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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

I "candelaus" o "candelaus prenu", sono una specialità della pasticceria sarda, piccoli dolcetti a base di pasta di mandorle dal profumo di fiori d'arancio, diffusi soprattutto nella zona del Campidano, in provincia di Cagliari.

Cetrificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i candelaus nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini 

Creati in origine per la "Festa della Candelora" e tuttora utilizzati nei buffet dei matrimoni, battesimi e cerimonie religiose, i candelaus fanno parte dei cosiddetti "druccis finis", pasticceria fine, perché richiedono una lunga e complessa preparazione artigianale e sono interamente decorati con ghiaccia reale.

Caratteristiche

Generalmente hanno:

  • la forma di piccoli cestini, ma l'abilità del pasticciere riesce a dare loro anche forma di piccoli animaletti, fiori o scarpette.

Ingredienti

Gli ingredienti necessaro per la preparazione dei candelaus sono:

  • 1 kg di zucchero;
  • 1 bustina di vanillina;
  • 2 limoni non trattati;
  • 1 kg di mandorle sgusciate;
  • 1 bicchiere di essenza di fiori di arancio;
  • 600 ml di acqua.

Preparazione

Se vuoi cimentarti nella preparazione dei candelaus dovrai:

  • per prima cosa realizzare la pasta di mandorle tritando in un macinino 1 kg di mandorle sgusciate (precedentemente tostate);
  • grattuggiate la scorza dei 2 limoni, senza grattuggiare la parte bianca;
  • prendete una casseruola e fate sciogliere lo zucchero con una tazza di acqua, il tutto a fuoco molto basso;
  • portate a ebollizione senza far "caramellare.

Sucessivamente dovete:

  • unire le scorza di limone, la vanillina e l'essenza di fiori di arancio;
  • continuate ad amalgamare il tutto a fiamma bassa e continuate unendo al composto anche le mandorle;
  • passati 2/3 minuti, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.

A questo punto si sarà formato un composto che potrete facilmente "modellare" con le mani e creare forme a piacere come dei fiorellini di zucchero oppure con "l'indoru", ovvero una tipica decorazione sarda che consiste in sottili foglioline dorate

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

La "focaccia di patate", in dialetto locale "cozzila de fumu terra", è un prodotto tipico della panetteria sarda che, tradizionalmente, viene preparato d'autunno e che nasce nella zona della Barbagia, in particolare nella località di Gavoi, facente parte della provincia di Nuoro.

Preparazione

La ricetta originaria della focaccia di patate prevede l'impiego di un impasto ''povero'' che però viene cotto in modo molto curioso.

Infatti, prima di infornarla, la focaccia viene appoggiata in una foglia di verza, che conferisce al prodotto profumo e forma particolari.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per realizzare la focaccia di patate sono:

  • 250 gr di semola;
  • un cucchiaino di lievito disidratato;
  • acqua;
  • un cucchiaino di sale fino;
  • 250 gr di patate;
  • una foglia di verza.

Lavorazione

Per la lavorazione della focaccia di patate si inizia con:

  • la preparazione delle patate, che vengono lessate e poi schiacciate;
  • a questa purea si aggiungono gli altri ingredienti e si amalgama il tutto, con pochi ma vigorosi gesti;
  • l'impasto va poi coperto con un telo (meglio se di lino), e lasciato riposare, al fine di consentirne la lievitazione;
  • completata anche questa fase, si dà forma alla focaccia, semplicemente schiacciandola col palmo della mano sopra alla foglia di verza precedentemente lavata: lo spessore dev'essere di circa 1 cm;
  • è il momento di infornare la focaccia, assieme alla foglia di verza che verrà staccata dalla base solo a metà cottura.

Degustazione

Sfornata la focaccia di patate, la si lascia raffreddare sopra una grata e la si serve assieme a salumi e formaggi locali.

L'abbinamento ideale è con il pecorino sardo, sia dolce che maturo, e un bicchiere di Vermentino o di Cannonau.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "miele" l'emblema stesso della dolcezza, ottimo per moltissime preparazioni, ma perfetto anche per essere il protagonista di raffinate degustazioni e accompagnamenti.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di rosmarino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Pare che l'attività dell'apicoltura fiorì in Sardegna in epoca medievale, soprattutto presso i monasteri della zona, che allevavano le api al loro interno per sfruttarne i derivati dalle api per produrre candele e il miele a uso farmacologico o gastronomico.

Il miele di rosmarino è un prodotto locale genuino e biologico radicato soprattutto nella zona di Montiferru.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la lavorazione del miele di rosmarino sono:

  • fiori di rosmarino;
  • nettare;
  • melata.

Caratteristiche

La particolarità del miele di rosmarino sta:

  • nei metodi con cui viene prodotto.

Le api da cui deriva sono situate in zone dove la vegetazione cresce spontaneamente e la raccolta del miele avviene durante la fioritura della pianta da cui nasce, ossia il rosmarino, attorno ai mesi di Febbraio e Marzo.

Un'altra peculiarità del miele di rosmarino è:

  • l'assenza di contaminazione da parte di pollini di altre piante e di inquinamento di ogni sorta.

A rendere il miele di rosmarino un prodotto piuttosto "pregiato" è il fatto che viene prodotto all'inizio dell'anno, quando le api sono da poco uscite dal letargo.

Quindi la produzione del miele di rosmarino tende ad essere limitata.

Per questo motivo non è tra i tipi di miele più usato, ma è ottimo come accompagnamento di formaggi, soprattutto quelli alle erbe, o con il tè.

Caratteristiche organolettiche

Il miele di rosmarino si presenta:

  • con un colore chevaria dal giallo al bianco;
  • il suo sapore è delicato, con un lievissimo retrogusto di rosmarino ed erbe aromatiche.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca

Descrizione

Ogni regione ha le sue particolarità, i suoi cibi tradizionali e i suoi sapori tipici ed facile tra le ricette del luogo trovare alcune piccole stranezze.

Cetrificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le crogoristasa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Degustazione

In Sardegna si possono gustare le creste di gallo e di gallina.

Coloro che storcono il naso al pensiero possono essere facilmente rassicurati dicendo che le creste di gallo, dette in sardo crogoristasa o crogoristas, altro non sono che un tipo di pasta tradizionale sarda.

Le creste di gallo, o crogoristasa, possono essere mangiati con condimenti vari, ma è particolarmente indicata per accogliere sughi al pomodoro o con carne, grazie alla superficie ruvida e irregolare della sfoglia, che riesce a raccogliere le salse.

Origine

L'origine delle creste di gallo va individuata attorno a Masullas, piccolo comune in provincia di Oristano.

Caratteristiche

Visivamente molto graziose e realizzate con ingredienti semplici, tipici e genuini, le crogoristasa sono realizzate rigorosamente a mano secondo tradizione.

Proprio la manualità e l'originalità estetica di questo tipo di pasta sono i punti di forza di questo prodotto sardo, che lo rendono curioso e bizzarro.

Ingredienti

La base delle crogoristasa è fatta di pochissimi elementi, possibilmente biologici:

  • semola di grano duro,
  • acqua;
  • sale.

Il tutto va impastato, steso, tagliato e piegato in modo da far assumere ai pezzetti di sfoglia la forma delle creste di gallo, utilizzando anche una rotellina per dare vita al bordo crestato.

In alcuni casi si aggiunge all'impasto un pizzico di zafferano per donare un tocco giallo più realistico alla sfoglia.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

Il "pero Brutta e Bona" denominato anche "Bugiarda" è una varietà sarda che si caratterizza per i suoi frutti di piccole dimensioni.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pero brutta e bona nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il frutto del pero Brutta e Bona si presenta con:

  • una buccia spessa;
  • il suo aspetto è ruvido con una diffusa rugginosità;
  • la sua colorazione è giallo verde ed è sfumata da un sovracolore rosso.

Caratteristiche organolettiche

Alla prova assaggio i frutti dell'albero pero brutta e bona risultano:

  • sodi;
  • mediamente succosi;
  • molto aromatici.

La polpa di queste pere è di color bianco crema, la sua sapidità è adatta a diversi impieghi culinari.

I frutti del pero Brutta e Bona maturano nel mese di Agosto e più precisamente tra il giorno 10 e il giorno 20 del mese.

Le piante madri di questo frutto tipico dell'isola dei sardi, sono state rinvenute nella parte umbra e in quella toscana dell'Alta Valle del Tevere.

Un albero molto produttivo, quello del pero Brutta e Bona, con fruttificazione a grappolo e fioritura intermedia.

La sua coltivazione viene messa in pratica più che altro con tecniche tradizionali.

Origini

Questa pera è con molta probabilità quella descritta da Gallesio nel suo trattato Pomona Italiana.

Il frutto del pero Brutta e Bona viene commercializzato fresco ed è idoneo per essere conservato nel lungo periodo.

Allo stato attuale la conservazione dei frutti avviene ancora in magazzini tradizionali.

Il pero Brutta e Bona si coltiva nei frutteti dell'intero agro della provincia di Nuoro ed è conosciuto fin dai tempi antichi.

Il frutto di questa varietà, infatti, viene citato come Brutta e Bona da Manca dell'Arca nel 1780.

Successivamente, nel 1889 viene citato da Cara e nel 1916 da Vacca Concas, mentre nel 1964 è il Cossu a citarlo con il nome di "Bugiarda".

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Tra le innumerevoli varietà di pere esistenti, la deliziosa "Cento doppie" merita senz'altro di essere assaporata almeno una volta nella vita.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la Cento doppie nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

Con tutta probabilità, la Cento doppie venne importata in Sardegna nel diciottesimo secolo e ad oggi è coltivata su tutta l'isola.

In particolar modo, la maggiore produzione della Cento doppie avviene dell'entroterra e i frutti sono destinati alla vendita nei mercati locali.

Caratteristiche

Il pero De Su Duca ha un medio vigore e i suoi frutti maturano nella seconda e terza decade di Dicembre.

Succose, dolci e gradevoli al palato:

  • le pere Cento doppie sono tanto buone quanto genuine e ricche di vitamine e sali minerali.

La polpa bianca e soda e racchiusa da una buccia spessa e dal colore giallo-verde, leggermente striata di rosso rame.

Degustazione

Una volta colte dall'albero, è senz'altro preferibile consumarle fresche, in quanto non hanno una lunga conservazione.

Inoltre, il loro aroma si presta bene alla realizzazione di marmellate e innumerevoli dolci caserecci.

E come non citare anche la tipica merenda di una volta!

Il buonissimo "pani, casu e pira", ovvero, "pane con formaggio pecorino e pere".

Insomma, le idee per portare in tavola le deliziose pere Cento doppie sono innumerevoli e ci si può sbizzarrire con gli abbinamenti.

Conservazione

Se desideri conservare le Cento doppie sottovuoto in dispensa, puoi preparare in casa le pere al "filu 'e ferru", un'acquavite di vinaccia tipica della tradizione sarda.

Potrai così assaporarle durante tutto l'anno e offrirle ai tuoi ospiti nelle grandi occasioni.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

La "cozzula 'e belda" è una specialità gastronomica tipica della Sardegna!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cozzula 'e belda nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di una focaccia nel cui impasto sono presenti i "ciccioli", chiamati anche "cicoli" o "friccioli", ovvero quei gustosissimi pezzettini di carne che si ottengono dal grasso della pancia del maiale.

La cozzula 'e belda è dunque un piatto semplice e rustico, che risale ad una tradizione contadina e a quando, dopo la macellazione del maiale, si conservavano, per utilizzarle in seguito, tutte le sue parti.

Ingredienti

Se vuoi cimentarti nella preparazione della cozzula 'e belda occorre dunque che ti procuri:

  • 500 g di farina 00;
  • 100 g di ciccioli;
  • 1 cubetto di lievito di birra da 25 g (o meglio, se ti è possibile, 70 g di lievito madre);
  • 25 g di strutto morbido (o 1 cucchiaio di olio evo se vuoi rendere la ricetta più leggera);
  • 1 cucchiaino di zucchero;
  • 1 cucchiaino raso di sale fino.

Lavorazione

Per la preparazione della cozzula 'e belda comincia così:

  • sciogliendo il lievito in un recipiente con l'acqua che avrai precedentemente intiepidito;
  • quindi, su una apposita spianatoia realizza una fontana con la farina (realizza un foro centrale nel mucchietto di farina) e al centro versa la soluzione di acqua e lievito;
  • aggiungi anche lo strutto o l'olio, e il cucchiaino di zucchero e comincia ad amalgamare gli ingredienti con le mani, partendo dal centro fino ad incorporarli tutti in un impasto omogeneo;
  • aggiungi quindi il sale e i ciccioli e se necessario, aggiungi altra acqua: l'impasto deve risultare elastico;
  • forma un panetto e lascialo lievitare finché il volume non sarà raddoppiato;
  • a questo punto stendilo con l'aiuto di un mattarello o semplicemente con le mani oleate, su una teglia da forno;
  • aggiungi in superficie un'altra manciata di ciccioli.

Cottura

Cuoci la cozzula 'e belda a forno caldo a 220° per circa 20 minuti, fino a completa doratura!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I sospiri di Ozieri rappresentano al meglio la tradizione dolciaria sarda, gli abitanti della regione vanno molto fieri della loro ricetta a base di pasta di mandorla.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i sospiri di Ozieri nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di dolcetti a base di pasta di mandorla con una dolce glassatura esterna, belli da vedere e buoni da mangiare.

Tradizioni

Le usanze locali vogliono che i sospiri di Ozieri siano preparati in occasione di un matrimonio dalla famiglia della sposa ed offerti a parenti e vicini.

Proprio per questo i sospiri di Ozieri sono anche noti come i "dolcetti della sposa".

Scopriamo ora come realizzare la ricetta originale dei sospiri di ozieri.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per preparare "l'impasto" dei sospiri di Ozieri sono:

Invece, gli ingredienti utilizzati per la "glassa" sono:

  • acqua;
  • zucchero;
  • succo di limone.

Preparazione

Il procedimento per la preparazione della ricetta dei sospiri di Ozieri prevede prima di tutto di:

  • tritare le mandorle, in quantità doppia rispetto allo zucchero;
  • mescolare mandorle tritate, zucchero e buccia di limone grattugiata e poi metterli in un pentolino su fiamma bassa aggiungendo l'essenza di mandorla;
  • far cuocere pochi minuti, il tempo necessario per permettere allo zucchero di sciogliersi;
  • il passaggio successivo consiste nel creare a mano ogni dolcetto. Prendere parte dell'impasto e formare piccole sfere che poi saranno schiacciate per dare ai dolcetti la classica forma ovale;
  • bisogna poi cuocerli in forno per appena 15 minuti ad una temperatura di 180°;
  • la glassa richiede maggiore impegno: partendo da zucchero sciolto ed acqua è necessario creare una sfoglia fondente di zucchero che andrà a ricoprire ogni singolo dolcetto.

Terminata la preparazione, secondo tradizione ogni sospiro è incartato singolarmente ed è così pronto per essere offerto a parenti e amici.

Regione: Sardegna 
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Osilo è un paesino in provincia di Sassari che conta poco più di 3000 abitanti.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane ammodigadu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

In questo meraviglioso borgo situato a quasi 700 mt sul mare, si riscoprono antiche tradizioni e si possono assaporare specialità gastronomiche dal profumo genuino.

Una di queste è il prelibato "pane di Osilo", anche chiamato "pane ammodigau" o "pane tundu".

In Sardegna, la panificazione viene considerata come una vera e propria "arte" da preservare e tramandare di generazione in generazione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pane ammodigau sono:

  • semola di grano duro;
  • lievito;
  • acqua di Osilo;
  • sale.

Procedimenti

Anche se ormai il pane non viene più cotto nel forno a legna, il procedimento e gli ingredienti rimangono gli stessi, mantenendo intatto il sapore e il profumo di una volta.

Il pane ammodigadu deve il suo nome all'usanza di:

  • bagnare l'impasto con dell' acqua spruzzata con le mani durante la lavorazione, per renderlo più soffice ed elastico.

Difatti, il termine "ammodigau" significa appunto "ammorbidito con l'acqua".

D'altra parte, pane tundu si riferisce alla sua particolare forma:

  • gonfia e tondeggiante, frutto di una lunga lievitazione con su "frummentu", il lievito madre naturale.

Degustazione

Il sapore antico della semola di grano duro regala a questo prodotto tipico un "aroma irresistibile" che si sposa perfettamente con tutte le prelibatezze tipiche della gastronomia sarda:

  • pecorino;
  • formaggio di capra;
  • salame;
  • prosciutto;
  • musteba.

Il "pane ammodigau" è ottimo anche:

  • tagliato a fette, abbrustolito nelle braci ardenti e condito con un filo d'olio extravergine d'oliva nuovo di annata.

Queste fragranti bruschette possono accompagnare in inverno delle zuppe di legumi e verdure o di pesce fresco.

Regione: Sardegna 
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Grande vanto per l'agricoltura e la gastronomia della Sardegna, il "melo miali" è una varietà botanica che viene coltivata in tutto il territorio isolano, con una particolare diffusione del sassarese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il melo miali nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I prelibati frutti del melo miali sono poco diffusi nei mercati oltremare, ma ampiamente apprezzati da tutti coloro che hanno avuto modo di assaggiarli.

Le mele miali si contraddistinguono per:

  • una forma leggermente appiattita;
  • una buccia spessa dal colore giallo con striature rosso acceso;
  • la polpa è di un color giallo-crema, piuttosto succosa ed aromatica.

Grazie alla sua dolcezza riesce a conquistare anche i più piccoli e costituisce un sano spuntino da proporre nella stagione invernale.

Difatti, i frutti del melo miali maturano nella terza decade di Dicembre e, per via della loro scarsa conservabilità, è consigliabile consumarli appena colti.

In cucina

Le deliziose mele miali possono essere impiegate in cucina per:

  • la preparazione di innumerevoli dolci tipici e genuine confetture fatte in casa.

Il dessert più conosciuto è senza ombra di dubbio la meravigliosa "torta di mele", una bontà senza tempo che piace a grandi e piccoli.

Se si hanno a disposizione molti frutti freschi, trasformarli in un dolce è l'idea migliore per sorprendere i propri ospiti a fine pasto o durante un pomeriggio spensierato.

Ingredienti

La ricetta tradizionale prevede i seguenti ingredienti, da impastare insieme e cuocere a 180° per 40 minuti:

  • 3 mele miali tagliate a spicchi sottili o a dadini;
  • 300 gr di farina bianca o integrale;
  • 200 gr di zucchero;
  • 3 uova fresche;
  • 70 gr di burro fuso;
  • 200 ml di latte;
  • 1 bustina di lievito.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele

Descrizione

Il "miele di cardo" è una varietà di miele prodotto prevalentemente in Sardegna, in dialetto sardo si chiama "cardu pintu".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di cardo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il miele di cardo si presenta con:

  • un colore dorato molto chiaro;
  • un sapore dolce e intenso ed è molto profumato;
  • l'aroma ricorda due spezie, la noce moscata e la cannella.

La pianta di cardo fiorisce spontanea a fine primavera, quindi la produzione del miele di cardo è più abbondante proprio in questa stagione.

L'allevamento delle api è un'attività molto antica, oggi la produzione del miele rappresenta una vera risorsa per l'isola e il miele di cardo (produzione uniflorale), è diventato un prodotto agro-alimentare della tradizione sarda.

Il miele di cardo della Sardegna è un prodotto biologico di prima qualità, pur trattandosi di un miele di difficile reperibilità, è molto conosciuto ed è anche abbastanza costoso.

Il prodotto artigianale è riconoscibile grazie alle marezzature, piccoli cristalli bianchi in superficie e anche sulle pareti interne del suo contenitore.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione del miele di cardo sono:

  • pianta del cardo;
  • nettare;
  • melata.

Proprietà salutari

Il miele di cardo ha:

  • proprietà digestive;
  • depurative per il fegato;
  • è energetico e stimolante;
  • è ottimo per l'apparato cardiocircolatorio.

Il miele di cardo è considerato:

  • un forte antiossidante;
  • è ricco di vitamine;
  • stimola l'appetito.

Degustazione

Il suo alto potere dolcificante lo rende molto utile in cucina e viene spesso impiegato per rendere ancora più gradevole il sapore della ricotta fresca e di tanti altri formaggi a pasta morbida.

Gli estimatori di questa varietà di miele amano gustarlo spalmato sul pane a colazione e aggiunto al latte o al tè invece dello zucchero raffinato.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Le "caschettas" o "tiliccas" sono dolci tipici di Mamoiada, un paese della Barbagia e le loro origini risalgono al 1600.

Certificazioni

Il Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le caschettas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Le caschettas si preparano per celebrare:

  • i defunti;
  • in occasione delle feste;
  • vengono offerti dallo sposo, nel giorno delle nozze, alla propria consorte come simbolo di buon auspicio.

Caratteristiche

Le caschettas sono composti da una pasta sfoglia molto sottile, che ricorda il velo delle spose, ripiena di:

  • mandorle;
  • miele;
  • sapa il mosto sardo cotto.

Le caschettas, note come "dolci della sposa", sprigionano:

  • un gradevole profumo di mandorla;
  • possono essere realizzate a forma di ellisse;
  • ferro di cavallo;
  • cuore;
  • mezzaluna.

Ingredienti

Gli ingredienti principali sono:

  • farina;
  • uova;
  • acqua;
  • strutto;
  • un pizzico di sale;
  • scorze di arancia;
  • miele e mandorle.

Preparazione

Per cominciare la preparazione delle caschettas, per prima cosa devi preparare:

 

  • una sfoglia unendo la farina, l'uovo, il sale, lo strutto e l'acqua;
  • lavora la pasta perchè diventi liscia ed omogenea;
  • trita finemente le mandorle e passa le scorze in forno per qualche minuto;
  • versa in un pentolino il miele, le mandorle e le bucce di arancia; prosegui la cottura finchè il composto non è cremoso;
  • lascia raffreddare la farcia;
  • nel frattempo, stendi la sfoglia e ritaglia dei rettangoli di pasta e su di essi adagia un bastoncino di ripieno;
  • sigilla, infine, i bordi dei dolcetti e conferisci loro la forma desiderata;
  • preriscalda il forno a 120°C-140°C, disponi le caschettas su una teglia ricoperta di carta da forno e cuoci fino a quando la superficie non è dorata.

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