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Descrizione

"Allium sardoum Moris", ovvero "l'aglio di Sardegna", " azzu" è un frutto della terra di qualità, quello di "tipo sardo", che si caratterizza per la sua particolare colorazione rosa-violacea, per il suo sapore intenso e il suo profumo penetrante e molto aromatico.

Caratteristiche

L'aglio si presenta con le seguenti caratteristiche:

  • la testa ed ogni spicchio sono di piccole dimensioni;
  • il colore dei fiori dell'aglio sardo è bianco-verdastro.

Una pianta, quella di questo prodotto tipico, che ha un'altezza che varia dai 3 agli 8 decimetri, il suo habitat tipico sono i terreni aridi e i pascoli incolti.

Degustazione

Un aglio molto saporito, quello isolano, che si consuma crudo oppure cotto, fresco e secco.

Intero, in polvere, tagliato a fettine e tritato, l'aglio è un ingrediente fondamentale delle molteplici cucine tradizionali dell'isola.

Una delle ricette più semplici realizzate con l'aglio, consiste nello strofinare una fetta di pane con aglio, per poi insaporirla con un goccio d'olio extravergine della Sardegna e una presa di sale.

Origini

Questa elaborazione culinaria è figlia di quella cultura contadina sarda che si perde nella notte dei tempi, e che ha dato vita a numerose pietanze tradizionali dell'isola.

Conservazione

S'azzu de Sardigna (l'aglio di Sardegna), viene raccolto quando i bulbi giungono a maturazione, quindi si conserva con facilità per diversi mesi.

Solamente in seguito a un processo di essiccazione verrà utilizzato in cucina anche nelle stagioni successive.

Ogni parte di questa pianta speciale è ricca di sostanze benefiche, soprattutto di allicina, ragion per cui presenta proprietà curative interessanti.

Regione: Sardegna 
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati 

Descrizione

Il "finocchietto selvatico", in dialetto fenujeddu, è una pianta perenne che cresce nelle campagne soleggiate della Sardegna e viene utilizzata sia come erba aromatica sia come erba medicinale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il finocchietto selvatico nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

Il finocchietto selvatico conosciuto in passato per le sue proprietà benefiche era anche utilizzato dai greci, che con i suoi semi preparava il pane.

Il finocchietto selvatico ha trovato nella cucina tradizionale sarda un particolare impiego e viene utilizzato per arricchire il sapore di semplici minestre e salsiccie o per realizzare ottimi liquori.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della zuppa con finocchietto selvatico sono:

  • formaggio fresco (caciotta o zucchittu);
  • pecorino;
  • spianata o carasau;
  • finocchietto;
  • olio;
  • sale;
  • pepe (q.b).

Preparazione

Per la preparazione inizia a:

  • mettere in una pentola dell'acqua e aggiungi i finocchietti;
  • fai bollire per 10 minuti;
  • scola i fenujeddu e tritali;
  • tieni da parte l'acqua di cottura;
  • prendi la caciotta e tagliala a fette;
  • in una teglia cospargi un po' di pecorino sul fondo e inizia a disporre il carasau, poi la caciotta e il finocchietto;
  • il procedimento è come quello delle lasagne cioè a strati;
  • quindi dovrai procedere alternando pecorino, carasau, fette di caciotta, finocchietto e un po' d'acqua di cottura;
  • continua fino al bordo della teglia e termina aggiungendo la caciotta;
  • prendi l'acqua di cottura dei finocchietti e versala sulla teglia;
  • aiutandoti con una forchetta fai assorbire per bene il brodo sin quando non la vedrai ben inzuppata.

Accendi il forno a 180°, inforna per circa 30 minuti, quando sarà ben dorata la tua zuppa è pronta.

Regione. Sardegna
Tipologia di prodotto: Bevande analcoliche, distillati e liquori
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "liquore cardo selvatico", anche conosciuto come likori de gureu, è un prodotto tradizionale sardo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il liquore cardo selvatico nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Per prodotto tradizionale si intende un prodotto agro-alimentare la cui lavorazione, conservazione e stagionatura sono state consolidate nel tempo e, ad oggi, risultano omogenee su tutto il territorio secondo le regole tradizionali per un periodo non inferiore ai venticinque anni.

Prodotto tradizionale, è un marchio di proprietà della Mipaf regolamentato dal decreto del 18 Luglio 2000 che si trova al di fuori della normativa sulle attestazioni Dop, Igp, Stg.

La produzione del liquore al cardo selvatico avviene precisamente nella zona centro-meridionale della Sardegna e rappresenta per essa il fiore all'occhiello dell'economia domestica.

L'obiettivo è quello di produrre un prodotto genuino e di qualità grazie soprattutto all'utilizzo di materie prime di grande pregio.

Caratteristiche

Il liquore cardo selvatico è quindi:

  • una bevanda alcolica;
  • di colore giallo paglierino;
  • il sapore è piacevolmente amarognolo.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la creazione del liquore cardo selvatico sono:

  • cardi selvatici (gureu);
  • acquavite di vinacce pura.

Preparazione

Solitamente vengono raccolti in primavera (quando sono freschi) e, dopo essere stati ripuliti dalle spine e dalla pellicola esterna, vengono messi in infusione con acquavite per circa trenta giorni.

Il liquore si ottiene filtrando questo estratto che verrà successivamente confezionato in bottiglie trasparenti con un pezzo di cardo in infusione.

La preparazione del liquore avviene tra le mura domestiche e, una volta chiuso ermeticamente, può essere conservato per anni.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori

Descrizione

Lo "zafferano" è tipico del territorio meridionale dell'isola in quanto gode di un clima favorevole per la sua coltivazione.

Certificazioni

 Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito lo zafferano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

 Proprietà organolettiche

Lo zafferano è un prodotto che si differenzia per le sue "caratteristiche organolettiche" e per il "gusto particolare e inconfondibile".

Detto anche zanfaranu o tafferanu, lo zafferano sardo si distingue per:

  • l'aroma particolarmente forte;
  • per i suoi innumerevoli effetti terapeutici.

L'alta percentuale di "crocina" (sostanza chimica), apporta a questa varietà una capacità colorante superiore.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione dello zafferano sono:

  • stigmi essiccati del fiore della pianta dello zafferano (Crocus sativus).

Origini

Per ottenere un prodotto di qualità è necessario eseguire accuratamente le fasi della coltivazione fino alla raccolta finale e alla conservazione del prodotto.

Uno dei segreti tramandati nel tempo è quello dell'umettamento, una pratica che consiste nel:

  • inumidire leggermente gli "stigmi" della pianta con olio d'oliva prima della loro essiccazione.

Nella cucina regionale lo zafferano è la spezia più antica e quella più utilizzata per esaltare il sapore delle pietanze.

Nei mesi estivi in vari comuni della Sardegna si organizzano feste e sagre con degustazione per rendere omaggio a questa spezia così preziosa.

In Sardegna si produce una quantità notevole di zafferano.

Un tempo era considerata una coltura riservata ai nobili e alle famiglie ricche ed era un elemento di prestigio.

Sembra che fosse presente anche negli orti dei monasteri:

  • grazie ai monaci di San Gavino Monreale, un comune a sud della Sardegna, furono rese note le proprietà medicinali della polvere di zafferano che diventò un ottimo rimedio per favorire la digestione e per combattere gli stati d'ansia.

Degustazione

Con lo zafferano di Sardegna si preparano non soltanto infusi ma anche ottimi liquori digestivi.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "Villacidro Murgia bianco" è un liquore tradizionale di Villacidro, un paese del Sud Sardegna, nella provincia di Cagliari.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il Villacidro Murgia bianco nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Questa bevanda è frutto della sapienza e della creatività di "Gennaro Murgia", fondatore dell'omonima distilleria e creatore anche del Villacidro Murgia Giallo.

Anche il Villacidro Bianco è contraddistinto dalla segretezza di gran parte degli ingredienti che lo compongono e solo gli eredi del Dott. Murgia portano avanti la produzione di questo pregiato liquore.

Ingredienti

Gli ingredienti fondamentali per la produzione del Villacidro Murgia bianco sono:

  • anice;
  • finocchietto selvatico.

Il Villacidro Murgia bianco è un liquore semidolce.

L'anice insieme al finocchietto selvatico sono gli unici ad essere stati resi noti!

La ricetta è composta infatti da altri otto ingredienti segreti tra erbe aromatiche e radici lavorate, che conferiscono al liquore un'ampia sfumatura di gusti.

La produzione avviene tramite la lavorazione meccanica di infusi idroalcolici uniti ad un composto di acqua e zucchero semolato.

Caratteristiche

Il Villacidro Murgia bianco è caratterizzato da un colore chiaro, dato principalmente dall'anice.

Il gusto è molto intenso ma viene attenuato dall'aroma dolce delle erbe aromatiche presenti.

La gradazione alcolica è più alta rispetto al Villacidro Murgia giallo e raggiunge i 45 gradi.

Degustazione

Tradizionalmente questo liquore viene consumato come digestivo ma sono diffusi anche altri metodi di utilizzo.

Infatti, viene usato da molti per correggere il caffè, mentre in cucina è utilizzato per la preparazione di alcuni dolci o in sostituzione del finocchietto selvatico in alcuni piatti di carne.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "cordula", espressione del dialetto sardo che letteralmente significa "corda", è un piatto tipico dell'isola la cui preparazione prevede l'utilizzo delle interiora di agnello o capretto che vanno intrecciate a formare una sorta di treccia o corda appunto.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cordula nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

A prima vista la cordula è un piatto che potrebbe essere confuso con la "trattalia", altro piatto tipico sardo.

In realtà ci sono alcune differenze fondamentali tra i due piatti.

Innanzitutto per la cordula vengono utilizzati esclusivamente gli:

  • intestini di agnelli o capretti adulti;
  • mentre per la trattalia si utilizzano quelli di agnelli da latte.

Un'altra importante differenza è data dal fatto che:

  • per la cordula non vengono utilizzati gli altri organi interni come fegato, cuore e polmoni.

Dunque la cordula risulta un piatto più semplice, ma con un sapore comunque intenso e deciso.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della cordula sono:

  • interiora di agnello o di capretto;
  • pancia di agnello o di capretto;
  • stomaco di agnello o di capretto;
  • acqua;
  • limone;
  • nappa;
  • piselli;
  • cipolla;
  • pepe.

Preparazione

La preparazione è la stessa della trattalia, ovvero:

  • si avvolgono attorno ad un spiedo gli intestini dell'animale insieme alla pancia e allo stomaco tagliati a listarelle, precedentemente lasciati a macerare in un composto di acqua e limone;
  • gli intestini con la pancia e lo stomaco vengono a loro volta avvolti da una speciale rete di origine animale detta nappa, che aiuta a mantenere compatta la struttura della treccia;
  • una volta disposta la carne nello spiedo si procede con la cottura;
  • a differenza della trattalia, la cordula può essere cotta, oltre che arrosto, anche in padella insieme a piselli, cipolla e pepe.

Degustazione

La cordula per tradizione viene consumata per la festività pasquali e natalizie ed è ottima se accompagnata da un vino rosso.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "casu axedu" è il nome più diffuso per definire un particolare tipo di formaggio sardo!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casu axedu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Denominazioni

Questo prodotto è diffuso in maniera capillare in tutta l'isola ed è per questo che assume decine di denominazioni diverse a seconda del luogo di produzione:

  • fruhe;
  • frughe;
  • frua;
  • merca;
  • fiscidu;
  • viscidu;
  • ischidu;
  • bischidu;
  • vischidàle;
  • préta;
  • piéta;
  • casàdu;
  • cagiadda;
  • casu agèru;
  • casu e fitta;
  • latte cazàdu;
  • latti callàu.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del casu axedu sono:

  • latte ovino caprino.

Preparazione

Su casu axedu è un formaggio fresco che viene prodotto utilizzando il latte ovino o caprino.

La produzione di questo particolare formaggio avviene durante tutto l'anno, anche se con alcune variazioni nel procedimento di lavorazione dovute al cambiamento di temperatura nelle diverse stagioni.

Il procedimento per realizzare su casu axedu è semplice e veloce.

  • Al latte viene aggiunto il caglio, il quale può essere di vitello, di agnello o di capra, oltre ad un po' di siero appositamente conservato dalle cagliate precedenti;
  • a questo punto si attende la coagulazione del latte e una volta compiuta si lascia indurire il composto per 4-5 ore;
  • non appena la cagliata si sarà indurita si procede al taglio;
  • i pezzi che si ricavano hanno forme irregolari e pesano circa 300 g;
  • concluse queste operazioni, si lascia riposare il tutto per circa 24 ore;
  • al termine della lavorazione su casu axedu si presenta con una consistenza cremosa ma abbastanza compatta.

Degustazione

Dunque è un formaggio ideale per essere spalmato sul pane ad esempio.

Nella tradizione sarda infatti, questo formaggio veniva spalmato sul pistoccu, un pane tipico dell'Isola caratterizzato da una notevole croccantezza che ben si abbina alla cremosità del casu axedu.

Questo formaggio inoltre viene utilizzato anche per accompagnare verdure e altri piatti.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "mustela", nel dialetto sardo "sa musteba", è un salume stagionato tipico della Sardegna e diffuso in tutto il territorio isolano, ma la cui produzione si concentra particolarmente nel territorio del Monte Linas, nel sud-ovest dell'isola.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la mustela nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

La mustela viene realizzata utilizzando:

  • il lombo del suino, il quale viene sottoposto ad un processo di speziatura e successivamente di stagionatura.
  • sale marino;
  • aglio bianco;
  • conservanti.

Le carni utilizzate per la produzione del salume sono esclusivamente locali e certificate.

Preparazione

La preparazione della mustela non è particolarmente elaborata:

  • come prima cosa viene disossato il lombo del maiale a cui viene completamente eliminato il grasso;
  • si passa quindi alla fase della speziatura, in cui la carne viene adagiata su delle teglie e cosparsa di spezie composte da pepe nero e aglio bianco fresco o essiccato;
  • a questo punto si procede alla salatura con il sale marino, processo questo che dura per qualche giorno;
  • terminate queste fasi si procede alla stagionatura, che dura circa un mese e mezzo e avviene in maniera totalmente naturale.

Caratteristiche

La mustela si caratterizza per il suo colore rosso scuro, esteriormente ricoperta da diversi tipi di spezie.

L'odore è intenso, merito della stagionatura, mentre il gusto è dolciastro.

Questo particolare salume è caratterizzato dalla consistenza asciutta della carne, la quale non presenta parti grasse.

Degustazione

Nella tradizione sarda, la musteba era considerato un prodotto molto pregiato e per questo motivo veniva consumato esclusivamente in occasione delle festività.

Tradizionalmente la mustela si consuma in accompagnamento a:

  • pane;
  • formaggi;
  • vino rosso.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

La "testa in cassetta" è una particolare lavorazione di carne suina tipica della Sardegna che ha rappresentato un alimento fondamentale della cucina povera.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la testa in cassetta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

In passato avere un maiale era garanzia di cibo sicuro e abbondante e dell'animale si utilizzava ogni sua parte, anche la testa.

Così nasce la testa in cassetta, un salume che sfrutta le parti meno nobili del maiale, ma non per questo meno nutrienti e saporite (testa, frattaglie).

Ingredienti

Gli ingredienti impegnati nella lavorazione della testa in cassetta sono:

  • frattaglie del maiale (testa, lingua, muscolo, cuore);
  • acqua salata;
  • budello cieco di manzo;
  • sale;
  • pepe;
  • cannella;
  • coriandolo;
  • chiodi di garofano;
  • peperoncino;
  • aglio;
  • noce moscata;
  • pinoli;
  • rhum.

Preparazione

La testa del maiale e le altre frattaglie si tagliano a pezzi grossi, si fanno bollire per qualche ora in acqua leggermente salata e poi si disossano.

  • La carne ricavata si aromatizza con sale, pepe, cannella, coriandolo, chiodi di garofano, un trito di aglio, peperoncino, noce moscata, pinoli e un goccio di rhum;
  • la concia ottenuta va a riempire il budello, rappresentato dallo stomaco del maiale precedentemente pulito e lavato;
  • non resta che chiudere il tutto con uno spago e procedere alla bollitura.

A cottura ultimata si lascia raffreddare e riposare per qualche giorno.

Il prodotto finito assume la forma di un cofanetto e per questo motivo è da sempre denominato "testa in cassetta".

Degustazione

La "testa in cassetta" può essere consumata fredda come salume quando è più stagionato, oppure può essere utilizzata fresca.

In questo caso è ottima per arricchire sughi o condimenti, ma è anche molto saporita se tagliata a fette spesse e cotta al forno.

Con le parti meno pregiate del suino si producono anche altri salumi.

Molto simile alla testa in cassetta è la "soppressata" e la "coppa di testa", due insaccati altrettanto buoni ottenuti da parti di:

  • lingua;
  • testa;
  • grasso;
  • cotenne del maiale.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Conserve
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "sapa di fico d'India", in dialetto "saba de figu murisca", è un prodotto che fa parte della tradizione culinaria sarda.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la sapa di fico d'India nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

La sapa di fico d'India è una bevanda che si ottiene attraverso la cottura della polpa e del succo dei frutti del fico d'India, una pianta particolarmente diffusa in Sardegna.

La sapa di fico d'India ha una tradizione molto antica ed è tipica della cucina povera tradizionale.

Veniva utilizzata principalmente per la preparazione di alcuni "dolci" e spesso usata in sostituzione della "sapa di mosto d'uva".

Ingredienti

Gli ingredienti impiegati per la preparazione della sapa di fico d'India sono:

Preparazione

La preparazione della sapa di fico d'India è abbastanza semplice, sebbene il processo sia un po' lungo.

Innanzitutto occorre:

  • sbucciare e spremere i fichi d'India che poi vanno cotti una prima volta per circa mezz'ora, in modo da separare i semi dalla polpa;
  • questo processo di separazione viene completato colando il liquido attraverso un pezzo di iuta;
  • a questo punto si inizia con la cottura vera e propria, che dura circa 6 ore;
  • durante la cottura la sapa viene aromatizzata con bucce di arancia seccate e con infiorescenze di finocchio selvatico;
  • al termine della cottura il liquido dovrà presentarsi molto denso, quindi si lascia raffreddare e poi si travasa in bottiglie di vetro che devono essere conservate in un luogo buio e fresco.
La sapa di fico d'India si prepara nel periodo di Settembre, quando i frutti sono ben maturi e oltre che per la preparazione di dolci può essere consumata anche come semplice bevanda.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

Il "prosciutto di suino" è una specialità culinaria molto diffusa in Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il prosciutto di suino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il prosciutto di suino si ottiene utilizzando soltanto la migliore carne suina del territorio, il taglio usato è la coscia posteriore del maiale.

Il prosciutto di suino può avere diverse dimensioni:

  • può essere con o senza osso;
  • il suo profumo è molto gradevole;
  • il gusto ha sempre una nota dolce molto piacevole al palato.

Solitamente si presenta con:

  • la superficie speziata, con pepe nero o altre spezie.

Ingredienti

Gli ingredienti fondamentali per la lavorazione del prosciutto di suino sono:

  • carne 100% di suino locale;
  • sale marino;
  • pepe nero.

Degustazione

Il prosciutto di suino, a seconda del tempo di stagionatura, può essere consumato a crudo tagliato a fette più o meno spesse.

Il gusto migliora con il tempo e il grado di dolcezza dipende anche dalla qualità del grasso.

Origine

In Sardegna, la produzione del prosciutto di suino ha origini remote e ancora oggi è uno dei punti di forza della tradizione regionale.

In passato i maiali venivano allevati per uso familiare, nei mesi invernali si procedeva alla macellazione dell'animale le cui carni venivano trattate e conservate sotto forma di prosciutti e insaccati di ogni genere.

Questa abitudine è ancora attuale, specialmente nei comuni sardi del Medio Campidano e nel nuorese.

Secondo l'antica tradizione sarda, un buon prosciutto di suino deve essere preparato con:

  • cosce di maiali di razza autoctona, allevati allo stato brado e macellati quando pesano almeno 100 chili.

Il suo sapore particolarmente gustoso deriva proprio dalla sana alimentazione dei suini, rappresentata essenzialmente da ghiande.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "suinetto da latte", in dialetto "su porceddu", è uno degli alimenti tipici della Sardegna, forse quello che a livello alimentare caratterizza maggiormente l'isola oltre Tirreno.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il suinetto da latte nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il suino sardo, affinché possa essere classificato tale secondo il riconoscimento di prodotto alimentare tradizionale, deve avere delle caratteristiche ben precise.

La prima di queste è che il suino deve essere da latte, ovvero deve avere un'età compresa tra i 30 e 45 giorni.

Un'altra caratteristica importante è data dalla "composizione della carne".

Questa deve presentarsi:

  • soda e compatta;
  • con un buon grado di sapidità;
  • con lo strato di grasso di copertura che deve essere molto consistente, con una colorazione bianca o rosata.

Il peso dell'animale, inclusa la coratella, deve essere compreso tra i 5 e i 9 kg massimo.

Anche l'alimentazione dell'animale è fondamentale perché possa essere considerato suinetto da latte.

Questa infatti, deve basarsi per la maggior parte sul latte materno che può essere integrato con prodotti naturali biologici come erbe, bacche e alimenti simili.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per cucinare il suinetto da latte arrosto, sono:

Degustazione

Per quanto riguarda la preparazione, invece, la tradizione isolana prevede la cottura del porceddu esclusivamente arrosto.

Se il suinetto da latte viene arrostito "intero", sarà necessario tagliargli la colonna vertebrale dall'interno, nel punto in cui questa sarà più "morbida", verrà aggiunto del sale e steso su una teglia con il dorso rivolto verso l'alto.

Sucessivamente il suinetto da latte andrà:

  • ricoperto con della panna acida, del burro fuso e mezzo bicchiere di acqua;
  • dovrete poi infornarlo per circa 1 ora e mezza.

Per ottenere una "crosta dorata", di tanto in tanto bagnate il maialino con il "grasso sciolto".

Per quanto riguarda le "orecchie", ed evitare che queste ultime si brucino, ricopritele con della pastella per circa 30/40 minuti durante la cottura, poi rimuovetela per farle arrostire.

Prima di essere servito, il suino da latte viene ricoperto con foglie di mirto e lasciato riposare per qualche minuto.

Questo procedimento dona alla carne un gusto che riporta alla mente gli aromi della macchia mediterranea.

Il suinetto da latte, come da tradizione, viene consumato durante tutto l'anno in occasione delle festività.

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