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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pesce

Descrizione

Il "belu" non è altro che lo "stomaco del tonno" e può essere consumato fresco, essiccato o affumicato, a seconda della lavorazione alla quale viene sottoposto.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il belu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del belu sono:

  • 1 stomaco di tonno essiccato;
  • 1.5 kg di patate;
  • 1 kg di cipolle;
  • 500 gr di pomodori freschi;
  • una manciata prezzemolo;
  • 2 foglie di alloro;
  • 2.5 dl vino bianco secco;
  • olio extra vergine di oliva;
  • sale;
  • pepe.

Lavorazione

Il belu è tipico soprattutto dei litorali del Sulcis Iglesiente e si ottiene effettuando varie fasi di lavorazione che comprendono:

  • la pulitura;
  • la spinatura del pesce.

Una volta che è stato pulito e aperto, il tonno viene essiccato ricoprendo lo stomaco con il sale per almeno 24 ore.

In seguito, le parti rimosse vengono:

  • lavate in acqua salata e messe ad asciugature sopra delle stuoie di erica o ramoscelli di piante tipiche della macchia mediterranea.

Quando il belu appare perfettamente "essiccato", viene appeso nelle cantine o in luoghi asciutti e poco umidi.

In generale questo tipo di alimento può essere:

  • lavorato in casa o anche negli stabilimenti delle tonnare, che spesso dispongono di apposite stanze per l'affumicazione.

Degustazione

Oggi può essere impiegato per preparare un gran numero di piatti della tradizione sarda tra cui:

  • zuppe;
  • minestre;
  • pietanze a base di trippa di pesce.

Particolarmente gustoso è il belu cucinato con:

  • patate;
  • cipolle;
  • pomodori ed alloro.

Preparazione

Per prima cosa si dovrà tenere a bagno per una notte lo stomaco di tonno, lavarlo dal sale e farlo bollire in acqua per un'ora e mezza.

In un altro tegame poi si faranno soffriggere:

  • la cipolla;
  • i pomodori;
  • le patate;
  • l'alloro;
  • il belu tagliato a pezzettini.

Dopo 45-50 minuti si potrà sfumare con del vino bianco e togliere dal fuoco quando le patate saranno ben cotte.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta testa di morto", formaggio fresco dai molti sinonimi quali "ricotta greca", "testa di moro" e "ricottone", rientra nei prodotti tradizionali della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta testa di morto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di:

  • una ricotta semidura;
  • senza crosta esterna;
  • dal colore bianco;
  • dal gusto abbastanza sapido;
  • l'odore piuttosto delicato.

Normalmente una forma di ricotta di testa di morto è:

  • tondeggiante e ha un peso che varia dai 2 kg e mezzo ai 3 kg.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della ricotta testa di morto sono:

  • siero di latte di pecora;
  • sale.

Lavorazione

La lavorazione della ricotta testa di morto semidura parte dal:

  • siero del latte di pecora riscaldato tramite agitazione fino ai 65/70°.

Raggiunta questa temperatura si sospende l'agitazione del siero, ma si aumenta la temperatura fino a farla arrivare ad oltre 85°.

Utilizzando la rotella, il siero è quindi girato con una tecnica di movimento che va dal "basso verso l' alto" grazie al quale inizia ad affiorare la "ricotta".

Per i successivi 30 minuti si lascia indurire la ricotta affiorata dal siero, per poi trasferirla nei suoi "stampi cilindrici", precedentemente ricoperti da un telo che sarà poi legato ai quattro spigoli.

Pressatura

La presenza del "telo" permetterà di spurgare il siero e contenere la ricotta, la cui pressatura continuerà nelle successive 24 ore.

Trascorse le ore di "pressatura", la ricotta testa di morto è tolta dai teli e si procede con la fase di salatura a secco.

Salatura e stagionatura

Le forme sono poi trasferite in apposite reti che permetteranno di appendere la ricotta testa di morto in ambienti del caseificio in cui l'aria è condizionata e ventilata, ambienti detti "essiccatoi", per lasciarla stagionare adeguatamente.

Durante la stagionatura si crea uno strato di muffa che sarà eliminato prima della commercializzazione.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta fresca ovina ", anche nota come ricotta "gentile", è prodotta in tutto il territorio della regione e ne rappresenta un vero e proprio vanto in fatto di cultura culinaria.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta fresca ovina nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La ricotta fresca ovina ha:

  • una consistenza molto cremosa, che ricorda i fiocchi di latte;
  • un bel colore bianco;
  • un odore molto delicato.

Il suo sapore è:

  • piuttosto dolce, grazie alle caratteristiche del latte di pecora;
  • normalmente ha una forma troncoconica dovuta alle fiscelle utilizzate per la sua preparazione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per lapreparazione della ricotta fresca ovina sono:

  • siero di latte oovicaprino pastorizzato;
  • latte ovicaprino;
  • sale.

Preparazione

La ricotta fresca ovina è ottenuta dalla lavorazione del "siero" derivante dal latte.

Dopo essere stato filtrato, il siero è portato ad una temperatura di circa 60° e agitato con forza per far salire ancora di più la temperatura.

Durante questa fase il siero è smosso con un attrezzo chiamato "chiova" o "rotella" grazie al quale dal siero si inizia a formare la ricotta.

A questo punto si procede manualmente e si trasferisce la ricotta fresca ovina nei suoi stampi, le "fuscelle", che saranno poi messi in frigorifero a bassa temperatura dove dovrà restare per una ventina di ore.

Trascorso questo tempo la ricotta è già pronta per essere mangiata.

Il tempo di preparazione in caseificio è di appena 30 minuti ma il risultato è sorprendente.

Origini

Pur non essendoci riferimenti precisi rispetto alla nascita della ricotta gentile, si racconta che la sua produzione sia iniziata non appena il latte ovino sia stato riconosciuto dagli abitanti della Sardegna come un "ottimo latte per la produzione di formaggi", che ancora oggi rendono la regione famosa per la grande varietà di prodotti caseari realizzati nell'entroterra.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

La "focaccia sarda", detta anche "cozzula" o "cozzula 'e pomo", è un tipico pane a base di patate, molto gustoso e molto amato in Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cozzula nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La cozzula ha come particolarità l'impasto, realizzato con:

  • patate e lievito madre.

La cozzula si cuoce, tipicamente, nel forno a legna ed il risultato è:

  • una focaccia croccante fuori e molto morbida dentro.

In mancanza del forno a legna può essere cucinata anche in un forno normale.

Abbinamenti

Si serve come antipasto, accompagnata da salumi e formaggi tipici, o si mangia al posto del pane, con secondi di carne e pesce.

Ingredienti

Per preparare una cozzula sarda per quattro persone occorrono:

  • 200 gr di patate;
  • 200 gr di farina di semola;
  • 25 gr di lievito madre;
  • mezzo bicchiere di latte;
  • una manciata di pecorino sardo grattugiato;
  • un pizzico di sale.

Preparazione

Si comincia:

  • bollendo le patate, con la buccia, in abbondante acqua, per circa 20-25 minuti;
  • a questo punto le patate vanno sbucciate e schiacciate, ricavandone una purea;
  • si impastano, a meno, le patate schiacciate con la farina, il latte, il lievito e si sala leggermente.

Una volta che l'impasto ha raggiunto una consistenza soda ed elastica, va fatto lievitare per circa 2 ore sotto un canovaccio umido, in un posto caldo.

A fine lievitazione, l'impasto va steso con un mattarello, fino a realizzare una focaccia, tonda o rettangolare, alta circa 1 cm.

Cottura

Non resta che ricoprire la focaccia con abbondante pecorino sardo ed infornare, a 200° in forno statico, per circa 20 minuti.

La cozzula si serve calda, appena sfornata.

Variante

Se si preferisce la versione al "pomodoro", prima di infornare, si deve condire la focaccia sarda con:

  • salsa di pomodoro e pecorino grattugiato.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La "copuletta" nota anche come copuletas è un dolce tipico di Sassari, in particolar modo di Goceano ed Ozieri.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la copuletta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La storia delle copulette si lega alle famiglie di Ozieri, soprattutto alle donne anziane che in occasione di importanti eventi familiari, quali battesimi o matrimoni, si dedicavano alla loro preparazione.

Anche alcune feste religiose rappresentavano una buona occasione per chiedere alla donne custodi della tradizione di preparare questi ottimi dolci.

Al giorno d'oggi la copuletta la puoi trovare durante tutto l'anno, ma soltanto in alcune pasticcerie locali.

Per salvaguardare la tradizione delle copulette ad Ozieri è stato posto un presidio slow food per cui ogni copuletas che mangerai sarà preparata con ingredienti rigorosamente sardi.

Ingredienti

La preparazione delle copulette non è molto complicata, per cui è possibile anche realizzarle in casa.

Ti basterà procurarti:

  • la farina;
  • lo strutto;
  • ed abbondante acqua per preparare la pasta esterna.

Mentre per il ripieno ti serviranno:

  • mandorle;
  • zucchero;
  • marmellata;
  • limone;
  • miele.

Preparazione

Mandorle e limoni sono i due ingredienti autoctoni ai quali la copuletta deve il suo speciale gusto.

La copuletta è preparata con un impasto a base di farina e strutto che va formare una sorta di ravioli circolari ripieni di mandorle, miele, sapa e marmellata.

Il perimetro esterno del dolcetto è tipicamente ondulato.

La superficie della copuletta è cosparsa di glassa dolce e confettini colorati.

Spesso il ripieno può subire delle varianti, per cui puoi anche scegliere di variare gli ingredienti pur attenendoti alla ricetta originale.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Il "pistiddu" è un dolce tipicamente preparato in Sardegna, soprattutto nella zona della Barbagia a Nuoro, nel periodo della festa di Sant'Antonio Abate.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pistiddu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT). 

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pistiddu  sono:

  • farina;
  • zucchero;
  • strutto;
  • lievito di birra;
  • sapa;
  • semola;
  • scorza di arance.

Caratteristiche

Si tratta di:

  • un piccolo dolcetto di pasta frolla ripieno, di cui esistono molte diverse varianti.

Il ripieno, infatti, può essere a base di:

  • mosto cotto;
  • di corbezzolo;
  • fichi d'India;
  • di miele;
  • di semola aromatizzata a spezie quali la cannella o lo zafferano.

Tradizioni

La differenza nella preparazione sta nel paese in cui vengono realizzati.

Ancora oggi i diversi paesini in provincia di Nuoro seguono le proprie antiche "tradizioni" e i loro abitanti sono convinti di possedere la ricetta originale.

Degustazione

Il miglior pistiddu della Sardegna si può assaggiare in luoghi come:

  • Oliena;
  • Orotelli;
  • Dorgali;
  • Orgosolo.

La diversità nelle ricette fanno sì che i dolci di Dorgali, ad esempio, abbiano un sapore molto più forte e deciso di quelli preparati a Orgosolo, che risultano al contrario molto delicati grazie all'aggiunta di acqua e zucchero nel ripieno al miele.

Presentazione

Il pistiddu è facili da riconoscere per la sua forma tipica, ovvero:

  • un cerchio chiuso di pasta frolla di circa 20 centimetri di diametro.

Ciò che li rende riconoscibili sono però gli "intagli" con i quali si decora la pasta frolla che copre il ripieno, attraverso i quali è anche possibile intravederlo.

Spesso gli intagli sono:

  • a forma di foglie o fiori.

Curiosità

Non tutti sanno che il nome di questi dolci deriva dal verbo sardo "pistiddare", la cui traduzione si riferisce ad un'azione a metà tra il preparare una marmellata e caramellare.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: IGP

Descrizione

I "culurgiones" o "culingionis" sono dei ravioli lavorati e farciti a mano, sono uno dei più golosi e caratteristici prodotti gastronomici della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i culurgiones nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Essi sono tipici soprattutto della zona centro-orientale dell'isola, corrispondente al territorio dell'Ogliastra.

Si tratta di una specialità dotata di riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), e ottima consumata sia come primo piatto sia come dolce.

Il segreto per avere dei culurjonis perfetti risiede nelle loro "materie prime", che devono essere di "altissima qualità".

Le materie prime "perfette" per una delizia in grado di conquistare sia i grandi sia i piccini, quindi sono:

I culurgiones sono tipici dell'Ogliastra, ma possono essere trovati in tutta l'isola e gustati in forme e varianti a volte assai differenti.

L'elemento che però contraddistingue tutte queste paste ripiene risiede nella loro:

  • "forma a spiga";

con i bordi che vengono accuratamente richiusi in modo da non far uscire la golosa farcitura al momento della cottura in acqua.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei culurgiones  sono:

Preparazione

Culurgiones ricetta originale

  • sbucciare le patate e bollirle;
  • tritare l'aglio e la menta;
  • schiacciare le patate;
  • aggiungere il pecorino, la menta tritata, l'olio evo, l'aglio e mescolare il tutto;
  • lasciare riposare in frigorifero per qualche ora (2/3);
  • in una ciotola unire alla farina olio e acqua;
  • amalgamare e quindi impastare fino ad ottenere un impasto liscio;
  • stendere una sfoglia sottile col mattarello;
  • tagliare dei cerchi col coppapasta o con un bicchiere e posizionarvi al centro l'impasto fatto in precedenza;
  • formare il raviolo lavorandolo con le dita cercando di dargli la forma tradizionale (se non conoscete la procedura, non preoccupatevi, in giro per il web potete trovare moltissimi videotutorial che ve la mostreranno con semplicità);
  • sobbollire la passata di pomodoro aggiungendo olio, sale e basilico;
  • bollire i ravioli in acqua salata finchè non vengono a galla.

Degustazione

Disponete i ravioli su un piatto con la salsa a piacere, spolverare col formaggio e guarnire col basilico.

culurgiones sardi conditi con passata di pomodoro

 

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La"cipolla rossa" è un vegetale molto coltivato in Sardegna, dove trova un terreno ideale ed un clima congeniale per una crescita forte e rigogliosa.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cipolla rossa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Coltivazioni

La cipolla rossa è una varietà di cipolla che, per crescere bene, desidera:

  • terreno fertile;
  • ricco di nutrimento;
  • morbido e soffice.

Gli agricoltori sardi utilizzano, per la coltivazione di questo tubero aromatico, un "piano di rotazione quadriennale", alternandola con:

  • ceci, fave e meloni in asciutta.

Le cipolle rosse trovano il terreno ideale nei pressi dei letti fluviali, dove c'è abbondanza di macro e micronutrienti.

Vengono seminate a Gennaio e raccolte tra Giugno e Luglio.

Caratteristiche

La cipolla rossa può avere:

  • un diametro fino a 12 cm;
  • caratterizzata da un colore rosso intenso;
  • un odore molto aromatico;
  • un sapore forte, che tende al piccante.

Proprietà benefiche

È ricca di vitamine C, A, B ed E e di minerali essenziali come:

  • il manganese;
  • lo zolfo;
  • il ferro;
  • il fluoro;
  • il calcio;
  • il potassio.

È un vegetale dai molteplici benefici per la salute, infatti ha un effetto:

  • diuretico e depurativo per il fegato;
  • disinfettante per i reni e l'apparato urinario.

In cucina

La cipolla rossa può essere consumata cruda, tagliata molto sottilmente, per insaporire insalate di verdura, insalate di mare o secondi di pesce cucinati al forno o alla griglia.

Può essere consumata anche cotta, per esempio bollita con il brodo, per farne una zuppa da mangiare con i crostini di pane.

La stessa zuppa, ridotta, si utilizza come condimento per la pasta.

Un piatto molto amato è il trito di carne con cipolle:

  • si rosola lungamente, su fuoco vivace, della carne tritata con le cipolle a fette e si condisce il tutto, a cottura ultimata, con un giro d'olio a crudo.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La cipolla in Sardegna, chibudda in lingua sarda è diffusa e coltivata in tutto il territorio isolano, dove sono diverse le varietà locali seminate.

Caratteristiche

Tra le più note ci sono le cipolle di Ozieri, non a caso anticamente si era soliti indicare il paesino in provincia di Sassari con il nomignolo di Othieri chibudda (Ozieri cipolla).

Ancora più conosciute, le gustose cipolle di Banari, il paese del sassarese noto come sa idda de sa chibudda (il paese della cipolla), qui nel mese di Luglio per dar risalto alla grossa cipolla locale, nota per la sua sapidità dolce e avvolgente, ogni anno si svolge la Sagra delle cipolle.

Questa cipolla è anche il soggetto preferito del pittore Giuseppe Carta.

Presentazione

Un'ottima qualità locale, caratterizzata da:

  • bulbo bianco dal gusto dolce e piuttosto gradevole;
  • si coltiva a Bonnanaro, anche qui il paese festeggia la sua varietà di cipolla con una sagra estiva del mese di Agosto.

Sempre in Agosto la cipolla viene celebrata in un altro centro della Sardegna, a Tramatza.

Origini

Ingrediente fondamentale della culinaria sarda, nell'isola è particolarmente apprezzato il pane con cipolle così come lo sono le cipolle con il vino.

Un ortaggio, la cipolla, che da tempi immemori fa parte della vita del contadino che, in passato, dopo una mattinata di duro lavoro iniziata all'alba, era solito consumare un pranzo frugale a base di pane e cipolla cruda.

Nell'isola la cipolla diventa anche protagonista di un detto popolare.

Infatti, quando si vuole indicare una persona dotata di scarsa intelligenza si è solita definirla conca de chibudda ovvero testa di cipolla.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Ciliegio sardo della specie carrufale si fregia dell'importante riconoscimeto di Prodotto Agroalimentare Tradizionale sardo (PAT).

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il ciliegio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La carrufale è un frutto tardivo presente perlomeno da 50 anni nell'agro dell'alta Gallura.

La tradizionalità di questa varietà è da ricercarsi nella sua presenza più che costante in "vecchi frutteti".

Allo stato attuale, in questi frutteti è possibile trovare ancora esemplari in produzione.

Caratteristiche

Questo ciliegio sardo è un albero dal medio vigore.

Fiorisce nella terza decina del mese di Marzo e si caratterizza per la sua produzione elevata.

I frutti del ciliegio sono:

  • di ottima qualità;
  • si presentano alla vista in piccole dimensioni;
  • con una forma tondeggiante appiattita alla base.

La polpa di questa varietà si contraddistingue per la sua "colorazione crema", la sua abbondante succosità e il suo gusto piuttosto gradevole.

La carrufale è solo una delle 25 specie di ciliegio coltivate in Sardegna e rese note dall'azienda sperimentale del Centro Nazionale di Ricerca (CNR) e dall’Ispa.

Ognuna di esse, tuttavia, può essere la protagonista di un'antica ricetta isolana, quella delle deliziose ciliegie sarde sotto spirito.

Preparazione

Una preparazione tipica dell'arte conserviera sarda, che si realizza con:

  • le ciliegie;
  • uno sciroppo a base di zucchero e acqua;
  • e il filu de ferru, la famosa acquavite sarda, che verrà aggiunta solamente ad avvenuto raffreddamento dello sciroppo;
  • dopodiché, all'interno di vasi di vetro verranno sistemate le ciliegie che dovranno essere poi ricoperte con la miscela alcolica;
  • successivamente i vasi verranno chiusi ermeticamente;
  • quindi le ciliegie prima di essere degustate dovranno riposare in luogo buio e fresco per un tempo minimo di almeno 2 mesi.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

La "ciliegia furistera" è tipica della zona del Montiferru in Sardegna è un albero debolmente vigoroso ma con un'elevata produttività.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ciliegia furistera nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Fioritura e raccolto

La fioritura dell'albero avviene durante i primi dieci giorni di Aprile, la raccolta del frutto invece è prevista nel mese di Giugno e si presenta corposo, rosa pallido e con un sapore gradevole.

Una particolare ricetta con questo tipo di ciliegia è la kariasa 'e ispiritu, ossia:

  • le ciliegie sotto spirito.

Origine

Il termine kariasa è di origine greca e con ciò si ha la dimostrazione che la coltivazione di questo frutto si ha sin dall' VIII secolo ed era tipica della zona di:

  • Bonarcado;
  • Santulussurgiu;
  • Gadoni;
  • Burcei;
  • Laconi;
  • Sorgono;
  • Atzara.

La maturazione del prodotto deve avvenire sull'albero stesso, è caratteristica per la sua forma grossa e sono le ultime ciliegie che vengono raccolte dall'albero.

Ingredienti

Per realizzare le ciliegie sotto spirito o kariasa 'e ispiritu occorrono:

  • ciliegie;
  • zucchero;
  • alcool;
  • acqua;
  • cannella.

Preparazione

I tempi di preparazione e cottura prevedono circa 15 minuti.

Come primo passaggio bisogna:

  • prendere un pentolino e mescolare acqua e zucchero per creare lo sciroppo;
  • nel frattempo che lo zucchero si scioglie per bene nell'acqua passiamo al lavaggio delle ciliegie sotto acqua corrente che poi dovranno essere asciugate uniformemente;
  • tagliamo adesso il picciolo della ciliegia cercando di lasciarli tutti della stessa lunghezza;
  • mettiamo il pentolino con lo sciroppo sul fuoco per farlo addensare, non appena sarà pronto togliamo dal fuoco e lo lasciamo raffreddare;
  • inseriamo le ciliegie nei barattoli di vetro a chiusura ermetica con una stecca di cannella, poi versiamo lo sciroppo raffreddato e infine colmiamo gli spazi vuoti con l'alcool.

Chiudiamo per bene e lasciamo conservare per 3 mesi.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

"L'asparago selvatico", in dialetto "ispàrau", "sparàu" e "ipàramu", è un prodotto tipico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'asparago selvatico nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

L'asparago selvatico è una pianta tipica della macchia mediterranea e veniva raccolta e consumata sin dai tempi degli Egizi e degli antichi romani.

Il suo torione (getto della pianta), è molto più sottile rispetto all'asparago normale e in Sardegna può essere trovato nei boschi, nei sottoboschi e nelle campagne.

Degustazione

L'asparago selvatico è una vera e propria prelibatezza e viene utilizzato per realizzare:

  • ottime frittate;
  • come condimento per pasta o riso;
  • consumato come contorno di carne e pesce.

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