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Regione: Sardegna 
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Osilo è un paesino in provincia di Sassari che conta poco più di 3000 abitanti.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane ammodigadu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

In questo meraviglioso borgo situato a quasi 700 mt sul mare, si riscoprono antiche tradizioni e si possono assaporare specialità gastronomiche dal profumo genuino.

Una di queste è il prelibato "pane di Osilo", anche chiamato "pane ammodigau" o "pane tundu".

In Sardegna, la panificazione viene considerata come una vera e propria "arte" da preservare e tramandare di generazione in generazione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pane ammodigau sono:

  • semola di grano duro;
  • lievito;
  • acqua di Osilo;
  • sale.

Procedimenti

Anche se ormai il pane non viene più cotto nel forno a legna, il procedimento e gli ingredienti rimangono gli stessi, mantenendo intatto il sapore e il profumo di una volta.

Il pane ammodigadu deve il suo nome all'usanza di:

  • bagnare l'impasto con dell' acqua spruzzata con le mani durante la lavorazione, per renderlo più soffice ed elastico.

Difatti, il termine "ammodigau" significa appunto "ammorbidito con l'acqua".

D'altra parte, pane tundu si riferisce alla sua particolare forma:

  • gonfia e tondeggiante, frutto di una lunga lievitazione con su "frummentu", il lievito madre naturale.

Degustazione

Il sapore antico della semola di grano duro regala a questo prodotto tipico un "aroma irresistibile" che si sposa perfettamente con tutte le prelibatezze tipiche della gastronomia sarda:

  • pecorino;
  • formaggio di capra;
  • salame;
  • prosciutto;
  • musteba.

Il "pane ammodigau" è ottimo anche:

  • tagliato a fette, abbrustolito nelle braci ardenti e condito con un filo d'olio extravergine d'oliva nuovo di annata.

Queste fragranti bruschette possono accompagnare in inverno delle zuppe di legumi e verdure o di pesce fresco.

Regione: Sardegna 
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Grande vanto per l'agricoltura e la gastronomia della Sardegna, il "melo miali" è una varietà botanica che viene coltivata in tutto il territorio isolano, con una particolare diffusione del sassarese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il melo miali nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I prelibati frutti del melo miali sono poco diffusi nei mercati oltremare, ma ampiamente apprezzati da tutti coloro che hanno avuto modo di assaggiarli.

Le mele miali si contraddistinguono per:

  • una forma leggermente appiattita;
  • una buccia spessa dal colore giallo con striature rosso acceso;
  • la polpa è di un color giallo-crema, piuttosto succosa ed aromatica.

Grazie alla sua dolcezza riesce a conquistare anche i più piccoli e costituisce un sano spuntino da proporre nella stagione invernale.

Difatti, i frutti del melo miali maturano nella terza decade di Dicembre e, per via della loro scarsa conservabilità, è consigliabile consumarli appena colti.

In cucina

Le deliziose mele miali possono essere impiegate in cucina per:

  • la preparazione di innumerevoli dolci tipici e genuine confetture fatte in casa.

Il dessert più conosciuto è senza ombra di dubbio la meravigliosa "torta di mele", una bontà senza tempo che piace a grandi e piccoli.

Se si hanno a disposizione molti frutti freschi, trasformarli in un dolce è l'idea migliore per sorprendere i propri ospiti a fine pasto o durante un pomeriggio spensierato.

Ingredienti

La ricetta tradizionale prevede i seguenti ingredienti, da impastare insieme e cuocere a 180° per 40 minuti:

  • 3 mele miali tagliate a spicchi sottili o a dadini;
  • 300 gr di farina bianca o integrale;
  • 200 gr di zucchero;
  • 3 uova fresche;
  • 70 gr di burro fuso;
  • 200 ml di latte;
  • 1 bustina di lievito.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele

Descrizione

Il "miele di cardo" è una varietà di miele prodotto prevalentemente in Sardegna, in dialetto sardo si chiama "cardu pintu".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di cardo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il miele di cardo si presenta con:

  • un colore dorato molto chiaro;
  • un sapore dolce e intenso ed è molto profumato;
  • l'aroma ricorda due spezie, la noce moscata e la cannella.

La pianta di cardo fiorisce spontanea a fine primavera, quindi la produzione del miele di cardo è più abbondante proprio in questa stagione.

L'allevamento delle api è un'attività molto antica, oggi la produzione del miele rappresenta una vera risorsa per l'isola e il miele di cardo (produzione uniflorale), è diventato un prodotto agro-alimentare della tradizione sarda.

Il miele di cardo della Sardegna è un prodotto biologico di prima qualità, pur trattandosi di un miele di difficile reperibilità, è molto conosciuto ed è anche abbastanza costoso.

Il prodotto artigianale è riconoscibile grazie alle marezzature, piccoli cristalli bianchi in superficie e anche sulle pareti interne del suo contenitore.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione del miele di cardo sono:

  • pianta del cardo;
  • nettare;
  • melata.

Proprietà salutari

Il miele di cardo ha:

  • proprietà digestive;
  • depurative per il fegato;
  • è energetico e stimolante;
  • è ottimo per l'apparato cardiocircolatorio.

Il miele di cardo è considerato:

  • un forte antiossidante;
  • è ricco di vitamine;
  • stimola l'appetito.

Degustazione

Il suo alto potere dolcificante lo rende molto utile in cucina e viene spesso impiegato per rendere ancora più gradevole il sapore della ricotta fresca e di tanti altri formaggi a pasta morbida.

Gli estimatori di questa varietà di miele amano gustarlo spalmato sul pane a colazione e aggiunto al latte o al tè invece dello zucchero raffinato.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Le "caschettas" o "tiliccas" sono dolci tipici di Mamoiada, un paese della Barbagia e le loro origini risalgono al 1600.

Certificazioni

Il Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le caschettas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Le caschettas si preparano per celebrare:

  • i defunti;
  • in occasione delle feste;
  • vengono offerti dallo sposo, nel giorno delle nozze, alla propria consorte come simbolo di buon auspicio.

Caratteristiche

Le caschettas sono composti da una pasta sfoglia molto sottile, che ricorda il velo delle spose, ripiena di:

  • mandorle;
  • miele;
  • sapa il mosto sardo cotto.

Le caschettas, note come "dolci della sposa", sprigionano:

  • un gradevole profumo di mandorla;
  • possono essere realizzate a forma di ellisse;
  • ferro di cavallo;
  • cuore;
  • mezzaluna.

Ingredienti

Gli ingredienti principali sono:

  • farina;
  • uova;
  • acqua;
  • strutto;
  • un pizzico di sale;
  • scorze di arancia;
  • miele e mandorle.

Preparazione

Per cominciare la preparazione delle caschettas, per prima cosa devi preparare:

 

  • una sfoglia unendo la farina, l'uovo, il sale, lo strutto e l'acqua;
  • lavora la pasta perchè diventi liscia ed omogenea;
  • trita finemente le mandorle e passa le scorze in forno per qualche minuto;
  • versa in un pentolino il miele, le mandorle e le bucce di arancia; prosegui la cottura finchè il composto non è cremoso;
  • lascia raffreddare la farcia;
  • nel frattempo, stendi la sfoglia e ritaglia dei rettangoli di pasta e su di essi adagia un bastoncino di ripieno;
  • sigilla, infine, i bordi dei dolcetti e conferisci loro la forma desiderata;
  • preriscalda il forno a 120°C-140°C, disponi le caschettas su una teglia ricoperta di carta da forno e cuoci fino a quando la superficie non è dorata.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

Il "peperone", chiamato in dialetto sardo "piberone", è una grossa bacca prodotta da una pianta della famiglia delle Solanacee, del genere Capsicum.

Varietà

Esistono tre varietà di peperone:

  • rosso;
  • giallo;
  • verde.

Quello rosso è:

  • leggermente più piccante, a causa della maggiore concentrazione di capsaicina;
  • quelli verdi e gialli hanno un gusto più delicato e dolciastro.

Sono piante semplici da coltivare, infatti sono molto usate negli orti domestici e nelle coltivazioni in balcone.

Il peperone si semina a Febbraio e viene raccolto tra Maggio e Giugno fino a fine estate.

Se il clima è mite, la raccolta può protrarsi fino a novembre inoltrato.

Qualità nutrizionali

I peperoni, come tutti gli ortaggi, sono alimenti ipocalorici:

  • solo 20/25 calorie ogni 100 g di prodotto.

Contengono:

  • elevatissimi livelli di vitamina C;
  • di betacarotene;
  • una buona percentuale di vitamine del gruppo B.

Inoltre, apportano importanti quantità di:

  • potassio;
  • magnesio;
  • ferro;
  • calcio.

Soprattutto i peperoni rossi, ricchi di anti-ossidanti, sono considerati un alimento "anti-età", perché combattono i radicali liberi.

In cucina

Il peperone è un ortaggio versatile, che si può cucinare in diversi modi:

  • crudo, affettato molto sottilmente, può essere aggiunto alle insalate o consumato condito solo con sale e un filo d'olio;
  • i peperoni si possono cuocere in padella, con un soffritto di cipolla e aglio, per diventare un ottimo e saporito condimento per la pasta;
  • bolliti, con aggiunta di altre verdure, diventano un contorno leggero e gradevole, soprattutto per i secondi di carne;
  • si possono cucinare anche al forno o alla griglia.

Infine, un piatto molto apprezzato, in tutt'Italia, ma soprattutto al Sud, sono i "peperoni ripieni":

  • si svuota il peperone dal suo contenuto, la polpa viene cotta insieme al riso con cui si riempirà nuovamente l'involucri, si passa tutto al forno, avvolto da carta stagnola.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "zucca" è un ortaggio che nasce da una pianta della famiglia delle "Cucurbitacee".

Caratteristiche

La zucca è:

  • una grossa "bacca";
  • di un bel colore arancione;
  • di facile coltivazione;
  • di estrema versatilità in cucina.

La zucca è una cucurbitacea, ovvero:

  • una pianta bassa;
  • cespugliosa;
  • che produce fiori gialli molto carnosi, commestibili.

Raccolto

Infatti, i fiori di zucca in pastella e fritti, sono una specialità sarda e di tutto il Sud Italia in generale.

È un ortaggio autunnale:

  • la raccolta avviene tra Ottobre e Novembre.

La zucca necessita di terreni densi, ricchi e non ha bisogno di molta acqua.

Grazie alla sua facilità di "attecchimento" e "crescita" è una verdura ideale da coltivare nell'orto casalingo, anche da chi non è particolarmente esperto.

Proprietà benefiche

La zucca è un alimento dal sapore dolce, che piace molto ai bambini e viene spesso inserita tra le prime verdure consigliate per lo svezzamento.

Nonostante il suo sapore zuccherino, contiene solo 18 calorie per etto e 3 gr di glucidi.

È ricca di betacarotene, un potente anti-ossidante, in grado di:

  • combattere i radicali liberi;
  • proteggere la pelle e la vista;
  • supportare il sistema immunitario, soprattutto durante i picchi influenzali dell'autunno e del primo inverno.

Inoltre, apporta ottimi quantitativi di vitamina C ed A.

In cucina

La zucca può essere consumata:

  • da sola;
  • bollita;
  • aromatizzata con spezie a piacere;
  • cotta in forno, con l'aggiunta di una noce di burro ed un filo d'olio d'oliva a crudo.

In alternativa, bollita e passata al passaverdura, diventa una "vellutata deliziosa", soprattutto se arricchita con formaggio grattugiato o filante.

Con la zucca si prepara anche un "delizioso risotto".

Molti dessert prevedono la zucca tra i loro ingredienti:

  • la torta di zucca;
  • i biscotti di zucca;
  • i muffins alla zucca sono l'ideale per chi non ama l'eccessiva dolcezza e preferisce un dolce dal sapore più intenso e rustico.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Difficile pensare alla Sardegna senza nominare, tra le moltissime altre meraviglie di questa splendida regione, il "pane carasau", definito anche (seppur con qualche piccola differenza nella forma), "pane 'e fresa".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane carasau nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Il nome alternativo di "pane carasau" deriva semplicemente dal verbo sardo "carasare", ossia "tostare".

Si ritiene che il pane carasau abbia origini antiche ed una connotazione fortemente popolare poiché era cucinato dalle famiglie e consumato dai pastori.

Ingredienti

La base del pane carasau  è composta da ingredienti molto semplici, quali:

  • la farina;
  • il lievito;
  • l'acqua;
  • il sale.

Lavorazione

L'impasto ottenuto viene:

  • lavorato ed allargato, poi ripiegato su se stesso molte volte per ottenere delle sfoglie croccanti e friabili, è da questa operazione, delicata e faticosa, dipende la qualità del prodotto finale;
  • in seguito, l'impasto viene lasciato riposare sotto dei teli di lana e lievitare adeguatamente per molto tempo;
  • poi viene allargato in forme rotonde o quadrate, posto nuovamente a riposare e cotti in forni a legna;
  • all'interno del forno avviene il processo che rende il pane carasau, o pane 'e fresa, così speciale;
  • il calore fa gonfiare l'impasto e lo separa in due strati;
  • una volta estratti dal forno gli strati vengono "fresati", ossia separati;
  • i dischi di pane carasau vengono poi "casarati" tramite una seconda cottura, tostati e resi croccanti.

Degustazione

Il pane carasau rappresenta un ottimo accompagnamento a molte altre preparazioni, sia salate che dolci, ma può anche essere immerso nell'acqua per permettergli di riacquistare morbidezza.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pesce

Descrizione

Il "tonno affumicato" è una specialità sarda, si serve come antipasto, condito solo da qualche goccia di limone, o si utilizza per condire bruschette, pizze o focacce.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il tonno affumicato nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il tonno è un grosso e pregiato pesce tipico del Mar Mediterraneo.

Si presenta:

  • con un corpo ovaloide;
  • può raggiungere i 4 metri di lunghezza;
  • si caratterizza per le due grosse pinne dorsali, robuste e potenti;
  • è un pesce di colore argento, con riflessi blu o verde petrolio.

La razza detta a "pinne gialle" si differenzia dalle altre per la colorazione delle due pinne principali che, al sole, hanno riflessi aurei.

Ingredienti

L'ingrediente fondamentale per la creazione del tonno affumicato è appunto il:

  • tonno.

Valori nutrizionali

Il tonno è un alimento molto salutare e nutriente, adatto anche per chi segue una dieta ipocalorica, perché contiene solo 130 calorie per etto e i suoi grassi fanno parte dei lipidi buoni, cioè composti da Omega3 e Omega6.

Questi ultimi sono acidi che proteggono il sistema cardiovascolare e contrastano la formazione del colesterolo.

In 1 etto di tonno sono presenti:

  • 29 g di proteine;
  • solo 54 mg di sodio;
  • un buon quantitativo di potassio.

Affumicatura

Il processo di affumicatura del tonno è un metodo di semi-cottura molto utilizzato per il pesce.

Consiste:

  • nell'esporre i tranci di tonno al fumo prodotto dalla bruciatura di legno aromatico.

Questo conferisce al tonno una semi-cottura, che lo rende igienico perché uccide eventuali batteri, e gli dona un profumo ed un aroma particolari, che cambia leggermente in base al legname usato.

Curiosità: I legni più adatti per l'affumicatura delle carni

I legni più adatti all'affumicatura sono:

  • la quercia;
  • l'acero;
  • il gelso;
  • la betulla;
  • il noce.

A seconda dei gusti, possono però essere utilizzati tutti i tipi di legname.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

"L’aranzada" è un dolce sardo che viene preparato in genere nel periodo invernale e si compone di pochi e semplici ingredienti come miele, mandorle ed arance.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'aranzada nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La sua preparazione è abbastanza facile e accessibile anche ai principianti, ma richiede una certa pazienza poiché le scorze devono riposare in acqua per più giorni.

La ricetta è originaria della Sardegna centrale, soprattutto del Nuorese, e sembra che sia stata creata nel 1886 dal pasticciere Battista Guiso, il quale riuscì a commercializzare il dolce anche nel resto d’Italia ed in Europa.

Non a caso si tratta di una preparazione molto raffinata ed elegante che oggi viene spesso servita durante banchetti nuziali e battesimi.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione dell'aranzada sono:

  • 100 g di mandorle;
  • 200 g di miele Asfodelo o di Lavanda;
  • 300 g di buccia di arancia biologica.

Ricetta

La ricetta è rimasta sempre la stessa ed ogni fase di lavorazione viene effettuata sempre a mano.

In alcune versioni può variare semplicemente il modo di intagliare le bucce di arancia, come a Dorgali, dove vengono macinate ed impastate col miele per formare dei rombi.

Per prima cosa si deve:

  • togliere la parte bianca delle bucce, affettarla in listarelle e metterle in ammollo per 5 giorni, cambiando l’acqua ogni giorno;
  • successivamente, le bucce vanno passate in padella con il miele e le mandorle per 15-20 minuti;
  • una volta pronte, devono essere messe su un foglio di stagnola, livellate e lasciate a riposare per 4-5 ore;
  • infine, è necessario tagliare delle piccole striscioline che andranno messe in pirottini di carta.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele

Descrizione

Il "miele di corbezzolo", in dialetto sardo "melalidone olione", è un miele speciale sia per il suo gusto che per le sue proprietà. Difficile da trovare, in alcune piccole realtà sarde è ancora prodotto e il risultato è eccezionale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di corbezzolo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la produzione del miele di corbezzolo sono:

  • nettare;
  • melata.

Caratteristiche

Il miele di corbezzolo si presenta così:

  • la consistenza del miele di corbezzolo è cristallina e cremosa;
  • il suo colore è ambrato;
  • il sapore è dolce, ma con un retrogusto amaro.

Nello specifico, assaggiando il miele di corbezzolo sardo è possibile sentire note di:

  • caffè;
  • cacao;
  • rabarbaro.

Per questo suo gusto forte non è amato da tutti, ma chi ne comprende le qualità lo considera il miglior miele in assoluto.

Proprietà salutari

Il miele di corbezzolo ha ottime proprietà per la salute umana, ma c'è un particolare che pone questo miele sardo al di sopra di tutti gli altri.

Ricercatori dell'Università degli Studi di Cagliari hanno a lungo studiato le sue caratteristiche, giungendo a dimostrare che il miele di corbezzolo ha:

  • il tasso di antiossidanti più alto di tutti gli altri mieli prodotti in Italia.

Il miglior modo di consumare il miele di corbezzolo è usarlo crudo e grezzo, senza riscaldarlo o cuocerlo.

Degustazione

Potresti usarlo al posto dello zucchero in tisane di ogni tipo o anche per dare un sapore speciale ad una buona tazze di latte.

Il miele di corbezzolo può essere un ottimo ingrediente dolcificante nei frullati a base di frutta o come sciroppo su pezzi di frutta fresca.

Non dimenticare che il miele di corbezzolo è un ottimo compagno per i formaggi:

  • prova a gustare un pecorino sardo con qualche goccia di miele di corbezzolo e il loro gusto unito ti sorprenderà.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

I "mandagadas" sono un dolce sardo preparato nel periodo di Carnevale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i mandagadas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Non hanno un vero e proprio luogo di origine, ma sono ampiamente diffusi in tutta l’isola.

Si tratta di:

  • piccole trecce di pasta ricoperte con zucchero e miele.

I mandagadas sono molto semplici da preparare in quanto non richiedono ingredienti particolari o lavorazioni complicate.

Ingredienti

Per i mandagadas si avrà bisogno di:

  • 50 gr di zucchero a velo;
  • 200 gr di miele;
  • 1 uovo;
  • 200 gr di farina di semola di grano duro;
  • 50 gr di strutto;
  • sale;
  • olio extravergine d’oliva.

Lavorazione

Per cominciare la preparazione dei mandagadas si deve:

  • setacciare la farina su un piano di lavoro;
  • formare la classica fontana e aggiungere dentro lo strutto a temperatura ambiente l’uovo e un pizzico di sale;
  • amalgamare il tutto con energia fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio;
  • quindi si deve formare una palla e farla riposare nel frigorifero per un’ora e mezza;
  • trascorso questo tempo, riprendere l’impasto e lavorarlo ancora per 5 minuti.

A questo punto si dovranno ricavare delle "palline", le quali vanno sfregate tra le mani per ottenere dei salsicciotti lunghi 15-20 cm e larghi 1 cm.

Ora non resta che piegarli in due, unire le estremità e intrecciarle per creare delle piccole treccine.

Cottura

Dopo aver ripetuto l’operazione per ogni salsicciotto, mettere a riscaldare 3-4 cucchiai di olio in un tegame e friggere i mandagadas fino a che non avranno un bel colore dorato.

Infine, mettere i mandagadas in un’altra padella, farle saltare con il miele e spolverare con dello zucchero a velo quando saranno fredde.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegeteli trasformati

Descrizione

Il "peperoncino" è il frutto piccante della pianta Capsicum, originaria dell'America.

Proprietà benefiche

È un grosso seme, dalla tipica forma ovale ed allungata, di un bel colore rosso acceso che, al suo interno, contiene ulteriori piccoli semi.

Il peperoncino è una spezia estremamente salutare.

Contiene la "capsaicina", una sostanza che stimola il metabolismo ed il flusso sanguigno.

Il peperoncino è considerato un "antibiotico naturale", in grado di:

  • distruggere virus e batteri;
  • disinfettare le mucose, come gola, cavo orale e stomaco;
  • rafforzare le difese immunitarie dell'organismo.

Inoltre, aiuta a fluidificare il sangue, controllando e regolarizzando la pressione sanguigna e proteggendo l'apparato cardiovascolare.

Coltivazioni

La coltivazione del peperoncino è relativamente facile.

Molti coltivano le proprie piantine sul balcone, per avere peperoncini sempre freschi, biologici e sani.

Si semina verso Marzo ed i frutti vengono raccolti tra Agosto e fine Ottobre.

La pianta di peperoncino, per crescere sana e rigogliosa, necessita di un terriccio soffice e stemperato, di molta luce e di essere bagnata a giorni alterni, senza esagerare.

In cucina

Il peperoncino è una spezia piccante, che si può aggiungere praticamente ad ogni piatto, per chi ne ama il gusto forte.

Il peperoncino non si consuma fresco, ma dopo un periodo di essiccazione, che avviene tenendo i semi maturi e raccolti dalla pianta al sole, o appesi in locali caldi e asciutti.

Il peperoncino si può aggiungere ai sughi destinati a condire la pasta, a pezzetti o grattugiato.

È indicato per insaporire piatti di carne, ad esempio arrosti o spezzatini.

Per chi ama il peperoncino fresco, o poco essiccato, l'utilizzo migliore:

  • è strofinarlo sulle fette di pane tostate, che poi saranno condite con olio ed ingredienti a piacere.

Un altro utilizzo del peperoncino a pezzettini è quello di:

  • unirlo ai prodotti messi sott'olio, per conservarli.

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