Regione: Basilicata
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Tipologia di prodotti: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria
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La "gelatina dolce di maiale" è una ricetta tipica del Sud Italia, che in Basilicata trova un'ampia diffusione.
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la gelatina dolce di maiale nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).
Come indica il nome, si tratta di un preparato a base di:
Per l'esattezza, si realizza con le parti "più povere" del maiale, ovvero:
Proprio per il suo sapore intenso e "deciso" e per gli ingredienti stessi che la compongono, è una specialità molto particolare, in genere apprezzata dai palati forti.
Gli ingredienti necessari per la preparazione della gelatina dolce di maiale per 4 persone sono:
La preparazione della gelatina dolce di maiale è piuttosto lunga, ma non troppo difficile.
Innanzitutto sarà necessario:
Quando la carne si sarà raffreddata, dovrà essere:
A fine cottura si aggiungeranno:
Si prosegue con "l'ebollizione" per altri quindici minuti circa, finché la gelatina non avrà raggiunto la consistenza desiderata.
Si versa il composto ottenuto in piccole ciotole da conservare per qualche giorno perché la gelatina si "solidifichi".
Una volta pronta, si può servire la gelatina dolce di maiale accompagnata da dei chicchi di melograno.
REGIONE: Puglia
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TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Gastronomia
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Gli "gnumerèdde suffuchète du Curdùnne" o "turcinieddi" o "‘mboti" o "marretti" sono involtini molto utilizzati nella cucina tradizionale della Basilicata, del Molise, ma soprattutto della Puglia.
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito gli gnumerèdde suffuchète du Curdùnne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).
Il termine deriva dal latino "glomu, glomeris", che significa "gomitolo", per la loro forma tradizionalmente arrotolata come un gomitolo di filo.
I gnumerèdde suffuchète du Curdùnne sono quindi:
Le interiora dei gnumerèdde suffuchète du Curdùnne di solito coinvolte sono:
I gnumerèdde suffuchète du Curdùnne prendono diverse denominazioni, dipendenti dalla zona in cui vengono prodotti:
In altre zone, come ad esempio nel foggiano, vengono definiti "torcinielli" o "turcinieddri", dal verbo "attorcigliare".
Gli ingredienti necessari per la preparazione dei gnumerèdde suffuchète du Curdùnne sono:
Vediamo adesso come puoi preparare gli gnumerèdde suffuchète du Curdùnne.
Inizia seguendo queste indicazioni:
Condisci poi con:
Lascia poi in ebollizione gli gnumerèdde suffuchète du Curdùnne per quattro ore circa, finchè non si otterrà un bel brodo, frutto della cottura lenta della carne.
Servi gli involtini caldi, guarniti con contorno di verdure cotte o patate, lasciando parte del condimento come accompagnamento gustoso.
Buon appetito!
REGIONE: Sardegna
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TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati
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Il "guanciale sardo" o "grandula", si ottiene dalla guancia del maiale, lavorata artigianalmente secondo le antiche tradizioni locali sarde.
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il guanciale nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).
Il guanciale si presenta con:
La rifilatura conferisce al guanciale la tipica "forma triangolare".
"L'acconciatura" avviene in modo molto simile a quella del prosciutto.
La carne viene sottoposta a:
utilizzando esclusivamente "sale marino" ed una "miscela di spezie" che conferiscono al guanciale un sapore particolarmente dolce, leggermente pepato, che ricorda i gusti genuini di una volta.
Successivamente, si passa alla "pressatura" ed alla "stagionatura".
Il guanciale viene:
Si può considerare pronto quando assume un aspetto:
Il guanciale arriva sulla tua tavola in fettine sottilissime per mettere in risalto il grasso bianco e la carne rosata.
Il guanciale è ottimo da gustare:
assieme ad un mix di salumi e formaggi.
Per i suoi particolari profumi il guanciale puoi impiegarlo in cucina nella la preparazione di "sughi" e "piatti tipici locali" come ad esempio:
Il sapore del guanciale ben si sposa con:
Regione: Basilicata
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Tipologia di prodotto: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione |
Le "cotenne"o "cotiche", sono un piatto tipico della tradizione contadina, in particolare del Sud Italia.
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito gli involtini di cotenna nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).
La cotenna è la "pelle del maiale":
Se si riesce a vincere la diffidenza iniziale, dovuta alla consistenza particolare delle cotiche, si apprezzerà un prodotto unico nel suo genere.
Vogliamo proporvi la ricetta di un secondo piatto a base non solo di involtini di cotenna, ma anche di pancetta, ovvero:
Gli ingredienti che andremo a utilizzare per la creazione degli involtini di cotenna e pancetta, piatto tipico lucano, sono semplici e facili da reperire, ovvero:
Per quanto riguarda, invece, gli ingredienti per il "sugo" che andremo a preparare insieme agli involtini di cotenna e pancetta, dobbiamo fornirci di:
I pezzi di cotenna devono avere una misura di circa 15×10 cm, invece, le fette di pancetta devono essere leggermente più piccole.
Cominciate a preparare gli involtini partendo dalla cotenna, fiammeggiatela attentamente sul fuoco per eliminare le setole, lavatela e infine asciugatela.
Successivamente fate un trito di:
A questo punto mescolate gli ingredienti tra loro.
Adagiate le cotenne stese sul piano da lavoro e cominciate a farcirle, abbiate cura di riporle con la parte interna verso l'alto.
Mettete prima la fetta di pancetta, poi il trito con pinoli e uva passa, qualche pezzo di provolone dolce, un pò di pepe nero e salate secondo i vostri gusti, arrotolate la cotenna più stretta possibile senza far fuoriuscire il ripieno.
Ora, potrete utilizzare lo spago da cucina per legare l'involtino.
Procedete in questo modo con le restanti cotenne.
In una pentola fate scaldare l’olio, pulite e tritate la cipolla e, quando l’olio sarà ben caldo aggiungete la cipolla tritata e fatela leggermente dorare.
Unite gli involtini di cotenna e pancetta al soffritto e sfumateli in due-tre volte col vino bianco.
Quando il vino sarà evaporato, aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere per circa 30 minuti.
Trascorsi i 30 minuti, aggiungete:
A questo punto, portate a cottura gli involtini di cotenna e pancetta, tenendo il fuoco basso, ci vorranno ancora 2 ore e mezza circa.
Quando gli involtini risulteranno teneri e la salsa sarà bella densa, aggiungete il trito di prezzemolo (precedentemente lavato), e serviteli in tavola ben caldi, accompagnandoli con del pane a fette, perchè i vostri commensali faranno sicuramente la scarpetta.
Per un'ottima riuscita degli involtini di cotenna e pancetta seguite questi pochi consigli che risulteranno preziosissimi per il vostro secondo piatto, ovvero:
Puoi mangiare gli involtini di cotenna e pancetta da "soli" o gustarli con un ottimo "piatto di pasta"con il ragù ottenuto dagli involtini.
Al ragù, secondo il desiderio delle buone forchette, si possono aggiungere altri tagli di carne, a piacere fra maiale e manzo.
A fine cottura si può aggiungere anche del basilico o del prezzemolo fresco, per esaltare il gusto della carne.
Si otterrà un ottimo prodotto, dal gusto quantomeno ricco e pieno, che trova i propri natali nell'antica civiltà contadina lucana e dà molta energia, ciò lo rende adatto ai freddi mesi invernali!
"L'involtino bianco di trippa di Locorotondo" è uno tra i piatti pugliesi di più antica tradizione.
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'involtino bianco di trippa di Locorotondo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).
Si tratta di una pietanza tipica di Locorotondo (un borgo in provincia di Bari), e nel dialetto locale è nota come "gnumerèdde suffuchète".
L'involtino bianco di trippa di Locorotondo viene realizzato usando:
Gli ingredienti base per la preparazione dell'involtino bianco di trippa di Locorotondo sono:
La preparazione dell'involtino bianco di trippa di Locorotondo inizia proprio con la:
Questa fase avviene lavando lo stesso con:
Anche la trippa di agnellone va lavata accuratamente.
Dopodiché viene tagliata a listarelle e avvolta nel budello assieme un trito di prezzemolo.
Gli involtini vanno chiusi usando una striscia di budello, i più esperti posso anche incordarli.
Si fanno sbollentare e poi li si pone in una terrina di terracotta.
Agli involtini si aggiungono alcuni "sapori", ossia: cipolla tagliata a fette sottili; pomodorini schiacciati; formaggio pecorino; coste di sedano e peperoncino.
L'ultima fase prima della cottura dell'involtino bianco di trippa di Locorotondo consiste nel:
In questo modo, gli involtini si cucinano per ''soffocamento'', ovvero un procedimento che mantiene tenera la trippa e non altera il gusto né delle verdure né del pecorino.
A cottura ultimata, l'acqua nella terrina si sarà ristretta fino a creare un brodo molto saporito.
L'involtino bianco di trippa di Locorotondo va consumato: