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Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria  

Descrizione

Una passeggiata in Salento e ti renderai conto che il "rustico leccese" è lo spuntino da "Street Food" più diffuso tra i salentini.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il rustico leccese nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Presentazione

il  rustico leccese è caratterizzato da:

  • una delicata e croccante sfoglia;
  • all' interno racchiude un ripieno a base di pomodoro e mozzarella ammorbidito da una buona dose di vellutata besciamella.

Questo è il  rustico leccese, ottimo da gustare per strada e facile da preparare in casa per portare un po' di Puglia nella tua cucina!

Ingredienti

Il primo passo per cucinare in casa il rustico leccese è procurarsi tutti gli ingredienti:

  • pasta sfoglia;
  • passata di pomodoro;
  • besciamella (che avrai preparato precedentemente);
  • mozzarella;
  • sale;
  • olio.

Preparazione

Per la preparazione del rustico leccese dobbiamo:

  • prendere la mozzarella e tagliarla a piccoli cubetti;
  • la passata di pomodoro va condita con sale ed olio;
  • a questo punto non ci resta che ricavare dalla pasta sfoglia stesa, dei cerchi, avendo cura di farli di 2 dimensioni;
  • cerchiamo di orientarci intorno ai 10 ed agli 8 cm, stando attenti a realizzare un numero equivalente di cerchi grandi e piccoli.

Ottenuti i cerchi di impasto, possiamo procedere con la "creazione" dei rustici leccesi, quindi:

  • sovrapponiamo due cerchi grandi e disponiamo al loro centro i tre ingredienti del ripieno, per poi ricoprire con due cerchi di impasto piccoli sovrapposti;
  • chiudiamo correttamente ogni rustico, pizzicando bene insieme le parti superiori con quelle inferiori.

Il fatto di stratificare i cerchi di impasto sarà fondamentale per dare spessore alla sfoglia.

Cottura

Non ti resta che procedere con la cottura:

  • 25 minuti a 200°.

Degustazione

Una volta pronti, mangiali tiepidi!

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria  

Descrizione

Il "pistofatru", nome dialettale pugliese che può essere ricollegato alle parole pesto e farro, è un dolce tipico della Puglia e più precisamente del Salento.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pistofatru nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Le origini di questo dolce sono poco chiare, ma quello che è certo è che la preparazione del pistofatru era praticata già in epoca antichissima, probabilmente nel periodo della dominazione Araba o anche prima.

È per via delle sue origini remote che il pistofatru è considerato il capostipite di tutti i dolci prodotti in Puglia e più in generale nel Sud Italia.

Ingredienti

Questo dolce, simile ad una sorta di polenta, è costituito da:

  • semola di grano duro;
  • dal vincotto;
  • ciliegie;
  • noci.

L'aroma particolarmente intenso è dovuto al processo di cottura che, grazie alla presenza del vincotto, riesce a trasmettere al pistofatru un sapore molto dolce.

Infatti il vincotto, che altro non è che mosto d'uva, veniva utilizzato come "dolcificante", in quanto nella cucina povera non erano presenti ingredienti come zucchero o miele, particolarmente pregiati.

Cottura

La cottura prolungata del vincotto consente agli zuccheri presenti nella sostanza di intensificarsi, aumentando così il potere dolcificante del mosto d'uva.

La cottura della semola di grano duro con il mosto favorisce inoltre la solidificazione del prodotto finale.

Ciò consente di poter tagliare il pistofatru e donargli la caratteristica forma "a losanghe".

La tradizione culinaria pugliese prevede anche alcune varianti del pistofatru, come ad esempio:

  • quella con le ciliegie;
  • quella con le noci.

Degustazione

Il pistofatru è un prodotto ampiamente diffuso e realizzato ancora oggi e viene servito come dessert in ogni occasione.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti vegetali

Descrizione

Il "pisello secco di Vitigliano" è una particolare tipologia di questa pianta che, sin dai tempi antichi, viene coltivata nel territorio della frazione del Comune di Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pisello secco di Vitigliano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Ormai i semi e le tecniche di coltivazione vengono trasmessi da una generazione all’altra nelle famiglie di agricoltori locali, i quali sono riusciti ad assicurarne la sopravvivenza grazie alla loro passione ed all’amore per la terra.

Il prodotto è anche conosciuto come "piseddhu cuciulu", e l'aggettivo si riferisce al fatto che il pisello secco di Vitigliano ha una cottura relativamente semplice, cioè non necessita di lunghi periodi in ammollo.

Questa particolarità sembra essere legata ad alcuni terreni fertili di Vitigliano, che i vecchi contadini definivano "terre duci".

Mietitura

In ogni caso, la pianta arriva a maturare a Giugno inoltrato e la "mietitura" avviene di solito all’alba.

Successivamente è necessario:

  • arrotolare le piante in grandi fasci;
  • prendere questi grandi fasci e riporli al sole facendoli riposare per diverse ore.

Battitura e ventilazione

La fase a seguire è invece quella della "battitura" che serve per far aprire i baccelli e separare i piselli dalla pianta.

Molto importante è, inoltre, il momento del cosiddetto "ventilare", quando grazie al vento si divide ancor di più il legume dalle scaglie.

Asciugatura

Per finire, i piselli vengono passati leggermente in forno ad asciugare e si conservano poi in grandi contenitori di terracotta.

Di solito vengono cotti nelle pignatte con:

  • sale;
  • prezzemolo;
  • pomodoro.

Vengono poi serviti con:

  • un cucchiaio di olio d’oliva a crudo e del pane come accompagnamento.
REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Il "pane di Monte Sant'Angelo" viene prodotto nella città in provincia di Foggia da cui prende il nome.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane di Monte Sant'Angelo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione

Tradizioni

E' un pane spettacolare con la crosta croccante e l'interno morbido e compatto, il connubio perfetto per il "lievitato per eccellenza".

Questo pane tradizionale vuole rispettare e ricordare la cultura contadina del Gargano.

Inizialmente la ricetta antica prevedeva:

  • l'utilizzo di farina bianca per l'impasto.

Purtroppo, però, con il passare degli anni, ci si è resi conto che questo ingrediente provocava al pane una sensibilità maggiore all'umidità ed ai cambiamenti climatici.

Questa "sensibiltà" ai cambiamenti, si faceva sentire soprattutto con la farina di Settembre appena macinata, e poteva creare dei grumi nell' impasto molto duri e pericolosi.

Fu proprio per questo motivo che osì si decise di mescolare la farina bianca e la farina di grano duro trovando la dose perfetta per un pane ancora più buono.

Cottura

Naturalmente, per fornire quella croccantezza e morbidezza che allo stesso tempo fanno contraddistinguere questa tipologia di pane dagli altri in commercio, è necessaria la cottura in un forno particolare, quello creato con una pietra speciale tipica di Monte Sant'Angelo.

Ingredienti

Gli ingredienti fondamentali per la preparazione del pane di Monte Sant'Angelo sono:

  • farina;
  • acqua;
  • sale;
  • lievito.

Lavorazione

Vediamo insieme come procedere alla realizzazione di questo pane gustosissimo:

  • l'impasto viene realizzato a mano e fatto lievitare per 4 ore;
  • trascorso questo tempo, bisogna tagliare dall'intero impasto diverse porzioni che saranno le nostre pagnotte;
  • una volta ricavate le pagnotte, queste saranno poi messe in contenitori di legno per un'ulteriore lievitazione;
  • quando le pagnotte risulteranno raddoppiate bisognerà impastarle nuovamente per conferire la forma tipica o comunque quella desiderata e fare "l'ammaccatura".

Successivamente bisogna adagiarla su un panno di cotone e farle lievitare nuovamente per 2 ore.

Infine bisogna infornarle per 2 ore a 220/250 gradi.

Curiosità

Un trucco, per conferire più morbidezza e una conservazione più duratura puoi inserire nell'impasto delle "patate lesse".

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La storia delle "ostie ripiene" è molto particolare perché nacque per caso!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le ostie ripiene nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Le ostie ripiene sono un inventato dalle Monache Clarisse del convento Chiesa della Santissima Trinità di Monte Sant'Angelo, che avendo fatto cadere sopra un tavolo delle mandorle e del miele hanno cercato di raccogliere il tutto con delle ostie.

Ingredienti

Gli ingredienti per questo dolce sono:

  • ostie;
  • mandorle;
  • zucchero.

Preparazione

Questo dolce è composto da "due ostie ovali" con all' interno mandorle caramellate con miele ed un pizzico di cannella.

Per preparare questo dolce servono quindi ostie, mandorle e zucchero.

Le ostie si possono acquistare in forni o negozi specializzati, oppure si possono preparare in casa in quanto la ricetta non è per niente complicata.

Ingredienti della pasta delle ostie ripiene

Per creare la "pasta" delle ostie ripiene sono necessari solamente:

  • farina;
  • acqua;
  • olio.

Bisogna crearle secondo queste caratteristiche, ovvero:

  • molto sottili;
  • croccanti;
  • forma ovoidale.

Ingredienti della farcitura delle ostie ripiene

Per preparare la "farcitura" delle ostie ripiene, occorrono:

  • mandorle,
  • miele e
  • zucchero.

Preparazione

Riscalda le mandorle in una pentola e poi versarci sopra il miele e lo zucchero.

L'importante sta nel girare almeno per 30 minuti il composto per evitare che si bruci e si attachi al fondo della pentola.

Quando il composto sarà sciolto e di consistenza cremosa, simile ad un caramello, dovrai:

  • togliere la pentola dal fuoco e lasciar riposare il composto;
  • successivamente, sarà necessario passare all' assemblaggio.

Assemblaggio

Come abbiamo accennato sopra, è giunto il momento "dell'assemblaggio" delle ostie ripiene, pertanto:

  • pendi le ostie e disponile sopra un piano liscio;
  • inserisci un cucchiaio di ripieno;
  • sovrapponi un' altra ostia cercando di formare una sorta di panino;
  • una volta composto questo panino, mettici sopra un piano di legno con dei pesi e lascia raffreddare il tutto.

Degustazione

Una volta raffreddate potrai gustare immediatamente il dolce oppure conservarlo in confezioni a chiusura ermetica lontana da fonti di calore.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La "pizza sette sfoglie di Cerignola" è un dolce pugliese della tradizione natalizia, anche se spesso è preparata nel giorno di festa dedicato a Tutti i Santi.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pizza sette sfoglie di Cerignola nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

Il nome dato al dolce, deriva dalla sua composizione a "strati" e pur essendo tipica di Cerignola, è preparata anche in altre zone dove prende nomi diversi.

Nella zona di Orta Nuova, infatti, è chiamata "torta sette panni".

Ingredienti

L'impasto per la sfoglia si prepara solo con:

  • farina;
  • olio;
  • sale;
  • vino.

Se mentre mescoli gli ingredienti ti rendi conto che l'impasto risulta troppo duro, puoi aggiungere un po' d'acqua per ammorbidirlo.

La farcitura di ogni strato è a base di:

  • uvetta;
  • marmellata di ciliegie;
  • mandorle;
  • pinoli;
  • cioccolato.

La preparazione casalinga della pizza sette sfoglie di Cerignola prevede diversi passaggi a cui fare attenzione, ma la difficoltà non è altissima e facilmente potrai stupire i tuoi amici offrendo loro una fetta di questo strabiliante dolce preparato direttamente da te.

Preparazione

Prepara il ripieno mentre lasci riposare l'impasto, quindi dovrai:

  • unire le mandorle ed il cioccolato (entrambi tritati);
  • aggiungi lo zucchero;
  • a parte metti insieme l'uvetta con i pinoli e la marmellata di ciliegie.

A questo punto non resta che formare la torta!

Una volta creato l' impasto della pizza sette sfoglie di Cerignola, devi:

  • ottenere dall'impasto 7 sfoglie molto sottil;
  • devi sovrapponerle farcendo alternativamente gli strati con i due ripieni;
  • una volta creati i 7 strati, spolvera la superficie con zucchero aromatizzato alla cannella.

Cottura

Il dolce richiede solo mezz'ora di cottura a 170°!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

La Puglia è una delle principali regioni di produzione di "uva da tavola", per le caratteristiche territoriali ed ambientali della zona, che agevolano la crescita di questo tipo di vite e di frutta.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'uva da tavola nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Territorio

La Puglia è infatti quasi interamente pianeggiante, bagnata in gran parte da due mari:

  • quello Adriatico;
  • quello Ionio.

Questa regione è caratterizzata da:

  • un clima mediterraneo, caldo ma poco umido;

L'ambiente caldo e soleggiato tipico della Puglia è ideale per la crescita dell'uva da tavola, che rappresenta ben il 60% di tutta la produzione italiana ed esportata massicciamente anche nel resto d'Europa.

Storicità

Sebbene nei secoli siano cambiati sia la conformazione del territorio, che i metodi di coltivazione, si può dire che la produzione dell'uva da tavola sia stata massiccia ed importante già nella preistoria!

Già a quell'epoca, si constatò un incremento rilevante durante il passaggio dei Fenici e la colonizzazione Greco-Romana.

Le aree pugliesi più attive nella coltivazione di uva da tavolasono:

  • la provincia di Bari;
  • la provincia di Taranto, in particolare Grottaglie e Castellaneta.

Varietà

Molte sono le varietà di uva da tavola prodotte in Puglia, ovvero:

  • la bianca;
  • la rossa o nera;
  • con i semi o senza semi;
  • precoce o tardiva.

Prestigio

In Puglia i principali tipi di uva da tavola sono:

  • la varietà Italia (dolce e croccante, con semi);
  • la Red Globe (rossa, con semi);
  • la Vittoria (bianca, dolce e succosa, con semi);
  • la Superior (bianca, dolce e aromatica, senza semi);
  • la Regina (bianca, dolce e aromatica, con semi).

Nonostante siano tutte apprezzate, i dati mostrano la crescita di richiesta di uva senza semi!

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

I "piselli a cecamariti" chiamati anche in dialetto "pisieddhri", "cu li muersi", "muersi" e "pisieddhi", sono un secondo piatto tipico della cucina pugliese, precisamente della località del Salento.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i piselli a cecamariti nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

Quando parliamo di piselli a cecamariti, ci riferiamo ad una minestra di legumi creata con ingredienti semplicissimi e poveri, ovvero:

Il nome curioso deriva dalla tradizione popolare del posto ed allude alla capacità delle casalinghe di "accecare" i mariti con la bontà di questa pietanza.

Un piatto molto gustoso e poco costoso che incantava "accecando" chi lo mangiava, ovvero era talmente buono e sublime che faceva dimenticare qualsiasi cosa a chi lo assaporava.

Rapida da preparare grazie agli avanzi del giorno prima, permetteva alle donne di ritagliarsi del tempo libero senza che i loro uomini lo venissero a sapere.

Ciò significava che le donne avevevano più tempo da impiegare in "trasgressioni", delle quali il marito non sarebbe mai veuto a conoscenza.

Leggenda

Si narra che una massaia, all'epoca era solita passare del tempo con il suo "amante", mentre il marito trascorreva le sue giornate lavorando nei campi.

Consapevolmente tormentata dal rimorso e dai sensi di colpa, dovette trovare un modo per non farsi irrimediabilmente scoprire dal marito.

Per questo, l'idea di un piatto rapidissimo, dall'ottimo sapore e per lo più economico, l'avrebbero indubbiamente salvata.

La massaia cucinava sempre legumi in grandi quantità, al punto di avanzarli.

Un giorno decise di "trasformare" questi avanzi in un piatto "speciale", semplicemente, aggiunse ai piselli avanzati del giorno prima alcuni ingredienti che aveva in casa e da quì la "beffa" iniziò.

Il piatto veloce, ma riciclato era servito!

Il contadino, quindi, pienamente appagato del pranzetto, rimaneva "accecato" dalla infinita bravura della moglie, la quale non riceveva altro che complimenti e lusinghe.

Proprietà nutritive

Il sapore molto dolce e delicato che li contraddistingue, oltre che il loro importante apporto nutrizionale, rendono questi piselli i "protagonisti assoluti" di questo piatto!

Il pisello è:

  • ricco di acqua;
  • povero di glicidi e di lipidi, motivo per il quale lo possiamo definire "ipocalorico".

Inoltre contiene diversi minerali, tra i quali:

  • potassio;
  • magnesio;
  • ferro;
  • calcio.

Ricordiamo anche, che sono una fonte inesauribile di acido folico e di vitamina C.

Essendo i piselli a cecamariti, ricchi di "fibre", sono ottimi per la regolarità intestinale e per questo, rappresentano un ottimo rimedio contro la "stipsi".

Ingredienti

Per preparare i nostri piselli a cecamariti, dobbiamo fornirci dei seguenti ingredienti:

  • piselli secchi;
  • pane di grano duro raffermo;
  • sedano;
  • cipollotto;
  • prezzemolo;
  • pomodorini;
  • cime di rapa;
  • sale;
  • peperoncino;
  • olio extravergine di oliva.

Preparazione

La preparazione inizia il giorno prima mettendo a bagno i piselli secchi per circa 10 ore.

Per la cottura in acqua bollente si consiglia di usare una "pignatta di terracotta", come vorrebbe la tradizione Salentina.

La tradizione Salentina, indica la pignatta di terracotta come il miglior "strumento" per la cottura di questi piselli, ad ogni modo se non ne avete una, potrete tranquillamente utilizzare un classico tegame.

  • A questo punto, lasciamo cuocere i piselli fino ad ottenere la consistenza di una purea;
  • a parte dobbiamo lessare le cime di rapa;
  • infine andremo a friggere dei tocchetti di pane di grano duro finché non diventano croccanti.

Una volta conclusasi la frittura è necessario:

  • prendere i dadini e disporli sul fondo del piatto;
  • distribuire la purea di piselli e le cime di rapa;
  • infine, si va a condire il tutto con un filo di olio extravergine.
REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

Il "pomodoro da serbo giallo", è un ortaggio tipico della Regione Puglia, ed è stato importato dall'America come pianta ornamentale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pomodoro da serbo giallo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

E' di forma tonda, ma ciò che lo rende particolare è il suo "colore", è infatti:

  • rosso all'interno, ma color oro all'esterno.

Viene conservato per lungo periodo grazie alla buccia più spessa rispetto alle altre qualità di pomodoro, la polpa risulta però morbida.

Il sapore del cosiddetto "pummitoru te prendula giallu" è leggermente acido e particolarmente sapido.

Il peso di ogni pomodoro si aggira intorno ai 25-30 grammi.

Coltivazioni

Il pomodoro da serbo giallo viene coltivato nel mese di Marzo, solitamente quando ricorre la festività di San Giuseppe, in un semenzaio a caldo.

Nel mese di Maggio le piccole piante vengono trapiantate nel campo aperto ma ben concimato.

Per evitare che il pomodoro da serbo giallo marcisca al contatto con la terra umida, è buon uso preparare una "pacciamatura di paglia", ovvero:

  • il pomodoro giallo predilige un terreno non irrigato.

Alla raccolta, i pomodori vengono uniti con un filo in ghirlande, dette "nzerte", per poi essere appese nelle tipiche masserie pugliesi.

Il pomodoro si conserva fino all' inverno successivo in questo modo.

Degustazione

Il pomodoro da serbo giallo viene di solito consumato "crudo" sulle friselle, conditi semplicemente con olio extra vergine d'oliva, oppure viene utilizzato per la realizzazione di piatti tipici della tradizione pugliese.

Spesso vengono cucinati fritti o arrostiti.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: DOP

Descrizione

Moltissimi sono i prodotti tradizionali della Puglia, rappresentativi di un territorio dal clima mediterraneo e dalle coltivazioni sane e genuine.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la fava di Carpino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Inoltre essendo uno dei prodotti tradizionali Pugliesi, è stato dotato di certificazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), e particolarmente radicata come dice il nome stesso, nella zona di Carpino, in provincia di Foggia, nel territorio del Gargano, grazie a un clima ideale e a un terreno propizio.

Proprietà nutrizionali

La fava di Carpino è un legume che fin dai tempi antichi viene considerata un alimento base dell'alimentazione mediterranea.

Si tratta di un prodotto dalle ottime proprietà nutrizionali, in quanto contiene:

  • un ridotto valore calorico;
  • un elevato contenuto di proteine;
  • un elevato contenuto di carboidrati;
  • vitamine, sali minerali ed anche vitamine a volontà.

Questo legume trova le sue condizioni ideali proprio nel territorio di Carpino, dal quale ovviamente prende il nome.

Semina e raccolto

La semina di questo legume, avviene nei mesi di Ottobre e Novembre, non necessita di concimazioni.

Il raccolto, invece avviene nei mesi tra Giugno e Luglio!

Quando le piante ingialliscono, nel mese di Giugno, vengono falciati gli steli su cui cresce la fava e vengono uniti in fasci detti "manocchi" e laciati seccare al sole nel campo.

Il mese seguente, ovvero in Luglio, quando i manocchi raggiungono una grado di secchezza elevato, i manocchi vengono ripuliti dalla paglia e sucessivamente si passa alla fase della "pesa".

Procedimenti

Si prendono delle tradizionali forche di legno e si procede con la separazione delle fave dalla paglia.

Al fine di eliminare anche le più piccole particelle di paglia, si prendono le fave, e con delle pale di legno si sollevano gettandole in aria.

Molto tempo fa, questo prodotto, si otteneva facendo essiccare i bacelli al sole e poi per la sgranatura, venivano impegnati dei cavalli che vi passavano sopra.

Presentazione

La fava di Carpino è caratterizzata da:

  • una dimensione media;
  • passa da un colore verde nel momento della raccolta fino a un colore bianco giallastro durante la seccatura;
  • ha una buccia molto sottile e friabile;
  • una polpa dal sapore aromatico ed intenso, che contiene sali minerali ed antiossidanti.

Utilizzo

La fava di Carpino viene cucinata tradizionalmente in modo piuttosto semplice, a fuoco lento, in pentole di terracotta.

Molte sono però le ricette in cui è possibile utilizzare la fava di Carpino ed i condimenti abbinabili, proprio come avviene per gli altri legumi.

Ingredienti

Gli ingredienti che ci servono per la zuppa di fava di Carpino sono semplicissimi, ovvero:

  • fave di Carpino;
  • cipolle;
  • acqua;
  • sale;
  • origano;
  • olio extravergine di oliva.

Ricetta

Questa è la preparazione della zuppa semplice:

  • mettiamo in ammollo le fave secche per circa 12 ore;
  • una volta trascorso questo tempo, scoliamole e mettiamole in una padella a cuocere con un soffritto di cipolle per circa 5-6 minuti;
  • successivamente, aggiungiamo dell' acqua e lasciamo cuocere per altre 2 ore a fuoco lento;
  • la zuppa si condisce con un pizzico di sale, di origano e per finire del buon olio extravergine di oliva.

Questi sono gli ingredienti per le orecchiette con la fava di Carpino per 4 persone.

  • 1 kg di fave di Carpino;
  • 350 gr di orecchiette;
  • 250 gr di ricotta fresca Garganica;
  • 1 cucchiaio di pecorino;
  • prezzemolo fresco;
  • mezza cipolla;
  • sale;
  • pepe nero;
  • olio extravergine di oliva.

Preparazione

La preparazione delle orecchiette è semplice:

  • la sera prima, mettete a bagno le fave di Carpino in acqua fredda;
  • scolatele e mettetele da parte coperte da un canovaccio;
  • in una padella fate rosolare la mezza cipolla, aspettate qualche minuto ed aggiungetevi le fave;
  • prendete un bicchiere di acqua calda ed aggiungetelo alla cottura, aspettate finchè le fave non diventeranno tenere;
  • a fine cottura, potete insaporire con del sale.

In una scodellina a parte, potete creare il vostro "condimento", ovvero:

  • mescolate insieme la ricotta, il pecorino, un pizzico di sale e di pepe nero;
  • continuate a lavorare il composto fino al raggiungimento di una crema liscia;
  • nel frattempo cuocete le orecchiette, colatele e conditele con le fave di Carpino, la ricotta, il prezzemolo ed anche del finocchietto a pezzettini.

Infine potete servire belle bollenti le vostre orecchiette e vedrete che farete un'ottima figura!

Slow Food

La fava di Carpino, considerata un prodotto tradizionale pugliese da tutelare e valorizzare, gode anche del presidio "Slow Food", che protegge i piccoli produttori e gli agricoltori di particolari territori e tende a mettere in risalto i prodotti sani e genuini.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Conserve

Descrizione

La "salicornia sott'olio" è una gustosa preparazione tipica dell'arte conserviera casalinga della Puglia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salicornia sott'olio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

La pianta

Molto diffusa nel territorio del Gargano, la salicornia è una "pianta" famosa per:

  • le sue proprietà nutrizionali;
  • la presenza di vitamine;
  • la presenza di sali minerali.

Tutte queste propietà, fanno di questo magnifico vegetale un alimento veramente prezioso!

La sua forma ricorda quella "dell' asparago" ed è conosciuta anche come "asparago di mare".

Ingredienti

Per preparare la salicornia sott'olio bastano pochi ingredienti come:

  • il sale;
  • l'aceto;
  • l'aglio;
  • il peperoncino;
  • un buon olio extravergine d'oliva;
  • la salicornia fresca di raccolta.

Preparazionde

I procedimenti per preparare la salicornia sott'olio sono i seguenti:

  • si lava accuratamente la salicornia;
  • si elimina la parte legnosa;
  • si taglia la parte carnosa e tenera in pezzi piccol;
  • la si fa bollire pochi minuti in acqua ed aceto.

Conservazione

  • Quando è ben raffreddata si sistema in barattoli di vetro;
  • la si aromatizza con aglio e foglie di prezzemolo fresco;
  • infine la si ricopre fino in superficie con l'olio.

Si può conservare in dispensa per molti mesi e può essere gustata in qualsiasi periodo dell'anno.

Ancora oggi questa antica ricetta è considerata una specialità artigianale, esclusiva della Zona Garganica, ed è molto apprezzata dai buongustai amanti dei prodotti genuini!

Degustazione

La salicornia sott'olio si presta ad essere gustata in diversi modi, ovvero:

  • semplicemente bollita e condita con il sale e l'olio extra-vergine d'oliva locale;
  • come ingrediente nelle zuppe;
  • come base di gustose frittate;
  • come semplice contorno ai secondi di pesce.

Ha un sapore inconfondibile, leggermente amarognolo, ma molto delicato!

E' particolarmente adatta ad essere servita come contorno ai secondi di pesce.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotto da forno

Descrizione

La "piscialetta" è un prodotto da forno pugliese ed è tipico soprattutto delle zone del Salento.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la piscialetta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

Tutti quelli che sono stati qui almeno una volta in vacanza, avranno avuto modo di vederla in bella vista nelle vetrine dei forni e delle rosticcerie.

Si tratta di un panino lievitato e condito con:

  • pomodori;
  • verdure;
  • olive e tanto olio extavergine.

Street food

È particolarmente apprezzato anche come "street-food", ovvero cibo da strada, da mangiare quando si è in giro per la città.

In realtà il nome cambia a seconda delle varie località ed è anche conosciuto come "mpilla", "pizzo" o "puscialetta".

Ingredienti

Gli ingredienti per preparare la piscialetta sono:

  • farina di semola;
  • farina 00;
  • acqua;
  • sale;
  • lievito;
  • zucchine;
  • cipolle;
  • pomodorini;
  • peperoncino;
  • aglio;
  • olive nere.

Preparazionde

Per preparare l’impasto occorrerà mescolare tutti gli ingredienti al fine di ottenere un panetto morbido e soffice da lasciare lievitare per 3-4 ore.

Nel frattempo si devono mettere a "stufare" tutte insieme le verdure:

  • zucchine;
  • cipolle;
  • pomodorini;
  • peperoncino;
  • aglio ed olive nere.

Quando sarà ben lievitato, si deve riprendere l’impasto, versare dentro le verdure appena cotte e mescolare bene il tutto.

A questo punto si possono formare tanti piccoli panini rotondi che andranno poi spostati su una teglia da forno.

Cottura

Le piscialette hanno bisogno di cuocere a 250 °C in forno ventilato per 35 minuti circa, anche se la ricetta tradizionale prevede la cottura in un forno di pietra.

Questa è dunque la versione classica, ma si possono anche preparare delle varianti con altri ortaggi come, ad esempio:

  • peperoni e melanzane;
  • oppure si possono aggiungere delle cime di rapa per dare un gusto ancora più ricco.

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