Seleziona la tua lingua

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria  

Descrizione

I "calzoncelli" pugliesi sono i più antichi dolci natalizi della tradizione pugliese: sono originari della provincia di Foggia, ma con il passare del tempo si sono diffusi in tutta la Regione.

Certificazoni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i calzoncelli nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

In base alla località sono chiamati "Cuscini degli angeli" o "Chusscine de Ge’su’ Ba’mmine", cioè Cuscino di Gesù Bambino.

Il nome dialettale deriva dal fatto che hanno tipicamente una "forma a cuscinetto", ma possono avere anche dimensioni e formati diversi.

Esistono varie versioni dei calzoncelli in base alla zona di produzione, tuttavia si caratterizzano sempre per essere:

  • dolcetti di pasta frolla farciti e fritti in padella.

Presentazione

All'esterno sono:

  • di colore giallo scuro;
  • mentre in genere l'interno è marrone.

Ingredienti

La farcitura tradizionale è a base di:

  • Castagne del Gargano tritate;
  • zucchero;
  • un po' di vino bianco;
  • miele (preferibilmente di fiori di ciliegio);
  • scorza grattugiata o succo d'arancia per aromatizzare.

In altre zone il ripieno è costituito da:

  • un composto di cioccolata fondente;
  • ceci cotti e passati e liquore pugliese.

Altre versioni usano per il ripieno marmellata di uva o di mele cotogne, mentre l'impasto è a base di:

  • mandorle tritate;
  • cacao amaro;
  • cannella.

In genere le varianti di calzoncelli si distinguono soprattutto per il "tipo di farcitura", ma tutte adottano esclusivamente "ingredienti di origine naturale".

Degustazione

Prima di essere serviti li si intinge, una volta freddi, nel vincotto di fichi riscaldato, quindi si spolvera la superficie con:

  • zucchero a velo;
  • cannella.
Regione: Puglia
Tipologia di prodotto:|Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati  

Descrizione

Il "vincotto" è un prodotto tipico pugliese fatto con il mosto fresco cotto e utilizzando solo uve di origine e coltivazione locali, sia rosse che bianche.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il vincotto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Ingredienti

L'ingrediente speciale per la preparazione del vincotto è appunto:

  • il mosto di uva.

Preparazione

La preparazione è molto semplice e prevede:

  • di lasciar riposare per una notte il mosto fresco d'uva;
  • quindi di cuocerlo finché non assume la consistenza di uno sciroppo.

Presentazione

Si caratterizza:

  • per un gusto molto dolce;
  • viene usato per realizzare bibite e dolci.

Proprietà benefiche

Il vincotto è prodotto che esiste fin dai tempi dell'Antica Roma e possiede grandi proprietà antiossidanti e benefiche per la salute.

Di conseguenza è adatto e consigliato anche ai bambini ed agli anziani.

Ne esistono due versioni particolari:

  • una è tipica del Salento e viene chiamata Cuettu, termine dialettale che significa "cotto".
  • invece il vincotto di fichi è a base di fichi cotti ed è impiegato soprattutto nelle zone del Barese.

Si tratta di un prodotto che alcuni non considerano effettivamente vincotto, tuttavia viene impiegato come soluzione alternativa nella preparazione di varie ricette.

Piatti famosi col vincotto

Infatti il vincotto trova ampio uso nella cucina tradizionale pugliese, soprattutto per quanto riguarda i dolci: i piatti più importanti e famosi sono:

  • i mustazzoli;
  • le pittule;
  • i taralli neri;
  • le carteddate.

Diversità

In genere il prodotto viene aggiunto come ingrediente nell'impasto per dargli un sapore più intenso.

Tuttavia molto spesso le ricette prevedono di intingere i dolci nel vincotto una volta cotti.

Alcune preparazioni richiedono invece di ricoprire il dolce con il Cuettu usando un cucchiaio per spargerlo sulla superficie.

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Prodotti della gastronomia|

Descrizione

Un piatto di festa, la "melanzanata di Sant'Oronzo", conosciuta anche con le denominazioni di "meranganata de Santu Ronzu" e di "parmigiana de Santu Ronzu", è una preparazione dell' arte culinaria tradizionale pugliese, che si contraddistingue per il suo gusto unico e inconfondibile.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la melanzanata di Sant'Oronzo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

Una pietanza antica, documentata da numerosi autori di testi gastronomici della cucina tipica salentina.

La melanzanata di Sant’Oronzo è strettamente legata alla vigilia della festa dedicata al patrono di Lecce "Sant’Oronzo", che si svolge il 26 di Agosto.

Da questa figura, infatti, deriva il nome di questa specialità gastronomica pugliese.

La melanzanata di Sant'Oronzo è una prelibatezza immancabile delle tavole tradizionali leccesi che commemorano il Santo.

La medesima ricetta viene però realizzata anche nel resto della provincia.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per preparare la melanzanata di Sant'Oronzo sono i seguenti:

  • melanzane;
  • sale;
  • uova;
  • farina;
  • olio extra vergine di oliva;
  • capperi;
  • pecorino.

Variante

La melanzanata di Sant’Oronzo è una gustosa variante della più famosa "parmigiana di melanzane".

Una ricetta, quella leccese, rivisitata con maestria dalle massaie del luogo.

Il risultato è davvero straordinario!

A fare la differenza sono:

  • i capperi sotto aceto;
  • il pecorino grattugiato.

Due ingredienti speciali dalle sapidità decise!

Ricetta

Prendiamo le nostre melanzane e procediamo come segue:

  • tagliamole a fette e saliamole;
  • successivamente verranno pressate e messe a sgocciolare;
  • quindi verranno passate in una pastella realizzata con uovo e farina.

Dopodiché verranno fritte con un prodotto d'eccezione, ovvero:

  • "l'olio extra vergine d'oliva pugliese".

Una volta dorate, strato dopo strato, verranno variamente condite ed infine infornate, dando vita a un tortino dal profumo penetrante e dal sapore goloso.

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria |

Certificazioni

Un dolce tipico del periodo carnevalesco-pasquale, la "mandorla riccia di Francavilla Fontana" altresì denominata "cunfietti rizzi" o "mennuli rizze", è una specialità tradizionale del paese di Francavilla Fontana.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la mandorla riccia di Francavilla Fontana nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Igredienti 

La mandorla riccia di Francavilla Fontana è un dolce realizzato con ingredienti semplici, profondamente legato alla realtà contadina pugliese, che da tempi immemori coltiva con successo diverse varietà di mandorlo.

La mandorla riccia, denominata anche "confetto riccio", è una leccornia locale dal sapore intenso ed avvolgente.

Questa specialità dall'aspetto leggermente rugoso è un dolce povero, realizzato con ingredienti semplici:

  • mandorle;
  • aromi naturali;
  • zucchero;
  • acqua.

Tradizioni

Oggi prodotta anche a "livello industriale", la mandorla riccia di Francavilla Fontana, viene altresì realizzata artigianalmente secondo un'antica tecnica tramandata di generazione in generazione.

Un metodo di lavorazione rimasto immutato da più di un secolo, quando nel lontano 1912 la mandorla riccia di Francavilla Fontana conquistò l'oro alla famosa "Fiera dei Sapori parigina".

Queste piccole leccornie sono acquistabili nelle numerose bancarelle presenti nel centro storico di Francavilla Fontana.

Un dolce straordinario intriso di cultura popolare, la mandorla riccia di Francavilla Fontana, infatti, il penultimo giovedì che precede le Ceneri viene acquistata dalle donne dentro un cartoccio arrotolato, queste in segno d'affetto lo porteranno in dono ai loro:

  • fidanzati;
  • mariti;
  • figli.

Dopodiché, il giovedì prima delle Ceneri, gli uomini contraccambiando il l'affetto porteranno loro in omaggio questi deliziosi confetti ricci.

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria |

Descrizione

La "cazzateddhra di Surbo" è un panetto pugliese tipico della provincia di Lecce.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cazzateddhra di Surbo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

La sua forma, visibilmente schiacciata, ricorda il pane arabo, è sicuramente una ricetta molto antica che in passato non mancava mai sulle tavole delle famiglie più povere.

Ogni anno durante la stagione estiva, il "comune di Surbo" organizza feste e sagre dedicate proprio a questa loro specialità da forno.

Ingredienti

La cazzateddhra di Surbo è un prodotto semplice, ma molto buono e si prepara con:

  • acqua;
  • farina;
  • lievito.

Preparazione

Il panetto viene cotto nel forno a legna, è di una morbidezza unica ed è buono da mangiare:

  • da solo;
  • agliato;
  • farcito.

Lavorazione

Si impasta:

  • acqua e farina;
  • si aggiunge il lievito;
  • si formano tanti panetti di circa 8-10 centimetri di diametro.

Si coprono con un telo, si fanno lievitare un paio d' ore e si infornano.

Cottura

La cottura è breve, sono sufficienti pochi minuti per ottenere cazzateddhre soffici e pronte da gustare.

Solitamente la cazzateddhra di Surbo pesa tra i 150 e i 200 grammi, non è mollicosa e può contenere una discreta quantità di ripieno, a scelta a seconda del gusto.

La versione più tradizionale è la "cazzateddhra farcita" con:

  • pomodorini rossi o gialli;
  • sale;
  • olio di frantoio;
  • origano.

Nelle zone di Lecce non c'è forno che non prepari tutti i giorni questi caratteristici panetti.

Gli amanti dei prodotti da forno consumano regolarmente le cazzateddhra di Surbo in qualsiasi momento della giornata.

Degustazione

A Surbo, ma anche negli altri comuni vicini, si usa fare merenda con qualcosa di salato, quindi si preferisce la cazzateddhra di Surbo ad una fetta di crostata o di dolce!

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria |

Descrizione

Il "buccunottu gallipolino" è un caratteristico dolce pugliese nato nella splendida cittadina di Gallipoli.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il buccunottu gallipolino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

La storia di questo dolce è molto antica, sembra che risalga addirittura all'Ottocento e che sia opera di un noto pasticciere del centro storico del comune leccese.

Si tratta di un dolce di pasta frolla farcito con una delicata "crema pasticcera".

Ingredienti

Si prepara una "pasta frolla" con:

  • farina;
  • uova;
  • zucchero;
  • burro.

Gli ingredienti per la "crema pasticcera" del buccunottu gallipolino sono:

Per la crema pasticcera si usa:

  • il latte caldo;
  • lo zucchero;
  • la farina;
  • le uova;
  • la vaniglia.

Lavorazione

Una volta creato l'impasto con gli ingredienti che via abbiamo appena elencato, si fa riposare il tutto per un giorno intero.

Si prende una pentola e si lascia cuocere il tutto su fiamma bassa fino ad ottenere la crema della giusta consistenza.

Assemblamento

Con la pasta frolla si fanno dei bastoncini che vanno a riempire piccoli stampi di forma ovale ed al centro si inserisce la crema pasticcera.

Si ricopre il tutto con altra pasta sfoglia e si rifinisce bene il contorno per evitare che il ripieno fuoriesca in cottura.

Cottura

Il buccunottu gallipolino va cotto in forno ad una temperatura piuttosto alta, devono cuocere in modo omogeneo ed assumere la classica colorazione dorata.

Per finire si cospargono di "zucchero a velo".

La produzione del buccunottu gallipolino riscosse da subito un grande successo e la ricetta originale è stata tramandata e resa nota negli anni.

Alcune pasticcerie pugliesi offrono una versione diversa del buccunottu gallipolino, ciò che cambia è il ripieno che non è quello tradizionale a base di crema pasticcera, ma è preparato con:

  • amarene;
  • mandorle di qualità.
REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta marzotica leccese" è una specialità dell' arte casearia pugliese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta marzotica leccese nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

Viene prodotta principalmente nel Salento, in particolare nella provincia di Lecce.

Il suo sapore, aromatico e molto intenso, ha conquistato i palati più fini ed è uno dei prodotti tradizionali più importanti della regione.

Questa ricotta è detta "marzotica" perché la produzione comincia ai primi di Marzo e continua per tutti i mesi primaverili.

Ingredienti

La ricotta marzotica leccese si prepara con:

  • il latte di pecora o con il latte di vacca.

Preparazione

  • La cagliata viene formata e pressata direttamente in piccole fustelle vegetali;
  • le forme vengono passate nel sale e dopo due settimane vengono avvolte in foglie fresche di graminacee;
  • la ricotta finita ha una consistenza più o meno morbida, a seconda della stagionatura.

La parte esterna è rugosa, ma molto tenera.

La bontà del prodotto deriva dall'ottima qualità del latte, proveniente da animali alimentati al pascolo.

Si tratta di un formaggio buono da gustare sia fresco che stagionato ed è un' ottima base per preparare ripieni e condimenti.

Ingredienti

Nella ricetta della "pasta alla crudaiola" gli ingredienti sono:

  • la ricotta marzotica leccese;
  • basilico;
  • pomodori rossi tagliati a tocchetti;
  • all'olio extra-vergine d'oliva.

Degustazione

In Puglia, nel periodo pasquale, la ricotta marzotica leccese si mangia insieme:

  • alle fave;

come vuole la tradizione ed è spesso utilizzata per preparare dolci tipici come la torta di ricotta.

Quando è stagionata si consuma prevalentemente:

  • grattugiata sui piatti di pasta al sugo rendendoli ancora più appetibili.
Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Le "zucchine secche al sole" sono specialità tipiche della gastronomia pugliese, che da sempre converte i prodotti dell'orto in "capolavori culinari".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le zucchine secche al sole nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Presentazione

Tali vegetali, cedevoli al palato e gentili nel sapore, vengono raccolti a Luglio, adagiati su graticci ed esposti alla calura estiva.

L'essiccazione naturale mantiene intatte le proprietà nutritive del prodotto, che una volta reidratato mostra un'insolita carnosità.

Possono presentarsi:

  • a rondelle;
  • a riccioli;
  • a fette ellittiche;

tutte dolci, polpose e versatili in cucina.

Degustazione

Ricavare una pietanza raffinata, a partire da queste perle di bontà, è estremamente semplice, giacché potrai rosolarle, sbollentarle e farcirle senza mai comprometterne il turgore.

Per ottenere un prelibato contorno ti basterà scottarle e ricoprirle di olio evo.

Per ricavarne un "sontuoso secondo" sarà sufficiente farcirle con:

  • scamorza;

e cuocerle in forno.

Finger Food

Se invece vorrai realizzare dei simpatici stuzzichini "Finger Food", potrai:

  • arrotolarle ad uno stick di mozzarella e prosciutto crudo.

Le portate realizzabili con questi ortaggi, dalla testure seducente e dal profumo inebriante, trasformeranno i tuoi pranzi, le tue cene e i tuoi brunch in esperienze di sicuro successo.

Abbinamenti

La loro particolare "compattezza", inoltre, incontra i gusti dei più piccoli, che ne diventano irrimediabilmente ghiotti.

Abbinale al:

  • pane di Altamura tostato;
  • tuffale all'interno delle insalate autunnali;
  • aggiungile ai tuoi risotti preferiti;
  • sposale alle mousse salate.

Indipendentemente dal tipo di ricetta, il risultato finale sarà soddisfacente e professionale!

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

"L'oliva da mensa pugliese", anche conosciuta come "mele di Bitetto" o "ualie dolc" in dialetto, è una tipologia abbastanza dolce di olive che nasce di un colore verde vivo per poi scurirsi con la maturazione fino a divenire nera.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'oliva da mensa pugliese nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Produzione

La zona di produzione dell'oliva da mensa pugliese è quella intorno a Bari, in particolare i comuni di:

  • Bitetto;
  • Modugno;
  • Bitonto;
  • Bitritto e Binetto.

La bontà di questa specie di oliva pugliese era nota già in tempi antichi, tanto è vero che se ne parla in documenti curiali datati 1186 e dal contenuto che fa chiaro riferimento a terreni su cui crescevano rigogliosi alberi da olive da mensa.

Lavorazione

La lavorazione dell'oliva da mensa pugliese richiede tempi abbastanza veloci dopo la raccolta.

Due giorni è il tempo massimo che le olive mature e raccolte possono aspettare prima di essere messe in salamoia.

Iniziata la preparazione si procede invece con una certa lentezza e si distinguono due fasi.

Procedimenti

In un primo momento l'oliva da mensa pugliese viene:

  • resa meno amara dalla fase in cui viene tenuta in salamoia, che dura circa un mese, periodo in cui subisce una "fermentazione aerobica".

La fase successiva prevede:

  • di mettere l'oliva da mensa pugliese in recipienti chiusi per una seconda fermentazione anaerobica, grazie alla quale la "deamarizzazione" giunge al termine.

Conservazioni

Al termine del processo, l'oliva da mensa pugliese può essere conservata in vari modi:

  • sia intera che snocciolata.

Talvolta si procede con un condimento precedente alla conservazione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione dell'oliva da mensa pugliese sono:

  • olive pugliesi;
  • sale;
  • aceto;
  • olio;
  • spezie;
  • erbe.
Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Le "zucchine sott'olio alla pugliese" sono un prodotto locale regionale molto apprezzato, che fa parte dell'antica tradizione della cucina povera.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le zucchine sott'olio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

Rappresentano un condimento versatile ed adatto a molteplici occasioni.

Ideali per condire le "frise", le caratteristiche "ciambelle biscottate" da inumidire con l'acqua ed impreziosire con:

  • ortaggi;
  • olio evo;
  • peperoncino;
  • erbe aromatiche.

Utilizzi

Le zucchine sott'olio alla pugliese sono un ottimo condimento per:

  • la pasta;
  • preparare un saporito contorno di carne;
  • si possono gustare in purezza, su un crostone di pane;
  • infine come accompagnamento ad aperitivi e antipasti.

Ingredienti

Le zucchine sott'olio vengono realizzate con i seguenti ingredienti:

  • zucchine fresche;
  • olio extra vergine;
  • aceto;
  • aglio;
  • peperoncino piccante;
  • sale;
  • zucchero;
  • origano.

Caratteristiche

L'elemento che fa la differenza, oltre alla genuinità della zucchina fresca, è "l'olio extra vergine di oliva", ottenuto dai frutti pregiati degli uliveti Pugliesi.

Per realizzare questa preparazione bisogna:

  • prima di tutto lavare con attenzione le zucchine sotto l'acqua corrente, in modo da eliminare ogni germe, residuo di terra o impurità;
  • si procede a togliere la buccia;
  • poi si tagliano gli ortaggi a rondelle, dello spessore di 1 cm.

La cottura

  • Le zucchine così mondate, andranno tuffate nell'aceto bollente;
  • fatte cuocere per 5 minuti;
  • scolate ed asciugate delicatamente.

L'aceto serve a mantenere intatti sia la consistenza che il sapore della zucchina.

Conservazione

Si preparano quindi i vasetti, precedentemente fatti bollire e sterilizzati.

Si adagiano le zucchine e si annaffiano con "olio extravergine di oliva e vino rosso", alternando diversi strati.

Alle zucchine sott'olio alla pugliese, si aggiungono anche:

  • degli spicchi di aglio;
  • qualche peperoncino piccante;
  • sale grosso;
  • zucchero;
  • origano.
Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

I "peperoni secchi al sole" sono un altro dei tanti prodotti della ricchissima tradizione culinaria pugliese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i peperoni secchi al sole nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Varietà

Si utilizzano i peperoni delle seguenti varietà:

  • varietà gialla,
  • varietà rossa:
  • varietà verde.

Sono caratterizzati da una forma più allungata e dal sapore lievemente acidulo, coltivati nelle aziende locali agricole.

Raccolto

Gli ortaggi freschi vengono:

  • raccolti in estate;
  • lavati;
  • tagliati a mano lungo la linea longitudinale.

Essiccazione

Successivamente vengono salati e lasciati ad "essiccare sotto al sole", sui particolari "graticci".

Ogni notte questi supporti sono raccolti e portati all' interno di ambienti freschi ed asciutti, in modo che i peperoni non assorbano umidità.

La "fase di essiccazione" si protrae per alcuni giorni, in modo che ogni ortaggio perda almeno il 70% della sua acqua.

A questo punto ogni peperone riceve un bagno leggero in aceto di vino e poi viene asciugato con delicatezza.

Conservazione

I peperoni essiccati al sole sono pronti per essere conservati così, ovvero:


La Puglia ed il Salento hanno dedicato molteplici ricette a questi prodotti tipicamente mediterranei, come una particolare "insalata", della cucina povera, fatta con:

  • peperoni secchi;
  • patate bollite;
  • erbe aromatiche.

Sono ottimi anche in purezza, conditi con un goccio di olio extravergine d' oliva!

Degustazione

I peperoni secchi al sole sono ottimi per accompagnare:

  • aperitivi;
  • antipasti,
  • come contorno alla carne;
  • oppure come condimento per paste saporite.
Regione: Puglia
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, biscotteria, pasticceria e confetteria  

Descrizione

I "taralli" sono tipici prodotti da forno pugliesi che si trovano in numerose varianti che si differenziano in base alla zona di produzione.

Cetificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i taralli nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Ingredienti

L'impasto base dei taralli è composto da:

  • farina;
  • olio extravergine d'oliva pugliese;
  • acqua oppure vino;
  • sale;
  • pepe.

Comunque è possibile aggiungere altri ingredienti per rendere il sapore più dolce o più intenso.

In ogni caso la pasta non lievitata viene lavorata ad anello e poi cotta in forno.

Varietà

Versioni locali apprezzate sono:

  • i taralli ai semi di finocchio;
  • i taralli neri con vincotto;
  • i taralli al capocollo;
  • con lo  zucchero;
  • alla pizzaiola;
  • con albume d'uovo;
  • al cioccolato.

Preparazione

Per preparare i taralli pugliesi classici si versano:

  • la farina;
  • un po' di pepe;
  • sale fino;
  • olio extravergine d'oliva;
  • vino bianco.

Gli ingredienti vanno amalgamati e poi lavorati su un asse di legno per 20 minuti fino ad ottenere un composto con una consistenza maggiore dell'impasto per il pane, omogeneo, liscio ed elastico.

Quindi lo si lascia a riposo al fresco per almeno 30 minuti e poi:

  • si ricavano pezzi di impasto, ognuno lungo 8 cm, con il diametro di 1 cm e dal peso di 7-8 gr;
  • Si uniscono le due estremità per formare un cerchio;
  • una volta preparati i taralli, si mette un tegame sul fuoco.

Cottura

Quando l'acqua bolle si buttano i taralli e li si scola appena vengono a galla.

Dopo aver fatto trascorrere un minuto si cuociono in forno per circa 30 minuti a 200°C finché non si dorano.

Varianti

Esistono diverse varianti di gusti del tarallo, quelli salati, al pepe, bolliti, ecc...ma c’è anche la variante "dolce", al vino oppure "glassati".

Se quelli salati sono protagonisti di antipasti e aperitivi pugliesi, quelli dolci sono ottimi per fine pasto come accompagnamento al caffè, per la merenda pomeridiana o anche per la colazione.

La ricetta è simile a quella dei taralli classici che vengono bolliti e poi passati in forno, ma i taralli dolci devono essere di grandezza superiore rispetto a quelli salati affinchè la copertura con la glassa sia omogenea su tutta la superficie del tarallo.

Il risultato è quello di un tarallo croccante e dolce quanto basta, perché l’impasto è lo stesso di quelli salati e la differenza la fa la glassa.

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone,che andremo ad utilizzare per "l'impasto" dei "taralli glassati" sono:

Invece, gli ingredienti per la "farcitura" dei taralli glassati sono:

  • 500 g di zucchero;
  • mezzo limone;
  • 250 ml di acqua.

Preparazione

I taralli si ottengono impastando gli ingredienti con le mani in una ciotola.

Ottenbuto un impasto liscio, omogeneo e consistente lo si fa riposare per circa 20 minuti coprendolo con un canovaccio di cotone bagnato.

Nel frattempo occupatevi di preriscaldare il forno a 200 gradi e munendovi di una pentola a bordi alti, mettete a bollire dell'acqua.

Trascorso il tempo necessario, riprendete l’impasto dei taralli e formate dei bastoncini lunghi circa 15 cm di diametro, poi:

  • per evitare che l’impasto si attacchi alle mani, intingete i palmi di olio;
  • arrotolate i bastoncini su sé stessi facendo combaciare le estremità;
  • cercate di formare una "ciambellina".

A questo punto, una volta data la forma ai vostri taralli, dovrete:

  • bollirli in pentola e scolarli appena salgono a galla;
  • sistemateli su un panno, uno accanto all’altro ad asciugateli per qualche minuto;
  • adagiateli in una teglia da forno oleata, o ricoperta da carta da forno, senza farli toccare l’uno con l’altro.

In questo modo andranno infornati a 200°, e fatti cuocere per circa 15 minuti.

Una volta cotti, sfornateli e lasciateli raffreddare completamente!

Occupiamoci della preparazione della glassa, quindi:

  • in una pentola, con fiamma bassa, mescolate acqua e zucchero;
  • lasciate cuocere fin quando il composto non inizia ad essere appiccicoso;
  • togliete la glassa dal fuoco e aggiungete il succo di mezzo limone e mescolate accuratamente.

Ora:

prendete i taralli e tuffateli nella glassa;

intingeteli fin quando non sono completamente coperti;

rimuoveteli dalla pentola e riponeteli ad asciugare fin quando la glassa non sarà ben asciutta.

Nel momento in cui anche la glassa si sarà solidificata, allora i vostri taralli glassati saranno pronti per essere serviti!

I&T Srl Innovativa

P.IVA 09780790961
CF 09780790961
Via Vertoiba 2, - 20137 Milano

Sistemi di Pagamento

 MasterCard  PayPal  Sepa Visa 

 

Seo by @enitto