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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "casu friscu" sardo, sarebbe il formaggio fresco ed è un prodotto caseario tipico di tutta l'isola, molto utilizzato anche in cucina!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casu friscu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Si ottiene dalla lavorazione di:

  • latte ovino, di pecora o di capra, ed è detto fresco perché stagiona appena per una settimana.
  • caglio di vitello;
  • sale.

Caratteristiche

Le forme sono cilindriche e il formaggio, che si ottiene dal'unione del latte pastorizzato con il caglio di vitello liquido, ha colore bianco, è molle e privo di crosta.

Le forme vengono insaporite in salamoia, anche se il formaggio fresco sardo non ha caratteristiche organolettiche rilevanti.

Ricette

Proprio per via del suo sapore piuttosto neutro è un prodotto molto versatile, che si usa per realizzare diverse ricette tipicamente sarde.

Il casu friscu, ad esempio, viene utilizzato per realizzare la farcitura dei ravioli detti culurgiones, che rappresentano tradizionalmente il primo piatto del pranzo di Natale in Sardegna.

Inoltre si usa anche per fare le "formaggelle", dette anche "casadinas" o "pardulas", dei dolcetti tipici della regione Sardegna.

Degustazione

Il casu friscu però è buono anche gustato:

  • da solo;
  • su una fetta di pane abbrustolito, dopo essere stato scaldato sulla griglia o sulla piastra.

Il formaggio fresco è un prodotto di tradizione recente, sicuramente però sono più di 25 anni che viene prodotto sull'isola seguendo lo stesso procedimento con cui si ottiene la caciotta di pecora.

Conservazione

La conservazione è consigliata a 4-6 gradi, se il casu friscu è destinato alla vendita viene avvolto in "carta pergamena".

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

La "carne Sardo-Modicana" si ricava da un bovino detto "bue rosso".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carne Sardo-Modicana nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di un animale allevato in Sardegna allo stato brado ed è il risultato dell'incrocio tra due razze di bovini:

  • la razza Podolica e quella Modicana.

La razza Sardo-Modicana è molto apprezzata sia per la carne, nutriente e gustosa, sia per la qualità del suo latte.

Si riconosce grazie al colore del suo mantello:

  • nei tori è rosso con sfumature scure, nelle vacche invece è chiaro tendente al nocciola.

L'allevamento del "bue rosso" è circoscritto al territorio sardo, attualmente esistono circa quattromila esemplari.

In passato il bovino veniva utilizzato per il lavoro nei campi, perché considerato un animale dotato di una forza fisica superiore.

Oggi è stato molto rivalutato per le riconosciute caratteristiche organolettiche della sua carne.

La bontà della carne Sardo-Modicana è dovuta in gran parte all'allevamento estensivo dei bovini, le mandrie infatti vengono lasciate pascolare liberamente e si nutrono di erba e delle piante tipiche della flora mediterranea.

In provincia di Oristano, nel piccolo comune di Montiferro, è nato un consorzio che riunisce gli allevatori della razza sardo modicana e che si chiama "Il bue rosso".

Degustazione

In Sardegna la carne Sardo-Modicana si mangia preferibilmente:

  • arrostita (petza arrustida), o semplicemente bollita (petza in brou), aromatizzata con varie spezie tra cui finocchietto selvatico, origano e timo.

Trattandosi di una carne molto sapida, gli chef consigliano di non aggiungere sale in cottura!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Insaccati

Descrizione

Il "sanguinaccio" è un insaccato caratteristico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il sanguinaccio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Detto "sanguineddu" o "sangue’e porcu", è un prodotto antico che appartiene alla tradizione dei pastori locali.

Ingredienti

Preparazione

Ecco la ricetta del sanguinaccio di maiale. Difficilmente potrete realizzarla a meno che non possiate macellare un vostro maiale. La vendita di sangue, di qualsiasi animale, infatti è proibita per legge.

Il sangue di maiale viene raccolto in un recipiente in rame subito dopo la macellazione dell'animale.

Per evitare che il liquido si rapprenda bisogna mescolare molto bene e insaporirlo con gli ingredienti sopra riportati.

Così condito il sangue di maiale deve riposare almeno dieci ore.

Si procede quindi versando il tutto nel budello del maiale, ricavato dallo stomaco o dall'intestino, e si formano tanti salsicciotti lunghi circa 12-15 cm che vanno stretti all'estremità e legati con lo spago.

Si passa poi alla cottura del sanguinaccio insaccato con il sistema della bollitura o arrostito su griglia.

Varianti

Molto diffusa è anche la versione dolce del sanguinaccio, che si ottiene sostituendo il sale il pepe e lo strutto con:

Il sanguinaccio dolce è tipico del carnevale. Ne esistono molte versioni che portano questo nome senza contenere sangue, ma la ricetta del sanguinaccio dolce lo prevede assolutamente. 

Degustazione

Il condimento e gli aromi possono variare a seconda della zona di produzione o del gusto personale.

Quindi, in base agli ingredienti utilizzati, si ottiene un sanguinaccio più o meno salato o più o meno dolce.

Il sanguinaccio, salato o dolce che sia, è molto saporito.

Solitamente il sanguinaccio si mangia tagliato a fette non troppo spesse.

La versione salata si accompagna bene con fette di pane, mentre quella dolce si gusta a fine pasto insieme ad un vino bianco da dessert.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "semicotto di capra", è un formaggio a pasta dura tipico della Sardegna, prodotto con latte di capra, dal gusto singolare e appetitoso.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito semicotto di capra nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

La sua lavorazione ha origini "antichissime" e si tramanda presso i pastori di montagna di generazione in generazione in tutto il territorio regionale, particolarmente nelle "zone centrali".

L'autentico semicotto di capra è ottenuto utilizzando esclusivamente:

  •  latte di capre di razza sarda

Queste capre vengono tenute allo stato brado, libere di pascolare naturalmente negli ambienti della macchia mediterranea e nutrendosi di erbe ed arbusti dei pascoli d'altura.

Lavorazione

Durante la "lavorazione, il latte di capra viene addizionato con:

  • caglio di vitello;
  • caglio di agnello;
  • caglio di capretto.

La cagliata viene poi semicotta a 41-43° e infine la pasta viene posta nelle fuscelle e salata in salamoia.

Presentazione

Il semicotto di capra ha generalmente:

  • una forma cilindrica;
  • mediamente un peso di 2,5 Kg;
  • la pasta è di colore bianco;
  • la crosta liscia, dal colore paglierino che diventa bruno con la stagionatura;
  • la pasta è compatta e ha un sapore dolce e aromatico quando il formaggio è giovane;
  • più corposo e tendente al piccante con il progredire della stagionatura.

Stagionatura

La "stagionatura" può andare dai 60 giorni fino ai 18 mesi.

Degustazione

Il semicotto di capra può essere utilizzato come:

  • formaggio da tavola o da grattugia se stagionato.

Questo gustoso formaggio si presta come ingrediente principale di molte ricette di antipasti, primi e secondi piatti o per accompagnare originali aperitivi.

Grazie al suo gusto "deciso" si abbina bene con:

  • vini corposi e di carattere come il Carignano del Nepente di Oliena.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "casizolu di pecora", conosciuto anche come "pirittas", è un formaggio tipico della Sardegna, a pasta filata e di consistenza semi-morbida.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il casizolu di pecora nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il formaggio, diffuso soprattutto nella comunità montana del "Goceano" in provincia di Nuoro, presenta:

  • una forma a pera;
  • con all'estremità una strozzatura che permette di legare ed appendere il prodotto, così da permetterne la stagionatura.

Ingredienti

Il casizolu di pecora, è prodotto con:

  • latte ovino provienente da pecore di razza "sarda" che vengono allevate allo stato brado e fatte pascolare liberamente.

Preparazione

Per realizzare il casizolu di pecora si riscalda il latte di pecora appena munto e ad esso si aggiunge il caglio di vitello.

Il tutto viene fatto inacidire in un paiolo di rame per 24 ore circa e poi dalla cagliata si ottengono pezzi, che vengono poi filati a mano in una pentola d’acqua a 80– 90°C.

Dopo la "filatura", il formaggio viene "modellato" sempre a mano in modo da fargli assumere la caratteristica:

  • forma a pera.

Le forme così ottenute vengono salate in una salamoia di acqua e sale marino.

Le forme di formaggio casizolu di pecora vengono quindi legate ed appese a coppie in un luogo fresco per la stagionatura che deve durare almeno una settimana.

Proprietà organolettiche

Il casizolu di pecora ha una crosta liscia e sottile di colore giallo paglierino.

La pasta ha invece una consistenza media ed un colore bianco-giallognolo.

Il casizolu è un ottimo:

  • formaggio da tavola, dal sapore gustoso e dall'odore ed aroma che richiamano il latte di pecora, leggermente più piccante nelle forme più stagionate.

Degustazione

Ideale per qualsiasi pasto, da servire come antipasto o per accompagnare un aperitivo, va abbinato con un vino rosso corposo.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "pecorino di Nule" è un formaggio che nasce dall'esperienza e dall'abilità degli antichi casari del territorio sardo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pecorino di Nule nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La maggiore produzione è circoscritta al comune di Nule, un piccolo centro della provincia di Sassari, un territorio che ha sempre basato la sua economia sulla pastorizia.

Il "casu de Nule", così come viene detto in dialetto sardo, nasce da un'antica tradizione secolare, e ancora oggi si prepara con la stessa tecnica di una volta.

La maggiore produzione si ottiene da Marzo a Novembre e avviene rigorosamente nei caseifici artigianali che sorgono nei pressi dell'azienda produttrice di latte.

Sembra che già nell'Ottocento la bontà del pecorino di Nule fosse famosa, tanto da soddisfare il palato dei reali di Spagna.

Nel tempo, il riconoscimento della qualità del prodotto ha reso Nule un luogo rinomato in Italia e all'estero per essere il paese sardo che produce il miglior formaggio ovino.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pecorino di Nule sono:

  • latte di pecora;
  • caglio di vitello liquido.

Caratteristiche

Il pecorino di Nule è un formaggio a pasta semidura, ottenuto dal latte di pecora.

La crosta non è molto morbida, ma è abbastanza sottile, mediamente una forma pesa circa tre chili ed è alta non più di 15 centimetri.

La stagionatura minima è di due mesi.

Pur essendo un alimento abbastanza grasso, ha un sapore molto delicato ed un gradevole aroma.

Degustazione

Trattandosi di un formaggio da tavola, è spesso assaporato a fine pasto, ma è anche ottimo per uno spuntino veloce e, per esaltarne il sapore, può essere accompagnato da mostarde e miele.

Si abbina perfettamente con un vino rosso tannico e corposo quale il Cannonau di Sardegna.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il formaggio "fresa de attunzu" rientra nella categoria dei "formaggi sardi" a pasta molle prodotto con latte vaccino, anche se in piccole realtà si utilizza il "latte di pecora".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la fresa de attunzu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Questo tipo di formaggio è prodotto esclusivamente nei mesi autunnali, quando il latte della mucche acquista delle caratteristiche particolari legate all'erba mangiata durante il pascolo.

Pur essendo prodotta in gran parte della regione, la fresa de attunzu è tipica della provincia di Nuoro, in particolar modo delle montagne del Margine.

Ancora oggi, il formaggio prodotto con il latte delle mucche che pascolano in quella zona è considerato "pregiato" e "prelibato".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della fresa de attunzu sono:

  • latte vaccino intero o latte di pecora;
  • caglio liquido.

Caratteristiche

La consistenza interna del formaggio fresa de attunzu ricorda quella dello "stracchino".

E' ricoperto da:

  • una crosta sottile;
  • ha un colore giallino chiaro;
  • la forma intera è rotonda ed abbastanza schiacciata, tanto che lo spessore in genere non supera i 4 cm;
  • il sapore è nettamente riconoscibile per la sua nota acidula, pur nella sua delicatezza e freschezza.

Esiste anche una "versione stagionata" della fresa de attunzu, che può essere conservata per parecchio tempo.

La versione fresca, invece, va consumata in pochi giorni e tenuta in frigorifero avvolta da carta stagnola da cucina.

Degustazione

Normalmente la fresa de attunzu si consuma fresca, senza passarla in cottura, anche se lasciarla sciogliere leggermente su di un pezzo di pane carasau caldo ne esalta il gusto.

Puoi usarlo come elemento di spicco per un ricco antipasto a base di formaggi ed accompagnato da un buon vino rosso leggermente frizzante.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquore

Descrizione

"L'amaro di genziana" è un liquore Sardo ottenuto dalla radici della "Genziana Maggiore", pianta tipica della regione. Il Liquore di genziana per il suo aroma inconfondibile è molto apprezzato dagli intenditori ben oltre i confini della regione.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'amaro di genziana nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Si tratta di un distillato alcolico ottenuto dalle radici della genziana maggiore (gentiana lutea), una pianta tipica della regione, che cresce spontaneamente nei prati e nei pascoli di montagna.

La genziana è conosciuta fin dall'antichità per avere virtù terapeutiche, infatti veniva adoperata come antipiretico nelle febbri malariche e come rinforzante del sistema immunitario, oltre che come digestivo.

Caratteristiche

Dal gusto aromatico e definito, l'amaro di genziana viene prodotto a fine estate, tra Agosto e Settembre, quando si raccolgono le radici della pianta.

Se lo si vuole preparare in casa però, poiché la genziana è una specie protetta e la sua raccolta è sottoposta a regolamentazione, occorrerà acquistarne in erboristeria le radici essiccate.

Liquore di Genziana - ricetta

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dell'amaro di genziana sono:

  • 20 g di genziana maggiore;
  • 10 g di menta essiccata;
  • la scorza essiccata di un'arancia amara;
  • bacche di ginepro;
  • foglioline di salvia;
  • semi di finocchio;
  • 1 l di vino bianco secco;
  • 80 ml di alcol a 95 gradi;
  • 50 g di miele.

Preparazione

Sugli ingredienti va versato:

  • il vino bianco secco, l'alcool  a 95 fino a coprirli completamente;
  • lasciare il tutto a macerare per almeno dieci giorni;
  • mescolare almeno una volta al giorno con un cucchiaio di legno;
  • trascorsi i dieci giorni, il liquore va filtrato con l'ausilio di un colino e vanno aggiunti , mescolando bene, 50 g di miele.

Si può quindi versare l'amaro di genziana così ottenuto, in bottiglie di vetro che vanno lasciate riposare in luogo fresco e buio.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

Il "capretto sardo da latte", conosciuto in dialetto con il nome di "crabittu", è un alimento tipico della regione Sardegna, dal sapore selvatico e delicato allo stesso tempo.

Caratteristiche

Il crabittu è:

  • prevalentemente tenera;
  • è ricca di valori nutrizionali, in particolar modo di "proteine", le quali è noto, sono indispensabili per la funzionalità dei muscoli e del’organismo.

Presentazione

Tale carne si presenta con:

  • un colore invitante, chiaro, rosato e, grazie alle sue peculiarità, è un ingrediente molto utilizzato nella gastronomia tipica regionale.

Il cabrittu viene allevato e nutrito solo con il "latte materno".

Le madri, a loro volta, pascolano liberamente nell’incontaminata macchia mediterranea, mangiando solo la vegetazione più rigogliosa.

Con questa precauzione, il prodotto ha un "sapore tenue" e conserva ugualmente le sue connotazioni selvagge.

Ingredienti

  • Capretto sardo da latte.

Preparazione

Dopo la cottura, qualunque sia la ricetta, il crabittu, mostra il tipico gusto deciso ed il peculiare "aroma pungente", che sono in grado di aggiungere alla pietanza una caratterizzazione unica.

Se ti piace cucinare e ami realizzare ricette tipiche con alimenti particolari allo scopo di colpire i tuoi convitati, questa carne fa proprio al caso tuo.

Il sapiente connubio di carattere, consistenza e profumo del crabittu, lo rende ideale per impreziosire il tuo menù con una portata originale come il capretto alla sarda, un secondo piatto semplice da preparare, che è capace di esaltare il gusto proprio della materia prima grazie all’utilizzo delle spezie.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizioni

Il "Bonassai" è un tipico prodotto caseario sardo, ottenuto dal latte ovino.

Origini

Il Bonassai esiste dal 1966, quindi è un prodotto di nascita recente.

Si inserisce nella categoria dei "pecorini", in quanto è un formaggio ottenuto dalla lavorazione del latte di pecora.

È un formaggio:

  • a pasta molle;
  • confezionato a forma di parallelepipedo;
  • necessita di soli 20 giorni di stagionatura;
  • ha un sapore piuttosto delicato, a differenza del classico pecorino.

Non è adatto per essere grattugiato né per condire la pasta ma si consuma a fette, da solo o col pane.

Può essere servito con:

  • mostarde;
  • marmellate;
  • miele;

la sua pasta morbida, infatti, si amalgama piacevolmente con la consistenza della confettura.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del Bonassai sono:

  • latte di pecora;
  • fermenti lattici;
  • caglio di vitello;
  • sale.

Presentazione

Il pecorino Bonassai è un formaggio:

  • dalla crosta molto sottile;
  • poco stagionato;
  • morbido;
  • dall'interno leggermente cremoso.

In fase di stagionatura, che dura poco più di due settimane per evitare che si indurisca troppo, viene ricoperto da amido di mais, per mantenerlo umido e addolcirne il gusto.

Una sua particolarità è che può essere congelato.

Utilizzi

Il Bonassai è un cosiddetto formaggio da tavola, da consumare a fette o spalmato sul pane, anche pane carasau.

Si può:

  • far sciogliere in forno per condire pizze e torte salate;
  • utilizzare per farcire panini e toast che, scaldati, lo renderanno leggermente filante;
  • si può servire su un tagliere, come antipasto, abbinato a confetture e marmellate.

Abbinamenti

Il Bonassai è un pecorino dolce, dal sapore poco incisivo ma delicato e piacevole.

Si abbina a vini bianchi leggermente mossi, non esageratamente alcolici.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

Il "dolcesardo Arborea" è un formaggio a pasta molle, delicato ed aromatico, tipico della provincia di Oristano.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il dolcesardo Arborea nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Nasce negli anni '30 in un caseificio locale.

Ancora oggi, come da tradizione, viene:

  •  prodotto solo con latte vaccino dei migliori allevamenti della Sardegna.

Lavorazione

Fresco e cremoso, prima di arrivare sulle tavole italiane, viene:

  • pastorizzato ed inoculato con i fermenti lattici, ottenuti da coltivazioni selezionate di Streptococcus thermophilus.

Viene poi addizionato con:

  • il caglio liquido di vitello;

e lasciato coagulare per una ventina di minuti.

La pasta viene poi estratta ed inserita in apposite "fuscelle" o "stampi cilindrici", in modo da conferire la tipica forma con le facce piane e dal diametro di 14 centimetri.

Stufatura e salatura

In seguito, viene "stufata" alla temperatura standard di 40° C per 3-4 ore, in modo da raggiungere l'acidità ottimale (ph 5-5.20).

Durante questa fase, le forme vengono rivoltate 4 volte.

Si passa poi alla salatura in salamoia per 3-5 ore.

Caratteristiche

Prodotto in qualsiasi periodo dell' anno, il dolcesardo Arborea viene consumato dopo 15 giorni dalla maturazione in cella (a circa 10° C e ad un tasso di umidità pari all'80-85%).

Il formaggio senza crosta e particolarmente grasso, si contraddistingue per:

  • la pasta di colore bianco ed il sapore unico.

Gradualmente la sua dolcezza sta conquistando anche i mercati esteri.

Di recente, è disponibile in formato:

  • senza lattosio per gli intolleranti.

Degustazione

Puoi spalmarlo su fette di pane casereccio, abbinandolo a salumi ed olive, in modo da creare un piacevole contrasto di sapori.

Si sposa perfettamente con i vini bianchi!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Aromi

Descrizione

Il "timo armidda" è una pianta aromatica, utilizzata in cucina per insaporire e guarnire primi e secondi piatti.

Caratterisctiche

Il timo armidda è una pianta che cresce spontaneamente in Sardegna, tanto da essere considerata "endemica".

Significa che non viene coltivata, ma nasce e cresce rigogliosa in molte zone dell'isola, grazie solo alla "natura".

Questo conferisce all'armidda un aroma molto:

  • particolare;
  • intenso;
  • ricco;

perfetto per impreziosire ed insaporire molti piatti.

La pianta del timo armidda è cespugliosa e la varietà definita "armidda" è corredata da:

  • fiori di color violetto.

In cucina

Il timo armidda è un'erba aromatica e balsamica, che si può utilizzare per valorizzare i sapori dei cibi.

È usato per smorzare il sapore di alcuni sughi e carni molto saporite.

Il suo gusto delicato ed aromatico, infatti, dona una nota di freschezza e dolcezza.

È utilizzato:

  • nei sughi e ragù di carne;
  • sugli arrosti;
  • negli spezzatini.

E' ideale quindi per piatti realizzati con carne dal sapore forte come:

  • capretto;
  • cinghiale;
  • lepre;
  • maiale.

Proprietà fitoterapiche

Il timo armidda è una pianta con qualità "fitoterapiche".

Facendolo bollire in acqua e, successivamente, filtrando il liquido, si ottiene una tisana molto utile a:

  • contrastare i dolori addominali da freddo o da indigestione;
  • i dolori mestruali e la nausea.

La tisana va bevuta molto calda e può essere dolcificata con miele ed impreziosita con un po' di succo di limone, che contribuisce al benessere dello stomaco.

Pianta decorativa

Il timo armidda è una pianta molto profumata, esposta in:

  • vaso;
  • fresca;
  • in terrazza;
  • in casa;

sprigiona un profumo delicato e piacevole e contribuisce a deodorare l'ambiente.

Il timo armidda secco, confezionato in sacchetti di cotone, può essere usato per profumare la biancheria nei cassetti o negli armadi.

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