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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

La "testa in cassetta" è una particolare lavorazione di carne suina tipica della Sardegna che ha rappresentato un alimento fondamentale della cucina povera.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la testa in cassetta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

In passato avere un maiale era garanzia di cibo sicuro e abbondante e dell'animale si utilizzava ogni sua parte, anche la testa.

Così nasce la testa in cassetta, un salume che sfrutta le parti meno nobili del maiale, ma non per questo meno nutrienti e saporite (testa, frattaglie).

Ingredienti

Gli ingredienti impegnati nella lavorazione della testa in cassetta sono:

  • frattaglie del maiale (testa, lingua, muscolo, cuore);
  • acqua salata;
  • budello cieco di manzo;
  • sale;
  • pepe;
  • cannella;
  • coriandolo;
  • chiodi di garofano;
  • peperoncino;
  • aglio;
  • noce moscata;
  • pinoli;
  • rhum.

Preparazione

La testa del maiale e le altre frattaglie si tagliano a pezzi grossi, si fanno bollire per qualche ora in acqua leggermente salata e poi si disossano.

  • La carne ricavata si aromatizza con sale, pepe, cannella, coriandolo, chiodi di garofano, un trito di aglio, peperoncino, noce moscata, pinoli e un goccio di rhum;
  • la concia ottenuta va a riempire il budello, rappresentato dallo stomaco del maiale precedentemente pulito e lavato;
  • non resta che chiudere il tutto con uno spago e procedere alla bollitura.

A cottura ultimata si lascia raffreddare e riposare per qualche giorno.

Il prodotto finito assume la forma di un cofanetto e per questo motivo è da sempre denominato "testa in cassetta".

Degustazione

La "testa in cassetta" può essere consumata fredda come salume quando è più stagionato, oppure può essere utilizzata fresca.

In questo caso è ottima per arricchire sughi o condimenti, ma è anche molto saporita se tagliata a fette spesse e cotta al forno.

Con le parti meno pregiate del suino si producono anche altri salumi.

Molto simile alla testa in cassetta è la "soppressata" e la "coppa di testa", due insaccati altrettanto buoni ottenuti da parti di:

  • lingua;
  • testa;
  • grasso;
  • cotenne del maiale.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Conserve
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "sapa di fico d'India", in dialetto "saba de figu murisca", è un prodotto che fa parte della tradizione culinaria sarda.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la sapa di fico d'India nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

La sapa di fico d'India è una bevanda che si ottiene attraverso la cottura della polpa e del succo dei frutti del fico d'India, una pianta particolarmente diffusa in Sardegna.

La sapa di fico d'India ha una tradizione molto antica ed è tipica della cucina povera tradizionale.

Veniva utilizzata principalmente per la preparazione di alcuni "dolci" e spesso usata in sostituzione della "sapa di mosto d'uva".

Ingredienti

Gli ingredienti impiegati per la preparazione della sapa di fico d'India sono:

Preparazione

La preparazione della sapa di fico d'India è abbastanza semplice, sebbene il processo sia un po' lungo.

Innanzitutto occorre:

  • sbucciare e spremere i fichi d'India che poi vanno cotti una prima volta per circa mezz'ora, in modo da separare i semi dalla polpa;
  • questo processo di separazione viene completato colando il liquido attraverso un pezzo di iuta;
  • a questo punto si inizia con la cottura vera e propria, che dura circa 6 ore;
  • durante la cottura la sapa viene aromatizzata con bucce di arancia seccate e con infiorescenze di finocchio selvatico;
  • al termine della cottura il liquido dovrà presentarsi molto denso, quindi si lascia raffreddare e poi si travasa in bottiglie di vetro che devono essere conservate in un luogo buio e fresco.
La sapa di fico d'India si prepara nel periodo di Settembre, quando i frutti sono ben maturi e oltre che per la preparazione di dolci può essere consumata anche come semplice bevanda.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

Il "prosciutto di suino" è una specialità culinaria molto diffusa in Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il prosciutto di suino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il prosciutto di suino si ottiene utilizzando soltanto la migliore carne suina del territorio, il taglio usato è la coscia posteriore del maiale.

Il prosciutto di suino può avere diverse dimensioni:

  • può essere con o senza osso;
  • il suo profumo è molto gradevole;
  • il gusto ha sempre una nota dolce molto piacevole al palato.

Solitamente si presenta con:

  • la superficie speziata, con pepe nero o altre spezie.

Ingredienti

Gli ingredienti fondamentali per la lavorazione del prosciutto di suino sono:

  • carne 100% di suino locale;
  • sale marino;
  • pepe nero.

Degustazione

Il prosciutto di suino, a seconda del tempo di stagionatura, può essere consumato a crudo tagliato a fette più o meno spesse.

Il gusto migliora con il tempo e il grado di dolcezza dipende anche dalla qualità del grasso.

Origine

In Sardegna, la produzione del prosciutto di suino ha origini remote e ancora oggi è uno dei punti di forza della tradizione regionale.

In passato i maiali venivano allevati per uso familiare, nei mesi invernali si procedeva alla macellazione dell'animale le cui carni venivano trattate e conservate sotto forma di prosciutti e insaccati di ogni genere.

Questa abitudine è ancora attuale, specialmente nei comuni sardi del Medio Campidano e nel nuorese.

Secondo l'antica tradizione sarda, un buon prosciutto di suino deve essere preparato con:

  • cosce di maiali di razza autoctona, allevati allo stato brado e macellati quando pesano almeno 100 chili.

Il suo sapore particolarmente gustoso deriva proprio dalla sana alimentazione dei suini, rappresentata essenzialmente da ghiande.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "suinetto da latte", in dialetto "su porceddu", è uno degli alimenti tipici della Sardegna, forse quello che a livello alimentare caratterizza maggiormente l'isola oltre Tirreno.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il suinetto da latte nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il suino sardo, affinché possa essere classificato tale secondo il riconoscimento di prodotto alimentare tradizionale, deve avere delle caratteristiche ben precise.

La prima di queste è che il suino deve essere da latte, ovvero deve avere un'età compresa tra i 30 e 45 giorni.

Un'altra caratteristica importante è data dalla "composizione della carne".

Questa deve presentarsi:

  • soda e compatta;
  • con un buon grado di sapidità;
  • con lo strato di grasso di copertura che deve essere molto consistente, con una colorazione bianca o rosata.

Il peso dell'animale, inclusa la coratella, deve essere compreso tra i 5 e i 9 kg massimo.

Anche l'alimentazione dell'animale è fondamentale perché possa essere considerato suinetto da latte.

Questa infatti, deve basarsi per la maggior parte sul latte materno che può essere integrato con prodotti naturali biologici come erbe, bacche e alimenti simili.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per cucinare il suinetto da latte arrosto, sono:

Degustazione

Per quanto riguarda la preparazione, invece, la tradizione isolana prevede la cottura del porceddu esclusivamente arrosto.

Se il suinetto da latte viene arrostito "intero", sarà necessario tagliargli la colonna vertebrale dall'interno, nel punto in cui questa sarà più "morbida", verrà aggiunto del sale e steso su una teglia con il dorso rivolto verso l'alto.

Sucessivamente il suinetto da latte andrà:

  • ricoperto con della panna acida, del burro fuso e mezzo bicchiere di acqua;
  • dovrete poi infornarlo per circa 1 ora e mezza.

Per ottenere una "crosta dorata", di tanto in tanto bagnate il maialino con il "grasso sciolto".

Per quanto riguarda le "orecchie", ed evitare che queste ultime si brucino, ricopritele con della pastella per circa 30/40 minuti durante la cottura, poi rimuovetela per farle arrostire.

Prima di essere servito, il suino da latte viene ricoperto con foglie di mirto e lasciato riposare per qualche minuto.

Questo procedimento dona alla carne un gusto che riporta alla mente gli aromi della macchia mediterranea.

Il suinetto da latte, come da tradizione, viene consumato durante tutto l'anno in occasione delle festività.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "casu fragizu", "becciu", "fattittu", "marzu", "muhudu", "fattu", "marcio" è un formaggio sardo ottenuto da una particolare lavorazione del latte di pecora che provoca la nascita al suo interno delle famose larve del formaggio.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casu fragizu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Storicamente, era prodotto solo all'interno delle case dei pastori, ma con il passar del tempo le starne caratteristiche del casu fragizu hanno attirato molte curiosità e, allo stesso tempo, molte critiche.

Non tutti lo amano, ma gli esperti riconoscono che si tratta di una vera prelibatezza sarda.

Ingredienti

L'ingrediente base per la lavorazione del casu fragizu è il:

  • latte di pecora.

Preparazione

La lavorazione iniziale è la stessa di ogni altro pecorino sardo ma in corso d'opera sono creati dei fori per permettere alla mosca (Piophila casei) di entrare e deporre le sue uova all'interno del casu fragizu.

Accertata la presenza delle uova, si crea una sorta di tappo con la parte superiore che permette di controllare di tanto in tanto il lavoro delle larve e il punto di stagionatura.

Proprietà organolettiche

Il casu fragizu ha un sapore abbastanza marcato, con note aromatiche intense.

La pasta interna è cremosa tanto che spesso è mangiato con un cucchiaino direttamente dalla forma intera.

La crosta esterna è morbida, le sue pareti umide ed il suo colore va da un giallino ad un marrone scuro, in base alle larve che crescono all'interno.

La pasta è invece di un bianco/giallo anche se in alcune zone può presentarsi leggermente più scura.

Degustazione

Normalmente il formaggio con le larve sardo è consumato esclusivamente con il pane casereccio, in modo da poter assaporare fino in fondo il suo gusto intenso e non coprirlo con altri ingredienti.

Perfetto per accompagnarlo è il pane abbrustolito.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

"L'ortau" è il nome di una pietanza dell'antica tradizione culinaria della Sardegna, nata certamente nella cucina povera locale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'ortau nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Presentazione

Si tratta di un salume preparato con le parti meno richieste del maiale:

  • il sangue e le frattaglie fresche di macellazione.

Ingredienti

L'ortau si produce sul tutto il terriotorio dell'isola, ma è maggiormente tipico della zona centrale detta Madrolisai, in particolare dei comune di Ortueri e Atzara.

La preparazione non richiede particolare abilità.

Si parte dal:

  • sangue dell'animale;
  • cuore;
  • milza;
  • polmone;
  • fegato;
  • aglio;
  • prezzemolo.

Lavorazione

Il sangue del maiale va raccolto in un recipiente, salato e mescolato energicamente per evitare che assuma l'aspetto semisolido tipico della coagulazione;

si tagliano a pezzetti le parti da utilizzare, ovvero:

  • il cuore;
  • la milza;
  • il polmone e il fegato.

Si scioglie la sugna e si cucinano le frattaglie in un soffritto profumato all'aglio e al prezzemolo.

A cottura ultimata, e solo quando tutto si è "raffreddato bene", si unisce la giusta quantità di sangue.

Si amalgama il tutto e il composto andrà a riempire le budella dell' intestino del maiale.

Si formeranno così delle "salsicce" non troppo lunghe, legate tra loro, che vanno sbollentate per 15/20 minuti.

Degustazione

Solitamente l'ortau si mangia appena cotto ed è saporito sia caldo che freddo, e sempre insieme alle focaccelle fatte in casa o con un tipico pane sardo, carasau (pane di grano duro croccante), o civraxiu (pane di semola).

I buongustai gustano l'ortau con il "pàne de òrju", un pane d'orzo che ben si abbina a formaggi e salumi in genere.

In alcuni paesi dell' entroterra della Sardegna si usa arrostire l'ortau direttamente sulla brace ardente del camino di casa.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "casizolu", conosciuto anche come "peretta", "tittighedda", "provoletta", "figu", è un formaggio sardo a pasta filata ottenuto dalla lavorazione del latte vaccino intero.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casizolu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

In base alla stagionatura il casizolu ha caratteristiche diverse:

  • bianco e dal sapore dolce per brevi stagionature;
  • giallo e dal gusto tendente al piccante per le stagionature lunghe.

La forma del casizolu è:

  • a pera con una piccola testina superiore.

La pezzatura è variabile:

  • parte dal mezzo chilo per arrivare ai tre chili.

Ingredienti

La lavorazione del casizolu secondo usanza originaria prevede di utilizzare esclusivamente:

  • caglio di mucca, ma non è raro trovare produttori che utilizzano il caglio di capretto o agnello.

Degustazione

Il casizolu è molto usato in cucina perché le sue caratteristiche si prestano a diversi tipi di preparazione.

Buono anche se consumato crudo, potresti grigliarlo quel tanto che basta per ammorbidirlo e gustarlo ancora caldo.

Una preparazione tipica della Sardegna vede il casizolu usato per preparare una gustosa fonduta di base per gli gnocchi con i funghi porcini.

Se vuoi, puoi preparare un ottimo aperitivo seguendo alcune abitudini delle cucine sarde in cui si segue la tradizione:

  • taglia dei tocchetti di pane e passali per pochi minuti al forno;
  • ancora caldi, adagia su ogni crostino dei piccoli pezzetti di casizolu in modo che in pochissimo tempo il formaggio si scioglierà diventando una sola cosa con il pane;
  • una fogliolina di menta fresca su ogni crostino completa il tutto e lo stuzzichino d'accompagnamento ad un buon drink è servito.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

"L'axridda" è un formaggio tipico della Sardegna che viene prodotto secondo una tecnica molto particolare e di origine antica, di cui si trova testimonianza anche in "Plinio il Vecchio".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'axridda nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Axridda in sardo significa proprio "argilla" e il "Su casu cun s'axridda", così è chiamato nel dialetto locale, nasce nel territorio di Escalaplano, nella zona pastorale del Gerrei in provincia di Cagliari , dove questa tradizionale tecnica di lavorazione viene tramandata di generazione in generazione e sopravvive ormai solo presso pochi produttori locali.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dell'axridda sono:

  • latte di pecora o capra o un misto dei due;
  • argilla in polvere.

Caratteristiche

L’argilla è un "isolante naturale" che viene estratto da una cava locale, protegge il formaggio dall'aumento della temperatura esterna ed è in grado di mantenere un grado ottimale di umidità al suo interno.

Inoltre, difende da eventuali parassiti e consente di raggiungere stagionature anche superiori ai 12 mesi.

Proprietà organolettiche

Grazie a questa particolare lavorazione l'axridda si presenta:

  • in forme cilindriche o coniche;
  • è un formaggio dal gusto complesso, dolce ma deciso, aromatico;
  • nelle varianti più stagionate, il suo gusto diventa leggermente "piccante".

Si avverte infatti un forte sentore di pecora, ma arricchito da erbe, fieno e frutta secca, pur essendo un formaggio a pasta dura o semidura e stagionato, sembra sciogliersi in bocca in un'esplosione di sapore.

Degustazione

Va abbinato ad un buon rosso corposo o anche un passito!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "trattalia" è un piatto tradizionale tipico della Sardegna diffuso in tutta l'isola e non è altro che la coratella cotta allo spiedo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la trattalia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La versione più diffusa prevede l'utilizzo degli organi interni dell'agnello da latte, ma c'è anche la variante in cui viene utilizzato il capretto da latte.

La trattalia è un piatto che affonda le sue origini nella tradizione agro-pastorale della Sardegna e più precisamente è una preparazione che appartiene alla cucina povera, in cui ogni ingrediente era prezioso e non poteva essere scartato.

Ingredienti

La trattalia allo spiedo è molto semplice da preparare.

Per la sua realizzazione occorrono:

  • polmoni;
  • fegato;
  • cuore;
  • intestini dell'agnello;
  • lardo.

Lavorazione

Pepr preparare la trattalia si dovranno:

  • tagliare a pezzi gli organi dell'animale, eccetto gli intestini, e andranno infilati nello spiedo alternandoli;
  • si procede dunque ad una prima cottura che poi deve essere interrotta per completare lo spiedo;
  • i pezzi di carne infatti vanno avvolti con la nappa, una sorta di rete naturale ricavata dagli ovini;
  • e poi ricoperti con gli intestini intrecciati lungo tutto lo spiedo;
  • completata questa operazione si prosegue con la cottura finché la carne non avrà raggiunto una colorazione dorata.

Proprietà organolettiche

Il sapore offerto da questo piatto è molto intenso e corposo, merito del gusto particolare degli organi interni dell'agnello.

Degustazione

La trattalia tradizionalmente viene consumata durante la cena della vigilia di Natale o comunque nel periodo natalizio.

Il sapore corposo di questo piatto di carne si abbina in maniera perfetta ad un vino rosso tra i tanti prodotti in Sardegna.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

La "salsiccia sarda" è il salume che meglio rappresenta l'arte della cucina tradizionale della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salsiccia sarda nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della salsiccia sarda sono:

Caratteristiche

Detta anche "satizza" o "sartizzu", la salsiccia sarda ha la classica forma a "ferro di cavallo" ed è ottenuta dalla lavorazione della carne di maiale, con attenzione ad usare la stessa quantità di parti grasse e magre.

Per ottenere una salsiccia sarda prima di tutto la carne scelta va tagliata in piccoli pezzi e poi aromatizzata.

La salsiccia sarda così pronta è lasciata stagionare per una decina di giorni.

La tradizione sarda relativa alla produzione di salumi è molto ricca e vanta tanti prodotti di ottima qualità ma la salsiccia sarda occupa i primi posti della classifica della bontà dei salumi sardi.

Si tratta di un prodotto che non manca mai nelle casa e che può essere consumato tranquillamente crudo, quando ben stagionato.

Ancora fresca, la salsiccia sarda può essere grigliata o usata come parte di uno spiedino di carni miste.

Degustazione

La salsiccia sarda può essere usata come ingrediente per la preparazione di saporiti sughi per condire la pasta fresca.

Inoltre, un'ottima idea per servire la salsiccia sarda è preparare un antipasto a base di salumi e formaggi sardi freschi e stagionati, magari con l'aggiunta di olive schiacciate e crostini aromatizzati al rosmarino.

Un buon vino rosso d'accompagnamento e la tua cena sarà di certo un successo.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "coccoi de fracca", o "salsiccia alla fiamma", è un insaccato di carne di maiale o di cinghiale, reperibile sul mercato in formato da 120 cm.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il coccoi de fracca nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Prodotto principalmente dal comune di Villasalto, appartiene alla cultura culinaria tradizionale sarda.

La preparazione viene tramandata da generazione in generazione.

Dal sapore deciso e piccante, dopo la cottura assume una consistenza sorprendentemente cremosa.

Ingredienti

Per la realizzazione vengono impiegati:

  • i polmoni;
  • le interiora;
  • la milza;
  • il fegato ed il sangue dei maiali allevati allo stato semibrado e dei cinghiali;
  • sale marino;
  • pepe nero.

Lavorazione

La lavorazione del coccoi de fracca avviene in questo modo:

  • il sangue viene lavorato energicamente per prevenire la formazione di coaguli e solo successivamente viene aggiunto alle frattaglie ben tritate;

  • l'impasto viene poi condito con sale marino, abbondante pepe nero ed inserito all'interno del budello (o intestino tenue del maiale) precedentemente lavato;

  • la sigillatura avviene mediante annodatura o legatura con dello spago specifico per alimenti;

  • a questo punto, il coccoi de fracca viene lavato e lasciato riposare per poco tempo prima della cottura alla fiamma viva su legno aromatico della macchia mediterranea.

Degustazione

Puoi gustare il coccoi de fracca da solo accompagnandolo a delle fette di pane casereccio.

In alternativa, per un antipasto rustico, proponilo con un mix di formaggi freschi e stagionati, insaccati dolci ed aromatizzati ed olive nere condite.

Per esaltarne il sapore, accostalo ad un bicchiere di vino rosso corposo e ben strutturato.

Il coccoi de fracca è ottimo con un buon Cannonau DOC di Sardegna, aromatizzato ed equilibrato.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "provoletta di latte vaccino sardo" è un formaggio ottenuto dal latte di vacca.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la provoletta di latte vaccino sardo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La provoletta di latte vaccino sardo si presenta come segue:

  • la forma ricorda quella di una pera che termina in cima con una testina tondeggiante, in dialetto sardo viene detta "peretta";
  • il suo peso varia da un minimo di 400 grammi a un massimo di due chili;
  • la pasta è semidura, bianca, morbida e filata, la crosta ha un colore paglierino tenue, è elastica e molto sottile.

Si tratta di un formaggio grasso, leggermente aromatico e molto saporito, che si consuma fresco o appena stagionato.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della provoletta di latte vaccino sardo sono:

  • latte vaccino;
  • fermenti lattici;
  • caglio di vitello;
  • sale.

Preparazione

Dopo la fase di rottura della cagliata, la massa deve riposare per raggiungere la giusta acidità.

Si prosegue poi con la filatura, la formatura manuale e la salatura.

Degustazione

La produzione della provoletta di latte vaccino sardo è iniziata intorno al 1965 e oggi rappresenta uno dei prodotti tipici della regione Sardegna.

È un formaggio da tavola che richiede un vino leggero, quindi con una gradazione alcolica piuttosto bassa.

La cucina tradizionale sarda propone una ricetta eccezionale con la provoletta di latte vaccino sardo, ovvero:

  • "la provoletta di latte vaccino sardo al miele".

Preparazione

Il procedimento per la preparazione della "provoletta di latte vaccino sardo al miele" è semplice:

  • si divide in quattro parti una sfoglia di pane Carasau (altro prodotto tipico dell'isola);
  • si sistemano i pezzi sul piatto da forno leggermente unto;
  • sui pezzi di pane si adagiano fettine sottili di provoletta di latte vaccino sardo e si inforna a 200 gradi per 5/6 minuti, fino a che la provoletta si fonde.

Si trasferiscono le sfoglie su un piatto da portata e si cospargono di miele sciolto a bagnomaria!

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