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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "trattalia" è un piatto tradizionale tipico della Sardegna diffuso in tutta l'isola e non è altro che la coratella cotta allo spiedo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la trattalia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La versione più diffusa prevede l'utilizzo degli organi interni dell'agnello da latte, ma c'è anche la variante in cui viene utilizzato il capretto da latte.

La trattalia è un piatto che affonda le sue origini nella tradizione agro-pastorale della Sardegna e più precisamente è una preparazione che appartiene alla cucina povera, in cui ogni ingrediente era prezioso e non poteva essere scartato.

Ingredienti

La trattalia allo spiedo è molto semplice da preparare.

Per la sua realizzazione occorrono:

  • polmoni;
  • fegato;
  • cuore;
  • intestini dell'agnello;
  • lardo.

Lavorazione

Pepr preparare la trattalia si dovranno:

  • tagliare a pezzi gli organi dell'animale, eccetto gli intestini, e andranno infilati nello spiedo alternandoli;
  • si procede dunque ad una prima cottura che poi deve essere interrotta per completare lo spiedo;
  • i pezzi di carne infatti vanno avvolti con la nappa, una sorta di rete naturale ricavata dagli ovini;
  • e poi ricoperti con gli intestini intrecciati lungo tutto lo spiedo;
  • completata questa operazione si prosegue con la cottura finché la carne non avrà raggiunto una colorazione dorata.

Proprietà organolettiche

Il sapore offerto da questo piatto è molto intenso e corposo, merito del gusto particolare degli organi interni dell'agnello.

Degustazione

La trattalia tradizionalmente viene consumata durante la cena della vigilia di Natale o comunque nel periodo natalizio.

Il sapore corposo di questo piatto di carne si abbina in maniera perfetta ad un vino rosso tra i tanti prodotti in Sardegna.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

La "salsiccia sarda" è il salume che meglio rappresenta l'arte della cucina tradizionale della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salsiccia sarda nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della salsiccia sarda sono:

Caratteristiche

Detta anche "satizza" o "sartizzu", la salsiccia sarda ha la classica forma a "ferro di cavallo" ed è ottenuta dalla lavorazione della carne di maiale, con attenzione ad usare la stessa quantità di parti grasse e magre.

Per ottenere una salsiccia sarda prima di tutto la carne scelta va tagliata in piccoli pezzi e poi aromatizzata.

La salsiccia sarda così pronta è lasciata stagionare per una decina di giorni.

La tradizione sarda relativa alla produzione di salumi è molto ricca e vanta tanti prodotti di ottima qualità ma la salsiccia sarda occupa i primi posti della classifica della bontà dei salumi sardi.

Si tratta di un prodotto che non manca mai nelle casa e che può essere consumato tranquillamente crudo, quando ben stagionato.

Ancora fresca, la salsiccia sarda può essere grigliata o usata come parte di uno spiedino di carni miste.

Degustazione

La salsiccia sarda può essere usata come ingrediente per la preparazione di saporiti sughi per condire la pasta fresca.

Inoltre, un'ottima idea per servire la salsiccia sarda è preparare un antipasto a base di salumi e formaggi sardi freschi e stagionati, magari con l'aggiunta di olive schiacciate e crostini aromatizzati al rosmarino.

Un buon vino rosso d'accompagnamento e la tua cena sarà di certo un successo.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "coccoi de fracca", o "salsiccia alla fiamma", è un insaccato di carne di maiale o di cinghiale, reperibile sul mercato in formato da 120 cm.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il coccoi de fracca nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Prodotto principalmente dal comune di Villasalto, appartiene alla cultura culinaria tradizionale sarda.

La preparazione viene tramandata da generazione in generazione.

Dal sapore deciso e piccante, dopo la cottura assume una consistenza sorprendentemente cremosa.

Ingredienti

Per la realizzazione vengono impiegati:

  • i polmoni;
  • le interiora;
  • la milza;
  • il fegato ed il sangue dei maiali allevati allo stato semibrado e dei cinghiali;
  • sale marino;
  • pepe nero.

Lavorazione

La lavorazione del coccoi de fracca avviene in questo modo:

  • il sangue viene lavorato energicamente per prevenire la formazione di coaguli e solo successivamente viene aggiunto alle frattaglie ben tritate;

  • l'impasto viene poi condito con sale marino, abbondante pepe nero ed inserito all'interno del budello (o intestino tenue del maiale) precedentemente lavato;

  • la sigillatura avviene mediante annodatura o legatura con dello spago specifico per alimenti;

  • a questo punto, il coccoi de fracca viene lavato e lasciato riposare per poco tempo prima della cottura alla fiamma viva su legno aromatico della macchia mediterranea.

Degustazione

Puoi gustare il coccoi de fracca da solo accompagnandolo a delle fette di pane casereccio.

In alternativa, per un antipasto rustico, proponilo con un mix di formaggi freschi e stagionati, insaccati dolci ed aromatizzati ed olive nere condite.

Per esaltarne il sapore, accostalo ad un bicchiere di vino rosso corposo e ben strutturato.

Il coccoi de fracca è ottimo con un buon Cannonau DOC di Sardegna, aromatizzato ed equilibrato.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "provoletta di latte vaccino sardo" è un formaggio ottenuto dal latte di vacca.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la provoletta di latte vaccino sardo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La provoletta di latte vaccino sardo si presenta come segue:

  • la forma ricorda quella di una pera che termina in cima con una testina tondeggiante, in dialetto sardo viene detta "peretta";
  • il suo peso varia da un minimo di 400 grammi a un massimo di due chili;
  • la pasta è semidura, bianca, morbida e filata, la crosta ha un colore paglierino tenue, è elastica e molto sottile.

Si tratta di un formaggio grasso, leggermente aromatico e molto saporito, che si consuma fresco o appena stagionato.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della provoletta di latte vaccino sardo sono:

  • latte vaccino;
  • fermenti lattici;
  • caglio di vitello;
  • sale.

Preparazione

Dopo la fase di rottura della cagliata, la massa deve riposare per raggiungere la giusta acidità.

Si prosegue poi con la filatura, la formatura manuale e la salatura.

Degustazione

La produzione della provoletta di latte vaccino sardo è iniziata intorno al 1965 e oggi rappresenta uno dei prodotti tipici della regione Sardegna.

È un formaggio da tavola che richiede un vino leggero, quindi con una gradazione alcolica piuttosto bassa.

La cucina tradizionale sarda propone una ricetta eccezionale con la provoletta di latte vaccino sardo, ovvero:

  • "la provoletta di latte vaccino sardo al miele".

Preparazione

Il procedimento per la preparazione della "provoletta di latte vaccino sardo al miele" è semplice:

  • si divide in quattro parti una sfoglia di pane Carasau (altro prodotto tipico dell'isola);
  • si sistemano i pezzi sul piatto da forno leggermente unto;
  • sui pezzi di pane si adagiano fettine sottili di provoletta di latte vaccino sardo e si inforna a 200 gradi per 5/6 minuti, fino a che la provoletta si fonde.

Si trasferiscono le sfoglie su un piatto da portata e si cospargono di miele sciolto a bagnomaria!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Distillati
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

"L'acquavite" è una delle bevande tipiche di questa regione, la cui produzione è diffusa in maniera omogenea su tutto il territorio sardo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'acquavite nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

In dialetto è detta "abba ardente", ovvero "acqua che brucia", per via della sua alta gradazione, oppure "filu 'e ferru" ossia "fil di ferro".

Questa curiosa denominazione è legata alla storia della bevanda e risale a quando veniva prodotta in maniera clandestina.

Infatti, chi si cimentava nella produzione, specialmente pastori e contadini, per evitare di essere scoperti nascondevano sottoterra le bottiglie di acquavite e gli alambicchi per la distillazione.

Questi oggetti venivano legati con del fil di ferro la cui estremità emergeva dal terreno in maniera tale che potessero essere facilmente ritrovati.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dell'acquavite sono:

  • vinacce sarde;
  • aromi naturali;
  • alcol.

Preparazione

L'acquavite viene prodotta attraverso la distillazione di:

  • vinacce sarde selezionate e di altissima qualità, specialmente "vernaccia" e "cannonau", anche se quest'ultima è meno utilizzata.

La bevanda viene completata dall'aggiunta di diversi aromi naturali tipici del territorio sardo in maniera tale da ampliarne le sfumature di gusto.

Tali aromi sono diversi a seconda della zona di produzione.

Caratteristiche

L'acquavite si presenta con:

  • una colorazione trasparente;
  • un aroma intenso tipicamente fruttato e speziato;
  • una gradazione alcolica elevata, tra il 40% e il 45%.

L'invecchiamento nelle botti di rovere poi influisce ulteriormente sul gusto finale del filu 'e ferru.

Degustazione

L'acquavite, oltre ad essere consumata come digestivo a fine pasto è utilizzata anche nella preparazione di alcuni piatti della cucina sarda.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il formaggio di colostro ovino è prodotto in tutto il territorio sardo e rappresenta il fiore all'occhiello della produzione casearia sarda.

Cetificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il formaggio di colostro ovino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Ciò che rende questo formaggio particolarmente pregiato è il latte con cui è preparato, si tratta:

  • primo latte (colostro) prodotto dalla pecora subito dopo aver partorito, oltre che all'inizio della gravidanza;
  • caglio.

Questo latte, dal colore giallino, è molto ricco di sostanze nutritive ed ha un gusto molto piacevole.

Attualmente la produzione del formaggio di colostro ovino si sta allargando a qualche caseificio aziendale per soddisfare le richieste del pubblico, ma la sua produzione maggiore resta confinata nelle fattorie di famiglia.

Date le caratteristiche del colostro, il formaggio rientra nella categoria di formaggi grassi a pasta semidura.

Preparazione

La produzione di questo formaggio inizia riscaldando il latte colostro a 35° che va poi mescolato con il caglio.

La cagliata ottenuta si lascia raffreddare per poi essere pressata all'interno di cilindri bucati (chiamati in dialetto "s’aiscu"), fase che permette l'eliminazione del siero.

Al termine del processo di lavorazione la pezza di formaggio ottenuta avrà uno spessore di circa 20 cm e una forma elicoidale.

Il siero estratto, invece, verrà riutilizzato per la produzione di un'ottima ricotta.

Conservazione

Dopo aver acquistato il formaggio di colostro ovino potrai conservarlo in frigorifero fino ad un massimo di 10 giorni.

Degustazione

Il miglior modo di consumarlo è mangiarlo fresco accompagnato da noci e vino rosso.

L'alternativa è grigliarlo leggermente.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "guanciale sardo" o "grandula", si ottiene dalla guancia del maiale, lavorata artigianalmente secondo le antiche tradizioni locali sarde.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il guanciale nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Presentazione

Il guanciale si presenta con:

  • una parte carnosa (costituita dal muscolo), percorsa da venature magre;
  • da un componente di grasso pregiato ricavato dal collo.

La rifilatura conferisce al guanciale la tipica "forma triangolare".

Preparazione

"L'acconciatura" avviene in modo molto simile a quella del prosciutto.

La carne viene sottoposta a:

  • salatura e pepatura;

utilizzando esclusivamente "sale marino" ed una "miscela di spezie" che conferiscono al guanciale un sapore particolarmente dolce, leggermente pepato, che ricorda i gusti genuini di una volta.

Successivamente, si passa alla "pressatura" ed alla "stagionatura".

Il guanciale viene:

  • appeso e lasciato asciugare "all'aria" oppure al "fumo" per 30 o 60 giorni.

Si può considerare pronto quando assume un aspetto:

  • omogeneo e compatto, con una consistenza più dura della pancetta, dal sapore e dall'odore caratteristici.

Degustazione

Il guanciale arriva sulla tua tavola in fettine sottilissime per mettere in risalto il grasso bianco e la carne rosata.

Il guanciale è ottimo da gustare:

  • da solo;
  • con una fetta di pane casereccio (il Pistoccu secco oppure leggermente inumidito con acqua);
  • assieme ad un mix di salumi e formaggi.

In cucina

Per i suoi particolari profumi il guanciale puoi impiegarlo in cucina nella la preparazione di "sughi" e "piatti tipici locali" come ad esempio:

  • le fave bollite ed i tardi allo spiedo.

Abbinamenti

Il sapore del guanciale ben si sposa con:

  • l'aroma ed i sentori di un ottimo bicchiere di vino rosso corposo e persistente come un Cannonau DOC della Sardegna, caratteristico, caldo ed armonico.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "villacidro Murgia" è un liquore tradizionale della Sardegna la cui produzione però è limitata al solo territorio di Villacidro, un paese del Medio Campidano, nel sud-ovest dell'Isola.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il villacidro Murgia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

L'ideazione di questo liquore si deve al farmacista Gennaro Murgia, colui che brevettò la ricetta nel lontano 1892.

La bevanda viene prodotta in due distinte versioni:

  • il Giallo e il Bianco.

Caratteristiche

Il villacidro Murgia giallo è un liquore semidolce aromatizzato allo zafferano.

Proprio questo particolare ingrediente contribuisce in maniera importante al gusto della bevanda e alla tipica colorazione gialla.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del villacidro Murgia giallo sono:

  • zafferano;
  • finocchio;
  • aromi;
  • alcol.

Tali ingredienti però, non sono mai stati resi noti e infatti la produzione del prezioso liquore è portata avanti dai soli eredi del Dott. Murgia, i quali sono gli unici in grado di poter produrre la bevanda e questo non fa altro che aumentare la particolarità e l'unicità del liquore.

Produzione

La produzione del villacidro Murgia viene portata avanti seguendo la ricetta originale la quale prevede:

  • la miscelazione degli infusi idroalcolici in acqua e zucchero.

Una volta pronta, tale miscela viene fatta riposare per almeno un mese, trascorso il quale il liquore viene filtrato per eliminare eventuali depositi e poi imbottigliato.

La gradazione del villacidro Murgia g iallo è intorno al 40% e oltre che come liquore viene anche utilizzato per la realizzazione di alcuni dolci tipici della Sardegna.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "casu friscu" sardo, sarebbe il formaggio fresco ed è un prodotto caseario tipico di tutta l'isola, molto utilizzato anche in cucina!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casu friscu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Si ottiene dalla lavorazione di:

  • latte ovino, di pecora o di capra, ed è detto fresco perché stagiona appena per una settimana.
  • caglio di vitello;
  • sale.

Caratteristiche

Le forme sono cilindriche e il formaggio, che si ottiene dal'unione del latte pastorizzato con il caglio di vitello liquido, ha colore bianco, è molle e privo di crosta.

Le forme vengono insaporite in salamoia, anche se il formaggio fresco sardo non ha caratteristiche organolettiche rilevanti.

Ricette

Proprio per via del suo sapore piuttosto neutro è un prodotto molto versatile, che si usa per realizzare diverse ricette tipicamente sarde.

Il casu friscu, ad esempio, viene utilizzato per realizzare la farcitura dei ravioli detti culurgiones, che rappresentano tradizionalmente il primo piatto del pranzo di Natale in Sardegna.

Inoltre si usa anche per fare le "formaggelle", dette anche "casadinas" o "pardulas", dei dolcetti tipici della regione Sardegna.

Degustazione

Il casu friscu però è buono anche gustato:

  • da solo;
  • su una fetta di pane abbrustolito, dopo essere stato scaldato sulla griglia o sulla piastra.

Il formaggio fresco è un prodotto di tradizione recente, sicuramente però sono più di 25 anni che viene prodotto sull'isola seguendo lo stesso procedimento con cui si ottiene la caciotta di pecora.

Conservazione

La conservazione è consigliata a 4-6 gradi, se il casu friscu è destinato alla vendita viene avvolto in "carta pergamena".

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

La "carne Sardo-Modicana" si ricava da un bovino detto "bue rosso".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carne Sardo-Modicana nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di un animale allevato in Sardegna allo stato brado ed è il risultato dell'incrocio tra due razze di bovini:

  • la razza Podolica e quella Modicana.

La razza Sardo-Modicana è molto apprezzata sia per la carne, nutriente e gustosa, sia per la qualità del suo latte.

Si riconosce grazie al colore del suo mantello:

  • nei tori è rosso con sfumature scure, nelle vacche invece è chiaro tendente al nocciola.

L'allevamento del "bue rosso" è circoscritto al territorio sardo, attualmente esistono circa quattromila esemplari.

In passato il bovino veniva utilizzato per il lavoro nei campi, perché considerato un animale dotato di una forza fisica superiore.

Oggi è stato molto rivalutato per le riconosciute caratteristiche organolettiche della sua carne.

La bontà della carne Sardo-Modicana è dovuta in gran parte all'allevamento estensivo dei bovini, le mandrie infatti vengono lasciate pascolare liberamente e si nutrono di erba e delle piante tipiche della flora mediterranea.

In provincia di Oristano, nel piccolo comune di Montiferro, è nato un consorzio che riunisce gli allevatori della razza sardo modicana e che si chiama "Il bue rosso".

Degustazione

In Sardegna la carne Sardo-Modicana si mangia preferibilmente:

  • arrostita (petza arrustida), o semplicemente bollita (petza in brou), aromatizzata con varie spezie tra cui finocchietto selvatico, origano e timo.

Trattandosi di una carne molto sapida, gli chef consigliano di non aggiungere sale in cottura!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "sanguinaccio" è un insaccato caratteristico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il sanguinaccio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Detto "sanguineddu" o "sangue’e porcu", è un prodotto antico che appartiene alla tradizione dei pastori locali.

Ingredienti

Preparazione

Ecco la ricetta del sanguinaccio di maiale. Difficilmente potrete realizzarla a meno che non possiate macellare un vostro maiale. La vendita di sangue, di qualsiasi animale, infatti è proibita per legge.

Il sangue di maiale viene raccolto in un recipiente in rame subito dopo la macellazione dell'animale.

Per evitare che il liquido si rapprenda bisogna mescolare molto bene e insaporirlo con gli ingredienti sopra riportati.

Così condito il sangue di maiale deve riposare almeno dieci ore.

Si procede quindi versando il tutto nel budello del maiale, ricavato dallo stomaco o dall'intestino, e si formano tanti salsicciotti lunghi circa 12-15 cm che vanno stretti all'estremità e legati con lo spago.

Si passa poi alla cottura del sanguinaccio insaccato con il sistema della bollitura o arrostito su griglia.

Varianti

Molto diffusa è anche la versione dolce del sanguinaccio, che si ottiene sostituendo il sale il pepe e lo strutto con:

Il sanguinaccio dolce è tipico del carnevale. Ne esistono molte versioni che portano questo nome senza contenere sangue, ma la ricetta del sanguinaccio dolce lo prevede assolutamente. 

Degustazione

Il condimento e gli aromi possono variare a seconda della zona di produzione o del gusto personale.

Quindi, in base agli ingredienti utilizzati, si ottiene un sanguinaccio più o meno salato o più o meno dolce.

Il sanguinaccio, salato o dolce che sia, è molto saporito.

Solitamente il sanguinaccio si mangia tagliato a fette non troppo spesse.

La versione salata si accompagna bene con fette di pane, mentre quella dolce si gusta a fine pasto insieme ad un vino bianco da dessert.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "semicotto di capra", è un formaggio a pasta dura tipico della Sardegna, prodotto con latte di capra, dal gusto singolare e appetitoso.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito semicotto di capra nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

La sua lavorazione ha origini "antichissime" e si tramanda presso i pastori di montagna di generazione in generazione in tutto il territorio regionale, particolarmente nelle "zone centrali".

L'autentico semicotto di capra è ottenuto utilizzando esclusivamente:

  •  latte di capre di razza sarda

Queste capre vengono tenute allo stato brado, libere di pascolare naturalmente negli ambienti della macchia mediterranea e nutrendosi di erbe ed arbusti dei pascoli d'altura.

Lavorazione

Durante la "lavorazione, il latte di capra viene addizionato con:

  • caglio di vitello;
  • caglio di agnello;
  • caglio di capretto.

La cagliata viene poi semicotta a 41-43° e infine la pasta viene posta nelle fuscelle e salata in salamoia.

Presentazione

Il semicotto di capra ha generalmente:

  • una forma cilindrica;
  • mediamente un peso di 2,5 Kg;
  • la pasta è di colore bianco;
  • la crosta liscia, dal colore paglierino che diventa bruno con la stagionatura;
  • la pasta è compatta e ha un sapore dolce e aromatico quando il formaggio è giovane;
  • più corposo e tendente al piccante con il progredire della stagionatura.

Stagionatura

La "stagionatura" può andare dai 60 giorni fino ai 18 mesi.

Degustazione

Il semicotto di capra può essere utilizzato come:

  • formaggio da tavola o da grattugia se stagionato.

Questo gustoso formaggio si presta come ingrediente principale di molte ricette di antipasti, primi e secondi piatti o per accompagnare originali aperitivi.

Grazie al suo gusto "deciso" si abbina bene con:

  • vini corposi e di carattere come il Carignano del Nepente di Oliena.

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