’importante è poter godere appieno della bontà di questo piatto tipico siciliano.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "pasta che vruoccoli arriminàti" è una ricetta tipica della regione Sicilia!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pasta che vruoccoli arriminàti  nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origini

Questo primo piatto è a base di "cavolfiore" benché dal nome, per assonanza, si possa pensare che si faccia riferimento ai broccoli.

Il termine dialettale arriminàto invece indica l'azione di mescolare fondamentale per rendere il piatto quello che vuole la tradizione con un condimento dalla consistenza cremosa.

Benché sia un piatto povero, questo tipo di pasta presenta una grande varietà di ingredienti che lo rendono un primo dal gusto corposo che stupisce il palato.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione della pasta che vruoccoli arriminàti sono i seguenti:

  • pinoli;
  • sarde;
  • uva passa;
  • zafferano.

Vengono miscelati bene al singolo ingrediente che identifica la pasta nel suo nome, il cavolfiore, riproducendo un gusto unico.

Preparazione

Per cucinare la pasta che vruoccoli arriminàti si parte da:

  • pinoli ed uva passa che vengono fatti ammorbidire in acqua;
  • nel frattempo si cuoce il cavolfiore;
  • l'acqua di cottura del cavolfiore non va buttata perché servirà a cuocere la pasta.

In una padella nel frattempo si fa soffriggere la cipolla.

Quando diventa di colore dorato si aggiungono:

  • le sarde che vengono schiacciate per farne una crema;
  • nella stessa padella, si aggiungono i pinoli e l'uva passa ormai ammorbiditi e successivamente il cavolfiore lessato;
  • a questo punto viene aggiunto lo zafferano con qualche cucchiaio d'acqua e si mescola in modo da creare una crema dai sapori variegati.

Quando la pasta che vruoccoli arriminàti è "cotta" può essere condita!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della pasta che vruoccoli arriminàti sono:

  • pasta;
  • pinoli;
  • uva passa;
  • cavolfiore;
  • cipolla;
  • sarde;
  • olio;
  • zafferano;
  • acqua.
REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

Le "panelle" sono delle semplici frittate a base di farina di ceci.

Cetificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le panelle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Tradizioni

In Sicilia sono largamente diffuse e legate alla tradizione del cibo di strada.

Vengono consumate all'interno di panini e sono uno degli Street Food più apprezzati da turisti e siciliani.

Le panelle sono il pane tradizionale con cui consumare le panelle.

Caratteristiche

Sostanzialmente si tratta di:

  • mini-forme di circa 2 etti di peso;
  • caratterizzate da una crosta arricchita con semi di sesamo.

In alternativa, le panelle, possono essere accompagnate ad altre sfiziosità fritte oppure consumate da sole condite con olio, sale, pepe o limone.

Origini

I "ceci" sono utilizzati in cucina sin dall'Epoca Romana, inizialmente come "polenta" (farina e acqua cotta).

Probabilmente, le prime panelle venivano cotte su pietra e all'interno di forni verticali.

Le prime preparazioni che prevedevano la frittura come metodo di cottura risalgono, invece, al Tardo-Medioevo.

Preparazione

La ricetta delle panelle è decisamente molto semplice, ovvero:

  • sciogli in acqua salata la farina;
  • mescola fino ad ottenere un impasto cremoso e abbastanza elastico;
  • stendi la pasta, taglia nella forma desiderata;
  • friggi in abbondante olio.

Varianti

Esiste anche una variante dolce delle panelle, preparata in occasione della festa di Santa Lucia (13 Dicembre).

La base è sempre la stessa, ma al posto del prezzemolo vengono aggiunti:

  • zucchero;
  • burro;

e possono essere servite al naturale o ripiene di crema pasticcera.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione delle panelle sono:

  • farina di ceci;
  • prezzemolo;
  • acqua.
REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "stigghiola" è un piatto della tradizione gastronomica siciliana ed è tipico soprattutto della zona del palermitano.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la stigghiola nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Si tratta essenzialmente di:

  • una pietanza "povera" preparata con le "budella di agnello" infilate su uno stecchino.

La stigghiola può essere mangiata anche come Street Food poiché ci sono molti venditori ambulanti, detti "stigghialaru", che arrostiscono le stigghiole per strada.

Sono riconoscibili dal fatto che:

  • producono molto fumo con la brace e si sprigiona un profumo davvero inconfondibile.

Le stigghiole possono essere anche cucinate in casa, ma è sempre bene scegliere la materia prima da un macellaio di fiducia che ci rassicura sulla provenienza del prodotto.

Preparazione

Per prepararle basta:

  • lavare le budella di agnello o capretto e cospargerle di sale, prezzemolo e cipolla;
  • quindi vanno "intrecciate", inserite su spiedini o stecchini, e grigliate direttamente sulla brace;
  • devono però essere cotte in due momenti, dando una prima rosolatura per renderle dorate e lasciandole riposare per alcuni minuti.

Poco prima di mangiarle poi, si devono rimettere di nuovo sul fuoco a cuocere lentamente, fino a che non saranno ben abbrustolite.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della stigghiola sono i seguenti:

  • budella di agnello o capretto;
  • sale;
  • prezzemolo;
  • cipolla.

Degustazione

Sono ottime:

  • da gustare calde;
  • magari con un buon bicchiere di vino rosso e un pizzico di limone per dare ancora più sapore.

Per i palati più "fini" c’è poi una variante particolare, definita:

  • "stigghiola viddana".

In questa variante le budella sono avvolte con fettine di cuore o fegato dell’animale di provenienza.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

I "badduzzi di risu", nome del dialetto che significa "palline di riso", è un piatto tipico della tradizione siciliana, diffuso in tutta la regione e in particolare nei territori di Enna e Caltanissetta.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i badduzzi di risu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Origine

La storia di questa pietanza ha radici antichissime.

È molto probabile, infatti, che la sua comparsa nella tradizione culinaria dell'isola sia dovuta agli Arabi, in quanto la cultura del riso è stato importata in Sicilia proprio durante la loro dominazione.

Preparazione

I badduzzi di risu presentano una preparazione particolare e ricca di ingredienti, ma che risulta abbastanza semplice.

Si inizia in questo modo:

  • si fanno tostare il riso in un soffritto di cipolle, a cui si aggiunge poi dello zafferano e del brodo di carne di manzo;
  • il riso va "cotto al dente", dopo di che si aggiunge del pecorino grattugiato e dei pezzi di tuma, un formaggio fresco di pecora siciliano;
  • a questo punto si creano delle palline, della grandezza di una noce, si passano nel pane grattugiato o nella farina.

Quindi si friggono nell'olio fino ad avere una doratura omogenea.

Ingredienti

 Gli ingredienti necessari per la preparazione dei badduzzi di risu sono:

  • riso;
  • cipolle;
  • zafferano;
  • brodo di manzo;
  • pecorino grattuggiato;
  • tuma;
  • pane grattuggiato/farina;
  • olio per friggere.

Degustazione

Secondo la ricetta originale, queste particolari polpette vanno:

  • consumate immergendole nel brodo di carne a cui si aggiunge del parmigiano grattugiato.

Non mancano comunque le "varianti" della ricetta tradizionale, le quali interessano soprattutto il:

  • tipo di carne utilizzata per il brodo.

Questo piatto veniva preparato specialmente nel periodo invernale e servito come primo o come pasto completo, vista la sua consistenza.

In alcune zone dell'isola i badduzzi di risu vengono serviti senza l'accompagnamento del brodo e usati in questo caso come antipasti.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

La "'nfigghiulata" è una delle più antiche ricette della cucina tipica siracusana legata in particolare al piccolo comune di Avola.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la 'nfigghiulata nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

La ‘nfigghiulata è una delle ricette tipiche siciliane più antiche è una "pizza rustica" molto saporita che si prepara normalmente, come vuole la tradizione locale, in prossimità delle Feste Natalizie.

Si tratta di:

  • un prodotto caratteristico di tutta la Sicilia ed è conosciuta anche come "sfigghiulata".

La ricetta originale risale a molti anni fa, quando le famiglie usavano preparare il pane per tutta la settimana.

Per fare cosa gradita ai piccoli di casa, le massaie sottraevano un pezzo di impasto per il pane e lo utilizzavano per preparare la focaccia, ovvero la "'nfigghiulata".

Anche l’etimologia del nome è incerta.

La sua denominazione cambia a seconda del luogo in cui ci troviamo assumendo il nome di "‘nfigghiulata" nella Sicilia occidentale e di "sfigghiulata" in quella orientale.

E’ certo comunque che caratteristica comune alla ricetta sia quella di “aggnutticari” cioè:

  • avvolgere la sfoglia di pasta lievitata dopo che questa è stata farcita.

Pure gli ingredienti sono diversi e numerosi e questo ci da la possibilità di dare libero sfogo alla fantasia assecondando i gusti personali.

Quelli tradizionalmente usati sono:

  • "ricotta" oppure "tuma" assieme a "salame e salsiccia" oppure, se vi piacciono i sapori più decisi, "pecorino" non troppo stagionato con "sarde salate", "salame e semi di finocchietto selvatico".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione "dell'impasto" della 'nfigghiulata sono semplici e facilmente reperibili, ovvero:

  • 500 g di farina;
  • 250 ml di acqua tiepida;
  • 25 g lievito di birra;
  • 50 g di strutto;
  • 5 g di malto;
  • 10 g di zucchero;
  • un pizzico di sale fino;
  • olio extravergine di oliva q.b.

Invece, per quanto riguarda la creazione della "farcia", che come abbiamo detto "va a gusti", gli ingredienti che ci occorrono in questo caso sono:

  • 300 g di primosale;
  • 100 g di pancetta affumicata a cubetti;
  • 3 pomodori pelati tagliati a dadini;
  • 2 cipolle;
  • pecorino semistagionato grattugiato q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione della 'nfigghiulata, quindi:

  • in una padella antiaderente fate rosolare la pancetta a cubetti per qualche minuto e unire anche i pomodori;
  • tagliare a listarelle non troppo sottili il primosale;
  • tagliare anche la cipolla ad anelli sottili e insieme al primosale lasciare tutto da parte.

Prendete un contenitore di vetro, versate il lievito con lo zucchero e 200 g di acqua tiepida, poi:

  • lasciate che il lievito si attivi, ci vorranno circa 10 minuti;
  • su una spianatoia, setacciate la farina e amalgamatela con lo strutto, il sale e il malto;
  • aggiungere il lievito e lavorare l’impasto.

A questo punto amalgamate gradatamente la rimanente acqua tiepida e continuare a lavorare fino ad ottenere un impasto morbido e omogeneo.

Creato l'impasto, prendetelo e lasciatelo riposare in una ciotola di vetro infarinata.

Su una teglia rivestita con della carta da forno, stendete la pasta, con uno spessore di circa 3/4 mm.

Spolverate la superficie con il formaggio grattugiato, quindi disporvi il condimento già preparato, ora:

  • arrotolate la sfoglia con la farcia in modo da formare u grosso salame, avendo cura di sigillare bene i bordi;
  • compattate bene la focaccia arrotolata, aiutandovi con la carta da forno e fate in modo che la parte orizzontale e le estremità sigillate siano poste a contatto con la teglia;
  • oliare la superficie della ‘sfigghiulata’ e mettere in forno, preriscaldato a 220°, per circa 45 minuti.

Quando la 'nfigghiulata sarà ben dorata, toglietela dal forno e sigillate la teglia con un foglio di alluminio, lasciare intiepidire per circa 20 minuti.

Prima di servire agli ospiti la vostra 'nfigghiulata, tagliatela a fette!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

I "busiati" sono un formato di pasta fresca tipica della Sicilia, preparata con semplice acqua e farina.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i busiati col pesto alla trapanese nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

La loro forma "attorcigliata" é ottenuta arrotolando la pasta attorno al fusto di una pianta, definita "ampelodesmo", da cui si ricava il "buso".

In mancanza del buso, può essere usato uno "stecchino per spiedini".

Lavorazione

busiati si ottengono:

  • impastando acqua e farina, fino ad ottenere un composto liscio e morbido;
  • la pasta verrà poi tagliata in striscioline sottili, che verranno arrotolate attorno al buso, ottenendo così la tipica forma a spirale;
  • la pasta viene poi lessata per cinque o sei minuti in acqua bollente, aggiungendo il sale a piacere.

Preparazione

Per preparare il "busiati col pesto alla trapanese", di origine antica, bisogna:

  • tritare le mandorle nel mixer.

Aggiungere poi ai busiati:

  • il basilico;
  • l'aglio;
  • i pomodorini, privati dei semi e tagliati a pezzetti.

I busiati col pesto alla trapanese verranno condite con il pesto!

Aggiungere ricotta siciliana grattuggiata e pomodorini.

Ingredienti

Gli ingredienti per preparare i busiati col pesto alla trapanese  sono:

  • mandorle;
  • basilico;
  • aglio;
  • pomodorini;
  • pasta;
  • ricotta siciliana grattugiata.

Origini

Il pesto alla trapanese presenta commistioni antiche, fra quello genovese e ingredienti della cucina siciliana:

  • pomodorini e ricotta grattuggiata, ad esempio.

Il condimento dà ai busiati un sapore autentico e genuino, che ricorda tempi antichi e influenze di vari popoli.

Proprietà organolettiche

busiati col pesto alla trapanese sono un piatto gustoso e unico, che ti permetterà di stupire amici e parenti grazie ad ingredienti sani e naturali.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

I cosiddetti "padducculi di carne" sono particolarmente noti in Sicilia nella preparazione gastronomica ed indicano un tipico secondo a base di carne.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i padducculi di carne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Detti anche "padducculi di carne no brudu", rappresentano delle polpettine di carne cucinate nel sugo di pomodoro.

La tipologia di carne da utilizzare è a scelta di chi prepara il piatto e può basarsi unicamente sul gusto personale.

Manzo, pollo o maiale, oppure un macinato di carne mista, riescono a ricreare lo stesso piatto di un tempo conservandone la bontà e la semplicità.

Ci sono tanti modi per indicare questa squisite polpettine, tipo:

  • badduzzi di carne;
  • badduccoli.

In ogni caso si tratta sempre di un secondo piatto, da servire con sugo di pomodoro, dopo averlo cucinato insieme alla carne.

In cucina

Ecco perché non serve molto tempo per cucinare questa ricetta!

Cucinare i padducculi di carne richiede solo di far rosolare le polpette di carne, con la classica forma di una "pallina", in un soffritto fatto di:

  • cipolla;
  • pomodoro;
  • acqua quanto basta per non rendere il piatto asciutto.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei padduccoli di carne sono:

  • macinato di carne mista;
  • pomodoro;
  • olio;
  • cipolla;
  • sale;
  • pepe;
  • acqua q.b.

Tradizioni

La caratteristica di questo prodotto è che i padduccoli di carne si devono cucinare proprio nel sugo e non essere condite con il sugo.

Ogni regione ha le sue ricette tipiche che non ammettono modifiche perché devono rispettare alla lettera le indicazioni originali di un tempo.

Così è anche per i padduccoli di carne, che richiedono pochi e semplici passi, ma devono essere fatti con scrupolosità, senza aggiunte di ingredienti di altro tipo o variazioni sul tipo di preparazione tradizionale.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

Semplice e gustosa , la ricetta tipica della "pasta cà muddica", famosa in Sicilia nella tradizione culinaria del luogo, è un piatto povero che si prepara davvero in poco tempo e con pochi ingredienti.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pasta cà muddica nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Caratteristiche

Preparato nei pranzi di tutti i giorni senza dover quindi aspettare il "giorno di festa", è uno dei più caratteristici elementi di una terra semplice, ma che non rinuncia al gusto.

La pasta cà muddica è un termine dialettale, che indica la:

  • "pasta con la mollica di pane".

Proprio questa rappresenta l'ingrediente base di tutta la ricetta, che aggiunge solo un filo di olio e delle acciughe.

Come gustarlo in tavola assaporando i sapori e la genuinità di un tempo?

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della pasta cà muddica sono:

  • aglio;
  • acciughe;
  • pomodorini;
  • pasta, meglio se bucatini;
  • mollica;
  • pecorino;
  • peperoncino.

Preparazione

Per cominciare la preparazione della pasta cà muddica è necessario:

  • rosolare uno spicchio di aglio nell'olio bollente;
  • aggiungere le acciughe e qualche pomodorino.

Nel frattempo:

  • scolare la pasta al dente;
  • unire il condimento ,la mollica precedentemente tostata e resa più abbrustolita;
  • grattugiare una manciata di pecorino e, se si amano i sapori forti si può aggiungere anche del peperoncino.

Degustazione

Il primo piatto è talmente radicato nella stessa storia della Sicilia, che viene servito anche nei ristoranti come uno dei più prelibati e caratteristici!

Si tratta di un piatto adatto a fare assaggiare un po di "tradizione" anche a chi viene da fuori e rimane affascinato dalla cultura sicula, mediterranea e intrigante.

La sua funzione nel passato era di poter riciclare anche il pane raffermo per portare a tavola un piatto da mangiare, oggi invece fa parte di quei piatti di elite che si propongono ai turisti per offrire loro il meglio della cucina territoriale.

REGIONE: Sicilia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia

Descrizione

Le "sarde a beccaficu" (sarde a beccafico), sono piatto tipico della Sicilia, originario delle province di Palermo, Catania e Messina.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le sarde a beccaficu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).

Preparazione

Il piatto delle sarde a beccaficu viene preparato in due fasi diverse:

  • nella prima fase vanno ripulite ed eviscerate le sarde, eliminando lisce e testa;
  • la seconda fase è quella relativa alla farcitura.

Le sarde a beccaficu vengono arrotolate su questo composto e fissate con uno stuzzicadenti prima di procedere alla cottura in forno.

Ingredienti

Per la preparazione delle sarde a beccaficu sono necessari:

  • sarde;
  • pan grattato;
  • pinoli tritati;
  • aglio tritato;
  • prezzemolo tritato;
  • uva sultanina;
  • sale;
  • pepe;
  • olio evo.

Degustazione

Consumate calde oppure tiepide, le sarde a beccaficu possono essere consumate come:

  • secondo piatto oppure fungere da ricco e nutriente antipasto in occasione di celebrazioni o cerimonie importanti.

Origine

Il nome particolare deriva dai "beccafichi", degli uccelli che venivano ampiamente consumati dalle famiglie nobili siciliane del passato, farciti con le loro stesse interiora.

Si trattava di un piatto molto prelibato, ma considerato di lusso e per questo poco accessibile al popolo.

Proprio per questa ragione le persone comuni inventarono una versione "povera" di questo piatto, dando vita alle sarde a beccafico.

Il pesce era un prodotto assai più accessibile, mentre il pane, i pinoli e pochi altri ingredienti potevano sostituire il ripieno di interiora del piatto "nobile".

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